Guardo l'antico glicine avvolgere La vecchia casetta di legno tarlato Sembra voglia soffocare stritolare In una morsa naturalmente violenta Mortale legnoso involucro avvolto Capisco però e traslo il mio animo Avvinghiato da te ch’è solo abbraccio D'amore strana riflessione a quest'ora Oltrepassa l’immagine i blocchi delle case Attraversa a sfioro le ciglia nervose Elettrizza la mente rispolverano sagacia A quel filo di giovani amnesie m’aggrappo Lenta piroetta verso un cielo sbozzato Esco da scantinato accecato di triste luce Strati di tempo forse dalla mia pietra tombale D’infanzia sto pesantemente portando Alla forma originale vissuta in lasso lontano Sbigottisco sentire tristezza svanire Cammino o volo mi sorprendo angelo Qualcosa come grano cresce con calma Più veloce dell’arco della nera falce Occhi spalancati e arsura nella gola Bruciano entrambi di bestemmie e grida Sopraggiunge temporale è nel suo buio Come fulmine caduto dentro mieto l’acqua Muta stemprato dal sole in colore dorato Per me solamente un totale intento d’amore Sale quel fuoco scintilla metallico innocente Ora userò raggi di pescatori dell’ultimo astro Lunghi ami appesi innocenti di sangue Correnti di vita spaccano rocce e i ribollii D’anima pura fluiscono nella fonte d’eternità È freddo il tragitto nel fiume esistenziale Sei tu il mio glicine e m’avvinghi d’abbraccio Fin da giovane le inesperte radici a infatuo Combattente silente tenace dolce severa Ogni momento attendo la tua dolcezza
Maxmillian, 18/08/2018
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian
Parcheggio ombra vitale Nel tuo ristretto cortile Non sembra storia mortale Si pone sicura ha soffio gentile
Ci salutiamo per porte separate Ubriaco d’alcoolica voce rocca Rinnovo bicicletta presa a rate L’aria entra da fessurata bocca
Ozio scacciando viva euforia Naufrago tra affanni penosi Mi sento carcassa pura pazzia Rossa lucida e pedali corrosi
La morte fredda corpo ed età Chiude palpebre per nuove luci Di riflesso dentro niente pietà Al buio righi e spazzi note cuci
Sento confusione o sono voci Smarrisco nel pensiero d’illuso Raccolgo nel bianco vino i cocci Ormai la sento come intruso
Tuona la campana nella testa Un canto sordo dissipa l’estasi Sabato e l’ora non è mai a festa Increduli sguardi sommesse frasi
Qualcuno è passato di là del campo Quel suono strappa lembo di pagina Noi tre amici filosofia vecchio stampo In alto calici briosi di paglierina anima
Di qua del banco a gustare stuzzichini A ripartire consigli o ricordare istanti Giorno agognato gara a essere dei primi Passa in un lampo ma non da rimpianti
Pentagramma ritma azione dignitaria La settimana scorre via per il passato I sorrisi ritornati rinfrescano l’aria Ode al complice prosecco vellutato
Maxmillian, 10/09/2018
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian
Argini d’argilla a spire di serpente osservo Corrono a protezione d’erosione antica Impiantati a fondo marci pali antichi fili Catramati inutilmente ergono dal fogliame La sento o mi pare la loro voglia di gridare Soffocati da fronde verdi catene stringenti Non di loro è certo il baccano delle chiome Prolungo sguardo ai tristi legni di fantasmi Nei campi incollati alle sponde a scudo Strisciano vitigni a filari vecchi di Bacò Antichi viticci da mescolare con sapienza Qui il vino è rosso rubino poco grado Quanto basta all’incanutito contadino Attraverso col bastone a frusta calpesto Fiori gialli di Tarassaco fresco lacrimoso Il pascolo mi intreccia l’arto al polpaccio Ha forza tale e stringe da non credere Lo sento come vene pulsanti delle braccia Poi di colpo ancora un prato ben rasato Falciata la seconda medica la terra secca Ritrovo vigna col viso vòlto in penombra File ben gremite d’uva ancora asprigna La grandine ha torturato i caricati pampini La gola è arsa da ritornata calura estiva La bocca cerca giustizia e mano coglie Spremo l’agognato premio godo appieno Il sapore selvatico gratta un po’il palato C’è calma sotto questo tetto ramato Dentro sale il panico come un fuoco Il campo diventa più bianco più scuro Uno scintillio di pioggia scende mi conforta Un attimo di morte m’ha sfiorato dentro La vecchia vigna non mi ha scordato
Maxmillian,11/09/2018
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian