Author |
Topic |
Graffio
Utente Master
1470 Posts
Status: offline |
Posted - 20 August 2006 : 15:02:03
|
CILE: ATACAMA, IL DESERTO ASSOLUTO
Il tratto geografico più vistoso del Cile è senza dubbio la forma estremamente allungata: ben 4300 km, dal Deserto de Atacama alla gelida Terra del Fuoco. Nessun altro paese al mondo presenta una simile conformazione territoriale.
Lontano dall'immagine della Patagonia del profondo sud cileno, Il Norte Grande, il Deserto de Atacama, rappresenta uno spaccato aymara boliviano e peruviano in terra cilena. Una tempo, prima della Guerra del Pacifico (1879-83), scatenata per il possesso di territori ricchi di giacimenti di salnitro, infatti quest'area apparteneva ai vicinissimi Bolivia e Perù, ma era pressoché spopolata. Le durissime condizioni climatiche del deserto erano riuscite a frenare anche l'avanzata dei conquistadores spagnoli, guidati da Pizarro. Lungo più di 1500 chilometri, tra il confine peruviano e la città cilena de La Serena, il deserto de Atacama, il luogo più arido del mondo, è caratterizzato da una serie di ambienti senza vita. L'area si trova a cavallo del Tropico del Capricorno, un'area dominata da un perenne campo di alta pressione; inoltre una corrente marina fredda, la corrente di Humblot, impedisce la formazione di nubi sulla lunghissima costa del Cile settentrionale: piove sull'Oceano, mai sulla terra ferma. Infine i picchi andini condensano l'umidità proveniente dal bacino amazzonico solo sul settore orientale delle Ande.
Dalla piattaforma costiera, battuta dalle onde del Pacifico, all'altipiano, alla Cordillera delle Ande, dove svettano i Vulcani: Pomerape, 6280 m, Parinacota, 6340 m, Llullaillaco, 6739 m, Ojos del Salado, 6880 m, si sviluppa l'Atacama, che i climatologi definiscono il deserto assoluto. Vi sono lande desolate, simili al suolo di Marte, dove, forse da 10.000 anni, non è mai caduta una goccia d'acqua.
Solo un piccolo fiume, simile a modesto ruscello, riesce a raggiungere l'Oceano Pacifico, è il Rio Loa, l'unico corso d'acqua per 1500 km. Il viaggiatore per chilometri non scorge un filo d'erba, né un cactus, né una lucertola, né un moscerino, tuttavia nulla marcisce, poiché non c'è umidità, tutto si trasforma in un reperto archeologico, come le città fantasma di Humberston e Santa Laura, legate all'epopea dello sfruttamento del salnitro.
LA STORIA L'aridità del clima è uno dei fattori che determinarono la nascita di queste due città, oggi abbandonate e spazzate dal vento del deserto. Nella metà del 1800 furono scoperti ingenti depositi superficiali di ‘caliche’, un nitrato grezzo che impiega milioni di anni a formarsi e che l'aridità assoluta ha lasciato intatto.
La vegetazione lo avrebbe assorbito, le piogge lo avrebbero dilavato; nel deserto, invece, gran parte della superficie era ed è incrostata di oro bianco. Nel periodo del suo massimo splendore, il salnitro cileno o nitrato di sodio e potassio giunse a monopolizzare i mercati mondiali dei fertilizzanti e degli esplosivi.
Il Norte Grande si popolò, migliaia di lavoratori, spagnoli, aymara, polacchi, italiani, russi, inglesi, croati, ebrei si riversarono nelle 166 “oficinas salniteras” sorte nelle lande più desolate ed aride del deserto de Atacama . Nacquero anche due città modello, Humberston e Santa Laura. Conosciuta come Oficina La Palma, quando fu aperta nel 1872, Humberstone deve il suo nome all'amministratore inglese James Humberstone che perfezionò la tecnica per estrarre una maggior quantità di salnitro dal grezzo ‘caliche’ (strato di argilla). Con Humberstone arrivarono nel deserto anche flemmatici ingegneri minerari britannici che insegnarono ai dirigenti locali sia l'arte di timbrare il cartellino sia il gioco del tennis e del basket. L'intera città venne costruita, in stile vittoriano, con legname proveniente dal lontano Canada. Furono edificati un teatro, campi da pallacanestro e da tennis, un'enorme piscina con il ferro recuperato dal relitto di una nave affondata nel vicino porto di Iquique. L'acqua veniva canalizzata dalle lontane Ande con un acquedotto lungo 80 chilometri e, quando si aprivano i rubinetti, era ormai calda. Le oficinas di nitrato presentavano molti pericoli per i lavoratori. Un cartello ormai sbiadito ricordava agli operai che “un incidente può distruggere tutte le vostre speranze”. Un altro cartello avvisava che i contratti di lavoro proibivano ai minatori di offrire ricovero a chiunque fosse estraneo alla compagnia, la quale forniva l'alloggio, l'assistenza sanitaria, il vitto e gli articoli di prima necessità (che normalmente potevano essere acquistati solo con “fichas”, ossia con buoni acquisto sostitutivi del denaro contante e privi di valore all'esterno). I sindacalisti non erano ben accetti. La prima guerra mondiale fu “l'incidente che distrusse tutte le speranze”, infatti la grande guerra combattuta nella lontana Europa segnò anche l'inizio del tracollo del nitrato cileno. Isolata dal blocco navale imposto dagli alleati, la Germania, principale cliente del Cile, si trovò costretta a dedicarsi alla ricerca di prodotti alternativi. Fu così che si arrivò a produrre, a prezzi concorrenziali, il nitrato sintetico. Sulla strada intrapresa dalla Germania si avviarono, alla fine del primo grande conflitto mondiale anche gli altri paesi importatori; la produzione cilena entrò in crisi e crollò,
Humberstone e Santa Laura si trasformarono in due spettrali città fantasma inghiottite nuovamente dal deserto di Atacama, il deserto assoluto. Gli operai, i tecnici, conobbero il dramma della disoccupazione e furono costretti ad emigrare nuovamente, questa volta si spostarono in massa nelle grandi città del sud del Cile, in particolare nella capitale, Santiago. Nei loro volti, precocemente invecchiati dal sole del deserto e dalla polvere del salnitro, si leggeva rabbia, delusione. Nelle oficinas salniteras erano venuti in contatto con le idee ispirate al conflitto di classe e nel 1970 appoggiarono in massa l'elezione a presidente della repubblica di un medico socialista, Salvador Allende. L'11 settembre 1973, il generale Augusto Pinochet attuò un sanguinoso colpo di stato militare che portò alla morte di Allende e al rovesciamento di una repubblica democraticamente scelta dai cileni. I militari consumarono la loro vendetta, migliaia di sostenitori di Allende furono incarcerati, torturati ed uccisi. Vennero deportati nel deserto de Atacama, dove un tempo fioriva l'industria dei nitrati, e barbaramente massacrati, ritornarono nel deserto, molti anni dopo, ma solo per morire, davanti ad un plotone di esecuzione. Sono migliaia i desaparecidos de Atacama.
