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janet
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Posted - 21 June 2007 : 16:27:09
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IL GRANDE GIOCO
Israele ed USA uniti contro il mondo: l'aggressivita' di Israele e' sempre stata fattore destabilizzante per il Medioriente fin dall'anno della sua creazione come bastione degli interessi americani nell'area
di Uri Avnery, pacifista israeliano
Alcune settimane fa, e' accaduto qualcosa di curioso: Israele ha scoperto che l'Iran e' il Grande Satana.
E' accaduto abbastanza improvvisamente. Non c'e' stata alcuna notizia sensazionale precedentemente, nessuna scoperta. Come per ordine di un drill-sergeant, l'intero apparato israeliano ha mutato direzione. Tutti i politici, i generali, i media ufficiali, con il solito baccano concertato, tutti insieme hanno scoperto, in una notte, che l'Iran e' l'immediato, vero e terribile pericolo.
Con un eccezionale tempismo, in quello stesso momento veniva sequestrata una nave che, cosi' ci hanno detto, trasportava armi iraniane ad Arafat. E, in quello stesso momento, a Washington, Shimon Peres, un uomo per tutte le stagioni e servo di tutti i padroni, si avvicinava ad ogni diplomatico che incrociava ed a tutti raccontava la stessa storia di migliaia di missili iraniani dati agli Hezbollah. Si', si', gli Hezbollah (inclusi da Bush nella famigerata lista delle "organizzazioni terroristiche") stanno ricevendo armi orribili dall'Iran (incluso da Bush nell' "Asse del Male") per minacciare Israele, il prediletto del Congresso.
Vi sembra folle? Affatto! In questa follia c'e' metodo.
La faccenda e' semplice da spiegare. L'America e' ancora infuriata per l'attacco alle Torri gemelle. Ha appena vinto una guerra stupefacente in Afghanistan senza sacrificare quasi nessun soldato americano. Ora e' ferma, furiosa ed ubriaca per la vittoria, e non sa chi attaccare. L'Iraq? La Corea del Nord? La Somalia? Il Sudan?
Il Presidente Bush non puo' fermarsi proprio ora, non si puo' sciupare una simile immensa concentrazione di potere. Inoltre, Bin Laden non e' stato ancora ucciso. La situazione economica e' disastrata, Washington e' scossa da uno scandalo di proporzioni gigantesche (Enron). Il pubblico americano non deve sentirsi demoralizzato da tutto cio'.
Ed ecco che arrivano i leaders di Israele e cominciano a gridare dal tetto: l'Iran e' il nemico! L'Iran deve essere attaccato!
Chi ha preso questa decisione? Quando? Come? E, piu' importante, dove? Chiaramente non in Israele, ma a Washington DC. Una componente importante dell'amministrazione USA ha dato un segno ad Israele: Inizia una massiccia offensiva politica per indirizzare la pubblica opinione, i media ed il Congresso americani.
Chi sono questi elementi? E quali sono i loro interessi? C'e' bisogno di una spiegazione piu' dettagliata.
La risorsa terrestre piu' ambita sono i giganteschi giacimenti di petrolio della regione del Mar Caspio, i quali sfidano la ricchezza di quelli sauditi. Si ritiene che nel 2010 essi produrranno 3,2 miliardi di barili di greggio al giorno, che vanno ad aggiungersi ai 4850 miliardi di piedi cubici di gas naturale all'anno.
Gli Stati Uniti sono determinati a (1) ottenerne il possesso, (2) eliminare tutti i potenziali rivali, (3) salvaguardare l'area politicamente e militarmente, e (4) riuscire a trovare una via che, dai giacimenti, arrivi al mare aperto.
Questa campagna e' sostenuta da un gruppo di persone alle quali appartiene anche la famiglia Bush. Insieme all'industria degli armamenti, questo gruppe include sia George Bush senior, che il George junior appena eletto. Il Presidente degli USA e' una persona sempliciotta, il suo mondo mentale ed intellettivo e' piuttosto limitato, ed i suoi discorsi sono primitivi, provocano caricature, come un Western di seconda categoria. Va bene per la massa. Ma i suoi manipolatori sono persone sofisticate ed astute, davvero. Sono loro che guidano, in realta', l'amministrazione.
L'attacco alle Torri gemelle ha reso il loro lavoro incredibilmente facile. Osama Bin Laden non ha compreso di servire, con le sue azioni, gli interessi americani. Se credessi alla Teoria della Cospirazione, penserei che Bin Laden e' un agente segreto americano. Non credendovi, sono portato, piuttosto, a stupirmi di fronte alla coincidenza.
La "Guerra al Terrorismo" di Bush costituisce un pretesto perfetto per la campagna orchestrata dai manipolatori. Sotto la copertura di questa guerra, l'America ha ottenuto il controllo totale sulle tre piccole nazioni islamiche che circondano i giacimenti di petrolio: Turkmenistan, Uzbekistan e Kyrgyzstan. L'intera regione e' ora sotto il completo controllo americano, sia militare che politico. Tutti i potenziali rivali - primi tra tutti Russia e Cina - sono stati eliminati.
