Oriana
Utente Master
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Posted - 18 August 2010 : 10:50:52
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Cassandra è una figura della mitologia greca. Figlia del re di Troia Priamo e di Ecuba. Avuto da Apollo il dono della preveggenza, prevedeva terribili sventure ed era pertanto invisa a molti. Ancora oggi il suo nome è associato a persone che preconizzano eventi nefasti. Vi sono diverse versioni sull’origine del dono profetico di Cassandra. Secondo una prima versione, fu portata appena nata, insieme al fratello gemello Eleno, nel tempio di Apollo; lì trascorsero la notte. Al mattino furono ritrovati coperti di serpenti che lambendo loro le orecchie li avevano resi profeti. Secondo un’altra versione, la più famosa, Apollo, per guadagnare il suo amore, le donò la dote profetica ma, una volta ricevuto il dono, Cassandra rifiutò di concedersi a lui: adirato, il dio le sputò sulle labbra e con questo gesto la condannò a restare sempre inascoltata.
Una poetessa moderna ha scritto per lei questi versi. Ci sono incappata per caso e mi sono piaciuti molto.
Sono io, Cassandra. E questa è la mia città sotto le ceneri. E questi i miei nastri e il bastone di profeta. E questa è la mia testa piena di dubbi.
E' vero, sto trionfando. I miei giusti presagi hanno incendiato il cielo. Solamente i profeti inascoltati godono di simili viste. Solo quelli partiti con il piede sbagliato. E tutto potè compiersi tanto in fretta che è come se non fossero mai esistiti.
Ora rammento con chiarezza: la gente al vedermi si fermava a metà. Le risate morivano. Le mani si scioglievano. I bambini correvano dalle madri. Non conoscevo neppure i loro effimeri nomi, e quella canzoncina sulla foglia verde nessuno la finiva mai in mia presenza.
Li amavo. Ma dall'alto. Da sopra la vita. Dal futuro. Dove tutto è sempre vuoto e nulla è più facile che vedere la morte. Mi spiace che la mia voce fosse dura. Guardatevi dall'alto delle stelle - gridavo - guardatevi dall'alto delle stelle. Sentivano e abbassavano gli occhi.
Vivevano nella vita. Permeati da un grande vento. Con sorti già decise. Fin dalla nascita in corpi da commiato. Ma c'era in loro un'umida speranza, una fiammella nutrita dal proprio luccichio. Loro sapevano cos'è davvero un istante, oh, almeno uno, uno qualunque prima di -
E' andata come dicevo io. Solo che non ne viene nulla. E questa è la mia veste bruciata. E questa è la mia inutilità di profeta. E questo è il mio viso stravolto. Un viso che non sapeva di poter essere bello.
Szymborska
Quisiera que mi vida se cayera en la muerte, como este chorro alto de agua bella en el agua tendida matinal; ondulado, brillante, sensual, alegre, con todo el mundo diluido en él, en gracia nítida y feliz. |
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