Vorrei ricordarne uno, Fredy Taberna, il protagonista del racconto di Sepùlveda: Le rose de Atacama. «Il 16 settembre 1973… Un plotone di soldati lo condusse in un terreno abbandonato nei dintorni di Iquique. Fredy riusciva a stento a muoversi, gli avevano rotto varie costole e un braccio, e quasi non poteva aprire gli occhi perché il suo volto era tutto un ematoma. - Per l'ultima volta si dichiara colpevole? - Chiese un aiutante del generale Arellano Stark, che contemplava da vicino la scena. - Mi dichiaro colpevole di essere un dirigente del movimento studentesco, di essere un militante socialista e di aver lottato in difesa del governo costituzionale - rispose Fredy. I militari lo assassinarono e seppellirono il suo corpo in qualche posto segreto in mezzo al deserto».
……………………………………………………….
La parte più asciutta dell'Atacama è una zona denominata 'la doppia ombra della pioggia'. Nel 2003 una squadra di ricercatori ha pubblicato un rapporto in Science Magazine intitolato "I terreni simil-marziani del deserto di Atacama, Cile, ed il limite igroscopico della vita microbica" nel quale hanno riprodotto gli esperimenti e le prove effettuate dai veicoli spaziali Viking 1 e Viking 2 sul pianeta Marte per verificare la presenza di vita, non riuscendo ad individuarne alcuno nel terreno del deserto di Atacama. La regione a questo riguardo può essere definita unica sul pianeta: il deserto è infatti risulta del tutto privo di oasi.
L'area è scarsamente popolata:
indios Chandos e bianchi (soprattutto minatori). Nella regione si trovano importanti giacimenti di nitrati e rame.
La regione ha dato il nome ad un minerale molto comune nei giacimenti di rame, l'atacamite: ha infatti ricchi depositi di rame e di altri minerali ed è il più grande serbatoio naturale del mondo di nitrato di sodio, che è stato estratto su vasta scala fino all'inizio degli anni 40.
……………………………………………………….
-Noi sappiamo che la Terra non appartiene all’uomo,è l’uomo che appartiene alla Terra.Questo sappiamo.Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia.Tutto è connesso.Quello che accade alla Terra,accade ai figli della Terra.L’uomo non ha tessuto la trama della vita,in essa egli non è che un filo.Qualsiasi cosa egli faccia alla trama la fa a se stesso. -Ammiro chi resiste,chi ha fatto del verbo resistere carne,sudore,sangue,e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere,e vivere in piedi,anche nei momenti peggiori. (Luis Sepùlveda)
-Che ne sapete se un qualunque uccello che taglia le strade dell'aria non è un immenso mondo di delizia chiuso dai vostri cinque sensi?
|
|
|
Graffio
Utente Master
1470 Posts
Status: offline |
Posted - 25 August 2006 : 18:39:02
|
La desertificazione rappresenta uno dei processi più allarmanti di degrado ambientale, per questo motivo le Nazioni Unite hanno deciso di proclamare il 2006 Anno Internazionale dei Deserti e della Desertificazione.
Siccità e desertificazione minacciano la sopravvivenza di quasi 2 miliardi di persone, le regioni aride e semi-aride del pianeta rappresentano quasi il 40% della superficie emersa della Terra (5,2 miliardi di ettari).
Dai dati dell'Unep - United nations environmental programme- risulta che dei circa 5 miliardi di ettari utilizzati in agricoltura in aree semi aride o prospicienti ai deserti, ben il 70% circa di questi è già degradato e gran parte soggetta a desertificazione o è a forte rischio.
L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Food and Agriculture Organization of the United Nations - FAO) rileva che negli ultimi 50 anni le regioni aride o semi-aride dei paesi in via di sviluppo, approssimativamente per un'area pari per estensione alle dimensioni di Cina ed India messe assieme - 1,2 miliardi di ettari - hanno subito un deterioramento delle condizioni del suolo da moderato ad estremo. Prevede inoltre che per tenere il passo con la crescita demografica, la produzione alimentare mondiale, nei prossimi venti anni, dovrà crescere di oltre il 75%.
E’ qusi terminata la 'Settimana Mondiale dell'Acqua'
Il consumo di acqua dolce si è sestuplicato tra il 1900 e il 1995 più del doppio del livello di crescita della popolazione. Circa un terzo della popolazione mondiale già vive in Paesi considerati ad emergenza idrica - questo accade quando il consumo supera del 10% il totale dell'offerta-. Se questo trend dovesse continuare, 2/3 della popolazione della terra vivrà in queste condizioni nel 2025. Kofi Annan, in (We the peoples)
• Ghiacciai e calotte polari ricoprono circa il 10% del suolo mondiale. Questi sono concentrati in Groenlandia ed in Antartico e contengono il 70% dell'acqua dolce mondiale. Sfortunatamente la maggior parte di queste risorse sono collocate lontano dalle insediazioni umane e non sono facilmente accessibili all'uso. Il 96% dell'acqua dolce ghiacciata é al polo Sud e Polo Nord con il restante 4% distribuito su oltre 550.000 Km2 di ghiacciai;
• Acqua sotterranea è di gran lunga la più abbondante e facilmente disponibile risorsa di acqua dolce, seguita dai laghi, serbatoi artificiali, terre umide (wetlands) e fiumi:
1. l'acqua sotterranea rappresenta più del 90% del totale dell'acqua dolce facilmente utilizzabile. Circa un miliardo e mezzo di persone dipendono da dall'acqua sotterranea per l'acqua potabile;
2. il totale delle acque sotterranee prelevate annualmente è stimato a 600-700 Km cubi, che rappresenta circa il 20% del totale dell'acqua prelevata.
I laghi: la maggior parte dei laghi d'acqua dolce sono situati ad alte latitudini, con quasi il 50% dei laghi mondiali solo in Canada. Molti laghi, specialmente quelli nelle regioni aride, diventano salati a causa dell'evaporazione
• I serbatoi artificiali sono laghi artificiali prodotti attraverso la costruzione di barriere lungo il corso dei fiumi. Il volume d'acqua collocata nei serbatoi artificiali è stimato circa in 4.286 Km3. • Wetlands includono le paludi, sabbie mobili, lagune e fanghi. Le più grande aree di wetlands sono in: Siberia dell'est (780.000-1.000.000 km2), Rio delle Amazzoni (800.000 km2), Baia di Hudson (200.000-320.000 km2).
