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 -Il Mondo a Tavola-
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neruska
Utente Master

586 Posts
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Posted - 26 August 2007 :  18:30:30  Vedi Profilo Send neruska a Private Message  Rispondi quotando
ommioddio Graffio la mia dietaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!beh giuro quando finiro'(fra 4 kg in meno)la prima cosa che cucino saranno le frittelle di crema dolci ricordi d'infanzia anche per me.
Molto bello cio' che posti!




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Graffio
Utente Master

1470 Posts
Status: offline

Posted - 27 August 2007 :  08:57:29  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando

E' davvero la fine del mondo ragazze,
Deliziosa.
l' ho finita poco fa per colazione.
Se riesco a rientrare verso fine settimana
ne preparo ancora.
Perla,è una ricetta "tranquilla",'agile' e veloce,senza troppe complicazioni e irresistibilmente prelibatae golosa
Un abbraccione Hator
Ciao Neruska





-Noi sappiamo che la Terra non appartiene all’uomo,è l’uomo che appartiene alla Terra.
Questo sappiamo.Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia.
Tutto è connesso.Quello che accade alla Terra,accade ai figli della Terra.
L’uomo non ha tessuto la trama della vita,in essa egli non è che un filo.
Qualsiasi cosa egli faccia alla trama la fa a se stesso.


-"Poiché l'europeo non conosce il proprio inconscio,
non capisce l'Oriente e vi proietta tutto ciò che teme e disprezza in se stesso."


-Non c'è nessuna arte nel sedurre una fanciulla.
E' sol questione di fortuna trovarne
una degna di essere sedotta.
(Kierkegaard -Diario Di Un Seduttore-)


Chi ama davvero ama il mondo intero,
non soltanto un individuo particolare
(Fromm)


-Ammiro chi resiste,chi ha fatto del verbo resistere carne,sudore,sangue,
e
ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere,e vivere in piedi,
anche nei momenti peggiori.
(Luis Sepùlveda)


[b]-Che ne sapete se un qualsiasi uccello che taglia le strade dell'aria non è in realtà un immenso mondo di delizie chiuso dai vostri cinque sensi?



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Graffio
Utente Master

1470 Posts
Status: offline

Posted - 29 October 2007 :  13:56:02  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando





Lo sapevo,mi stavi sognando,
non riuscivo per questo a dormire.
Un opaco fanale azzurreggiava
E mi indicava la via.

Tu vedevi il parco della regina,
col suo bianco,frondoso palazzo
e l’arabesco nero dei cancelli
agli ingressi sonanti di pietra.

Avanzavi ignorando la strada,
e pensavi:”Più presto,più presto,
e se solo arrivassi a trovarla,
a non destarmi prima di incontrarla”.

Ed il guardiano delle belle porte
Ti gridò dietro: “Dove vai?”.
Scricchiolava,cedeva il ghiaccio,
sotto i piedi l’acqua nereggiava.

“Questo è il lago” tu pensavi
“sul lago c’è un isolotto…”
Ma nella tenebra d’un tratto
Occhieggiò un bluastro fuoco.

Svegliandoti al chiarore crudo
Di un povero giorno, gemesti,
e per la prima volta
mi chiamasti forte per nome.






Anna Achmatova (Un Sogno)





Anna Achmatova,Slepnevo,1913










Cucina Russa



________________________________________



La cucina tradizionale è una parte importante della cultura nazionale russa. In passato il grano, il frumento, la segale, l'avena ed il miglio erano tra i principali alimenti in Russia e di conseguenza anche i prodotti da essi derivanti come il pane. In una tavola imbandita per un'occasione importante non possono mancare le torte e altri prodotti della pasticceria. Le torte erano preparate con cereali cotti così come anche qualsiasi tipo di frittella o budino.
Anche l'allevamento di bestiame e la caccia erano attività molto praticate in Russia, da qui deriva anche un'ampia varietà di piatti di carne, non solo d'allevamento ma anche di cacciagione.








Le ampie aree boschive soprattutto nel nord della Russia erano ricche di bacche e funghi e questo era considerato come un “dono della foresta” portato sulle tavole russe. Non ci si deve scordare, però, dei piatti di pesce. La cucina russa è rinomata per le varie prelibatezze, specialmente per i rinfreschi, a base di pesce.
I fiumi, i laghi e i mari russi sono ricchi di questo alimento.








