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janet
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Posted - 05 December 2005 : 22:56:30
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Nincompoop
di Israel Shamir
L'impero di Khazaria: metafora di Israele e Stati Uniti. Nati dalla stessa prepotenza, condivideranno lo stesso destino dell'antico regno eurasiatico.
"Il presidente Bush dovrebbe essere dichiarato Sionista Ad Honorem" - ha cinguettato Tsahi HaNegbi, un criminale israeliano trasformato in ministro, allorche' le parole del presidente USA hanno cessato di riverberare nel caldo afoso di fine giugno. "No, Bush dovrebbe essere inglobato nel Likud" - ha risposto Yossi Sarid, il leader dell'opposizione. Il leader dei laburisti israeliani, Shimon Peres, e' apparso piu' sciocco del solito, mentre Bush snocciolava la sua frase preferita: "la minaccia di un intervento americano". Peres e Sarid non hanno mai parlato dei diritti umani palestinesi al di la' di un genere comune di senso umano, ma preferirebbero strizzare l'occhio ai loro sostenitori in quell'elettorato notoriamente nazionalistico: "Vorremmo trattare con i palestinesi riguardo alla loro terra cosi' come fa il Likud, ma ci teniamo alle nostre buone relazioni con l'America, per cui siamo obbligati a comportarci come esseri umani". Ora la loro forzata interpretazione e' crollata. All'America non gliene frega nulla e Israele puo' continuare a scivolare in questa specie di incubo nazista.
Con un sorriso spento, guardo le e-mails e gli articoli di un anno fa, quando Bush jr. fu eletto presidente. Molte "teste pensanti" dell'estrema destra pensarono che gli ebrei avevano chiuso con la loro supremazia nella politica americana. "Ebrei nel governo di Bush? Non trattenete il respiro!", lamento' Philip Weiss dell'Observer. Justin Raimondo, di Antiwar.com, fu estremamente compiaciuto di cio' che si prospettava come uno scacco al potere ebraico. Qualche mese piu' tardi hanno capito: la riconquistata supremazia anglo-sassone negli USA non era altro che un miraggio. Fornendo astutamente sostegno economico sia a repubblicani che a democratici, praticamente a tutti i candidati, sia di destra che di sinistra, la leadership ebraica e' in grado di influenzare le scelte di tutti i candidati che vuole. Essa sa quello che vuole: preferisce i deficienti, gente di intelligenza, competenza, forza di volonta' limitate e di dubbia moralita', non importa che si chiamino Bush o Gore.
"Scegliere un governante debole" e' il nome di un gioco per la presa dei fondelli di una minoranza etnica o religiosa, da applicare in tutti i luoghi in cui la gente non sia pronta ad accettare i suoi veri governanti. Nel film Babylon-5, ad esempio, gli alieni preferiscono un terreste dalle ginocchia deboli come loro interlocutore. Lo hanno imparato dalla storia. Nella seconda meta' del primo millennio, il grande stato eurasiatico di Khazaria fu soggetto ad un simile trucco.
Gli indigeni khazari erano governati e protetti dalla nobilta' guerriera turca, guidata dal loro khan eletto, il re. Dal sesto - ottavo secolo, subirono alcune ondate migratorie di ebrei, provenienti dalla Persia sassanide, poi dall'Iraq abbaside e poi da Bisanzio. I benevolenti e tolleranti khan credevano di acquisire nuovi sudditi utili, intelligenti e diligenti ma, in brevissimo tempo, i nuovi arrivati si impossessarono di Khazaria. Per un po' di tempo preservarono la facciata del tradizionale governo aristocratico, ma via via insediarono dei khan sempre piu' deboli. Nell'803, Obadiah, l'ebreo, divenne il vero governante di Khazaria, mentre il khan, il goy, veniva mostrato in pubblico una volta l'anno come prova della legittimita' del potere di Obadiah. In seguito, l'ultimo khan gentile fu del tutto esautorato e la fiction di Khazaria giunse al termine, mentre gli ex-postulanti ebrei assunsero apertamente il potere.
Si ritiene che la presa di potere ebraica causo' le conversioni di massa dei Khazari all'ebraismo. Arthur Koestler, un novellista ebreo, ritiene che gli ebrei moderni siano i discendenti di questi convertiti khazari, ma due importanti scienziati russi, l'archeologo Artamonov e lo storico Leon Gumilev arrivano alla conclusione che non tutti i khazari ordinari si convertirono al giudaismo. Gli ebrei erano la classe dominante e non desideravano condividere l'Alleanza o le posizioni chiave con gli estranei, secondo Gumilev. I khazari, dunque, divennero soggetti ad un dominio etnicamente e religiosamente alieno. Dovettero iniziare a pagare per l'esercito e per le avventurose politiche estere. In breve, persero il loro paese.