Da lungo tempo, gli americani stavano studiando quale fosse il tragitto migliore per trasportare il petrolio del Caspio al mare. Le rotte che passavano attraverso le zone di influenza russa sono state scartate. La competizione ottocentesca tra Gran Bretagna e Russia, denominata il "Grande Gioco", continua oggi tra America e Russia.
Fino a poco fa, la rotta occidentale, che passava attraverso il Mar Nero e la Turchia, sembrava la piu' gettonata, ma c'e' da dire che agli americani non piaceva molto. La Russia era ancora troppo vicina.
La rotta migliore era a sud, verso l'Oceano Indiano. L'Iran non era stata presa affatto in considerazione, essendo guidata da un "manipolo di fanatici". Rimaneva una rotta alternativa: dal Mar Caspio, attraverso l'Afghanistan e la parte occidentale del Pakistan (chiamata Belucistan), all'Oceano Indiano. Per questo gli americani condussero delle trattative, abbastanza amichevolmente, con il regime dei Taleban. Non ottennero granche'. Quindi inizio' la "Guerra contro il Terrorismo", gli USA conquistarono tutto l'Afghanistan ed installarono i loro agenti come nuovo governo. Il dittatore pakistano fu anch'egli piegato al volere americano.
Se si guardano le mappe delle grandi basi americane create per la guerra, si rimane colpiti dal fatto che sono sistemate sulla rotta dell'oleodotto progettato per trasportare il petrolio all'Oceano Indiano.
E cio' avrebbe dovuto essere la fine della storia, ma, come si sa, l'appetito vien mangiando. Gli americani hanno imparato due cose dall' esperienza afghana: (1) che ogni paese puo' essere piegato attraverso bombardamenti sofisticati, senza mettere in pericolo la vita di nessun soldato, e (2) che la forza militare ed i soldi dell'America possono insediare governi-fantoccio dovunque.
Quindi a Washington si e' fatta strada una nuova idea: perche' l'oleodotto dovrebbe "circumnavigare" l'Iran se e' possibile costruirne uno piu' breve passante per lo stesso Iran? Si deve soltanto far cadere il governo iraniano ed installare un governo filo-americano. Nel passato cio' sembrava impossibile. Ora, dopo l'episodio afghano, il progetto sembra molto verosimile. Bisogna solo preparare l'opinione pubblica americana ed ottenere il sostegno del Congresso prima di sferrare un attacco all'Iran.
Per questo obiettivo, c'e' bisogno dei servigi israeliani. Israele ha un'enorme influenza sul Congresso e sui media. Funzionera' cosi': ogni giorno i generali israeliani dichiarano che l'Iran sta producendo armi di distruzione di massa e che minaccia lo stato ebraico di un secondo Olocausto. Sharon annuncia che il sequestro di una nave iraniana carica d'armi dimostra che Arafat e' collegato alla cospirazione iraniana. Peres dice a tutti che i missili iraniani minacciano il mondo intero. Ogni giorno qualche giornale americano annuncia che Bin Laden e' in Iran o presso gli Hezbollah libanesi.
Il presidente Bush sa come ricompensare coloro che lo servono a puntino. Sharon ha ottenuto mano libera per opprimere i palestinesi, arrestare Arafat, assassinare i militanti ed espandere gli insediamenti. E' semplice, lo scambio: tu mi procuri il sostegno della stampa e del Congresso, io ti servo i palestinesi su di un piatto d'argento.
Questo non potrebbe accadere se l'America avesse ancora bisogno del supporto di alleati europei ed arabi. Ma in Afghanistan gli americani hanno capito che non hanno piu' bisogno di alcuno. Possono sputare negli occhi dei pietosi regimi arabi, sempre a caccia di sostegno finanziario, e anche dell'Europa. Chi ha bisogno delle insignificanti armate britanniche o tedesche quando l'America, da sola, e' piu' potente di tutti gli eserciti del mondo messi assieme?
L'idea della cooperazione israelo-americana contro l'Iran non e' nuova per Sharon. Al contrario, nel 1981, quando egli era ministro della Difesa in Israele, offri' al Pentagono un piano ben disegnato: nel momento in cui Khomeini si sarebbe dimesso, l'esercito israeliano avrebbe immediatamente occupato l'Iran in attesa dell'arrivo degli americani. A tale proposito, il Pentagono avrebbe dovuto rifornire Israele delle armi piu' sofisticate, da trattenere nel paese per essere usate dagli americani nell'operazione.
A quel tempo, il Pentagono non accetto' l'idea. Ora, la cooperazione e' stata ridefinita con un differente background.
