quello che a fiotti sprizza violento e selvaggio che l’anima strizza stropiccia maltratta i nostri corpi bollenti lasciati allo sbando preda di fuoco di fulmine e tuono mai pago da ripide erte si lancia com’aquila su preda afferra e risale.
Quello urlato ansimato con voce acuta rotta rauca graffiato nell’aria strappato con perfido orgoglio da gole riarse di febbri brucianti di sete mai spenta.
O quello che più profondo ti prende nelle notti piovose quando nei vetri appannati ricordi di luce il suo viso fan vivere bagnati echi e ventosi la sua voce parlano sostituendo il latitante abbraccio un triste dolce calore si spande pel corpo nella stanza con luce gialla di lampada e rosso di camino nella coperta d’ombra ti rifugi per ritrovarlo e stargli un po’ vicino
Io me ne fotto del mondo intero Quando l'amore inonda le mie mattine
Je me fous du monde entier Tant qu'l'amour inond'ra mes matins Ihymne a l'amour - Edith Piaf