Il governo ebraico ebbe vita breve: entro cent'anni dalla piena presa di potere, l'impero khazaro si disintegro' totalmente. Cose del genere non possono durare, perche' distruggono il loro stesso potere fondamentale. I khazari non se ne preoccuparono: non erano eredi delle favolose ricchezze dell'impero. Divennero Tatari, Kazaki e abitanti dei paesi delle steppe. I vicini non sentirono la mancanza dell'impero, poiche' esso era incline al genocidio ed alla tratta degli schiavi. Gli ebrei non fecero altro che spostarsi dal devastato bacino del mar Caspio alle fredde terre di Polonia e Lituania, e scivolarono fuori della storia per un altro migliaio d'anni.
Gli ebrei di Khazaria avevano bisogno di un deficiente come khan, perche' il loro potere era tutt'altro che completo e solo un deficiente si sarebbe arreso alle loro richieste. Il discorso di Bush sul Medioriente ha dimostrato che questo rampollo di ricca e potente famiglia non e' altro che un coniglio accecato dai fari di un'auto. Il conto alla rovescia per la fine dell'Impero Americano e' cominciato.
traduzione a cura di www.arabcomint.com
Un cuore non può bastare per due. Nulla è cambiato tranne il mio atteggiamento, così... tutto è cambiato. |
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janet
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Posted - 11 December 2005 : 20:28:06
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“L’albero del giorno e della notte” di Adonis:
Prima che il giorno arrivi, io arrivo
prima che si interroghi sul suo sole, io illumino
e gli alberi arrivano correndo dietro di me
e i calici camminano nella mia ombra,
poi, le illusioni costruiscono sul mio viso
isole e torri di silenzio, le loro porte
ignorano le parole
e la notte amica illumina e i giorni
dimenticano se stessi sul mio letto,
poi, quando le sorgenti
si rilassano sul mio petto e dormono
io sveglio l'acqua e gli specchi,
rendo lucida, come lei, la pagina delle visioni,
e dormo.
Un cuore non può bastare per due. Nulla è cambiato tranne il mio atteggiamento, così... tutto è cambiato. |
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janet
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Posted - 31 December 2005 : 18:04:25
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I musulmani d`Italia
contro il terrorismo
Affinché la follia omicida di una fazione microscopica del tutto estranea alla comunità islamica non possa compromettere e rendere impossibile la vita di tutti gli altri musulmani e musulmane che vivono in Occidente,
affinché la dottrina, l’esegesi e la giurisprudenza islamica non siano utilizzate per seminare morte e devastazione nelle nostre città e nelle nostre vite,
affinché non s’interrompa irrimediabilmente un’apprezzabile prassi di convivenza e di dialogo tra i musulmani che vivono in Europa e i loro concittadini di altre o nessuna religione,
noi dirigenti UCOII, insieme ai rappresentanti delle associazioni islamiche e ed imam delle moschee in Italia, affermiamo che:
1- La rivelazione coranica che sta alla base della nostra religione e la sunna (prassi) del Profeta Muhammad (pbsl) hanno confermato quanto era contenuto nelle rivelazioni che erano state date ai profeti (pace su tutti loro). “...credono in quello che è stato fatto scendere su di te e quello che è stato fatto scendere prima di te” (Corano II, 4), e cioè l’unità, unicità di Dio e l’obbligo morale dell’uomo e delle comunità di essere attori del bene in questa vita terrena per ottenere il bene nell’Altra vita.
Questo obbligo morale è sintetizzato nell’imperativo del “ordinare il bene e condannare il male” condizione sine qua non per rimanere nel sereno equilibrio tra gli obblighi di questa vita e quelli finalizzati alla vita eterna. In questa prospettiva generale è un imperativo del musulmano e della musulmana adoperarsi con tutte le sue capacità e tutto il suo impegno alla realizzazione della pace e della concordia tra le creature umane e tra le forme comunitarie e statuali che esse si sono date per organizzare la loro vita terrena.
“ raccomandano le buone consuetudini e proibiscono ciò che è riprovevole” (Corano XXII, 41
2- Ogni comportamento che scientemente nuoccia alla sicurezza collettiva e tenda a destabilizzare le società introducendo elementi d’insicurezza o rischio collettivi, per qualunque scopo dichiarato esso venga perpetrato, è oggettivamente una fitna (un'eversione malefica), estendendo questo termine ad ogni forma di terrorismo, guerra civile, e aggressione contro le creature innocenti.
Infatti l'azione del musulmano e della musulmana dev'essere improntato alla benevolenza e alla misericordia nei confronti di tutte le creature in forza di una misericordia generale che Iddio ben chiarisce nel Corano quando rivolgendosi al Suo Inviato (pbsl) dice: "In verità tu sei una misericordia per i mondi".
Fa parte dell'etica islamica la sincerità e nei confronti di tutti gli esseri e pertanto non è tollerabile nessuna ambiguità nel discorso e nei comportamenti.
“Non spargete la corruzione sulla terra, dopo che è stata resa prospera” (Corano VII, 56)
3- E’ certamente vero che il Corano e la tradizione profetica ci parlano talvolta di “jihad fi sabiliLlah”, sforzo sulla via di Dio, ed è altrettanto vero che tale sforzo venga inteso anche come fisico, vuoi militare, rivolto a far sì che pace, sicurezza e giustizia governino gli uomini . E' pertanto importantissimo stabilire quale sia il “jihad” lecito od obbligatorio per il musulmano che vive in paesi nei quali non è direttamente aggredito e quali siano i modi e i limiti della solidarietà nei confronti dei confratelli che dovessero subire aggressione, prevaricazione e violenza nei loro paesi.