Quale conclusione otteniamo da tutto cio'? Innanzitutto dobbiamo tenere ben presente che una reazione iraniana ad un eventuale attacco americano potrebbe farci molto male. Ci sono missili. Ci sono armi chimiche e batteriologiche. Inoltre, quelli tra noi che desiderano la pace, non dovrebbero fare affidamento sull'America. Tutto dipende da noi, israeliani e palestinesi.
Il nostro sangue e' piu' prezioso del petrolio del Mar Caspio. Almeno per noi.
L'articolo e' tratto da Gush-Shalom.org
traduzione a cura di www.arabcomint.com
«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.» Martin Luther King «L'umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all'umanità.» John F. Kennedy
"Lasciatemi essere un uomo libero, libero di viaggiare, libero di fermarmi, libero di lavorare, libero di commerciare come mi pare libero di scegliermi i miei maestri, libero di seguire la religione dei miei padri, libero di pensare, e di parlare e di agire"; Capo Giuseppe -Hein-mot Too-ya-la-kekt =Tuono che Rotola dalla Montagna |
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janet
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Posted - 11 July 2007 : 16:49:39
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Haifa
Il poeta Muhammad al-Farag’ nella poesia intitolata “La Taqtulû ar-Rabi; non uccidete la primavera” condanna le guerre che arrecano solo morte e distruzione, minacciando il futuro dei bambini.
Queste guerre micidiali
che noi dichiariamo
alimentano il fuoco.
Distruggiamo le speranze
senza comprensione
lasciando dietro dolore e tristezza.
Con crudeltà distruggiamo
il sogno dei piccoli
e il loro sonno tranquillo.
Lasciamo per la strada una bambina
che ha perso la dolcezza della famiglia
e della patria.
Troviamo un bambino sfigurato
dalle ferite;
prima era allegro e cantava.
Il sangue dell’innocenza
scorre sulla terra
e sotto i nostri piedi
calpestiamo i corpi.
E’ l’ignoranza che ci porta
alla distruzione
e guida i nostri passi
verso l’annientamento.
O distratti, le nostre grida
s’innalzano da tanto tempo.
Non avete ascoltato la nostra angoscia.
Duomo della Roccia
«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.» Martin Luther King «L'umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all'umanità.» John F. Kennedy
"Lasciatemi essere un uomo libero, libero di viaggiare, libero di fermarmi, libero di lavorare, libero di commerciare come mi pare libero di scegliermi i miei maestri, libero di seguire la religione dei miei padri, libero di pensare, e di parlare e di agire"; Capo Giuseppe -Hein-mot Too-ya-la-kekt =Tuono che Rotola dalla Montagna |
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janet
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Posted - 25 July 2007 : 19:34:07
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Benvenuti a Palestina oggi, un servizio dell’ International Middle East Media Center, www.imemc.org, per mercoledì 18 luglio 2007.
L'esercito israeliano ha fatto incursione in diverse parti della West sequestrando 14 civili, mentre al confine con la striscia di Gaza una donna palestinese è morta. Vi racconteremo queste ed altre storie. Restate con noi.
West Bank Le forze israeliane hanno invaso il campo profughi di Al Jalazon a nord ovest della città di Ramallah, mercoledì. Durante l’incursione condotta dalle truppe nel campo, tre residenti sono stati sequestrati ed un giornalista palestinese è rimasto ferito. Testimoni affermano che le truppe israeliane e diversi veicoli corazzati hanno invaso la zona in mattinata e i soldati hanno aperto il fuoco verso le case dei residenti causando alcuni danni.
Durante una ricerca casa per casa, i militari hanno arrestato Abd Amer, di 29 anni, Ala Abu Al Qassem di 24 anni e Ahamd Kharop, e di 25 e li hanno portati presso un luogo di detenzione sconosciuto. Jihad Nakhlah, un giornalista palestinese che lavora per l'agenzia WAFA, è stato ferito al piede durante gli scontri secondo quanto la stessa agenzia WAFA segnala.
Una ingente forza militare israeliana ha invaso la città di Nablus a nord West Bank ed i vicini campi profughi di Ein Al e di Balata questo mercoledì mattina. L’assedio è terminato qualche ora fa, dopo un arresto ed il ferimento di un civile. In un altra zona della West Bank le invasioni condotte dall’esercito israeliano hanno portato all’arresto di 12 civili palestinesi nelle città di Ramallah, di Betlemme e di Hebron.
