Marilyn Monroe nasce il giorno 1 giugno 1926 alle 9,30 presso il General Hospital di Los Angeles come Norma Jeane Baker Mortenson. La madre è una donna affetta da gravi disturbi mentali, che la costringono a frequenti ricoveri in un ospedale psichiatrico.
La piccola Norma, non ancora Marilyn, trascorre un'infanzia assai travagliata. Ovviamente le condizioni della madre non consentiva a quest'ultima di prendersi cura della bambina, costretta invece a subire continui affidamenti a famiglie sconosciute, se non a essere "depositata" presso vari orfanotrofi. In questa situazione di sostanziale isolamento affettivo, Marilyn cerca un punto di appoggio sicuro, una certezza e una guida, desiderio che la porta a sposarsi a soli sedici anni con il ventunenne James Dougherty. Il legame evidentemente è prematuro e infatti da lì a poco i due si separano e il matrimonio fallisce.
Prima di questo infausto avvenimento devono però succedere ancora parecchie cose. Una di queste riguarda il suo timido ingresso nel mondo della carta stampata. Tutto accade per caso e in un luogo che non ci si aspetterebbe mai. Infatti, Marilyn a quel tempo aveva trovato un lavoro presso un'industria aeronautica produttrice di paracaduti quando il fotografo David Conover, impegnato a documentare il lavoro femminile nel periodo bellico, la nota e la convince a intraprendere la carriera di modella e ad iscriversi ad una scuola specializzata. Deve decidere in fretta e in completa solitudine dato che il marito in quel momento svolgeva servizio presso la Marina militare e si trovava assai lontano da casa. Come ormai ben sappiamo, Marilyn accetta il lavoro che le cambierà il destino.
Da quel momento in poi, sotto la guida di un altro fotografo, Andrè de Denes, conquista le copertine delle riviste, finché viene notata dalla Fox e le si aprono le porte di Hollywood. A vent'anni, nel 1946, divorzia, si schiarisce i capelli e si cambia il nome in Marilyn Monroe (Monroe è il cognome da nubile della madre): è la metamorfosi radicale che la porterà a divenire forse il sex-symbol del 20° secolo.
La sua carriera di attrice inizia con parti da comparsa ("Ladies of the chorus" del 1949, "LoveHappy" sempre del 1949 con i Marx Brothers, etc.), poi conquista piccole, ma significative, parti che la lanciano nel firmamento del cinema: nel 1950 in "Giungla d'asfalto" e in "Eva contro Eva", nel 1952 con Cary Grant e Ginger Rogers in "Monkeys Business" e altri ancora.
Nel 1952 ottiene il suo primo ruolo da protagonista, nei panni di una babysitter psicolabile in "La tua bocca brucia" e nel '53 con "Niagara", al fianco di Joseph Cotten, ottiene il successo mondiale. Nel 1953 gira ancora "Come sposare un milionario" e "Gli uomini preferiscono le bionde", con i quali si conferma una delle star più amate dal pubblico. Seguono clamorosi successi come "La magnifica preda" del 1954 e "Quando la moglie è in vacanza" in cui Billy Wilder le affida la parte della svampita inquilina del piano di sopra. Nel 1954 Marilyn sposa il famoso giocatore di baseball, Joe DiMaggio, da cui divorzia nel giro di un anno. Il fallimento anche di questa relazione le lascia dentro una ferita profonda e incancellabile, la prima di una serie che saranno destinate ad allargare sempre di più la sua sensazione di sconforto e di sostanziale solitudine. Dopo la separazione col campione Joe DiMaggio, si trasferisce a New York per studiare all'Actor's Studio, un impegno che sembra rigenerarla e farle momentaneamente dimenticare i suoi travagli interiori.
Conosce l'affermato commediografo, Arthur Miller, un intellettuale affascinante che poteva vantare la rappresentazione delle sue commedie in tutto il mondo (far cui la celeberrima "Un tram chiamato desiderio", testo originale di Tennessee Williams). E' il colpo di fulmine. Marilyn ha l'illusione di aver finalmente trovato l'uomo della sua vita e i due si sposano nel 1956. L'anno dopo fonda, con l'amico fotografo Milton Green, la sua casa di produzione cinematografica, la Marilyn Monroe Productions, con cui gira "Il Principe e la ballerina" al fianco di Laurence Olivier. E' il primo e unico film della sua casa di produzione, dato che al botteghino la pellicola è un autentico fiasco. Come attrice, invece, si risolleva giusto due anni dopo con l'esilarante commedia, sempre del genio Billy Wilder, "A qualcuno piace caldo". Anche in questo caso, il personaggio da lei interpretato si stampa indelebilmente nella mente degli spettatori.
La relazione con Miller, ad ogni modo, traballa. Le tentazioni, poi, sono dietro l'angolo. In questo caso, la nuova fiamma della passione si chiama Yves Montand con cui nel 1960 gira "Facciamo l'amore". Il loro flirt è breve, intenso e soprattutto materia infuocata di gossip e pettegolezzi. Nel 1962 Marilyn riceve il Golden Globe come migliore attrice: è la conferma mondiale delle sue capacità, un misto di carisma e di appeal. In questo periodo, fra l'altro, izia la relazione segreta con il presidente degli Stati Uniti John Fitzgerald Kennedy e con il fratello Robert.