Nella totalità dei paesi occidentali (intesi convenzionalmente come Europa e le Americhe ) la condizione religiosa dei musulmani e la loro relazione con lo spazio pubblico è retta da impianti costituzionali e leggi ordinarie che ne garantiscono sostanzialmente la libertà di culto e di associazione.
Questi ordinamenti e queste leggi rendono possibile la vita dei musulmani e della musulmane e le restrizioni che sono state recentemente introdotte in alcuni paesi, per quanto inopportune ed ingiuste, non inficiano il quadro generale di tolleranza e di eguaglianza di fronte alla legge.
In queste condizioni il musulmano e la musulmana, siano essi cittadini di quegli Stati o stranieri residenti in forza di un documento di soggiorno o comunque presenti sul territorio nazionale, sono tenuti al rispetto della legge generale, alla lealtà e alla collaborazione nei confronti delle istituzioni che le garantiscono,
“ Se inclinano alla pace, inclina anche tu ad essa e riponi la tua fiducia in Allah.”. (Corano VIII, 61)
Obbligo del credente è altresì la solidarietà nei confronti dei correligionari, sottoposti alla dura prova della guerra che, comunque giustificata, è sempre espressione di violenza e oppressione nei confronti delle popolazioni civili che rappresentano vieppiù la stragrande maggioranza delle vittime dei conflitti.
Questa solidarietà, nel rispetto delle leggi che reggono gli Stati europei ed occidentali in genere, può essere variamente espressa ed esercitata sotto il profilo umanitario e, ove possibile, attraverso un azione informativa, di lobbing o di massa per esercitare pressioni politiche mediante legittime forme di protesta previste nell'ordinamento democratico finalizzate a far cessare o diminuire la violenza e l’ingiustizia. Un’ azione che può e deve essere condotta in intesa con la grande maggioranza della popolazione italiana che ha espresso e continua ad esprimere la sua contrarietà a tutte le guerre.
Aldilà di queste forme solidali e politiche la sola altra azione lecita è la preghiera dei credenti affinché la misericordia di Dio muova verso gli oppressi e li sollevi.
“In verità i credenti sono fratelli” (Corano XLIX, 10)
Il rapporto dei musulmani con i credenti di altre religioni o le persone che non hanno alcun riferimento religioso o spirituale dev’essere improntato alla bontà e alla giustizia in nome della comunanza umana e in nome della misericordia e giustizia che il musulmano deve applicare nei confronti di tutte le creature. Nel Corano sta scritto: "In verità abbiamo onorato i figli di Adamo" (Corano XVII, 70), intendendo tutte le cvreature umane che sono meritorie di rispetto e di amore.
Il Profeta (pbsl) chiarì che vi sarebbe stata una ricompensa per la bontà verso qualunque creatura, umana o animale.
La prima forma di giustizia e bontà risiede nel rispetto della vita, dell’incolumità, dei beni e dell’onore delle persone, a qualunque religione, etnia o nazionalità appartengano.
“Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione e che non vi hanno scacciato dalle vostre case, poiché Allah ama coloro che si comportano con equità”. (Corano LX, 8)
Considerato quanto sopra ed analizzando le azioni del terrorismo attribuito alla cosiddetta Al Qaida, siamo certi di affermare che nessuna base sharaitica o giurisprudenziale sta alla base di siffatti comportamenti.
Quand’anche si trattasse di jihad sharaiticamente lecito e dichiarato, e certamente non lo è, esso non potrebbe non sottostare ad una precisa etica dei mezzi che faccia riferimento a quanto consolidato dalla giurisprudenza islamica (fiqh) a proposito dello scontro armato: divieto assoluto di colpire i non belligeranti, le donne, i bambini, gli anziani. Basterebbe questa reiterata trasgressione ad escludere ogni legittimità alle azioni terroristiche che colpiscono in paesi islamici e occidentali, centinaia di persone innocenti.
“Allah non guida gli ingiusti”
(Corano IX, 109)
Per queste semplici ragioni e alla luce del fatto che:
a) anche se fosse una reazione ad altre pregresse ingiustizie, il terrorismo è reazione scomposta e criminale del tutto inaccettabile dalla coscienza e dalle menti dei credenti.
b) l’iper-mediatizzazione e la forma delle rivendicazioni espresse con terminologia religiosa danneggiano gravemente l’immagine dei musulmani alzando un muro di diffidenza e di vera e propria paura rendendo impossibile la trasmissione del messaggio dell’Islam
c) la destabilizzazione che esso provoca nelle società che ne sono vittime assume ampiezza e profondità tali da compromettere seriamente la convivenza tra i musulmani e i loro concittadini di altre o nessuna religione e rischia di renderla impossibile.