I fiumi formano un mosaico idrologico, con 263 bacini idrici internazionali che percorrono il 45,3% (231.059.898 km2) del territorio mondiale. Il volume totale dell'acqua dei fiumi è di 2.115 km cubi. -Si stima che ogni anno circa 502.800 km cubi di acqua evapora da oceani e mari, il 90% di quest'acqua evaporata (458.000 km cubi) ritorna direttamente negli oceani attraverso precipitazioni mentre il restante (44.800 km cubi) cade sulla terra.
-Si ritiene che l'acqua dolce disponibile per il consumo umano varia tra i 12.500 km cubi e i 14.000 km cubi per ogni anno. A causa della rapida crescita della popolazione della terra la disponibilità pro capite è diminuita da 12.900 m cubi per anno nel 1970 a 9.000 m cubi nel 1990 e meno di 7.000 m cubi nel 2000. Si prevede che la disponibilità di acqua dolce continuerà a diminuire arrivando a 5.100 m cubi pro capite per anno nel 2025. Questa quantità potrebbe risultare sufficiente a soddisfare i bisogni dell'intera popolazione mondiale se fosse distribuita equamente. Ma molti Paesi dell'Africa, del medio oriente, dell'Asia orientale e alcuni Paesi dell'Europa dell'est hanno una disponibilità d'acqua molto più bassa della media e dei livelli di sussistenza. Nei Paesi altamente popolati dell'Asia e dell'Africa hanno una disponibilità pro capite annua che va da 1.200 m cubi a 5.000 m cubi. Si stima che per il 2025 circa 3,5 miliardi di persone rientreranno nella categoria di "water scarcity" con una disponibilità medi annua di 1.700 m pro capite.
• Il volume totale d'acqua sulla terra è di 1.4 miliardi di Km cubi; • Il volume delle risorse d'acqua dolce è di 35 milioni di Km3, o il 2,5% del totale; • Di queste risorse d'acqua dolce 24 milioni di Km cubi o il 68,9% è sotto forma di ghiaccio e di neve permanente in regioni di montagna, nelle regioni dell'Antartico e dell'Artico; • 8 milioni di Km cubi o il 30% è situato sottoterra. Questo costituisce circa il 97% di tutta l'acqua dolce che potenzialmente può essere utilizzata dagli uomini; • L'acqua dolce contenuta nei fiumi e nei laghi è di 105.000 Km cubi o lo 0,3% del totale dell'acqua dolce mondiale; • Il totale dell'acqua dolce disponibile per gli ecosistemi e per gli uomini è di 200.000 Km cubi d'acqua, che è l'1% di tutte le risorse d'acqua dolce e solo lo 0,01% di tutta l'acqua della terra.
.............................................................
In Europa e nei Paesi dell'Atlantico si registrano ricorrenti episodi di siccità, mentre nuove forme di turismo, che assorbono acqua in crescente quantità, e l'irrigazione agricola minacciano le risorse idriche dei Paesi del Mediterraneo. Lo denuncia “Rich countries, Poor water”, il nuovo dossier WWF che esce in concomitanza con la Settimana mondiale dell'acqua (20-26 agosto). Il dossier mostra come i cambiamenti climatici, la siccità, la scomparsa di zone umide, ma anche la cattiva gestione e l'inadeguatezza delle infrastrutture idriche stanno alimentando una crisi dell'acqua anche nei Paesi ricchi, primi consumatori di "oro blu". In Europa, i Paesi dell'Atlantico registrano ricorrenti episodi di siccità, mentre nuove forme di turismo, che assorbono acqua in crescente quantità, e l'irrigazione agricola minacciano le risorse idriche dei Paesi del Mediterraneo.
Lo denuncia lo studio del WWF Internazionale “Rich countries, Poor water” , che mostra come i cambiamenti climatici, la siccità, la scomparsa di zone umide, ma anche la cattiva gestione e l'inadeguatezza delle infrastrutture idriche stanno alimentando una crisi dell'acqua anche nei Paesi ricchi, primi consumatori del prezioso ed indispensabile liquido.
In Giappone, l'abbondanza delle precipitazioni non basta e la contaminazione delle acque costituisce un grave problema in molte regioni. Negli Stati Uniti, in vaste zone la quantità d'acqua consumata è già sostanzialmente superiore a quella che la natura può restituire. Nelle città più ''assetate'' del mondo, come Houston o Sydney, il ritmo di consumo d'acqua è nettamente superiore a quello della ricostituzione delle riserve. A Londra, le perdite di acqua dovute alla vecchiaia della rete di distribuzione sono equivalenti al contenuto di 300 piscine olimpiche al giorno.
Il rapporto suggerisce di correre al riparo. ''Il problema dell'acqua, che colpisce ricchi e poveri, costituisce un segnale d'allarme per ricordarci il nostro dovere di proteggere la natura" si legge nel dossier.
"Nella Settimana mondiale dell'acqua, che si festeggia dal 20 al 26 agosto, i governi devono trovare soluzioni, sia per i Paesi ricchi che per i Paesi poveri. Tra queste la riparazione delle infrastrutture idriche logorate dal tempo, la riduzione del ricorso a sostanze inquinanti e la modifica dei metodi di irrigazione''
]Le forti alluvioni sono gli eventi meteorologici più frequenti nel nostro continente e lo diventeranno sempre di più specialmente nell’Europa del nord e del nord-est come conseguenza dei cambiamenti climatici. Drammatica è poi la riduzione dei ghiacciai alpini, che riguarda anche l’Italia, dovuta ai cambiamenti climatici, la modifica del flusso dei fiumi e il regime delle precipitazioni che si fanno più brevi ma più intense. Il turismo di massa nell’area del Mediterraneo è non solo in aumento ma sempre più richiede acqua per le seconde case e per i campi da golf, denuncia il WWF. Nel sud Italia si fa più pesante la scarsità d’acqua dovuta all’eccessivo uso che ne fa l’agricoltura, spesso fortemente finanziata grazie ai sussidi. Qui molte delle captazioni e dei pozzi sono illegali o non regolamentate.
