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Forum Le Perle Del Cuore
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 Un angolo di cielo, le nostre Poesie
 Il cammino della vita prosegue lungo la sua via
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Carla
Utente Master

35017 Posts
Status: offline

Posted - 03 May 2016 :  21:48:29  Vedi Profilo Send Carla a Private Message
Lettera a una Mamma

Mamma quando sono in solitudine ti penso,
penso a te ed a papà, alla nostra famiglia che non ha unione.
Guardo le foto di famiglia, foto del passato,
molti volti di persone che mai ho conosciuto.
Di pochissime di loro negli anni,
hai dato brevi isolati accenni.
Quei volti a me sconosciuti avrebbero dovuto aver un senso per te,
per noi tutti, avrebbero dovuto essere parte integrante della famiglia,
della nostra storia,
invece sono solo fotografie ingiallite dal tempo!
Su quelle foto ci sei anche tu (poche, come pochissime sono quelle ove ci son io),
da bimba, da ragazzina e da donna.
Ci sono i nonni che non ho mai conosciuto a parte la tua mamma,
gli zii e zie, cugini e amici (forse) tutto il parentato, sia tuo che di papà!
È molto strana la sensazione che ho guardando quelle fotografie,
non vi sono sorrisi spontanei, se non brevi accenni dei classici ciss fotografici,
non ho percepito felicità, serenità, ma solo tristezza,
carenza d’amore forse dato il rango della famiglia,
le usanze e chissà quali avvenimenti.
Le manifestazioni d’affetto erano frenate.
Cerco di dare una motivazione alla tua strana personalità,
a ciò che forse involontariamente (poiché non ne hai avuto concezione)
non sei riuscita a trasmetterci, a donarci!
Ripenso a tutti gli anni trascorsi, (purtroppo ho ricordi fin dalla tenera età)
A tutte le proibizioni, le privazioni e rinunce,
le paure il far sentire in colpa di colpe che non v’erano,
le offese, le accuse, la mancanza di dialogo e affetto spontaneo.
In certi momenti t’ho odiata Mamma, anche se t’ho sempre amata,
mi son sentita come Cenerentola, solo che almeno lei ha avuto un lieto fine.
Quante volte ho avuto bisogno di te mamma, ma tu ti sei negata,
chiusa nel tuo mondo.
Poi è venuto a mancare pure papà ed è crollata una latra barriera,
quella valvola di sfogo, di sentimento frustrato dal tempo e dalle necessità.
Ricordo quella sera come fosse ieri,
quell’uomo che amavo, che mi ascoltava e proteggeva, il mio papà,
che ai miei occhi di bimba sembrava tanto grande (pur avendo pure lui i suoi perché)
steso su un gelido giaciglio parea divenuto piccino, difronte alla signora nera.
Anche in quella brutta sera, nessuno s’era ricordato della mia esistenza,
solo una vicina di casa m’ha cercata ed allora squillò il telefono….,
ma io ero pronta poiché la natura astrale, che mi cullava
dalla nascita, già m’aveva avvisata.
Giorno dopo giorno tutto peggiorava,
t’aggrappavi ai sensi di colpa per tenerci accanto,
non capendo che non era quello il modo giusto,
volevamo una mamma, non una carceriera!
Eppur a modo tuo c’hai amato, ma non conoscevi il modo giusto per dimostrarlo!
Forse quella malattia infausta della mente,
era in tè da anni e nessuno l’ha riconosciuta per aiutarti.
Negli ultimi mesi, quando venivo a trovarti,
t’osservavo, t’ascoltavo, percepivo le tue paure, il tuo essere bambina,
il tuo non saper distinguere ciò che era giusto e ciò che era sbagliato,
sia per te stessa che per tutti noi,
il tuo immenso bisogno d’affetto, che hai sempre chiesto in modo errato,
costringendo e non manifestandolo.
Eppure papà t’ha amata come la sua regina, ma non ti bastava.
Avevi ricordi antichi, dolorosi, di cui mai avevi parlato in passato,
come quando eravate piccini e il nonno v’ha salvato dalla Ghestapo
e dalla deportazione…
ma non ricordavi ciò che era stato un secondo prima.
Quanto timore, dolore, incapacità d’esprimer l’amore,
che portavi dentro, ho percepito in quelle ore,
trascorse ad ascoltarti, ad osservarti nel profondo.
Tutto il mio dolore, rancore, svaniva pian piano,
comprendendo che ogni tuo gesto del passato per te era incompreso,
del senso errato e
percependo che ormai per te era quasi giunta la fine,
t’ho perdonato.
Mi spiace tanto mamma di non aver potuto tenerti la mano,
nel momento del trapasso, ero al lavoro e non potevo..
quel mattino cadeva tutto e tutte, il mio volto cangiava colore ogni secondo,
era la tua essenza che mi chiamava ed io lo percepivo,
non ho fatto a tempo.. troppo tardi!
Ora sei lassù unita a papà al tuo sposo,
voglio sapervi uniti, sereni e felici,
nell’attesa della riunione..
sappiate mamma e papà che
v’ho sempre amati e restate per sempre nel cuore!
Non ho portato lutto, poiché non è un addio
Ma un arrivederci.
3 Maggio 2016
Carla
Lo so’ e una lettera un poco dura per la festa della mamma,
ma e realtà.