I secoli passarono e la crescita dei contatti con l'occidente portò ad una inevitabile contaminazione nella cucina russa. Ai tempi di Pietro il Grande la cucina del tempo si diffuse per tutta la Russia e con essa anche le pentole, le pentole da frittura, le schiumarole e altri utensili indispensabili vennero introdotti.
All'inizio del 19^ secolo i cuochi russi crearono diverse salse e condimenti prendendo spunto dalle salse per cui la Francia era famosa. Queste innovazioni divennero importanti e si accostarono all'uso delle spezie tradizionali russe, come la mostarda e il rafano.







Pollo con le prugne


2 polli da 1 e ½ kg l'uno, sale, 50 g di burro, 1 carota, 4 gambi di sedano, 1 cipolla, 2 dl e ½ di brodo di pollo, 10 grani di pepe e 2 foglie di alloro (in un sacchetto di garza), 24 prugne secche snocciolate, 2 cucchiai di farina, 2 cucchiai di succo di limone, 2 cucchiai di zucchero



Tagliate il pollo a pezzi e cospargetelo di sale. Tagliate a dadini la carota, il sedano e la cipolla. Fate sciogliere in una casseruola un terzo di burro, aggiungete le verdure e quando il burro incomincia a schiumare aggiungete il pollo, un terzo del brodo, il sacchetto di garza con le spezie e coprite. Quando comincia a bollire, abbassate la fiamma e fate cuocere dieci minuti. Rigirate i pezzi di pollo, aggiungete ancora un po' di brodo e lasciate cuocere a fiamma moderata per 35 minuti, rigirando ogni tanto il pollo e le verdure e aggiungendo altro brodo se la salsa si riduce troppo.
Quando il pollo è quasi cotto, eliminate il sacchetto con le spezie. Aggiungete le prugne, coprite e lasciate cuocere su fiamma bassa ancora per cinque minuti. In una padellina fate tostare la farina a fiamma bassa, unite il burro rimasto, continuando a mescolare, e aggiungete poco per volta, il resto del brodo, il succo di limone e lo zucchero. Versate questa salsa sul pollo, riportate a bollore alzando un po' la fiamma e togliete dal fuoco. Disponete i pezzi di pollo su un piatto riscaldato, mettete intorno le prugne e servite la salsa a parte in una salsiera.




















-Noi sappiamo che la Terra non appartiene all’uomo,è l’uomo che appartiene alla Terra.
Questo sappiamo.Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia.
Tutto è connesso.Quello che accade alla Terra,accade ai figli della Terra.
L’uomo non ha tessuto la trama della vita,in essa egli non è che un filo.
Qualsiasi cosa egli faccia alla trama la fa a se stesso.


“Ero imprigionato nel presente,come gli eroi,come
Gli ubriachi;colpito da momentanea eclissi,il mio passato
Non proiettava più davanti a me quell’ombra di se stesso
Che chiamiamo futuro;ponendo lo scopo della mia
Vita non più nella realizzazione dei sogni del passato,
ma nella felicità dell’attimo presente,non vedevo più
in là di questo.E così,per una contraddizione che era
tale solo in apparenza,nel momento in cui assaporavo
un picere eccezionale,in cui sentivo che la mia vita
poteva essere felice e in cui,dunque,essa avrebbe dovuto
acquistare maggior pregio,proprio in quel momento,
sciolto dalle preoccupazioni che fino allora
avevo potuto crearmi,io l’abbandonavo senza esitare
all’eventualità di un incidente.”

(Marcel Proust –All’ombra delle Fanciulle In Fiore-)


“Come regola biologica generale, le specie migratorie
sono meno aggressive di quelle sedentarie.
C’è una ragione ovvia perché sia così: la migrazione,
come il pellegrinaggio, è di per se stessa
il duro cammino; un itinerario “livellatore”
in cui i più forti sopravvivono e gli altri cadono lungo la strada.
Il viaggio perciò vanifica il bisogno di gerarchia
e di sfoggi di potere. Nel regno animale
i “dittatori” sono quelli che vivono
in un ambiente di abbondanza. I “briganti” sono,
come sempre,
gli anarchici”.

Bruce Chatwin ( Le vie dei Canti)






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Graffio
Utente Master

1470 Posts
Status: offline

Posted - 14 November 2007 :  19:02:19  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando






Davanti a te la mia anima è aperta
come un atlante: puoi seguire con un dito
dal monte al mare azzurre vene di fiumi,
numerare città,
traversare deserti.
Ma dei miei fiumi nessuna piena ti minaccia,
le mie città non ti assordano con il loro clamore,
il mio deserto non è la tua solitudine.