-Noi sappiamo che la Terra non appartiene all’uomo,è l’uomo che appartiene alla Terra.Questo sappiamo.Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia.Tutto è connesso.Quello che accade alla Terra,accade ai figli della Terra.L’uomo non ha tessuto la trama della vita,in essa egli non è che un filo.Qualsiasi cosa egli faccia alla trama la fa a se stesso. -Ammiro chi resiste,chi ha fatto del verbo resistere carne,sudore,sangue,e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere,e vivere in piedi,anche nei momenti peggiori. (Luis Sepùlveda)
-Che ne sapete se un qualunque uccello che taglia le strade dell'aria non è un immenso mondo di delizia chiuso dai vostri cinque sensi?
|
|
|
Graffio
Utente Master
1470 Posts
Status: offline |
Posted - 27 August 2006 : 11:29:26
|
L’uragano avanza e cresce Ernesto, Giamaica e Caraibi tremano
WASHINGTON — Ernesto, la quinta tempesta tropicale di questa stagione, sta avvicinandosi alla Giamaica, che dovrebbe investire nella giornata di oggi, e desta allarme nei Caraibi (gli avvisi di pericolo interessano le isole Caymans e, meno, Haiti e la Repubblica Dominicana). Gli esperti del centro nazionale degli uragani di Miami ritengono che Ernesto possa diventare, la prossima settimana, forse martedì, il primo uragano di questa stagione finora tranquilla. È però troppo presto per dire se esso minaccerà le coste del Golfo del Messico. La perturbazioni va intensificandosi: i suoi venti s'avvicinano, ormai, agli 80 km/h. L'avanzata di Ernesto è seguita con attenzione apparentemente esagerata dalle tv Usa, perchè l'arrivo dell'uragano, se tale diventerà, coinciderà con l'anniversario, il 29 agosto, del devastante passaggio sull'arco di costa dalla Louisiana alla Florida di Katrina, che fece 1500 vittime e danni incalcolabili. La minaccia di ulteriori distruzioni è un ottimo viatico per le molte ore di rievocazioni, inchieste e interviste che tutte le tv hanno già deciso di dedicare, da ieri e per tutta la prossima settimana, all'anniversario di Katrina. Intanto, la tempesta tropicale Debby, quarta della stagione, sta perdendosi nel mezzo sull'Atlantico centrale, praticamente a metà strada tra Africa ed America, e non sembra costituire una minaccia per la terraferma, nè ora nè in prospettiva. C'è l'ipotesi che si dissolva dopo essere ridiventata depressione, scendendo sotto la soglia di tempesta.
Il Tempo-27 agosto 2006
-Noi sappiamo che la Terra non appartiene all’uomo,è l’uomo che appartiene alla Terra.Questo sappiamo.Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce una famiglia.Tutto è connesso.Quello che accade alla Terra,accade ai figli della Terra.L’uomo non ha tessuto la trama della vita,in essa egli non è che un filo.Qualsiasi cosa egli faccia alla trama la fa a se stesso. -Ammiro chi resiste,chi ha fatto del verbo resistere carne,sudore,sangue,e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere,e vivere in piedi,anche nei momenti peggiori. (Luis Sepùlveda)
-Che ne sapete se un qualunque uccello che taglia le strade dell'aria non è un immenso mondo di delizia chiuso dai vostri cinque sensi?
|
|
|
Graffio
Utente Master
1470 Posts
Status: offline |
Posted - 09 September 2006 : 17:02:06
|
Voglio descriverti una terra ricca di leggende e culture diverse. Voglio farti conoscere una parte del mondo che è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Voglio narrarti la storia di una magia che l’uomo sta cancellando: lo sguardo magnetico della tigre del Bengala.
In 100 anni le tigri sono diminuite del 95%
E poi voglio raccontarti di una speranza, quella del WWF: salvare la regina della giungla dall’estinzione e aiutare le comunità locali a migliorare le loro condizioni di vita.
]Ti sto parlando del Terai Arc, una striscia di terra che si estende tra Nepal e India. In questo territorio vivono 86 specie di mammiferi, 550 di uccelli, 47 di rettili, 126 di pesci, oltre 2100 specie di piante. Qui vivono anche le ultime 250 tigri del Bengala, e sono in pericolo.
Negli ultimi 100 anni le tigri nel mondo sono diminuite del 95%. In queste zone, come in altre parti del mondo, la tigre viene ancora cacciata illegalmente per la sua pelliccia e per l’impiego di parti del suo corpo nella medicina orientale tradizionale
Il WWF non resta immobile di fronte a questo massacro: sono diversi i progetti per monitorare e tutelare questi felini. Negli ultimi anni ha rafforzato ed equipaggiato delle vere e proprie squadre antibracconaggio che sorvegliano le aree più a rischio.
Ma il problema forse più grave è la frammentazione degli habitat: la tigre deve potersi muovere liberamente da un’area all’altra, senza correre il rischio di essere uccisa. Così stiamo creando dei veri e propri corridoi verdi “di sicurezza” che uniscono parchi e riserve e che permettono alla tigre di spostarsi, nutrirsi e riprodursi.
Di cosa ha bisogno una tigre per sopravvivere? Fitte foreste, acqua e la possibilità di cibarsi di grosse prede: deve essere libera di spostarsi senza correre pericoli. Purtroppo però, muoversi da una foresta all’altra significa finire nel mirino dei bracconieri. Solo tutelando i territori di collegamento tra le aree protette la tigre sarà protetta.
I corridoi verdi che vogliamo preservare sono tre: quello che collega il santuario di Kanchanpur al parco nazionale Bardia-Chitwan, quello che unisce il parco nazionale Bardia al santuario di Katarniaghat e il corridoio Basanta, che unirà il Parco Nazionale Dudhwa (India) con il Royal Shuklaphanta Wildlife Reserve (Nepal).
La tigre non solo mantiene gli equilibri naturali di questo territorio, ma è anche fonte di ricchezza per lo sviluppo di un ecoturismo che migliorerà le condizioni di vita delle comunità locali.
il VIDEO Sulla TIGRE DEL BENGALA
http://assets.panda.org/custom/flash/BengalTiger.mpg
Il più approfondito studio scientifico mai condotto sugli habitat delle tigri rivela che questi grandi felini hanno oggi un territorio del 40% inferiore rispetto a quello di dieci anni fa
Il più approfondito studio scientifico mai condotto sugli habitat delle tigri rivela che questi grandi felini spaziano oggi su una superficie del 40% inferiore rispetto a quella di dieci anni fa: appena il 7% di quello che un tempo era l’areale tradizionale, ovvero dal mar Caspio all’estrema Siberia, dall’Isola di Bali al Nepal.