I media locali sostengono che durante un raduno di donne organizzato dai sostenitori di Hamas in solidarietà con i prigionieri palestinesi a Nablus, la polizia palestinese avrebbe attaccato i dimostranti ed arrestato cinque persone. Fra questi anche due giornalisti palestinesi che seguivano il raduno. L'agenzia stampa palestinese Ma'an ha detto che il corteo era stato organizzato per sostenere le famiglie dei prigionieri politici. Più tardi, tutti coloro che erano stati fermati dalla polizia sono stati rilasciati in seguito all’intervento di alcuni politici. La striscia di Gaza Una donna palestinese è morta al confine con l’Egitto, nella notte di martedì, mentre aspettava al valico fra la Striscia di Gaza e l’Egitto, secondo quanto sostengono fonti mediche egiziane. Sana Sannan, 27 anni, è morta a causa delle condizioni precarie di salute, e per essere rimasta bloccata al valico per 35 giorni, poiche' non era riuscita a tornare nella Striscia di Gaza.
I medici hanno aggiunto che Sannan, soffriva di una forma grave di tumore e si trovava, in Egitto per curarsi.. Il suo stato è peggiorato ulteriormente durante la notte portandola in breve alla morte. Da quando Hamas ha preso il controllo totale della striscia di Gaza lo scorso mese, tutti i confini con la striscia di Gaza ed i passaggi sono stati chiusi da Israele ed Egitto. Questa situazione ha bloccato migliaia di palestinesi al confine e specialmente coloro che si trovavano in Egitto per ricevere cure mediche. Le organizzazioni internazionali per i diritti umani ed le Nazioni Unite, sostengono che le condizioni della gente al confine è precaria sia per la mancanza di cibo che di medicinali. Finora , almeno 30 Palestinesi sono morti al confine mentre aspettavano di uscire o entrare nella striscia di Gaza.
Conclusione Grazie per averci ascoltato dalla città occupata di Betlemme Avete ascoltato oggi Palestina oggi, un servizio dell’ International Middle East Media Center, www.imemc.org edito per voi da Anna Rossi, Monica Bitto e Ghassan Bannoura.
«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.» Martin Luther King «L'umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all'umanità.» John F. Kennedy
"Lasciatemi essere un uomo libero, libero di viaggiare, libero di fermarmi, libero di lavorare, libero di commerciare come mi pare libero di scegliermi i miei maestri, libero di seguire la religione dei miei padri, libero di pensare, e di parlare e di agire"; Capo Giuseppe -Hein-mot Too-ya-la-kekt =Tuono che Rotola dalla Montagna |
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janet
Utente Master
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Posted - 18 August 2007 : 01:42:21
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BAMBINI DELLA POLVERE di JOHN PILGER New Statesman
Mentre l'esercito israeliano cerca di imprigionare un intero popolo, sono i giovani a soffrire maggiormente. La metà dei palestinesi uccisi negli ultimi sei anni sono bambini.
Israele sta distruggendo ogni concetto di Stato della Palestina e gli si permette di imprigionare una nazione intera. Lo si vede dagli ultimi attacchi nella striscia di Gaza, le cui sofferenze sono diventate la metafora di una tragedia imposta ai popoli del Medio Oriente ed oltre. Questi attacchi, riferiti da "Channel 4 News" erano "mirati a figure chiave tra le milizie di Hamas" e ad "infrastrutture di Hamas". La BBC ha descritto uno "scontro" tra le suddette milizie e un caccia F-16 israeliano.
Consideriamo tale scontro. La macchina su cui viaggiavano alcuni militi di Hamas è stata fatta esplodere da un missile lanciato da un cacciabombardiere. Chi erano questi militanti? Per quanto mi riguarda, tutte le persone di Gaza "militano" per resistere ai loro carcerieri ed aguzzini. Mentre la "infrastruttura di Hamas" altro non era che il quartier generale del partito che lo scorso anno aveva vinto democraticamente le elezioni in Palestina. Riferirlo così avrebbe dato un'impressione errata, avrebbe significato che le persone in quella macchina e tutte le altre, incluse quelle con vecchi e neonati, che negli ultimi anni si sono "scontrate" con cacciabombardieri sono state vittime di un'ingiustizia mostruosa. Sarebbe troppo vicino alla verità.
"Alcuni dicono continua il commentatore di Channel 4 che Hamas se l'è cercato (questo attacco)S" Forse si riferiva ai razzi lanciati su Israele dalla prigione di Gaza, razzi che non avevano ucciso nessuno. Secondo la legge internazionale un popolo occupato ha tutti i diritti di usare le armi contro le forze occupanti. Ma di questo diritto non se ne parla mai. Il giornalista di Channel 4 parlava di "guerra infinita" suggerendone di equivalenti. Ma qui non si tratta di una guerra. Si tratta della resistenza di un popolo tra i più poveri e vulnerabili della terra ad una prolungata, illegale occupazione imposta dalla quarta potenza militare al mondo, le cui armi di distruzione di massa oscillano tra le bombe a grappolo a bombe termonucleari, e finanziata dal proprio strapotere.
Soltanto negli ultimi sei anni, scrive lo storico Ilan Pappé, "le forze israeliane hanno ucciso 4.000 palestinesi, di cui la metà bambini".