Noi sottoscritti dirigenti della comunità musulmana ed imam , rappresentanti delle realtà islamiche in Italia affermiamo solennemente
1- l’incompatibilità
del metodo terrorista con la dottrina, la giurisprudenza e la cultura islamiche.
2- la condanna
assoluta e incontrovertibile delle azioni che conducono a stragi di innocenti o tendenti alla destabilizzazione delle società e al conseguente disordine sociale e civile.
3- la repulsione
nei confronti delle rivendicazioni che usano strumentalmente e blasfemamente le parole del Corano e del Profeta*
e invitiamo tutti i musulmani e le musulmane d’Italia a:
a) non attribuire nessuna valenza islamica a queste azioni anzi a ritenerle una grave eversione (fitna) dalla quale è obbligatorio separarsi e difendersi con estrema chiarezza e responsabilità.
b) ricordiamo che stante quanto sopra affermato è fatto assoluto divieto di fornire supporto anche solo logistico o verbale o appoggio morale a persone di cui si potesse ragionevolmente sospettare attitudini o convinzioni aberranti in merito all’uso della violenza con la demagogica pretesa di far trionfare la causa islamica colpendo gli innocenti o le strutture civili e politiche delle società.
c) relazionarsi lealmente con le istituzioni dello Stato e denunciare progetti di attentati o formazione di gruppi a questa finalità costituiti ed organizzati, di cui si fosse venuti a conoscenza.
Disse il Profeta Muhammad (pbsl): “Aiuta tuo fratello, sia che faccia il bene sia che faccia il male”, “Come mai potremmo aiutarlo a fare il male?”, chiesero i Compagni. “Impedendogli di farlo” concluse l’Inviato di Allah.
Roma 26 luglio ’05
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janet
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Posted - 05 January 2006 : 19:41:19
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Ariel Sharon, il cui vero nome è Ariel Scheinermann, spesso noto con il soprannome di Arik, (nato il 27 febbraio 1928) è un politico israeliano e leader militare, attuale primo ministro di Israele dal marzo 2001, l'undicesimo a ricoprire questo incarico.
È stato leader del Likud, il maggior partito nella coalizione di governo della Knesset, il parlamento israeliano, fino al 20 Novembre 2005, quando ha annunciato di abbandonare la formazione politica.
Sharon è nato da una famiglia di immigrati russi, ed ha percorso una lunga carriera nell'esercito israeliano, sino a raggiungere il grado di generale, dopo il quale decise di intraprendere la carriera politica.
È stato ufficialmente riconosciuto dalla commissione di inchiesta interna israeliana kahan come responsabile indiretto del massacro di Sabra e Chatila.
Alla fine del 2005, è uscito dal Likud ed ha fondato un nuovo partito, il Kadima, che sta cercando di conquistare il supporto dell'elettorato con un'attiva campagna pubblicitaria in anticipazione delle elezioni per la nuova Knesset da tenersi nel marzo 2006.
Ricoverato in ospedale il 18 dicembre 2005, dopo aver sofferto di un leggero ictus, Sharon è stato dimesso il 20. Il 4 gennaio 2006, alle 22:50 ora di Israele (GMT +0200) Sharon è stato colpito da una grave emorragia cerebrale ed è stato ricoverato d'urgenza all'ospedale di Hadassa a Gerusalemme. I poteri sono stati trasferiti al Vice premier, il ministro delle finanza Olmert.
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janet
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Posted - 05 January 2006 : 19:46:55
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Israele Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
[Ebraico: Medinat Yisra'el] [Arabo: Daulat Isra'il] (Israele) Informazioni Lingua ufficiale: ebraico, arabo Capitale: Gerusalemme (681.000 ab./ ) Politica Forma di governo: Democrazia parlamentare Capo di stato: Moshe Katsav Capo del governo: Ariel Sharon Indipendenza: Dalla Società delle Nazioni, Mandato amministrato dal Regno Unito, 14 maggio 1948 Ingresso all'ONU: Dall'11 maggio 1949 Area Totale: 20.770 km² Pos. nel mondo: 150° % delle acque: ~2% Popolazione Totale: 6.700.000 ab. (2003) Pos. nel mondo: 86° Densità: 322,58 ab./km² Geografia Continente: Asia Fuso orario: UTC +2 Economia Valuta: Nuovo Shekel = 100 agorot Consumo energia: kW/ab. Varie TLD: .il Prefisso tel.: +972 Sigla autom.: IL Inno nazionale: Hatikvah Festa nazionale: 5 Yiar (data del calendario ebraico)
Lo Stato d'Israele è una nazione situata in Medio Oriente sulla costa del Mare Mediterraneo. Esso confina con l'Egitto a Sud, Gaza a Sud-Ovest, la Cisgiordania e la Giordania a Est, il Libano a Nord e la Siria a Nord-Est. La popolazione di Israele al 30 giugno 2004 era stimata in 6,921,400 abitanti. Israele è l'unico Stato a maggioranza ebraica al mondo. Nonostante l'esodo della maggioranza della popolazione araba nel 1948 e nel 1967, gli Arabi musulmani e cristiani, assieme ai Drusi, rappresentano oggi il 20% della popolazione. Israele fu fondato nel 1948 e la sua esistenza fu ed è tuttora, fonte di molti conflitti con i relativi paesi limitrofi, Siria, Libano, Giordania ed Egitto. Israele ha anche problemi politici per le richieste d'indipendenza da parte della Palestina.