Questo importantissimo studio - elaborato da alcuni dei maggiori specialisti scientifici del WWF, della Wildlife Conservation Society, dello Smithsonian’s National Zoological Park e del Save The Tiger Fund - sollecita una serie di azioni internazionali mirate per ottenere la salvaguardia di quel che resta delle popolazioni di tigri allo stato selvatico. Lo studio riconosce che gli sforzi di conservazione - ad esempio per difenderle dal bracconaggio, per proteggere le specie predate e per salvaguardarne l’habitat naturale - hanno permesso ad alcune popolazioni di restare stabili o addirittura di aumentare, ma conclude che il successo a lungo termine può essere ottenuto solo se esiste una visione globale di conservazione del territorio e un coinvolgimento diretto dei responsabili.
Il successo della conservazione dei grandi mammiferi è legato ad un approccio di area vasta ed un coordinamento che superi i confini degli stati come la triste storia dell’orso Bruno sulle Alpi ci ha insegnato. Se si vuole convivere con questi animali bisogna tutelare ampi e vasti territori mantenendo le condizioni ideali per la loro conservazione e per le attività economiche compatibili.
Lo studio evidenzia la tendenza al calo di questa specie, e traccia una strada per invertirla. Secondo il WWF si possono definitivamente salvare le tigri, ma la loro sopravvivenza richiede l’impegno delle comunità locali, dei governi e dei donatori internazionali, oltre a sforzi scientifici concertati che permettano di riportare la specie in tutte le aree dove è ecologicamente possibile la sua presenza.
Lo studio individua 76 “territori di protezione delle tigri”: aree con maggiori possibilità di sostenere in futuro la presenza di un numero ragionevole di esemplari. Se confinate in riserve piccole e isolate, le grandi popolazioni di carnivori, come le tigri, sono estremamente vulnerabili all’estinzione. Circa la metà delle 76 aree individuate dallo studio possono sopportare la presenza di 100 o più esemplari, e offrono quindi eccellenti opportunità per il recupero delle popolazioni allo stato naturale: le più vaste si trovano nell’estremo lembo orientale della Russia e in India, ma anche l’Asia sudorientale dispone di zone che possono conservare gli animali in buona salute, anche se negli ultimi dieci anni molte hanno visto le popolazioni ridursi.
Oltre a proteggere l’habitat delle tigri, lo studio avverte che è fondamentale risolvere il problema della caccia di frodo agli animali. Lo studio afferma che le autorità debbono eliminare la domanda di pelli e altre parti delle tigri e di altri grossi felini asiatici, e incrementare gli sforzi per far rispettare le leggi lungo le rotte commerciali, nei mercati di transito e nei mercati asiatici.
"La crescita economica dell’Asia non deve aver luogo a spese dell’habitat delle tigri e del capitale naturale che protegge - ha detto Gianfranco Bologna, Direttore scientifico del WWF Italia. Una delle aree dove oggi si deve decidere con interventi sostanziali è, ad esempio, l’isola di Sumatra dove vive una sottospecie endemica a serio rischio di estinzione per colpa delle nuove tecniche agricole e per oltre 30 anni di taglio intensivo e spesso illegale delle foreste. Su quest’ultima attività anche l’Italia ha le sue responsabilità essendo uno dei maggiori importatori al mondo di legname da quelle aree".
Il video del Terai Arc Project (In Nepalese)
http://assets.panda.org/downloads/taraiprogram.wmv
-"Da bambino, mia madre mi ha imparato ad inginocchiarmi ed a pregare Dio per la forza, salute e protezione. Alcune volte pregavamo in silenzio, altre ognuno pregava a voce alta; alcune volte un anziano pregava per noi..."
-Ammiro chi resiste,chi ha fatto del verbo resistere carne,sudore,sangue,e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere,e vivere in piedi,anche nei momenti peggiori. (Luis Sepùlveda)
-Che ne sapete se un qualunque uccello che taglia le strade dell'aria non è un immenso mondo di delizia chiuso dai vostri cinque sensi?
|
|
|
janet
Utente Master
12135 Posts
Status: offline |
Posted - 10 September 2006 : 01:16:13
|
Interessantissimo come al solito Graffio Grazie
«Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.» Martin Luther King «L'umanità deve mettere fine alla guerra, o la guerra metterà fine all'umanità.» John F. Kennedy
"Lasciatemi essere un uomo libero, libero di viaggiare, libero di fermarmi, libero di lavorare, libero di commerciare come mi pare libero di scegliermi i miei maestri, libero di seguire la religione dei miei padri, libero di pensare, e di parlare e di agire"; Capo Giuseppe -Hein-mot Too-ya-la-kekt =Tuono che Rotola dalla Montagna |
|
|
Graffio
Utente Master
1470 Posts
Status: offline |
Posted - 23 September 2006 : 18:09:06
|
Proclamato il 2007-2008 l'Anno polare internazionale
Gli scienziati e i responsabili politici di 45 paesi hanno assicurato il loro sostegno politico e finanziario all'Anno polare internazionale 2007-2008, il principale sforzo di ricerca coordinato a livello internazionale degli ultimi 50 anni.
La dichiarazione è stata rilasciata in occasione della riunione annuale delle parti consultive del trattato antartico, che quest'anno si è svolta a Edimburgo (Scozia).
L'Anno polare internazionale 2007-2008 coinvolgerà migliaia di scienziati di 60 paesi in una campagna di ricerca coordinata su scala internazionale volta a definire il quadro più approfondito e completo della mutevole situazione delle regioni polari mai registrato. Obiettivo generale dell'iniziativa è consentire un'osservazione e una comprensione più dettagliate delle regioni polari, attirando l'attenzione del mondo intero sulla loro importanza.
Nella dichiarazione di Edimburgo le parti contraenti del trattato dichiarano di credere che la ricerca scientifica avviata durante l'Anno polare internazionale approfondirà la conoscenza dell'Antartico e consentirà una migliore comprensione dei principali meccanismi terrestri, oceanici e atmosferici che controllano il pianeta. La dichiarazione prosegue sottolineando l'importanza della ricerca nelle regioni polari per migliorare la comprensione dell'impatto del cambiamento climatico, e sollecita un numero maggiore di paesi a sottoscrivere il trattato antartico e il relativo protocollo ambientale.
Il trattato antartico, entrato in vigore nel 1961, è il risultato dei negoziati avviati durante l'Anno geofisico internazionale 1957-1958. Il trattato stabilisce che il territorio antartico debba essere utilizzato esclusivamente a scopi pacifici, garantisce costantemente la libertà di svolgere attività di ricerca, promuove la cooperazione scientifica internazionale favorendo lo scambio di progetti e personale di ricerca e impone che i risultati della ricerca siano resi disponibili gratuitamente. Attualmente è sottoscritto da 45 paesi. (Fonte CORDIS)
...............................