Vediamo come funziona questo potere. Secondo documenti ottenuti dalla Stampa Internazionale Riunita, "un tempo Israele finanziava Hamas per cercare di dividere e diluire l'appoggio dei palestinesi alla forte e laica PLO (Organizzazione per la Liberazione della Palestina) usandolo come valida alternativa religiosa", parole di un ex ufficiale della CIA.
Oggi Israele e Stati Uniti hanno invertito la loro tattica e appoggiano apertamente i rivali di Hamas, Al-Fatah, con mazzette di milioni di dollari. Di recente Israele ha lasciato che 500 guerriglieri di Al-Fatah raggiungessero segretamente la striscia di Gaza attraverso l'Egitto, dove erano stati addestrati da un altro cliente americano, la dittatura del Cairo. Lo scopo di Israele è di minare il governo palestinese eletto e di provocare una guerra civile. Non ci sono riusciti del tutto. In tutta risposta, i palestinesi hanno formato un governo di unità nazionale di Hamas e Al-Fatah. Gli ultimi attacchi servivano a distruggere questa alleanza.
Con il caos assicurato nella striscia di Gaza e la Cisgiordania murata, il piano di Israele, scrive l'accademico palestinese Karma Nabulsi "è una visione alla Hobbes di una società anarchica, mozza, violenta, impotente, distrutta, impaurita, dominata da milizie e bande rivali, da ideologie religiose ed estremiste, spezzettata in tribalismi etnici e religiosi, pervasa di collaborazionistiS Guardate all'Iraq di oggiS"
Il 19 maggio il Guardian ricevette questa lettera da Omar Jabary al-Sarafeh, un residente di Ramallah: "Terra, acqua e aria sono sotto la continua sorveglianza di un sofisticato sistema militare che fa di Gaza una specie di Truman Show. In questo film ogni attore di Gaza ha un ruolo predefinito e l'esercito israeliano dirige la regiaS La striscia di Gaza deve essere vista per quello che èS un laboratorio israeliano sostenuto dalla comunità internazionale dove esseri umani sono usati come cavie per collaudare i più drammatici e perversi sistemi economici di soffocamento e sopraffazione".
Lo stimato giornalista israeliano Gideon Levy ha descritto la fame che spazia tra il milione e un quarto degli abitanti di Gaza e le "migliaia di feriti, disabili e traumatizzati psichici che non ricevono alcuna curaS Ombre di esseri umani vagano per le macerieS essi sanno soltanto che l'esercito israeliano tornerà e sanno che cosa significherà per loro: più imprigionamenti nelle loro stesse case per settimane, più morte e distruzione in proporzioni mostruose".
Ogni volta che torno a Gaza sono consumato da una specie di malinconia, mi sento come se violassi un luogo segreto di lutto. Spirali di fumo sono sospese nel cielo dello stesso Mar Mediterraneo conosciuto dai popoli liberi, ma non qui. Lungo spiagge che i turisti riterrebbero pittoresche si trascinano i carcerati di Gaza; code di figure seppiate si trasformano in silouhette, marciando sui bordi dell'acqua tra l'andarivieni ondeggiante di liquami. Acqua ed elettricità vengono tagliate, di nuovo, quando i generatori sono colpiti, ancora. Icone commemorative, sfregiate da proiettili, sono disegnate sui muri, una ricorda una famiglia di 18 persone, tra uomini, donne e bambini, che si sono "scontrate" con una bomba israelo/americana da 500 libbre lanciata sul loro condominio mentre dormivano. Presumibilmente erano militanti.
Più del 40 per cento della popolazione di Gaza sono bambini sotto i 15 anni. In uno studio sul campo nella Palestina occupata, svolto per il British Medical Journal e durato quattro anni, il dottor Derek Summerfield scrisse che "due terzi dei 621 bambini uccisi a posti di blocco, per strada, mentre andavano a scuola, o nelle loro case, sono morti per ferite da armi di piccolo calibro, dirette, in più di metà dei casi, alla testa, al collo, al petto ferite da cecchino". Un mio amico alle Nazioni Unite li chiama "bambini della polvere". La loro meravigliosa fanciullezza, il loro chiasso, le loro risatine, il loro fascino preludevano a un incubo.
Ho incontrato il dottor Khalid Dahlan, uno psichiatra a capo di diversi progetti comunitari per la sanità infantile a Gaza, che mi ha parlato del suo ultimo sondaggio. "La statistica che personalmente trovo insopportabile" dice "è che il 99.4% dei bambini studiati soffrono di trauma. Quando si guardano i vari tassi di esposizione a trauma si vede che il 99.2% delle case dei bambini studiati è stata bombardata, che il 97.5% è stato esposto a lacrimogeni, il 96.6% ha visto sparatorie, il 95.8% ha assistito a bombardamenti e funerali e quasi un quarto ha assistito al ferimento o alla morte di loro famigliari".
