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beppe
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Posted - 28 May 2011 : 07:04:45
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PADRONE DEL TEMPO
L'uomo che non è più padrone di se stesso "si lascia andare", passa davanti alla porta senza mai osare di entrare in casa sua. Se hai paura di fermarti, è perché hai paura di incontrarti, e se hai paura di incontrarti è perché non sei più in intimità con te stesso, non ti conosci più, temi i tuoi rimproveri e le tue esigenze. Non hai tempo per sostare? Sii leale, vi sono sempre dei momenti di vuoto nelle tue attività. Non affrettarti a colmarli cercando il chiasso, un giornale, una conversazione, una presenza. Quando puoi concederti un momento di silenzio, non mettere subito un disco. Fermati. Se ti fermi, è per prendere coscienza di te, riunire tutte le tue forze, riordinarle e dirigerle, al fine di impegnarti tutto intero nella tua vita. Accettare di fermarsi, è accettare di guardare se stesso, e accettare di guardarsi, è già impegnarsi, perché è far penetrare lo spirito nell'interno della propria casa. Non ti riconoscerai né ti comprenderai appieno se non nella luce di Dio. Quando dai un appuntamento a te stesso, tu dai contemporaneamente un appuntamento al Signore. Nel corso delle tue giornate, cogli tutte le occasioni che la vita ti offre per riafferrarti e comunicare con Dio. Non "ammazzare il tempo" per breve che sia, è un dono della Provvidenza, il Signore vi è presente.
Michel Quoist
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Tofil
Utente Master
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Posted - 28 May 2011 : 09:43:53
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..condivido in pieno...i momenti di riflessione servono per ritrovarsi e capire dove si sta andando....
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beppe
Utente Master
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Posted - 29 May 2011 : 07:50:28
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PARLARE D'AMORE
Un giorno Meheer Baba fece ai suoi uomini questa domanda: “Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”. Ci pensarono qualche istante: “Perché perdono la calma” - disse uno di loro- “per questo gridano”. “Ma perché gridare quando l’altra persona ti sta accanto?”- chiese Baba- “Non le si può parlare a voce bassa? Perché urli a una persona quando sei arrabbiato?” Gli uomini diedero altre risposte ma nessuna di esse soddisfaceva Baba. Alla fine spiegò: “Quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire la distanza devono urlare per potersi sentire. Più arrabbiate sono, più dovranno gridare per ascoltarsi attraverso questa grande distanza”. Poi chiese: “Che succede quando due persone si innamorano? Non gridano ma parlano dolcemente. Perché? I loro cuori sono molto vicini. La distanza tra di loro è molto piccola”. Baba continuò: “Quando si innamorano sempre di più che succede? Non parlano, ma sussurrano e si rivolgono ancora di più al loro amore. Alla fine non avranno nemmeno bisogno di sussurrare, si guarderanno e basta. E’ così quando due persone si amano”. Infine Baba disse:
“Quando discutete, non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che aumentino la distanza, arriverà un giorno in cui sarà così tanta che non riuscirete più a trovare la strada del ritorno”.
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Oriana
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Posted - 29 May 2011 : 17:11:06
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Complimenti Beppe. Il tuo angolo racchiude meravigliose perle di saggezza.
" ... Alla fine di questa giornata rimane ciò che è rimasto di ieri e ciò che rimarrà di domani; l'ansia insaziabile e molteplice dell'essere sempre la stessa persona e un'altra." (F. Pessoa) |
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beppe
Utente Master
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Posted - 31 May 2011 : 06:57:20
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PENSA AGLI ALTRI
Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri, non dimenticare il cibo delle colombe. Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri, non dimenticare coloro che chiedono la pace. Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri, coloro che mungono le nuvole. Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri, non dimenticare i popoli delle tende. Mentre dormi contando i pianeti , pensa agli altri, coloro che non trovano un posto dove dormire. Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri, coloro che hanno perso il diritto di esprimersi. Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso, e dì : magari fossi una candela in mezzo al buio. Mahmoud Darwish (poeta e scrittore palestinese)
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beppe
Utente Master
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Posted - 01 June 2011 : 07:02:54
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PENSANDO UN PO' ALLA MORTE
Credo che questo testo si potrà leggere in circa tre minuti. Ebbene, in questo lasso di tempo, moriranno 300 persone e ne nasceranno altre 620. Forse io impiegherò mezz'ora per scriverlo: sono concentrato sul mio computer, sui libri accanto a me, sulle idee che mi vengono, sulle macchine che passano là fuori. Tutto sembra assolutamente normale intorno a me. Invece, durante questi trenta minuti, sono morte 3.000 persone, e 6.200 hanno appena visto, per la prima volta, la luce del mondo. Dove saranno queste migliaia di famiglie che hanno cominciato a piangere per la perdita di qualcuno, o a ridere per l'arrivo di un figlio, di un nipote, di un fratello? Mi fermo e rifletto: forse molte di queste morti arrivano al termine di una lunga e dolorosa malattia, e certe persone saranno sollevate dall'Angelo che è venuto a prenderle. Inoltre, centinaia di questi bambini che sono appena nati quasi sicuramente saranno abbandonati nel prossimo minuto ed entreranno nelle statistiche di morte prima che io abbia finito questo testo. Pensate. Ho appena dato uno sguardo a una semplice statistica e tutt'a un tratto inizio ad avvertire il senso di queste perdite e questi incontri, questi sorrisi e queste lacrime. Quanti staranno lasciando questa vita da soli, nelle loro stanze, senza che nessuno si renda conto di ciò che sta accadendo? Quanti nasceranno nascostamente e saranno abbandonati davanti alla porta di qualche ricovero o di qualche convento? Rifletto: ho già fatto parte della statistica delle nascite e, un giorno, sarò incluso nel numero dei morti. Che bello: io sono pienamente consapevole che morirò. Da quando ho fatto il cammino di Santiago, ho capito che anche se la vita continua e siamo tutti eterni un giorno questa esistenza si concluderà. Le persone pensano molto poco alla morte. Passano la vita preoccupandosi di vere e proprie assurdità, rimandano cose, tralasciano momenti importanti. Non rischiano, perché pensano sia pericoloso. Si lamentano molto, ma diventano codarde quando è il momento di prendere provvedimenti. Vogliono che tutto cambi, ma loro si rifiutano di cambiare. Se pensassero un po' di più alla morte, non tralascerebbero mai di fare quella telefonata che manca. Sarebbero un po' più folli. Non avrebbero paura della fine di questa incarnazione perché non si può temere qualcosa che accadrà comunque. Gli Indios dicono: "Oggi è un giorno buono come qualsiasi altro per lasciare questo mondo". E uno stregone commentò una volta: "Che la morte sia sempre seduta al tuo fianco. Così, quando avrai bisogno di fare qualcosa di importante, essa ti darà la forza e il coraggio necessari".
Spero che tu, lettore, abbia letto fin qui. Sarebbe una stupidaggine spaventarsi per il titolo, perché tutti noi, prima o poi, moriremo. E solo chi accetta questo è pronto per la vita.
Paulo Coelho
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n/a
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Posted - 01 June 2011 : 11:16:15
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mah!! sono consapevole come tanti altri che non siamo eterni e un giorno ce ne andremo, però cerco di vivere senza pesarci troppo
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