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 UN PENSIERO PER NATALE
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Fein
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Posted - 05 December 2010 :  16:55:34  Vedi Profilo Send Fein a Private Message  Rispondi quotando
cara vale non credo che la magia possa sparire,
e' solo che ci sono delle persone co tantissimi
problemi,spero che sia un natale splendido e speciale per tutti.



Germenzia


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Posted - 05 December 2010 :  22:46:19  Vedi Profilo Send n/a a Private Message  Rispondi quotando
Il mio pensiero per Natale è che vorrei vedere questo mondo
in pace è pieno d'armonia senza guerre ,senza morte ,senza bambini che muiono di fame a cusa della guerre tra popoli
,ma non succederà mai perchè i potenti quelli che comandano
devo fare guerre assurde per il potere senza badare a chi soffre
che gliene frega a loro se i bambini muiono di fame è di malattie
nel 2010 ......pensiero assurdo desiderare la pace è la gioia nel mondo








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Posted - 15 December 2010 :  09:59:53  Vedi Profilo Send n/a a Private Message  Rispondi quotando
UNA CRITICA AL NATALE.
POSSIAMO FARNE A MENO?
(Stefano Zoja)




Natale, da festa religiosa a isterico rito pagano. “Il Natale: quando arriva, arriva” come minacciava uno spot qualche tempo fa. Quasi fosse ineluttabile, come la rata del mutuo o le zanzare. Una condanna imposta dal calendario che ci porta in dono la zia petulante, la ressa nei negozi, gli auguri scambiati in punta di guancia coi conoscenti. Il Natale – non Babbo Natale o tanto meno Gesù Bambino, loro, poveretti, non ci chiedono niente –, diciamo piuttosto il Movimento Sociale per il Natale, ci vuole pronti, reattivi, generosi. E addirittura contenti e sorridenti.

Un’imposizione sociale che sa di ricatto, di ipocrisia. Che alle persone che non hanno di che sorridere giunge lontana, incomprensibile, se non fastidiosa o addirittura problematica. Del Natale si è perso il senso in un tempo piuttosto lontano. Ogni anno si sprecano gli appelli al recupero del significato vero di questa festa. Naturalmente restano disattesi e l’anno dopo siamo da capo. Il simpatico signore vestito in uno sgargiante rosso Coca Cola (ma non è nata da qui la sua divisa) ci invita, per bocca di altri, a fare contenti bambini e bambinoni con i regali.

E l’amministrazione comunale attiva la nostra salivazione pre-natalizia accendendo le – sempre più grigie – luminarie ormai un mese e mezzo prima della festa. A ruota le vanno i negozi e le pubblicità. E poi noi. E’ sin troppo facile fare la solita tirata contro il consumismo che ha preso in ostaggio il Natale. Anche se è una verità e c’è anche questa alla radice dell’alienazione emotiva cui molti arrivano durante le feste natalizie.

Il Natale spesso non porta felicità, ma mette in risalto l’infelicità. Enfatizza per contrasto la vera condizione di una persona, sbattendole in faccia l’impossibilità di aderire a quella falsa e generalizzata dell’allegria a tutti i costi. Chi è povero, a Natale si sente ancora più povero; chi è solo trova il silenzio ancora più insopportabile. Il nostro stato d’animo precede e supera il Natale.

Questo, come tutte le cose di cui non si vede il senso, è buono ad attivare per contrasto sentimenti negativi, di esclusione, di rifiuto, in chi è predisposto, per carattere o per la stagione che attraversa, a viverlo male. E nemmeno è la tristezza “sana” di chi si sente escluso dal benessere vero: semplicemente chi è in difficoltà si trova più esposto emotivamente e quindi portato a subire le conseguenze negative di un rito svuotato.

In compenso chi è felice o sereno guadagna poco dal Natale, al massimo l’occasione di farsi un paio di mangiate in compagnia o di ricevere qualche bel regalo inaspettato. In tutti i casi, benefici che non discendono realmente dal Natale, di cui questo non è la causa, ma al massimo il pretesto. Chi sta bene non trova nel Natale nessun vero valore aggiunto. Tutto questo a fronte dei molti casi “medi”, in cui il Natale è “sopportato”: corse e code ai negozi, cenoni di famiglia ipocriti, ansie da regalo. In tutti i casi il Natale non comunica più qualcosa di intenso, perché, come tutte le cose di cui non si vede o non si avverte più il senso, non riusciamo più a stabilirvi una relazione vera e profonda.