La vita è un eterno
Restare in bilico sul tetto del mondo.
Ci sarà sempre chi cercherà di farti cadere...
Non importa, nonostante le ferite
Rialzati sempre e mantieni il tuo equilibrio!
Carla
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nanà
Moderatore

11172 Posts
Status: offline

Posted - 03 May 2016 :  22:05:40  Vedi Profilo Send nanà a Private Message

Parole molto dure, ma che nascondono una grande sofferenza...
A volte penso che nel passato i genitori non erano abituati a esprimere l'amore per i figli,
nessuno lo aveva insegnato a loro, così loro non sapevano darlo ai figli;
credevano che bastasse dare l'educazione e il cibo così il loro compito di genitorialità era assolto.












Se fai qualcosa col cuore, non hai bisogno che qualcuno ti aiuti.
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Carla
Utente Master

35017 Posts
Status: offline

Posted - 03 May 2016 :  22:09:47  Vedi Profilo Send Carla a Private Message
Già Naná forse è così,ma nonostante ne abbia ricevuto molto poco io ho donato e dono il più possibile a mio figlio, massi ormai è passato, anche se lascia i segni...
Buona notte



La vita è un eterno
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Non importa, nonostante le ferite
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Sweena
Utente Master

940 Posts
Status: offline

Posted - 08 May 2016 :  21:58:00  Vedi Profilo Send Sweena a Private Message




La meravigliosa poesia di Giuseppe Ungaretti alla madre:

E il cuore quando d’un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d’ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'Eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.


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Carla
Utente Master

35017 Posts
Status: offline

Posted - 09 May 2016 :  07:34:41  Vedi Profilo Send Carla a Private Message
Bellissima Sweena, grazie


La vita è un eterno
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Carla
Utente Master

35017 Posts
Status: offline

Posted - 09 May 2016 :  17:23:38  Vedi Profilo Send Carla a Private Message

Un raggio di luce dal cielo

Giornata grigia
Il cielo è oscurato da nubi nere
colme di pioggia,
che rendon ancor più tristi e vuote le giornate,
di una vita stanca,
d’indossare maschere sorridenti come un Pierrot,
che si guarda allo specchio,
non riconoscendo se stesso.
La gente ti osserva,
pensa che non hai problemi
o che comunque riesci sempre a rialzarti senza fatica.
Certo quando si deve camminare soli,
bisogna per forza sorridere al nulla,
cadere e trovare migliaia di volte la forza per rialzarsi,
da baratri di ostacoli della vita, ma è dura
e come qualsiasi essere vivente, si ha bisogno di un raggio di luce,
che illumini le giornate grigie e stanche.
Spesso ci si contenta di briciole d’illusioni,
o si dona sostegno e forza agli altri,
buttando via la propria vera essenza.
Ma realmente chi è che si vuol sorreggere e portare alla serenità se non Noi stessi?!!
In realtà ciò che si vuole veramente
È essere guardati ed abbracciati da una persona speciale,
come se si fosse la persona più bella ed importante della sua vita,
al di là dell’esteriorità, dell’apparenza.
Una persona che sappia farsi posto dentro al tuo cuore,
senza intrappolarlo, rispettando gli spazi
e che riesca ad accettare e far accettare,
pregi, difetti e affetti dei propri percorsi reciproci.
Tutto questo sembra una montagna invalicabile,
poiché i timori del soffrire son tanti,
le abitudini difficili d’abbandonare anche se almeno in parte.
Ormai dopo anni, ci si è creati le proprie mura del Castello,
rendendole quasi invalicabili, da qualsiasi abile guerriero!
Poi un giorno mentre guardi alla finestra,
quel cielo grigio,
un raggio di luce mandato dal cielo,
attraversa i vetri illuminando la stanza
e in quel momento, scorgi un bellissimo piccolo fiore colorato,
che cerca di allungare la propria corolla,
al di fuori delle sterpaglie di quel giardino abbandonato.
Ti rendi conto,
che ogni piccolo filo d’erba, ogni sterpaglia ed ogni spina che hai nel cuore,
sono Vita che và apprezzata, esaltata e vissuta.
Allora timidamente apri quella finestra che s’affaccia alla vita,
lasci cadere quella maschera inveritiera, statica e stanca,
lasciando entrare quel raggio di luce,
per illuminare le tue giornate.
Ci saranno ancora le giornate grigie colme di nubi
e piogge dell’anima che irroreranno il volto,
ma quel raggio di luce sarà presente per illuminare,
di nuovo il grigiume di quella vita stanca rinvigorendola
fino alla fine del viaggio!
3 Maggio 2016
Carla





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nanà
Moderatore

11172 Posts
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Posted - 09 May 2016 :  17:34:24  Vedi Profilo Send nanà a Private Message

Bellissime le tue parole fanno riflettere sulla solitudine...
Raccontano nei minimi particolari il comportamento che spesso teniamo di fronte a tutti...
Per non fare vedere il vuoto e il dolore che sentiamo dentro al cuore...
Ma la vita scorre veloce e si devono rincorrere le giornate anche se sono negative.












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