Ha aggiunto che bambini in tenera età, alcuni di soli tre anni, devono confrontarsi con la dicotomia causata da queste condizioni. Sognano di diventare dottori e infermieri, ma poi subentra una visione apocalittica di se stessi come prossima generazione di kamikaze. Si sentono invariabilmente così subito dopo un attacco israeliano. Per alcuni ragazzi i loro eroi non sono più calciatori, ma una confusione di "martiri" palestinesi e perfino i nemici "perché i soldati israeliani sono i più forti e hanno elicotteri Apache".
Poco prima della sua morte, Edward Said rimproverava amaramente i giornalisti per quello che lui chiamava il loro ruolo distruttivo nel "separare il contesto della violenza palestinese, risposta di un popolo disperato e orribilmente oppresso, dalla terribile sofferenza da cui deriva". Proprio come l'invasione dell'Iraq era "una guerra mediatica" lo stesso si può dire del grottesco conflitto "a senso unico" in Palestina. Come sottolinea un'innovativa ricerca della University Media Group di Glasgow, ai telespettatori si dice raramente che i palestinesi sono vittime di un'occupazione militare illegale; il termine "territori occupati" è spiegato di rado. Soltanto il 9 per cento dei giovani intervistati nel Regno Unito sanno che sono gli israeliani gli occupanti e che i coloni illegali sono ebrei; molti credono che siano palestinesi. L'uso ricercato del linguaggio da parte dei giornalisti televisivi è cruciale nel mantenimento di tale confusione e ignoranza. Parole come "terrorismo" e "brutale assassinio a sangue freddo" descrivono le morti israeliane, quasi mai quelle palestinesi.
Ci sono meritevoli eccezioni. Il giornalista sequestrato della BBC, Alan Johnston, è una di queste, eppure, tra la valanga di servizi riguardanti il suo sequestro, non si è parlato delle migliaia di palestinesi sequestrati da Israele, molti dei quali non vedranno le loro famiglie per anni. Non ci sono appelli per loro. A Gerusalemme, l'Associazione della Stampa Straniera documenta sparatorie e intimidazioni che riguardano la categoria fatte da soldati Israeliani. In un periodo di otto mesi, otto giornalisti, incluso il capo dell'ufficio della CNN di Gerusalemme, sono stati feriti da soldati israeliani, alcuni di loro seriamente. In ogni singolo caso, l'associazione ha protestato, e in ogni singolo caso non ci fu risposta soddisfacente.
La censura per omissione è molto diffusa nel giornalismo occidentale per quanto riguarda Israele, specialmente negli Stati Uniti, dove Hamas è descritta come "un gruppo terrorista che ha giurato la distruzione di Israele" e che "rifiuta di riconoscere Israele e vuole combattere e non parlare". Questa tesi sopprime la verità: che Israele vuole la distruzione della Palestina. Inoltre, le proposte da lungo avanzate da Hamas per una tregua di 10 anni sono state ignorate, insieme al recente speranzoso cambiamento di ideologia all'interno di Hamas che equivale ad una storica accettazione della sovranità di Israele. "La carta (di Hamas) non è il Corano" ha detto un alto ufficiale di Hamas, Mohammed Ghazal. "Storicamente crediamo che tutti i palestinesi appartengono alla Palestina, ma ora stiamo parlando della realtà, di soluzioni politicheS Se Israele arriverà al punto di poter parlare con Hamas, non credo che ci sarebbero problemi nel negoziare con gli israeliani (per una soluzione)".
L'ultima volta che ho visto Gaza, guidando verso il posto di blocco e il filo spinato, sono stato premiato dallo spettacolo di bandiere palestinesi mosse dal vento dietro le mura della recinzione. Erano bambini che le facevano sventolare, mi fu riferito. Fanno aste con bastoni legati insieme e uno o due di loro scalano un muro e tengono la bandiera tra di loro, in silenzio. Lo fanno quando ci sono in giro stranieri perché credono che loro lo diranno al mondo.
L'ultimo libro di John Pilger, "Freedom Next Time", è pubblicato in edizione tascabile da Black Swan (£8.99). Il suo primo film per il cinema, "War on Democracy", uscirà il 15 giugno.
John Pilger Fonte: http://www.newstatesman.com/ Link: http://www.newstatesman.com/200705280029 28.05.2007
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da GIANNI ELLENA
«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.» Martin Luther King «L'umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all'umanità.» John F. Kennedy
"Lasciatemi essere un uomo libero, libero di viaggiare, libero di fermarmi, libero di lavorare, libero di commerciare come mi pare libero di scegliermi i miei maestri, libero di seguire la religione dei miei padri, libero di pensare, e di parlare e di agire"; Capo Giuseppe -Hein-mot Too-ya-la-kekt =Tuono che Rotola dalla Montagna |
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janet
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Posted - 29 August 2007 : 19:31:16
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IL TE’ VERDE: UN MITO!
