Fluivo dall’ amplesso veloce, forse scosso, ma serio, e quanti risi si cavavano dal mio viso confuso dal dolce piacere.
Ero con la sua anima, diafana e bella, e sorrisi a bizzeffe.
In che mondo è giunta colei che amai, certo è il suo fantasma, Dio mio perché son sereno, non intuisco di esser in un sogno senza sole e tanta luce, si forse son pazzo, ma felice.
Come piange e non rintocca tal campana col suo lento oscillare, avvilisce e strazia i vecchi uomini dalla bianca barba, le loro mani congiunte sul pomo d'un bastone di legno oscuro pregano angosciati dell' incerto futuro, e non alzano gli stanchi occhi su quel cielo che tanto promise, e non donò più di quel che non volle.
Ora la piccola campana affranta e stanca attende i novizi alla vita, alle nuove esistenze, alla morte, e mai indugia e mai smette, gongola, ma è pur triste il suo compito qualvolta nel sussurrare e nell'enunciare.
Purtroppo la morte fa parte del ciclo della vita, caro Raffaele..... ogniun di noi vien alla luce, svolge il suo compito e quando la campana risuona mesta coi suoi rintocchi stanchi.. tornano a quella Luce da dov'eran giunti
Voglio risponderti con questa bella canzone della Schola Cantorum
QUANDO PENSERAI CHE L'OSCURITA' ABBIA PRESO IL SOPRAVVENTO.. T'ACCORGERAI CHE SONO LI AD ILLUMINARE LE TUE NOTTI! LUNA 31