Geografia umana
Popolazione Densità: 326 per km²
Etnie come riportato dal CIA Fact Book [1]. I dati si riferiscono al 1996
Ebrei 80.1% di cui: di origine americana ed europea: 32.1% nati in Israele: 20.8%, di origine africana: 14.6% di origine asiatica: 12.6% altri 19,9% (prevalentemente arabi).
Religione come riportato dal CIA Fact Book [2]. I dati si riferiscono al 2003
Ebrei 76,5% Musulmani 15,9% Cristiani 2,1% Drusi 1,6% Non dichiarato: 3,9%
Geografia economica
Prodotto Nazionale Lordo: 16.291$ pro capite (37° posto della classifica mondiale). Bilancia dei pagamenti: -5.000 milioni di $. Inflazione: 2-3%. Disoccupazione: 8.9%. Punti di forza. Impegno del governo nelle riforme economiche. Enorme potenziale agricolo, manifatturiero e industriale. Importante settore bancario. Prospettive di pace nella regione. Notevoli aiuti dal governo USA e dalle organizzazioni internazionali. Punti di debolezza.Alta disoccupazione e inflazione. Ampio budget della difesa. La storia di instabilità della regione e interna blocca gli investimenti esteri. Scarso commercio con i vicini arabi.
Risorse Produzione di energia elettrica: 4.500.000 kw. Pesca: 24,289 tonnellate. Petrolio: 180 b/g, raffinazione 221.000 b/g. Allevamento: pecore 360.000, bovini 370.000. 168.000 suini.
Agricoltura Oggi interessa solo il 4,3% della popolazione attiva e nonostante stia riducendosi a un ruolo relativamente marginale, continua ad essere per modernità e tecniche impiegate e per gli alti livelli di produttività, una delle più progredite del mondo. Fra i suoi punti di forza, la conduzione a prevalenza collettivistica e cooperativistica e lo sfruttamento razionale delle acque per l'irrigazione. Per esigenze alimentari interne si coltivano: cereali (soprattutto frumento), patate, prodotti orticoli (pomodori) e frutticoli (mele, prugne, pesche, banane, ananas); in sviluppo anche la coltura del cotone e della barbabietola da zucchero. Importante il concorso all'economia nazionale dell'agrumicoltura (secondo produttore mondiale di pompelmi). Nelle valli di Giudea e di Sharon, vengono coltivate vite e ulivo. Colture minori quelle del tabacco, delle arachidi, del sisal e del sesamo.
Allevamento Sviluppato quello bovino e dei volatili da cortile.
Pesca La pesca è praticata sia in mare che nel lago di Tiberiade, ma non è ancora sviluppata sufficientemente per le esigenze del mercato interno. Molto sviluppata l'itticoltura, in particolare negli stagni salmastri della costa mediterranea e in quelli ottenuti dalla bonifica delle paludi di Hule.
Risorse minerarie Scarse le risorse minerarie ed energetiche. Modestissima la quantità di petrolio che si estrae a Helez e a Kokhav, raffinato negli impianti di Haifa e Ashdod. Altri prodotti minerari: fosfati, rame, potassio e bromo.
Industria Recentemente è stato dato grande impulso alle industrie ad alto contenuto tecnologico, e Israele è oggi tra i paesi che possiedono un'industria aerospaziale integrata, inclusa la produzione di vettori per satelliti. Molto sviluppata l'industria elettronica, e quella del software. Di un certo rilievo anche l'industria chimica e farmaceutica.
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janet
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Posted - 05 January 2006 : 20:09:42
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segue Israele Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Trasporti Strade: 15.500 km Ferrovia: 610 km Autostrade: 56 km Compagnia di bandiera è la El Al Aeroporti:
Ben Gurion – Tel Aviv-Yafo Porti:
Elat Haifa Ashdod
Turismo 1 visitatore all'anno ogni 2,9 abitanti. USA 21%, Gran Bretagna 11%, Germania 11%, Francia 9%, Russia 5%, altri 43%.
Esportazioni Diamanti lavorati, prodotti chimici, ferro, acciaio, macchinari, agrumi, prodotti ortofrutticoli, prodotti tessili USA 32%, Gran Bretagna 6%, Cina 5%, Belgio-Lussemburgo 5%, Giappone 5%, altri 47%.
Importazioni Materie prime (diamanti e petrolio in particolare), macchinari. USA 19 %, Belgio – Lussemburgo 12%, Germania 9%, Gran Bretagna 8%, Italia 7%, altri 45%.
Cultura
Alfabetizzazione Tasso di alfabetizzazione: 95%. Studenti universitari: 198.766.