Che il tè verde fosse un toccasana, un elisir di lunga vita, gli Orientali lo dicevano da secoli. Poi la ricerca medica occidentale ha iniziato a studiarlo, facendo le stupefacenti scoperte di cui si parla nell’articolo: è anticolesterolo, antinfarto, antitumore…e molte altre cose ancora!
Il tè nasce dalle foglie della Camellia sinensis ; quando sentiamo parlare di tè Jasmin, di Ceylon, Darjeeling, non dobbiamo pensare che si tratti di piante diverse : cambia solo il luogo di produzione e l’aromatizzazione. Nemmeno tè verde e tè nero vengono da piante diverse.
Quello che beviamo normalmente in Occidente è il tè nero: le foglie, dopo essere state raccolte, sono scaldate all’aria per un giorno, arrotolate e fatte fermentare in luoghi umidi (un processo che fa perdere gran parte dei principi attivi della pianta). Se invece le stesse foglie, appena raccolte, vengono “lavate” a vapore e subito seccate per impedirne la fermentazione, si ottiene il tè verde. Grazie a questa lavorazione al loro interno rimangono maggiori quantità di catechine ed altri polifenoli (I componenti più attivi e salutari) e si perde un po’ di teina (o caffeina). Il tè verde, insomma, è un concentrato di sostanze preziose, nonostante il sapore un po’ differente da quello “classico” non lo renda apprezzato come il tè nero. Per mantenerne inalterati I principi attivi, pero', bisogna saperlo preparare correttamente: metterne un paio di grammi sul fondo della tazza, e riempirla con una parte di acqua fredda ed una di acqua calda. L’acqua bollente, infatti, deteriora le foglie di tè verde. Dopo averlo lasciato in infusione per due-quattro minuti, filtrarlo, aggiungere eventualmente limone e zucchero, ma ricordarsi di non aggiungere latte, perchè proprio la caseina del latte rischia di neutralizzare I polifenoli, le componenti più benefiche del tè verde. In Giappone il tè (rigorosamente verde: quello nero, considerato di bassa qualità, è di solito riservato agli occidentali) è la bevanda nazionale. E in questo paese c’è una situazione che ha stupito I ricercatori di tutto il mondo, un “paradosso nipponico”: perchè I giapponesi, tra I più forti fumatori al mondo, si ammalano meno che altrove di tumore al polmone? Perchè bevono tè verde. Cosi' l’interesse degli oncologi per questa antica bevanda, è cresciuto a dismisura. Certo, non bisogna lasciarsi trascinare dall’entusiasmo. Quante volte si è sentito parlare di sostanze anticancro che dopo pochi mesi erano già finite nel dimenticatoio? Ma per il tè verde non dovrebbe essere cosi'. I primi studi importanti risalgono a più di dieci anni fa. E ormai sono decine le ricerche pubblicate su riviste a prova di dubbio: da Jama, il Journal of American Medical Association, a Lancet, dal British Medical Journal al Japan Journal of Clinical Oncology. Ricerche che hanno dimostrato come in molti casi le sostanze contenute nel tè verde rallentano o bloccano la trasformazione delle cellule sane in tumori, la loro cresciota e diffusione, e lo sviluppo dei vasi sanguigni che nutrono la massa tumorale. Il merito è soprattutto dell’Egcg (il nome per esteso è epigallocatechina-3-gallato), un polifenolo presente nel tè verde (25%) molto più che in quello nero (che ne ha solo il 4%). Quali tumori previene? Praticamente tutti: mammella, polmoni, esofago. Contrasta anche il melanoma e un tumore maschile come quello alla prostata. E il cuore? Il tè verde tratta bene anche il nostro muscolo più importante. Contiene numerosi flavonoidi, sostanze antiossidanti che ci proteggono dall’infarto. Non solo. Il colesterolo e I trigliceridi presenti nel sangue, che quando sono in eccesso si depositano sulle pareti delle arterie e aprono la strada ai disturbi cardiocircolatori, nei forti bevitori di tè non sono un problema. In generale, con due tazze al giorno si riduce il rischio di aterosclerosi del 50%. Gli antiossidanti presenti nel tè verde (I flavonoidi di cui abbiamo appena parlato e soprattutto le catechine) combattono anche I radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento dell’organismo e della pelle in particolare. Ma il bello è che sono molto più attivi degli antiossidanti contenuti in qualsiasi altro alimento: secondo ricerche compiute da alcune università americane, le catechine del tè verde hanno un’efficacia 20 volte superiore a quella della vitamina E e sono addirittura 100 volte più attive della vitamina C. Ma non basta. Il tè verde ha la capacità di migliorare la flora batterica intestinale; infine dà una mano a dimagrire, perchè aumenta la velocità con cui l’organismo brucia I suoi grassi. L’ università di Ginevra ha scoperto che I suoi estratti fanno salire in maniera significativa (4%) il consumo giornaliero di calorie. Questo effetto non dipende solo, come si potrebbe pensare, dalla teina o caffeina contenuta nel tè ( che pure viene inserita in molti farmaci dimagranti proprio perchè accelera il metabolismo), ma è dato ancora una volta dalle preziose catechine, che aumentano la termogenesi: il nostro corpo produce più calore e, percio', brucia più grassi. Senza provocare alcun effetto negativo a carico del cuore e del sistema nervoso.