Allora, se il Natale non è più in grado di comunicare realmente con noi, dovremmo provare noi a condurre il gioco fino in fondo e a servirci del Natale. In un editoriale pubblicato pochi giorni fa oltre agli auguri si trovava un invito alla consapevolezza. Su ciò che è il Natale e su noi stessi. Altro che renne sorridenti e code alle casse: dobbiamo a noi stessi un lavoro di scavo per capire innanzitutto chi siamo e come stiamo. E poi se volessimo provare a riabilitare questa festa ipertrofica e malaticcia potremmo chiederci da dove viene e magari intravederne il significato originario, di matrice religiosa ma potente anche per i non credenti. Ora sembra così distante che solo pochissime persone lo conoscono e lo celebrano per il suo valore.

Naturalmente siamo ricaduti nell’ennesimo appello al recupero dello spirito del Natale. Ma la banalità, persino la fastidiosa ripetitività, possono celare delle verità importanti. Del resto qual è l’alternativa? Ne vedo due. Una è fare come il cappellaio matto di Alice e festeggiare i non-Natali che vogliamo, quando vogliamo. E’ un’opzione meno stupida di quanto la contraddizione logica cui mette capo può far pensare. E’ un po’ difficile da praticare però, perché gli altri tendono a prenderti per pazzo. E non sempre hanno torto.

Oppure si può abolire il Natale. Un’idea un po’ antipatica perché lascerebbe un vuoto, ma abbiamo davvero voglia di tenere vivo un rituale stanco e anonimo che ci vuole allegri senza darcene i motivi? Potremmo sempre inventare una nuova festa, secondo i bisogni e i desideri profondi che abbiamo ora. Magari una in cui si celebra un bambino appena nato, segno di una speranza nuova, che ci racconti valori a cui potremmo sentirci vicini per stare insieme e prosperare. Forse basterebbe questo: un nuovo nome.



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Oriana
Utente Master

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Posted - 15 December 2010 :  11:44:59  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message  Rispondi quotando
Amo il Natale fin da bambina, foss'altro per il fatto che è una occasione in più per vivere l'amore della famiglia, con anziani e piccini intorno allo stesso grande tavolo

Ciò non toglie che leggendo quello che hai postato Straluna, mi sento di dover quotare quasi tutto il contenuto.

In fondo se non ci fosse più il Natale ( nel significato religioso che riveste) o fosse sostituito da un'altra festa o da niente in assoluto, le persone che si amano troveranno un'altra data e certamente un'altra occasione per confermarsi il loro affetto e la loro gioia di stare insieme.



El dormir es como un puente que va del hoy al mañana.
Por debajo, como un sueño, pasa el agua, pasa el alma.

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Posted - 15 December 2010 :  11:56:40  Vedi Profilo Send n/a a Private Message  Rispondi quotando
anch'io amo il Natale questa festa al di là del simbolismo religioso è più legata alla famiglia ed ecco che quando qualsiasi tipo di legame viene a spezzarsi, per vari motivi, quando intorno alla tavola non ci sono più sedute insieme a noi le persone care ci piomba addosso la più amara delle tristezze!
è molto legata ai ricordi d'infanzia (anche per me) perché un bambino riesce a vivere questa festa, con spensieratezza e armonia vedendo tutti i parenti intorno a se.. apparentemente felici la sua sola preoccupazione è quella di scartare i regali ricevuti, poi la vita va avanti e purtroppo senza fare sconti a nessuno e mentre la gente corre per le strade sollecitata dal consumismo ad acquistare dai regali di alto valore economico, a qualsiasi tipo di cianfrusaglia per poi gettarla via dopo le feste o abbandonarla in qualche cassetto, quando come famelici in quel giorno mangiamo tutto più del necessario, mi rendo conto che il Natale è ormai simbolo di omologazione, questa piaga moderna di convenzioni e abitudini ha rubato il vero significato di questa tradizione!!

Oriana


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Posted - 15 December 2010 :  15:16:56  Vedi Profilo Send n/a a Private Message  Rispondi quotando
Il Natale è ormai vicino, ed io come ogni anno, non so se odiarlo o amarlo. Lo amavo, senza ombra di dubbio, quando la mia famiglia era unita, prima assumeva forma diversa, sapori diversi, più intensi, più sentiti. Ora in me qualcosa è cambiato...non lo sopporto più e spero che anche questo natale passi in fretta...e che al momento del brindisi, al momento di essere tutti o quasi riuniti a tavola...il vuoto che ho dentro non faccia troppo spazio in me...e spero che la gente spenda un pò meno soldi in regali e un pò più di tempo per l'amore










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Posted - 15 December 2010 :  15:38:37  Vedi Profilo Send n/a a Private Message  Rispondi quotando
quote:
Originalmente inviata da dona
spero che la gente spenda un pò meno soldi in regali e un pò più di tempo per l'amore



quoto
per il resto che hai scritto.. un abbraccio


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