Istruzione L'istruzione è a carico del Ministero dell'Educazione Pubblica. L'età scolare va dai 5 ai 16 anni. L'ordinamento scolastico è diviso in giardini d'infanzia, 6 anni di scuola primaria, 3 anni di scuola secondaria, 3 anni di scuola secondaria superiore. Università con esami di ammissione.
Sanità Sistema sanitario pubblico.
Ambiente Il 15% del territorio è protetto. Trattati ambientali:
CITES CBD: biodiversità Protocollo di Montreal: emissioni CFC
Flora - Fauna
La flora e la fauna in Israele si caratterizzano per la ricchezza e la diversità delle specie presenti grazie alla collocazione geografica del paese al punto d'incontro di tre continenti. Sui pendii montani del nord sono presenti specie vegetali di tipo alpino, mentre sulle colline della Galilea e in altre zone collinari si trovano boschi naturali formati da querce e platani in cui dimorano le gazzelle di montagna, volpi e altri mammiferi.
Politica Il voto spetta a tutti i cittadini israeliani che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età. Il primo ministro è eletto con suffragio diretto, il parlamento (Knesset) con il sistema proporzionale, in carica per 5 anni. Il potere legislativo spetta al Parlamento (Knesset). Il potere esecutivo spetta al gabinetto, con a capo il Primo ministro. Presidente: Moshe Katsav. Primo Ministro: Ariel Sharon Assemblea nazionale: 120 membri (in carica per 4 anni). Israele non ha una Costituzione, le sue funzioni sono sostituite dalla Dichiarazione d'Indipendenza (1948), dalle Leggi base della knesset e dalle comuni leggi israeliane.
Suddivisione Amministrativa Israele è suddiviso in sei distretti principali,conosciuti in ebraico come mehozot (singolare: mehoz) e tredici sub-distretti conosciuti come nafot (singolare: nafa).
Dati 6 distretti
Distretti di Israele Distretto Capoluogo Abitanti capoluogo Superficie km² Abitanti (stima 1988) Densità Settentrionale Nazareth 50.600 3.325 746.500 224 Haifa Haifa 222.600 854 605.000 708 Centrale Ramla 44.500 1.242 949.400 764 Tel Aviv Tel Aviv-Jaffa 317.800 170 1.032.000 6072 Gerusalemme Gerusalemme 493.500 557 544.200 977 Meridionale Be’er Sheva 113.200 14.107 533.000 38
Lista distretti con relativo capoluogo e relativi sub-distretti. Distretto di Gerusalemme (Mehoz Yerushalayim). Capitale distrettuale: Gerusalemme
Distretto Settentrionale (Mehoz HaTzafon).
Capitale distrettuale: Nazareth
Sub-distretti Zefat. Kinneret. Yizre'el. Akko. Golan. Distretto di Haifa(Mehoz Hefa).
Capitale distrettuale: Haifa
Sub-distretti. Haifa. Hadera. Distretto Centro (Mehoz HaMerkaz).
Capitale distrettuale: Ramla
Sub-distretti. Sharon. Petah Tiqwa. Ramla. Rehovot. Distretto di Tel Aviv (Mehoz Tel-Aviv).
Capitale distrettuale: Tel Aviv
Distretto Meridionale. (Mehoz HaDarom).
Capitale distrettuale: Be'er Sheva Sub-distretti: Ashqelon. Be'er Sheva. Distretto di Giuudea e Samaria (Mehoz Yehuda VeShomron)
Città principale: Ma'ale Adumim. Questo distretto non è riconosciuto dalle Nazioni Unite e dalla maggioranza dei singoli stati.
Politica estera Israele è in uno stato di perenne ed altissima tensione con tutti gli Stati arabi, esclusi Giordania ed Egitto. Israele, come stato, non viene riconosciuto da nessuno dei paesi arabi ed'islamici, ad esclusione della Turchia, Giordania, Egitto, Mauritania e Albania con i quali intrattiene normali relazioni diplomatiche.
Forze armate I militari di Israele consistono nelle forze unificate della difesa d’Israele (IDF Israel Defense Forces), conosciute in ebraico con l’acronimo Tzahal (#1510;#1492;"#1500;).
Diversamente dall'organizzazione delle forze armate in altri paesi la marina militare e l'aeronautica sono subordinati all'esercito. Ci sono altri agenzie governative paramilitari che si occupano di differenti aspetti della sicurezza d’Israele (quali, il MAGAV e lo Shin Bet).