Nel 2005 1,6 milioni i bambini morti perché senza acqua potabile
L'anno scorso un milione e seicentomila bambini, 4.500 al giorno, sono morti di diarrea, malattie parassitarie, colera e tifo. Tutte malattie dovute alla mancanza di acqua potabile e alle scarse condizioni sanitarie. Le stime 2005 di questa strage silenziosa arrivano da un report autorevole, appena pubblicato, dell'Oms (Organizzazione mondiale per la sanità) e dell'Unicef in cui si denunciano i ritardi nella messa a punto di una rete idrica mondiale decente. Soprattutto nel Sud del mondo. E soprattutto nelle grandi città. L'unica chance per riportare questa situazione sotto controllo? "Da qui al 2015" bisognerebbe investire una montagna di denaro e di lavoro. Oltre 1,1 miliardi di persone, sia nelle aree urbane sia in quelle rurali - dice il rapporto - non hanno la possibilità di accedere all'acqua potabile e circa 2,6 miliardi di persone non vivono in condizioni sanitarie accettabili. A pagarne lo scotto sono soprattutto i bambini sotto i cinque anni: secondo le stime Oms, nel 2005 sarebbero morti circa 1,6 milioni di bambini. Il report sottolinea che nei Paesi in via di sviluppo la popolazione delle città continua a crescere molto rapidamente e che se va avanti a questo ritmo serviranno moltissimi investimenti solo per mantenere la percentuale attuale di persone che hanno accesso all'acqua potabile e servizi igienici adeguati. Secondo i dati Ims, oggi il 95% dei residenti in città hanno accesso a una fonte di acqua potabile, mentre l'80% ai servizi igienici. Gli obiettivi fissati dal Millenium development goals (Mdgs) nel 2000 - ricorda il report - prevedevano di ridurre della metà la popolazione senza accesso all'acqua e a servizi igienici di base. Ma quello che si è fatto finora è assolutamente insufficiente: servono molti più fondi e agenzie, pianificazione e costruzione. Se si va avanti di questo passo, si riuscirà a soddisfare un terzo degli obiettivi fissati.
"E' una tragedia che il mondo non riesca a raggiungere i target prefissati - ha detto Anders Nordström, Acting Director-General dell'Oms -. Acqua potabile e servizi sanitari di base sono ovviamente così essenziali per la salute che rischiano di essere considerati dovuti". E ha continuato: "Gli sforzi per prevenire la morte da diarrea e da altre malattie sono destinati a fallire a meno che le persone non abbiano acqua e igiene adeguata". E ha continuato: "Il rapporto sottolinea l'importanza della nuova strategia dell'Oms sulla salute pubblica e sull'ambiente per ridurre radicalmente le morti causate da questa situazione. Soltanto affrontando le cause profonde, come appunto acqua e servizi sanitari, possiamo ridurre del 24% le morti globali causate dall'ambiente" .
L'Africa sub-sahariana resta l'area di maggior preoccupazione. Si stima infatti che l'80% della popolazione senza accesso all'acqua potabile viva nell'Africa Sub-sahariana e nel Sud-est asiatico. In particolare, a causa dell'aumento della popolazione nel periodo 1990-2004, il numero delle persone senza accesso all'acqua potabile nell'Africa Sub-sahariana è aumentata del 23%. Secondo dati 2004, soltanto il 56% della popolazione aveva accesso a una fonte di acqua potabile e soltanto il 37% a servizi igienici di base contro una media mondiale del 59%. Nelle aree rurali, l'accesso a una fonte di acqua potabile e servizi era molto bassa nel 1990: soltanto il 64% aveva accesso all'acqua e il 26% ai servizi. Da allora e fino al 2004 quelle percentuali sono cresciute molto, rispettivamente al 73% e al 39%, ma sono ancora lontane dagli obiettivi Mdgs. Tutto male dunque? Non tutto. Il report porta un esempio di successo dall'Etiopia. La regione di Amhara aveva una copertura di solo il 3,8% nel 2003 e soltanto 100 latrine venivano costruite annualmente in ogni distretto. Quell'anno il governo diede però il via a una campagna d'informazione che aumentò la conoscenza della comunità e la comprensione dell'importanza dell'igiene per la salute. La domanda di latrine salì alle stelle e nel 2005 si calcolò che furono costruite ben 26.400 latrine per distretto.
di Sarah Pozzoli
(Cordis)
http://www.hydromed.it/hydromed/index.html
- Si insegnava ai bambini a restare seduti immobili e a prenderci gusto. Si insegnava loro a sviluppare l'olfatto, a guardare là dove, apparentemente, non c'era nulla da vedere, e ad ascoltare con attenzione là dove tutto sembrava calmo
"Io sono nato nelle praterie dove il vento soffia libero e non c'è nulla che ferma la luce del sole. Io sono nato dove non c'erano costrizioni."
-Ammiro chi resiste,chi ha fatto del verbo resistere carne,sudore,sangue,e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere,e vivere in piedi,anche nei momenti peggiori. (Luis Sepùlveda)
-Che ne sapete se un qualunque uccello che taglia le strade dell'aria non è un immenso mondo di delizia chiuso dai vostri cinque sensi?[/b]
|
|
|
Graffio
Utente Master
1470 Posts
Status: offline |
Posted - 30 September 2006 : 17:33:13
|
L' ozono , la cui molecola è costituita da tre atomi di ossigeno, è un gas bluastro, molto reattivo.
Circa il 90% dell' ozono terrestre è situato nella stratosfera , lo strato di atmosfera da 10 a 40 kilometri al di sopra della superficie terrestre, dove viene continuamente generato e distrutto dalle radiazioni UV (ultraviolette). Solo una piccola parte dell' ozono è nella troposfera, lo strato atmosferico interno, dove hanno luogo i fenomeni meteorologici . L'ozono troposferico viene principalmente prodotto mediante reazioni fotochimiche dovute ad altri gas inquinanti, specialmente al di sopra delle grandi città.
Il sottile strato di ozono( foto NASA) nella stratosfera difende la vita sulla terra dalle pericolose radiazioni UV provenienti dal sole. L ' ozono a livello del suolo è dannoso , essendo molto reattivo ed irritante per gli occhi.