E dunque cosa conosci?

Se prendi la penna, puoi chiudere in un cerchio esattissimo
un piccolo luogo montano, dire: “Qui fu la battaglia,
queste sono le sue silenziose Termopili”.

Ma tu non sentisti la morte distruggere la mia parte regale,
né salisti furtivo
col mio intimo Efialte per un tortuoso sentiero.

E dunque cosa conosci?











Margherita Guidacci ( Atlante)





------------------------------------------------------------------------------------------





MARGHERITA GUIDACCI
(1921-1992)


Nacque a Firenze, figlia unica di genitori toscani, perse giovanissima la sua famiglia, a causa di una malattia. La sua infanzia estremamente solitaria, influenzò fortemente il suo carattere, incline all'introspezione e alla creatività. Margherita passò molte estati in una piccola cittadina, nella regione del Mugello, i cui ricordi di passeggiate tra le amate colline ed i paesaggi toscani, furono un'infinita fonte di ispirazione nella sua poesia.
Accompagnata nelle sue escursioni, dal cugino Nicola Lisi, noto per il suo stile limpido, fu intensamente influenzata, da quest'ultimo, nella sua poetica, che ella definì "come un canto di uccelli". Contrariamente alla voga del periodo, che vedeva l'affermarsi dell'ermetismo di Ungaretti, la Guidacci rimase sempre originale nei suoi scritti.
Dopo aver frequentato il liceo Classico Michelangelo, a Firenze, si iscrisse all'Università di Firenze, dove si laureò in Letteratura Italiana, con una tesi proprio su Ungaretti, le opere del quale comparò alle sue, sottolineando le differenze stilistiche.
Si specializzò, quindi, in Letteratura Inglese ed Americana, e tradusse le opere di John Donne e le poesie di Emily Dickinson. Nel 1945, iniziò ad insegnare Letteratura Inglese ed Americana nei licei pubblici, per poi passare all'Università di Macerata ed, in fine, all'Università Maria Assunta in Vaticano. Visse per il resto dei suoi giorni a Roma, dove si spense nel giugno del 1992.



--------------------------------------------------------------------------------




La cucina toscana è sobria e presenta sapori semplici preparati con sapiente maestria. La semplicità dei piatti è legata ad una storia territoriale fatta di miseria e povertà.
Le condizioni di vita difficili imposero alla popolazione di preferire l'utilizzo di alimenti poveri: ecco che l'olio si preferisce allo strutto e le minestre alle pastasciutte.
L'alimento fondamentale è senza dubbio il pane che è presente sotto mille forme e sapori in tutta la toscana dal filone, alla ruota, dai crostini alle focacce, dalla schiacciata con l'olio al pan di ramerino, una gustosa pagnotta aromatizzata con uva passa e rosmarino. Anche l'assenza di sale, un tempo troppo costoso, rappresenta l'aspetto tipico di semplicità e di povertà che un tempo caratterizzava la cucina di questo territorio. E' proprio con il pane che nascono numerose ricce toscane come: la panzanella, fatta con pane ammollato nell'acqua, sbriciolato e mescolato con verdure fresche, la pappa da cuocersi con pane, aglio, prezzemolo, basilico, sale, olio e pomodoro e la ribollita, nata dalla parsimonia contadina che riscaldava e ribolliva gli avanzi di questa zuppa preparata il giorno prima.





Ancora oggi è presente in Toscana un'incredibile continuità storica esaminando le città toscane notiamo che Firenze è famosissima per la bistecca, la ribollita, la trippa, i bomboloni, la schiacciata con l'uva e, nel periodo di Carnevale, i cenci, una sorta di pasta fritta guarnita di zucchero a velo. La vicina Prato è conosciuta invece per una cucina diversa,dove a dominare sono i gustosi e croccanti cantucci da immergere nel vin santo.
A Pistoia la cucina è semplice fatta di pochi ingredienti cucinati sapientemente.
Vanno ricordate la minestra di rigaglie (detta “il carcerato” perché veniva distribuita ai reclusi), la briachina, un'insalata verde-rossa e i bertoli, appetitosi spicchi di mela seccati al sole sui cannicci.
Lucca presenta il buccellato, un dolce impastato con acqua, farina lievitata, zucchero, anice ed uvetta, la Garfagnana d'altronde è la terra del farro, l'antico cereale romano, la cui minestra oggi è sulle tavole più sofisticate.