L'IDF è considerato una delle forze militari più forti nel Medio Oriente ed è quella che ha maggior esperienza pratica avendo difeso il proprio paese in più di cinque conflitti. Punti di forza dell'IDF sono l'alta qualità dell'addestramento e l'uso di armamenti tecnologicamente avanzati prodotti in Israele o importati dagli Stati Uniti La maggior parte degli israeliani, maschi e femmine, sono chiamati alle armi all'età di 18 anni ad eccezione degli Arabo-israeliani a cui è precluso il servizio militare. Sono esonerati i pacifisti dichiarati solo se giudicati tali da una speciale commissione non militare e le donne che si dichiarano religiosamente osservanti. I refusenik sono coloro i quali rifiutano di prestare servizio per motivi politici legati all'occupazione della West Bank. Vengono giudicati dalla Corte marziale e rischiano pene detentive fino a un massimo di tre anni. Israele non dispone nel suo ordinamento di una legge sull'obiezione di coscienza. Il servizio obbligatorio è di tre anni per gli uomini e di 20 mesi per le donne. I Circassiani e Beduini si arruolano attivamente nell'IDF. Dal 1956, i Drusi vengono considerati come isreliani sotto coscrizione, su richiesta della Comunità Druse. Gli uomini che studiano a tempo pieno nelle istituzioni religiose possono ottenere un rinvio della coscrizione; la maggior parte degli ebrei Haredi estendono questi rinvio fino a che non siano troppo vecchi per la coscrizione. A seguito del servizio obbligatorio, gli uomini israeliani diventano parte delle forze di riserva dell'IDF e solitamente sono tenuti a servire per parecchie settimane ogni anno da riservisti, fino ai loro 40 anni.
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janet
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Posted - 15 February 2006 : 16:58:11
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UNA RICETTA PER LA PACE
di James J. David*, Media Monitors Network, 4 Ottobre 2001
Una soluzione giusta del conflitto arabo-israeliano puo' essere raggiunta solo se la politica degli USA cominci ad essere basata sui principi morali americani e sulla stretta aderenza alla legge internazionale, calpestata dalla continuata occupazione israeliana dei territori arabi e dalla negazione dei diritti fondamentali e della liberta' che i palestinesi subiscono sotto il dominio israeliano.
Nessuna iniziativa di pace avra' successo se essa neghera' ai palestinesi la liberta' a cui tutti i popoli hanno diritto. Sfortunatamente, gli Stati Uniti sono stati sempre silenti, nonostante la continuata occupazione israeliana, fornendo obbedientemente quel supporto militare, politico e finanziario che rafforza la prepotenza di Israele verso i suoi vicini.
La confisca della terra araba per costruirvi nuovi insediamenti ebraici, l'espulsione dei palestinesi, gli arresti, la tortura sistematica nelle prigioni, l'assassinio di leaders politici, l'assenza totale di processi equi, la demolizione delle case, lo sradicamento di migliaia di alberi d'olivo, l'appropriazione delle scarse risorse d'acqua e l'usuale uccisione indiscriminata di uomini, donne, e soprattutto bambini, sono violazioni della legge internazionale e morale. Gli americani hanno una responsabilita' speciale nel mettere fine a tali abusi perche' essi sono ingiusti e perche' sono portati avanti grazie alle nostre risorse e al supporto militare e politico del nostro governo.
Gli Stati Uniti devono fare quello che e' giusto, obbedendo ai principi morali piu' che a particolari gruppi d'interesse, commissioni di azione politica e lobbies influenti. Non e' possibile alcun dialogo razionale quando coloro che osino parlare sono sottoposti a tali intimidazioni da temere per la propria vita professionale e politica.
L'ostacolo maggiore per tale politica e' rappresentato dall'influenza politica esercitata dalla lobby israeliana. L'efficientissima lobby di azione politica pro-Israele fornisce piu' denaro ai senatori, congressisti e candidati alla presidenza durante le campagne elettorali che qualsiasi altro gruppo. Ed i contributi offerti da singoli flo-israeliani sono ancora piu' consistenti.
La politica americana in Medioriente e' stata un fallimento e la ragione di cio' risiede nell'incondizionato sostegno fornito ad Israele. Non e' giusto che Israele viva al di sopra dei suoi mezzi e senza soffrire di alcuna critica grazie all'appoggio americano. Questa protezione incondizionata ed il nostro continuo rifiuto di condannare Israele, non importa di quale violazione della legge internazionale si sia macchiata, non fa altro che gettare linfa al terrorismo. Ed oggi, noi americani ne vediamo gli effetti sul nostro suolo.
Israele riceve piu' di 5 miliardi di dollari l'anno in aiuti militari ed economici dai contribuenti americani. Israele e' uno dei piu' ricchi paesi al mondo, con un reddito pro-capite di 21.000 $, eppure riceve 1.200 $ a persona dagli Stati Uniti senza alcuna condizione. L'America dovrebbe utilizzare quel denaro per la sua gente e per i popoli affamati del Terzo Mondo. L'aiuto annuale di 5 miliardi di dollari ad Israele deve finire.
Israele continua ad occupare terre che ha conquistato nel 1967. Continuare l'occupazione con tutta la disumanita' che essa comporta ed esacerbarla espellendone gli abitanti autoctoni e creando nuovi insediamenti e' immorale ed illegale, e, oltretutto, non giova ad alcuno. E la cosa e' ancora piu' pazzesca se si pensa che quelle colonie vengono costruite con le tasse dei contribuenti americani, ai quali nessuno chiede se approvano l'utilizzo del loro denaro. Cio' deve finire.
