Attraverso i campi diseccati croccanti Pieni di rughe profondamente congelate Picchia forte di sola luce il sole slavato L’erba ridotta a cenere bianca Si fa specchio di desolazione Combatte da dentro in silenzio Natura il freddo avvinghia soffoca Morde avvelenando sangue fiacco Coltre schiaccia l’agreste e l’urbano Sottile lastra funebre brinata Col fiato riscaldo inerti dita freddate Pesano come blocchi le ciglia ingrossate Piroetto occhi verso cielo sbozzato La fatica mi attraversa accecante Erano tempi distanti non ricordo Fitti compressi gli strati passati Non sorpresa ma tristezza nell’Io Riemergere ora è dalla pietra dura Il momento rotola a trottola La spirale mi parla di poesia Trascina a passo dopo passo il fiato Bocca trabocca riempita di dolore Quelli che vedendo ho oltrepassato Come pezzi di questa amati terreni Non pensavo non credevo dimenticare Accenderei un falò tra le palpebre Un rimbombo tra le orecchie turbate Catturerei di loro ombre voci umori sapori Arricchirmi di volti emozioni passioni Rimarrei ricco attraversando l’umiltà Della mia terra
Maxmillian, 12/07/2018
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian
Quanto stanca può essere ora la notte La cecità che porta ombra nelle sue corti Senza tempo d’aizzare progetti accorti Ha palpebre stanche le orbite stracotte
Una carezza lacrima questa fredda sera Ha perduto nel pensiero sereno l’attimo Il senso di colpa stiletta fino l’intimo Sono care effigi bonacciate in Riviera
Stridono le logiche sulle vincolate regole Sopra le ciglia bianche di ghiacciata brina Sento tenue quel mormorio soffiato in sordina È vento del nord che bacia graffiando tegole
Ricordo mi dicesti dell’est per vincolo ospitata Della calda isola portavi a vanto fresco rigoglio Non so altro del tuo appassionante orgoglio Qui vivendoti assaporando la creata nottata
So scriverti guardando le stelle dentro un pozzetto So disegnarti in controluce sfiorandoti i corvini So plasmare contorni fianchi pure pudici giardini So sfiorarti i contorni dell’animo chiuso e schietto
Amica Germenzia di te non so altro tutto posso fare Mi aggrappo a te e alla vita e a tutto il sognare
Maxmillian,23/7/2018
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian
Vivo seppellito in vecchio casolare Devastante freddo di cose dentro Falsa d’arroganza è anima immorale Ha libertà di colpirmi dritto al centro
Continuo nella fragile lotta lacera I fulmini che tornano a ciel sereno Sfiorito muoio candela di falsa cera Logorato sobbalzo sul bianco seno
Cresco corpo nell’incanutita pazzia Apro incrinate porte a superficiali cose La mente tra uggiosi canali fa razzia Viso sforna il meglio nelle fredde pose
Immergo sguardo su destinata sorte La spada in mano sulle fredde vene L’istinto emblema di vita o morte Annuncia frontiere aperte a pene
Marmo più duro non potevo scegliere Indietro non tornerà nessuno in vita Quel covo di bisce velenose ma veritiere Dal buio di fosche forme temo risalita
Sento la confusione delle voci ubriache Di prosecco smarrite nel pensiero d’illuso Immerso dentro la foto oltrepasso secche Sbarrata la finestra vi esce l’ombrato fuso
Quella carezza arrivo tardato Un sussurro fuggito non catturato Lo sfioro particolare del respiro Parola posata sul cuore con raggiro
Risvegliati aggrediti percorsi labirinti Attenua l’affanno cantando nenia Possa tu ascoltare il bisogno di sentirti Che io conti vita senza nessuna venia
Sbucciando pelle senescente Le pieghe sono nel senno
Agli occhi impediranno la verità
Maxmillian,05/08/2018
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian