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 Riflettendo in armonia
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beppe
Utente Master

649 Posts
Status: offline

Posted - 23 August 2012 :  07:25:18  Vedi Profilo  Click to see beppe's MSN Messenger address Send beppe a Private Message
L a vita è un piccolo sacchetto di monete. Ogni mone¬ta è un sentimento, un’occasione, un destino. Ogni moneta ha due facce, e se da una parte peschi la mo¬neta della felicità devi stare molto attento perché potreb¬be voltarsi. E svelarti la faccia del dolore. Ha un grande va¬lore questo sacchetto di monete. Così pieno, così vario. C’è da pescare, bisogna stare attenti a pescare. A volte ca¬pita che qualcuno scelga le facce giuste e allora hai fra le mani il gettone dell’amore, della famiglia, il gettone del suc¬cesso professionale, il grande doblone della salute. C’è chi riesce a tenerli per tutta una vita rivolte sul lato fortuna¬to: e questo è il grande miracolo dell’armonia. Altri pe¬scano male e campano sul filo del rasoio, dove la sottra¬zione vince sull’addizione, dove togliere ha più forza che ricevere. E questo è semplicemente l’esistenza. Ma c’è qualcosa in quel sacchetto da tenere stretto e ben pre¬sente: è sapere che bisogna pescare, comunque, che la mano non deve aver paura perché la moneta è l’unica pos¬sibilità che abbiamo. Di vivere, o forse di sapere. Sapere cos’è la passione e subito dopo l’amore e poi la fine del¬l’amore, dell’affetto portentoso di un padre e della trage¬dia di una sua perdita, della generosità incondizionata di una madre e del suo distacco, di un figlio che nasce, di un figlio che muore. Il pescare è la sola misura dell’esistenza. Non ne conosciamo altri. A volte ci viene tolto tutto al¬l’improvviso, altre volte ci viene regalato un poco alla vol¬ta. Qualcuno lo chiama contrappasso, altri bilancia della vita. Io non lo chiamerei affatto, perché lo stupore è l’uni¬ca cosa che rimane davanti a questo piccolo sacchetto di destini.
Conosco persone che hanno pescato sempre bene le loro monete. Ne conosco altre che hanno estratto sempre la faccia dolorosa. La maggior parte ha avuto che fare con un lato del gettone e subito dopo con l’altro. Le poche righe che mi rimangono sono dedicate a uno di loro e al suo sacchetto che ha dovuto abbandonare pochi mesi fa. Si chiamava Gianluca e non ha mai avuto paura, nemmeno una volta, di scegliere il suo destino. Di pescarlo. Aveva quarantadue anni e due bellissime bambine, le sue mo¬nete più belle. Le chiamava 'briciole', perché stavano in un abbraccio. Aveva Sonia, la sua ragazza e poi moglie, co¬nosciuta a 20 anni all’università e sposata a 32. Me l’ha fatta vedere una volta, quando veniva in ufficio a siste¬marmi il computer: teneva una fotografia nel portafoglio, lei sorrideva mentre lui era intento a fissarla come non ci fosse nessuna macchina fotografica davanti. Gianluca a¬veva un buon lavoro, era un informatico ma anche uno scrittore che usava la notte per mettere su carta quel che raccoglieva di giorno. Erano queste le sue monete più pre¬ziose, venute fuori dopo un primo gettone sfortunato, la perdita prematura di un padre. Col tempo, però, Gianlu¬ca aveva pescato bene dal sacchetto, si era ripreso tutto con i suoi gettoni della vita. E quella era la ricompensa che se¬gue la mancanza. Poi un giorno Gianluca è venuto in ufficio, aveva una tos¬se sottile e leggera che non lo lasciava, che l’avrebbe co¬stretto a stare un po’ di giorni a casa per degli accerta¬menti. Semplice allergia, mi ripeteva con gli occhi im¬pauriti. Invece quella era la moneta più terribile del sac¬chetto, quella che ognuno di noi vorrebbe lasciare sem¬pre per ultima. L’ha pescata e da quel momento ha avuto solo otto mesi per baciare ogni sera le sue bambine, per baciare ogni sera il suo amore Sonia. Otto mesi, in cui fi¬no all’ultimo ha continuato a venire in ufficio, a lavorare, a dirmi non dimenticare mai quello che hai. Otto mesi, in cui mi ha insegnato una cosa che non dimenticherò più: l’importante è pescare dal sacchetto della vita, sempre. Qualsiasi possa essere la moneta. Qualsiasi.
Marco Missiroli





Sir Morris
Bannato

947 Posts
Status: offline

Posted - 23 August 2012 :  08:24:42  Vedi Profilo Send Sir Morris a Private Message
Struggente racconto!
Un abbraccio!

_______________________________________

Credo nella ragione e nella propria coscienza!
Credo nell'altruismo e nell'intraprendenza!