Ad Israele e' stato dato libero accesso alla tecnologia USA, che e' stata poi illegalmente esportata verso paesi come Cina ed India che, un giorno, potrebbero usarla contro di noi. Questo abuso della nostra tecnologia militare deve finire.
Israele ha un arsenale nucleare creato con la tecnologia ed i materiali rubati agli Stati Uniti. Secondo la legge federale, gli aiuti ai paesi possessori di armi nucleari sono illegali. Fino a che Israele non firmera' il Trattato di Non-proliferazione Nucleare permettendo l'ispezione ai suoi arsenali, l'aiuto e l'assistenza militare da parte degli USA dovrebbero terminare.
Israele continua ad esercitare spionaggio sugli Stati Uniti allo scopo di ottenere tecnologia militare e civile. Dopo la Cina, e' il paese piu' attivo nelle attivita' spionistiche contro gli USA, anche se si ritiene un alleato ed un amico. Lo spionaggio deve finire.
La lobby israeliana ha bloccato in maniera determinante le relazioni commerciali statunitensi con paesi che Israele considera nemici, come l'Iran e la Siria. Questo e' costato decine di migliaia di posti di lavoro agli americani. L'interferenza nei nostri affari commerciali deve finire.
Ogniqualvolta Israele invade uno dei suoi vicini, facendo strage di civili innocenti, gli Stati Uniti sono pronti ad utilizzare l'arma del veto per neutralizzare ogni risoluzione ONU di condanna verso Israele. Gli USA non avrebbero dovuto evitare di condannare il massacro di civili a Qana, in Libano, in cui, tra le centinaia di vittime, vi furono due ragazzini americani del Michigan. Fare scudo ad Israele e' una violazione internazionale e mette i cittadini USA in pericolo in tutto il mondo, compreso sul nostro territorio nazionale, come abbiamo avuto modo di sperimentare con gli attacchi al Pentagono ed al WTC. Israele deve cominciare a sostenere la responsabilita' delle sue azioni, e l'erosione del nostro prestigio nazionale allo scopo di proteggere Israele deve finire.
Israele discrimina i cittadini cristiani e musulmani che vivono all'interno delle sue frontiere in molti modi, principalmente impedendo loro di compraree fittare piu' del 92 % del territorio, che e' riservato "ai soli ebrei". Israele deve decidere se vuole essere una democrazia o uno stato in cui solo gli ebrei hanno diritti civili. E se decide per la prima opzione, deve offrire a tutti i suoi cittadini uguaglianza di fronte alla legge.
L'influenza della lobby israeliana e delle commissioni di azione politica ad essa collegate ha trasformato il Congresso e la Casa Bianca in un consesso di "uomini si' ' al servizio degli interessi israeliani. Israele dovrebbe stare fuori dalla nostra politica. L'uso disinvolto dell'accusa di "anti-semitismo" per minacciare ed emarginare chiunque osi essere critico nei confronti di Israele deve finire.
Tutti i sostenitori di Israele al Congresso ed alla Casa Bianca dovrebbero ricordare che, quando Stephen Decatur esclamo': "il mio paese, giusto o sbagliato...", si riferiva agli Stati Uniti. Israele e' un paese straniero che, giustamente, ha interessi e mire che non sono i nostri. Esso si comporta secondo i suoi interessi nazionali. E lo stesso dovremmo fare noi.
La situazione in Medioriente non migliorera' fino a quando non verranno sottoposti a controllo gli aiuti che gli USA riversano su Israele con profusione. Ecco la chiave per la pace.
Israele e' un paese ricco, il sedicesimo nel mondo per reddito pro-capite. Grazie all'aiuto ed alla protezione americana, gli israeliani ed il loro governo vivono al di sopra dei loro mezzi e snobbando la legalita' internazionale fin dalla creazione dello stato d'Israele. I massicci aiuti servono solo a rafforzare la destra israeliana ed a incrementare gli insediamenti ebraici sul territorio palestinese.
Provate solo a menzionare il programma di aiuti esteri a Israele al vostro parlamentare nel Congresso e, sicuramente, riceverete come risposta il solito: "Israele e' il nostro assetto strategico in Medioriente". Dovete sapere che questa risposta e' stata comprata e pagata. Come ha sottolineato una volta il senatore James Abzourek, chiamare Israele "l'assetto strategico in Medioriente" e' come ringraziare il piromane che chiama i pompieri per spegnere l'incendio da lui stesso appiccato.
Donald Bergus, ex-ambasciatore in Sudan e diplomatico in pensione, ha scritto: "Al Dipartimento di Stato eravamo soliti affermare che, se il Primo Ministro israeliano avesse annunciato che il mondo e' piatto, entro 24 ore il Congresso avrebbe emanato una risoluzione in cui ci si congratulava per la scoperta".
*James J. David e' un Generale di Brigata in pensione, graduato all'U.S. Army's Command and General Staff College, National Security Course, National Defense University, Washington, D.C. Ha servito l'esercito americano per tre anni in Medioriente, dal 1967 al 1969.
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Un cuore non può bastare per due. Nulla è cambiato tranne il mio atteggiamento, così... tutto è cambiato. |
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