A Pisa,invece,domina una cucina caratterizzata dal tartufo e da pesci semplici come anguille e stoccafisso.
Nella Maremma protagonista, ancora una volta,è la semplicità e piatto simbolo è la famosissima l'acquacotta piatto unico fatto di niente (di qui l'ironia del nome), nata per sfamare butteri e carbonai, via via arricchito fino a diventare una gustosa minestra. Si prepara con acqua, sale, pane, un filo d'olio, insalate di stagione, uova o funghi e una manciata di pecorino. Tra i dolci tipici si preparano i birilli, una ciambellina con il miele, i sospiri, chiara d'uovo montata a zucchero, e la zuccata, un'energetica marmellata.
Mentre le alte montagne offrono come piatto tipico, i deliziosi necci, schiacciatine di farina di castagne cotte tra due piastre di ferro, magari servite con la ricotta,il territorio pianeggiante mostra agli ospiti un altro dolce che è una sfoglia di pasta all'anice definita dall'Artusi “trastullo speciale della Toscana”, per sottolinearne il sapore delizioso.




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Farinata con il cavolo nero



1 bicchiere di olio extravergine d'oliva, 2 cipolle rosse tritate, 2 peperoncini, 2 mazzi di cavolo nero pulito e tritato, 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro, 1 litro di acqua, 250 g di farina gialla bramata.



Scaldate l’olio in un tegame capace e rosolate la cipolla e il peperoncino. Il fuoco deve essere lento, perchè cipolla e peperoncino non devono bruciare. Aggiungete il cavolo nero e fatelo rosolare per circa cinque minuti. Mettete il concentrato di pomodoro e cuocete ancora per cinque minuti. Quando tutto è ben amalgamato, aggiungete l’acqua. L'acqua dovrà essere già calda, altrimenti arresterà la cottura delle verdure. Coprite e cuocete per circa tre quarti d'ora A questo punto dovete buttare la farina nell’acqua avendo l’accortezza di gettarla piano, mescolando in continuazione. La farinata deve cuocere almeno venti minuti durante i quali deve essere mescolata quasi in continuazione. Se dovesse asciugarsi troppo, aggiungete dell’acqua calda.










-Noi sappiamo che la Terra non appartiene all’uomo,è l’uomo che appartiene alla Terra.
Questo sappiamo.Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia.
Tutto è connesso.Quello che accade alla Terra,accade ai figli della Terra.
L’uomo non ha tessuto la trama della vita,in essa egli non è che un filo.
Qualsiasi cosa egli faccia alla trama la fa a se stesso.


“Ero imprigionato nel presente,come gli eroi,come
Gli ubriachi;colpito da momentanea eclissi,il mio passato
Non proiettava più davanti a me quell’ombra di se stesso
Che chiamiamo futuro;ponendo lo scopo della mia
Vita non più nella realizzazione dei sogni del passato,
ma nella felicità dell’attimo presente,non vedevo più
in là di questo.E così,per una contraddizione che era
tale solo in apparenza,nel momento in cui assaporavo
un picere eccezionale,in cui sentivo che la mia vita
poteva essere felice e in cui,dunque,essa avrebbe dovuto
acquistare maggior pregio,proprio in quel momento,
sciolto dalle preoccupazioni che fino allora
avevo potuto crearmi,io l’abbandonavo senza esitare
all’eventualità di un incidente.”

(Marcel Proust –All’ombra delle Fanciulle In Fiore-)


“Come regola biologica generale, le specie migratorie
sono meno aggressive di quelle sedentarie.
C’è una ragione ovvia perché sia così: la migrazione,
come il pellegrinaggio, è di per se stessa
il duro cammino; un itinerario “livellatore”
in cui i più forti sopravvivono e gli altri cadono lungo la strada.
Il viaggio perciò vanifica il bisogno di gerarchia
e di sfoggi di potere. Nel regno animale
i “dittatori” sono quelli che vivono
in un ambiente di abbondanza. I “briganti” sono,
come sempre,
gli anarchici”.