La quantità totale di ozono è sostanzialmente stabile in un ciclo naturale. Cosi' è stato per milioni di anni. Negli ultimi decenni, secondo rilevamenti eseguiti nell' atmosfera, lo strato di ozono sta diventando più sottile, specialmente sopra l' Antartide dove appare periodicamente un "buco" nello strato di ozono, scoperto nel 1985 da ricercatori britannici. Non si tratta tecnicamente di un "buco" in cui l' ozono è totalmente assente, ma di una regione con livello di ozono eccezionalmente basso, che si forma sopra l' Antartide all' inizio della primavera ( Agosto- Ottobre). Un vortice senza fine di venti stratosferici chiamato "vortice polare" isola in inverno l' area sopra l' Antartide. Il buco di ozono cresce all' inizio della primavera finchè l' atmosfera si scalda e il vortice polare si indebolisce, ponendo fine all' isolamento dell' aria. Allorchè l' aria dalle latitudini circostanti penetra nella regione polare, lo strato di ozono si stabilizza fino alla primavera successiva.
le zone blù identificano le aree con assenza di ozono
L' ozono , la cui molecola è costituita da tre atomi di ossigeno, è un gas bluastro, molto reattivo.
Circa il 90% dell' ozono terrestre è situato nella stratosfera , lo strato di atmosfera da 10 a 40 kilometri al di sopra della superficie terrestre, dove viene continuamente generato e distrutto dalle radiazioni UV (ultraviolette). Solo una piccola parte dell' ozono è nella troposfera, lo strato atmosferico interno, dove hanno luogo i fenomeni meteorologici . L'ozono troposferico viene principalmente prodotto mediante reazioni fotochimiche dovute ad altri gas inquinanti, specialmente al di sopra delle grandi città. Il sottile strato di ozono nella stratosfera difende la vita sulla terra dalle pericolose radiazioni UV provenienti dal sole. L ' ozono a livello del suolo è dannoso , essendo molto reattivo ed irritante per gli occhi. La quantità totale di ozono è sostanzialmente stabile in un ciclo naturale. Cosi' è stato per milioni di anni. Negli ultimi decenni, secondo rilevamenti eseguiti nell' atmosfera, lo strato di ozono sta diventando più sottile, specialmente sopra l' Antartide dove appare periodicamente un "buco" nello strato di ozono, scoperto nel 1985 da ricercatori britannici. Non si tratta tecnicamente di un "buco" in cui l' ozono è totalmente assente, ma di una regione con livello di ozono eccezionalmente basso, che si forma sopra l' Antartide all' inizio della primavera ( Agosto- Ottobre). Un vortice senza fine di venti stratosferici chiamato "vortice polare" isola in inverno l' area sopra l' Antartide. Il buco di ozono cresce all' inizio della primavera finchè l' atmosfera si scalda e il vortice polare si indebolisce, ponendo fine all' isolamento dell' aria. Allorchè l' aria dalle latitudini circostanti penetra nella regione polare, lo strato di ozono si stabilizza fino alla primavera successiva. Secondo gli scienziati, alcune sostanze chimiche sono le principali responsabili del problema. Queste sostanze chimiche sono chiamate "sostanze che consumano l' ozono" ( ODS, Ozone Depleting Substancies) e comprendono molti gas contenenti cloro o bromo, come : i clorofluorocarburi (CFC) , che contengono cloro, fluoro e carbonio, usati nei frigoriferi e come agenti espandenti nelle schiume; gli "Halons", usati come antifiamma; il bromuro di metile, usato in agricoltura.
Dopo la seconda guerra mondiale, i CFC sono stati ampiamente utilizzati, soprattutto perchè chimicamente inerti e, di conseguenza, non tossici ed estremamente stabili.
I CFC non vengono sciolti dalla pioggia : dopo diversi anni, trasportati dai venti, raggiungono inalterati la stratosfera . Qui vengono degradati dalla intensa radiazione UV, e mediante queste reazioni vengono creati atomi di cloro liberi.
Ognuno di questi può distruggere molte migliaia di molecole di ozono prima di essere allontanato dall' atmosfera; il cloro è un catalizzatore per la distruzione dell' ozono. Il bromo (proveniente per esempio dal bromuro di metile ) è un catalizzatore anche più efficace del cloro. La riduzione dello strato di ozono causerà un incremento delle radiazioni UV a livello del suolo. Un eccesso di raggi UV è stato associato a bruciature della pelle, cancro della pelle, cataratte, e danni ad alcuni raccolti e ad organismi marini. Sostituire i CFC e le altre ODS con sostanze compatibili con l' ambiente . Sono in corso ricerche per identificare le migliori sostanze alternative ; attualmente gli HCFC ( idroclorofluorocarburi), che contengono idrogeno, cloro, fluoro, carbonio, stanno rimpiazzando i CFC, poichè sono meno dannosi per lo strato di ozono. In futuro anche gli HCFC verranno banditi. Il "Protocollo di Montreal " del 1987 è il trattato internazionale per la protezione dello strato di ozono, che regola l' accordo per bandire le sostanze nocive per l' ozono stratosferico. In accordo con il Protocollo di Montreal e i successivi emendamenti l' uso dei CFC e degli Halon è stato ridotto o eliminato; altre ODS, come gli HCFC, saranno eliminate in futuro. Il Protocollo di Montreal è stato senza dubbio un grosso successo per gli ambientalisti, riducendo chiaramente la quantità totale di cloro e bromo che entra nell' atmosfera. Queste riduzioni dovrebbero prima arrestare il declino dello strato di ozono, poi permetterne la ricrescita. Comunque, anche se il consumo di tutti i gas che distruggono l' ozono cessasse completamente, occorrerebbero molti anni prima di un completo recupero dello strato di ozono, a causa della persistenza degli stessi gas nell' atmosfera.
Ricercatori della NASA e di altre agenzie hanno sviluppato un nuovo strumento - un modello matematico computerizzato- per predire la tempistica del recupero del buco di ozono. Il modello riproduce accuratamente l' area del buco di ozono nella stratosfera Antartica negli ultimi 27 anni. Usando il modello, i ricercatori predicono che il buco di ozono scomparirà nel 2068, non nel 2050 come si ritiene comunemente. "Il buco di ozono in Antartide è la conseguenza tardiva della perdita di ozono nella nostra atmosfera" ha dichiarato Paul Newman, ricercatore del NASA's Goddard Space Flight Center "Su aree lontane dai poli come Africa o USA i livelli di ozono sono solo calati dal 3 al 6% al di sotto del livello naturale. Sull' Antartide i livelli sono inferiori del 70% in primavera. Questo nuovo metodo ci permette di stimare più accuratamente i gas ODS sull' Antartide, e prevedere come si ridurranno nel tempo, riducendo l' area del buco di ozono." Nonostante qualche incoraggiante miglioramento a medie latitudini nell' emisfero Nord, il buco di ozono Antartico non ha ancora cominciato a ridursi in maniera significativa, il che non dovrebbe avvenire prima del 2018.