Sir Morris
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Vitale
Utente Master

880 Posts
Status: offline

Posted - 23 August 2012 :  10:07:01  Vedi Profilo Send Vitale a Private Message
Vero, bisogna stare attenti a pescare...

-------------------------------------------------------------------------
E noi, viandanti, andiamo. Ognuno ha il suo passo, la sua orma, la sua ombra.
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n/a
deleted

21604 Posts
Status: offline

Posted - 23 August 2012 :  11:05:48  Vedi Profilo Send n/a a Private Message
nel sacchetto della vita, così pieno, così vario.
l'estrazione è casuale, non possiamo prevedere,
ma affidarsi alla fortuna.. sono eventi aleatori



Ogni fine è anche un Inizio...
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n.n
cancellato

5752 Posts
Status: offline

Posted - 23 August 2012 :  13:13:19  Vedi Profilo Send n.n a Private Message
Struggente e triste ..forse quel sacchetto a volte è diviso in due parti..e non mi sento di dire altro in merito

Beppe sempre splendidi i tuoi post
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Fein
Moderatore

14529 Posts
Status: offline

Posted - 23 August 2012 :  13:33:43  Vedi Profilo Send Fein a Private Message
storia bella all'inizio e terribile la fine
ci fai leggere sempre delle cose con un senso Beppe
la scelta della vita... nessuno può sapere come andrà a finire...

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Carla
Utente Master

35017 Posts
Status: offline

Posted - 23 August 2012 :  16:11:42  Vedi Profilo Send Carla a Private Message
Non posso che associarmi alle rispote che già ti han dato.. Beppe, sempre bello ed istruttivo per l'anima leggerti






Ascolta con la mente
Guarda con gli occhi del cuore
Parla con la voce dell'Amore

****LUNA****
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beppe
Utente Master

649 Posts
Status: offline

Posted - 26 August 2012 :  09:03:19  Vedi Profilo  Click to see beppe's MSN Messenger address Send beppe a Private Message
STORIA DI UN ANGELO



Vidi una ragazzina seduta tutta sola nel parco. Tutti le passavano vicino e non si fermavano per scoprire perché sembrasse così triste. Indossava un vestito rosa logoro, scalza e sporca, sedeva e guardava la gente passare.
Non provava mai a parlare. Non diceva una parola. Molti le passavano vicino, ma nessuno si fermava. Il giorno dopo decisi di tornare al parco per curiosità, per vedere se la ragazzina stava ancora lì. Sì, era lì, proprio nello stesso posto dov'era il giorno prima, e ancora con lo stesso sguardo triste negli occhi. Quel giorno ero decisa a fare qualcosa ed avvicinarmi alla ragazzina. Che, come tutti sappiamo, un parco pieno di gente strana non è il posto giusto dove dei bambini possano giocare soli. Nell'avvicinarmi notai la parte posteriore del vestito della ragazzina. Aveva una forma grottesca. M'immaginai che fosse quella la ragione per cui la gente passava e non faceva lo sforzo di parlare con lei.
Le deformità sono un colpo basso nella nostra società , e il cielo vieta di fare un passo verso di esse e assistere qualcuno che è diverso. Avvicinandomi ancora, la ragazza abbassò appena gli occhi per evitare il mio sguardo.
Da vicino potei vedere più chiaramente la forma della sua schiena. Aveva la forma orribile di una gobba esagerata.
Sorrisi per farle capire che era tutto ok; ero lì per aiutarla, per parlare.
Mi sedetti accanto a lei e esordii con un semplice "ciao".
La ragazzina sembrò colpita, e balbettò un "salve" dopo avermi a lungo fissato negli occhi. Sorrisi e anche lei sorrise timidamente. Parlammo finché venne sera, e il parco fu completamente vuoto. Chiesi alla ragazza perché fosse così triste.
Lei mi guardò e con tristezza disse "perché sono diversa". Immediatamente risposi "lo sei!"; e sorrisi.
La ragazzina sembrò ancora più triste e disse "lo so". "cara," dissi, "mi sembri un angelo, dolce ed innocente".
Mi guardò e sorrise, poi si alzò in piedi lentamente e disse "davvero?"
"sì, sei come un piccolo angelo custode mandato a prenderti cura della gente che passa". Annuì con la testa, e sorrise.
Così facendo aprì la parte posteriore del suo vestito rosa e lasciò uscire le sue ali. Poi disse "lo sono". "sono il tuo angelo custode" con un luccichio negli occhi.
Rimasi senza parole - di certo stavo avendo un'allucinazione.
Disse "per una volta hai pensato a qualcuno oltre a te stessa. Il mio lavoro qui è finito."
Mi alzai in piedi e dissi "aspetta, perché nessuno si è fermato per aiutare un angelo?"
Mi guardò, sorrise, e disse "sei l'unica che possa vedermi" e poi se ne andò.

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