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«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.» Martin Luther King «L'umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all'umanità.» John F. Kennedy
"Lasciatemi essere un uomo libero, libero di viaggiare, libero di fermarmi, libero di lavorare, libero di commerciare come mi pare libero di scegliermi i miei maestri, libero di seguire la religione dei miei padri, libero di pensare, e di parlare e di agire"; Capo Giuseppe -Hein-mot Too-ya-la-kekt =Tuono che Rotola dalla Montagna |
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janet
Utente Master
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Posted - 16 September 2007 : 22:47:23
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SOSPIRI DAVANTI ALLO SPORTELLO
Fermarmi sul ponte a mendicare un permesso! Ahime'! Mendicare un permesso di traversata! Soffocarmi, perdere il respiro Nella calura del meriggio Sette ore d'attesa…
Ahi! Chi ha rotto le ali al tempo? Chi ha paralizzato le gambe al giorno?
Il caldo mi flagella la fronte E il sudore mi colma di sale gli occhi. Ahime'! Migliaia d'occhi Son fissi con ansia calorosa Allo sportello dei permessi; son specchi d'angoscia titolo di ansia e di pazienza.
Ahime'! Mendicare un permesso!
E la voce di un soldato straniero Scoppia furiosa come uno schiaffo Sul volto della folla: "Arabi…disordine…cani! Tornate indietro! Non avvicinatevi al cancello! Indietro…cani!…"
Una mano sbatte con rabbia lo sportello dei permessi
Di fronte alla folla che preme, chiudendo ogni possibilita'. Umiliata la mia umanita' Pieno d'amarezza il mio cuore E il mio sangue e' fatto di veleno e fuoco! "Arabi…disordine…cani!"
O santa vendetta del mio popolo offeso!
Ormai ha solo da attendere, ma il momento giungera'… il momento della giustizia e della vendetta. Dio! Chi ha rotto le ali al tempo? E chi ha paralizzato le gambe al giorno? L'arsura mi flagella la fronte E il sudore mi colma di sale gli occhi.
Profonda la mia piaga, e il flagellatore umilia senza pieta'. Percio' il mio cuore e' diventato Una sorgente di fuoco, di ira, di vendetta, poiche' in me hanno ucciso l'amore!
Fadwa Toqan 1917-2003
Poetessa palestinese della resistenza
«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.» Martin Luther King «L'umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all'umanità.» John F. Kennedy
"Lasciatemi essere un uomo libero, libero di viaggiare, libero di fermarmi, libero di lavorare, libero di commerciare come mi pare libero di scegliermi i miei maestri, libero di seguire la religione dei miei padri, libero di pensare, e di parlare e di agire"; Capo Giuseppe -Hein-mot Too-ya-la-kekt =Tuono che Rotola dalla Montagna |
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janet
Utente Master
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Posted - 26 September 2007 : 01:53:42
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mercoledì 26 settembre 2007 h. 1:48 direttore responsabile: Giuliano De Risi In primo pianoM. O.: APPELLO YEHOSHUA, OZ E GROSSMAN, OLMERT NEGOZI CON HAMAS AGI/AFP) - Gerusalemme, 24 set. - Un gruppo di intellettuali israeliani guidati dagli scrittori Amos Oz, Abraham B. Yehoshua e David Grossman hanno sottoscritto un appello per chiedere al governo di "negoziare con Hamas" un cessate il fuoco "per porre fine agli attacchi dei razzi contro Israele". Nel testo, pubblicato sul sito web dello Yediot Aharonot, il piu' diffuso quotidiano dello Stato ebraico, gli autori hanno ricordato che in passato Israele ha trattato con i suoi "peggiori nemici". I firmatari hanno anche chiesto al premier Ehud Olmert di "fare il possibile" per raggiungere, sull'altro fronte palestinese, un accordo con il presidente dell'Anp, Abu Mazen alla conferenza di pace internazionale promossa dalla casa Bianca a Washington per meta' novembre. (AGI)
«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.» Martin Luther King «L'umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all'umanità.» John F. Kennedy
"Lasciatemi essere un uomo libero, libero di viaggiare, libero di fermarmi, libero di lavorare, libero di commerciare come mi pare libero di scegliermi i miei maestri, libero di seguire la religione dei miei padri, libero di pensare, e di parlare e di agire"; Capo Giuseppe -Hein-mot Too-ya-la-kekt =Tuono che Rotola dalla Montagna |
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