Bruce Chatwin ( Le vie dei Canti)






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Graffio
Utente Master

1470 Posts
Status: offline

Posted - 13 February 2008 :  16:05:19  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando




Vieni (…)
Vieni,vieni amica,e ricorda
Che i ricchi han maggiordomi e non amici,
e noi abbiamo amici e non maggiordomi







(Ezra Pound)









Trote Idaho alle mandorle e patate biarritz

Ingredienti per 4 persone
1. Trote 4 per un totale di circa 75 g

2. Latte 80 ml

3. Farina 40 g

4. Prezzemolo 2 cucchiai

5. Succo di limone 2 cucchiai

6. Fettine di mandorle tostate 35 g

7. PER LE PATATE:

8. Patate grosse 6

9. Burro 1 cucchiaino

10. Panna leggera 80 ml

11. Sale q.b.

12. Pepe bianco 1/2 cucchiaino

13. Prosciutto affumicato a dadini 150 g

14. Peperoni verdi a dadini 75 g

15. Prezzemolo tritato 2 cucchiai



Preparazione



1
PREPARAZIONE DELLE TROTE:
Immergete le trote nel latte e quindi infarinatele.
Scaldate il burro in una padella larga, rosolate le trote 5 minuti per parte. Rimuovete il pesce e conservatelo in un piatto caldo.
2
Aggiungete il prezzemolo, il succo di limone e le mandorle. Cuocete per 1 minuto e quindi versate la salsa sulle trote e servite subito.
3
PREPARAZIONE DELLE PATATE:
Sbucciate e tagliate le patate a dadini, bollitele in acqua salata fino a che non diventeranno tenere.
Scolatele, trasferitele in un frullatore e battetele con il burro, la panna, il sale ed il pepe.
4
Aggiungete quindi il prosciutto, i peperoni ed il prezzemolo.
Mettete le patate in una terrina da portata e servite subito calde.




E' tipico dell'Idaho, luogo di provenienza della ricetta, vedere ogni fine settimana uomini con in mano una lunga canna alla ricerca di trote. Una trota di 30 cm e di 225 g è considerata una giusta portata per una persona.







Che ne sapete se un qualsiasi uccello che taglia le strade dell’aria non sia in realtà
un immenso mondo di delizie raccchiuso dai vostri cinque sensi?

(Blake)




La aurora de Nueva York tiene
cuatro columnas de cieno
y un huracán de negras palomas
que chapotean las aguas podridas.
La aurora de Nueva York gime
por las inmensas escaleras
buscando entre las artistas
nardos de angustia dibujada.
La aurora llega y nadie la recibe en su boca
porque allí no hay mañana ni esperanza posible:
A veces las monedas en enjambres furiosos
taladrán y devoran abandonados niños.
Los primeros que salen comprenden con sus huesos
que no habrá paraíso ni amores deshojados;
saben que van al cieno de números y leyes,
a los juegos sin arte, a sudores sin fruto.
La luz es sepultada por cadenas y ruidos
en impúdico reto de ciencias sin raíces.
Por los barrios hay gentes que vacilan insomnes
Como recién salidas de un naufragio de sangre.

(Federico García Lorca - POETA EN NUEVA YORK-)







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acssia
Admin

39178 Posts
Status: offline

Posted - 13 February 2008 :  17:40:16  Vedi Profilo Send acssia a Private Message  Rispondi quotando
wooow graffio ma che belle queste immagini per non parlare della ricetta...dev'essere veramente squisitai miei complimenti...molto interessante





"Avanza sulla scia dell'arcobaleno,
avanza sulla scia di una canzone,
e tutto sarà bello per te.
C'è una strada fuori da ogni oscura foschia,
oltre la traccia dell'arcobaleno."

(Canto Navajo)








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Graffio
Utente Master

1470 Posts
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Posted - 15 February 2008 :  11:53:01  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando

Grazie Acssia.Lieto che ti siano piaciute
Pensavo di preparare la ricetta proprio in questi giorni.
Mi piacerebbe accompagnarla con un buon aperitivo a base di pisco




ottima bevanda peruviana,
che haimè, sembra stia diventando a poco a poco
sempre più ”rara” nel mercato italiano
(la trovavo molto più facilmente ed a
buon mercato qualche anno fa)


Farò un tuffo nei ricordi
e gusterò l’intenso aroma peruviano
grazie all’incanto e al trasporto che
questi luoghi hanno lasciato nel mio cuore..




Mmmhhhmmm …. Bhè ottimo direi…

Sarebbe bene se ci tornassi prima o poi
(!!!)



….


forse posterò anche qualche
buona ricetta più avanti





se vorrai darmi una mano Acssia ,
ti sarei molto grato e lieto per l'aiuto


hastaluego









Che ne sapete se un qualsiasi uccello che taglia le strade dell’aria non sia in realtà
un immenso mondo di delizie raccchiuso dai vostri cinque sensi?

(Blake)









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