La cascata ritorna con rumore lontano Lungo assordante lo scroscio s’impone Mani arrosate da voluttuosa passione Accarezzano vaporoso lembo pagano Bruciano lontane tenui lanterne ancestrali I miei occhi chiusi trafilano fine pioggia Vedono soffio vitale in ogni unica goccia Dipingo l’arcobaleno di venature speciali
Appoggio i piedi su duro ciottolato lisciato Spumosa l’acqua di gioiose lenzuola pulite Tra le mie gambe scorre aperta in due ferite Gorghi mulinano di margherita petalo falciato Perché non trattengo immagini compiacenti Aspetto e non arricchisco le umane ceneri Ho l’interno desolato cosparso di polveri Lo strazio è morso inflitto da aguzzi denti
Niente resta è perduto originale paradiso Sono desolazione e combattuto d’uomo Come vittima m’apro la stretta mai domo Esche copioso il veleno del concetto reciso La colpa atavica da scontare scrolla sudore Sofferenti i raccolti sulla sponda l’erba è secca La grandine ora l’acqua a tortura punge e becca Si dirada apro occhi sento vigoroso quel timore
Lo sguardo verso terra perché piegato ho vita Rassicura i passi a sconosciuta tranquillità La farsa temporalesca non ha più solidità L'arco colorato sveglio l’amore s’era assopita
Maxmilliann,13/08/2018
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian