...e che indimenticabili alcune "chitarrate" e chitarristi!!!!
------------------------------------------------------------------------- E noi, viandanti, andiamo. Ognuno ha il suo passo, la sua orma, la sua ombra.
Ludwig van Beethoven - Sinfonia n° 7 in La maggiore - 1) Poco sostenuto - Vivace
La settima sinfonia di Ludwig van Beethoven in La maggiore op. 92 fu composta fra il 1811 e 1812 (fu eseguita il 8 dicembre 1813 a Vienna).
La Sinfonia n. 7, scritta a distanza di tre anni dalla Sinfonia n. 6 "Pastorale", tra il 1811 ed il 1812, non ha una linea di continuità con le precedenti; le stesse infatti furono composte dal 1801 al 1808 senza interruzione. Tra il 1809 e l'inizio della composizione della sinfonia, 1811, Beethoven porterà a termine il Concerto per pianoforte n. 5, l'ultimo, (1809), le musiche per l'Egmont di Goethe completate intorno al 1810, il Quartetto in fa minore op. 95, anch'esso dello stesso anno. Per Beethoven, con questa sinfonia, inizia un nuovo capitolo della sua vita; fin dall'ascolto del primo tempo, con la melodia dirompente e straripante, si rimane travolti dalla grandezza del genio che anche se è costretto all'isolamento dalla vita pubblica, a causa della sua sordità che gli porta una grande sofferenza per l'incomunicabilità di parola tra se e gli altri, riesce a sfoggiare in un momento così critico una grandezza interna, un genio che conferma la bellezza umana, impareggiabile. È di questo periodo l'incontro con il grande Goethe, nella città termale di Teplitz in Boemia. La prima esecuzione ebbe luogo l'8 dicembre del 1813 nella sala grande dell'Università di Vienna per un concerto di beneficenza. Richard Wagner nella sua "L'Opera d'arte dell'avvenire" così scrisse di questa sinfonia: La sinfonia è l'apoteosi della danza: è la danza nella sua suprema essenza, la più beata attuazione del movimento del corpo quasi idealmente concentrato nei suoni. Beethoven nella sue opere ha portato nella musica il corpo, attuando la fusione tra corpo e mente.
Ascolta con la mente Guarda con gli occhi del cuore Parla con la voce dell'Amore
Sonata per pianoforte n. 14 (Beethoven) Moonlight Sonata
La sonata per pianoforte n. 14 in Do diesis minore, denominata dal compositore "Sonata Quasi una fantasia", più comunemente nota sotto il nome di "Chiaro di luna" (soprannome attribuitogli del critico tedesco Rellstab), è l'op. 27 n. 2 del catalogo di Ludwig van Beethoven, e venne completata nel 1801.[1] Beethoven dedicò quest'opera alla sua alunna prediletta, la diciassettenne[1] Contessa Giulietta Guicciardi[1], di cui egli era (o era stato) innamorato.[1]
È una delle più famose composizioni pianistiche di ogni tempo, ed è ampiamente riconosciuta come una delle più importanti opere del periodo classico. Il maestro aggiunse la scritta Quasi una Fantasia perché la struttura non rispecchia quella tradizionale di una sonata, che solitamente consta di quattro movimenti: un allegro (spesso in forma sonata), un adagio, un minuetto o uno scherzo e un altro allegro finale (frequentemente un rondò). Il primo movimento sembra invece omesso da quest'opera, ed è probabilmente questo il motivo per cui Beethoven la denominò Quasi una Fantasia: per indicarne il suo carattere libero e originale.
Una delle mie preferite di musica classica
Ascolta con la mente Guarda con gli occhi del cuore Parla con la voce dell'Amore
------------------------------------------------------------------------- E noi, viandanti, andiamo. Ognuno ha il suo passo, la sua orma, la sua ombra.
"L'Estate" da LE QUATTRO STAGIONI di Antonio Vivaldi, italiano, (1678-1741) è un concerto in Sol minore per violino, archi e clavicembalo. Il concerto per i suoi toni accesi e violenti riflette con maggiore efficacia rispetto agli altri la carica esplosiva della stagione. La tempesta viene descritta passo passo nella sua manifestazione al pastore: dapprima si avvicina da lontano nella calura estiva (allegro non molto - allegro), quindi il pastore che si spaventa per l'improvviso temporale (adagio presto) e infine la virulenza sprigionata dalla tempesta in azione (presto).
------------------------------------------------------------------------- E noi, viandanti, andiamo. Ognuno ha il suo passo, la sua orma, la sua ombra.
Complimenti a voi... Vitale, Oriana, Straluna e Luna! Noto che ve ne intendete! Sono un batterista sì.. ma il mio strumento preferito è appunto la chitarra elettrica!
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Credo nella ragione e nella propria coscienza! Credo nell'altruismo e nell'intraprendenza!