I più importanti gas che provocano l' effetto serra ( biossido di carbonio, metano, ossidi di azoto ) non sono nocivi per lo strato di ozono. Comunque i CFC e lo stesso ozono troposferico contribuiscono all' effetto serra. Sfortunatamente alcune sostanze usate per sostituire i CFC, come gli HCFC, sono meno pericolosi per l' ozono, ma contribuiscono anch' essi all' effetto serra.
.............................................
La Commissione Europea metterà a disposizione di insegnanti e studenti materiale informativo e strumenti interattivi sui cambiamenti climatici a partire dal nuovo anno scolastico. Parte così una nuova fase della campagna comunitaria “Sei tu che controlli i cambiamenti climatici”, lanciata lo scorso maggio con l'obiettivo di sensibilizzare sul tema alunni e docenti. Con lo scopo di far partecipare in prima persona docenti e alunni alla campagna di sensibilizzazione, è prevista la possibilità di compilare on-line la propria dichiarazione di impegno nella lotta ai cambiamenti climatici. In linea con i principali messaggi della campagna, gli studenti sono incoraggiati a modificare leggermente i propri comportamenti quotidiani. Gesti semplici come abbassare il riscaldamento domestico, spegnere la TV invece di lasciarla in modalità standby, riciclare i rifiuti e camminare di più possono contribuire a ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Una mirata strategia informativa nei media, attraverso la Rete ma anche con la distribuzione di brochure, aiuterà insegnanti e studenti a tenersi aggiornati sulla campagna, sui materiali e sugli strumenti messi a disposizione delle scuole.
Fonte: Commissione Europea
……………………………………………………………………………………………………………………………
- le grandi centrali elettriche termocombustibili non inquinano solo l'atmosfera (con i loro fumi) ma anche l'acqua, riscaldandola. L'acqua per il raffreddamento viene infatti sottratta fresca all'ambiente e poi restituita calda. Questo provoca gravi alterazioni negli ecosistemi fluviali. Gli ambientalisti chiedono che le nuove centrali siano più piccole, in modo che l'acqua calda possa essere sfruttata per scaldare le abitazioni della città più vicina (teleriscaldamento). Il consiglio? Sprechiamo meno eletricità!
-Gli ammorbidenti possono provocare allergie perchè sono sostanze artificiali che restano nelle fibre dei tessuti per dare l'effetto morbido. Vengono però nuovamente rilasciate al contatto/calore della pelle che li assorbe, letteralmente e provocano, col tempo, 'inspiegabili' allergie. Sostituiscili con una manciata di bicarbonato: rendendo meno 'dura' l'acqua lascia il bucato altrettanto 'morbido'. L'uso del bicarbonato nella lavatrice rende inutile anche l'uso dell'anticalcare.
………………………………………………………………………………………………………………………………………..
Tutti abbiamo ancora negli occhi i tragici incidenti del mare che hanno coinvolto troppo spesso le superpetroliere e il loro carico riversato, inesorabilmente, in acqua con la conseguenza di ecodisastri di immani proporzioni e con la fatica, spesso vana, di quanti si adoperano a ripulire i fondali dalle chiazze di petrolio. Ma adesso tali spettacoli potrebbero avere conseguenze meno disastrose,al meno per quanto riguarda la minaccia per le creature del mondo marino, da quando, cioè, si è osservato che esistono in natura particolari ceppi batterici, Alcanivorax borkumensis SK2, questo il loro nome, in grado di alimentarsi e metabolizzare il petrolio. Lo hanno scoperto scienziati del Cnr (Iamc) di Messina con a capo il dr. Michail Yakimov dell’Istituto per l’Ambiente Marino e Costiero.
Le varie specie di questi batteri si chiamano BIC che sono “batteri marini obbligati che hanno scelto, fin dalle loro antiche origini, di cibarsi esclusivamente di idrocarburi” spiega Renata Denaro dell’Iamc – Cnr. “Una tale specializzazione non è stata riscontrata in altri microrganismi marini e sembra essere fatta per l’era moderna, in cui l’inquinamento da petrolio in mare rappresenta una seria minaccia”.
Interessante scoprire la qualifica di questi microrganismi che devono la loro specializzazione alla batteria di geni presenti nel genoma di ognuno di essi. Fino ad oggi, dei 45 geni conosciuti si conoscono solo le funzioni di 15 di essi, mentre gli altri 30 sono sconosciuti nelle loro attività. Il fatto di essere a conoscenza della costituzione intima di questi batteri ci fa capire il tipo di scelta ragionata che essi compiono a contatto con gli idrocarburi, ovvero, quali geni si mettono in funzione a seconda delle caratteristiche organolettiche dello strato di petrolio incontrato, così che, vi sono batteri in grado di degradare idrocarburi di origine naturale, petroli di origine antropogenica e via di seguito.
Alla luce di queste conoscenze, s’è dato il via al progetto PON-SABIE, in collaborazione con il Ministero dell’Università e della ricerca nato dall’osservazione di come vasche piene d’acqua inquinate di petrolio, venivano fatte interagire, sperimentalmente, con i batteri BIC, dimostrando che, in appena 15 giorni, l’acqua tornava pura quasi al 100%. Visti gli ottimi risultati raggiunti in laboratorio, il passo successivo che si appresta a compiere il Cnr è quello di testare sul campo il frutto degli studi effettuati fino ad oggi, “trattando” un tratto di mare che si sa inquinato.
Alcanivorax borkumensis SK2 (Batteri “mangiapetrolio”)
CNR - Istituto Ambiente marino e costiero Giuliano Marchese
- Si insegnava ai bambini a restare seduti immobili e a prenderci gusto. Si insegnava loro a sviluppare l'olfatto, a guardare là dove, apparentemente, non c'era nulla da vedere, e ad ascoltare con attenzione là dove tutto sembrava calmo
"Io sono nato nelle praterie dove il vento soffia libero e non c'è nulla che ferma la luce del sole. Io sono nato dove non c'erano costrizioni."
-Ammiro chi resiste,chi ha fatto del verbo resistere carne,sudore,sangue,e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere,e vivere in piedi,anche nei momenti peggiori. (Luis Sepùlveda)
-Che ne sapete se un qualunque uccello che taglia le strade dell'aria non è un immenso mondo di delizia chiuso dai vostri cinque sensi?[/b]
|
|
|
Topic |
|
|
|