Ma l'instabilità emotiva della diva si aggrava, forse proprio a causa delle altrettanto instabili storie d'amore in cui si getta. Qualcuno ha avanzato anche l'ipotesi che Marilyn soffrisse per l'incapacità di avere figli o per la mancanza di un amore vero. Stufa di essere considerata una dea, desiderava essere trattata semplicemente come una donna bisognosa di affetto. La conseguenza di questo tormentato stato psichico è che si rifugia nell'alcool e nei barbiturici. In breve, la situazione si aggrava: entra ed esce dalle cliniche.
Nel 1962 esce il suo ultimo film: "Gli spostati" scritto per lei dal marito Miller e nello stesso anno divorziano. A causa dei continui ritardi, delle continue crisi isteriche, delle sbornie e dell'inaffidabilità viene licenziata dal set del film "Something got to give" e, un mese più tardi, nella notte fra il 4 e il 5 agosto 1962, viene trovata morta, apparentemente suicida, nella sua casa, per un' overdose di barbiturici, anche se molte voci hanno sempre sostenuto l'ipotesi dell'omicidio. Il mistero sulla sua morte, insomma, non è mai stato completamente svelato, ma ha sicuramente contribuito a fare entrare Marilyn nel mito.
Nel testamento che Marilyn aveva redatto a scopo preventivo si lesse poi che l'attrice aveva lasciato il suo patrimonio (un paio di milioni di dollari) alla scuola di recitazione di Lee Strasberg, alla sua psicoanalista e alle cure per la madre malata. Venne sepolta al Westwood Memorial Park di Los Angeles. Tanto per comprendere quanto il suo mito sia ancora vivo e vegeto basti dire che nel 1999 Christie's battè all'asta per un milione di dollari il famoso vestito color carne con il quale Marilyn cantò la canzone di buon compleanno a John Fitzgerald Kennedy.
mi piace tanto Marilyn considero la sua una bellezza statuaria, come quella di Grace Kelly ma a differenza di Grace, Marilyn.. mi ha sempre trasmesso un'immagine di tenerezza più che il modello di una sex symbol e non so perchè..
Visibile solo da Internet Explorer "E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio." Albert Einstein Quando l’odio diventa codardo, se ne va mascherato in società e si fa chiamare giustizia. Arthur Schnitzler
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bello questo topic acssia
ti quoto straluna e sono felice che questo topic ti piace grazie anche a te febbraio
James Byron Dean (Marion, 8 febbraio 1931 – Cholame, 30 settembre 1955) è stato un attore statunitense. L'importanza di Dean come icona culturale si riassume perfettamente nel titolo del suo film più celebre: Gioventù bruciata, in inglese Rebel Without a Cause, letteralmente "ribelle senza un motivo", nel quale ricopre il ruolo del problematico ribelle adolescente Jim Stark. La sua estrema popolarità trova le sue radici in soli tre film e questi furono gli unici film in cui compare come protagonista. La sua fama ha raggiunto i paesi di tutto il mondo, preservata intatta dalla precoce morte dell'attore, avvenuta a soli 24 anni a causa di un incidente stradale. Viene ricordato come un seguace della filosofia del carpe diem e spesso come la quintessenza stessa della gioventù statunitense. Sebbene sia spesso considerato un personaggio la cui fama va ben al di là delle sue qualità di attore, è inesatto dire che Dean non fosse un bravo interprete. È stato il primo attore ad aver ottenuto una nomination postuma al Premio Oscar, [1], per il suo ruolo nel film La valle dell'Eden. A Dean fu conferito il Golden Globe per il miglior attore nel 1956 (postumo).
Nato a Marion, nello stato dell'Indiana, nella fattoria della sua famiglia da Winton e Mildred Wilson Dean, si trasferì a Santa Monica in California, sei anni dopo che Winton ebbe lasciato la fattoria per diventare un odontotecnico. Dean fu iscritto alla scuola pubblica Brentwood finché sua madre morì di cancro nel 1940. All'età di nove anni, Dean fu mandato da suo padre a vivere con i parenti in una fattoria vicino a Fairmount (Indiana), dove la sua educazione ricevette una impronta quacchera. Alla scuola superiore Dean si unì alla squadra di basket e partecipò ad attività collegate con il teatro. Dopo essersi diplomato nel 1949, tornò in California per vivere con suo padre e la sua matrigna. Si iscrisse al college di Santa Monica, si unì alla confraternita dei Sigma Nu e si specializzò per prepararsi agli studi in giurisprudenza. Si trasferì alla University of California a Los Angeles e cambiò la sua specializzazione in quella per le discipline teatrali, cosa che lo condusse a scontri con i suoi genitori che lo portarono a lasciare la casa di suo padre. Conosciuto come "Jimmy", Dean cominciò la sua carriera con uno spot televisivo per la Pepsi Cola seguito da una parte come rimpiazzo nel ruolo di stunt tester nel gioco televisivo "Beat the Clock". Abbandonò il college per focalizzarsi sulla sua carriera in via di sviluppo ma ebbe difficoltà nell'ottenere del lavoro a Hollywood e gli riuscì di pagare i suoi conti solo lavorando come custode in un parcheggio. Seguendo il consiglio di alcuni amici, Dean si trasferì a New York per fare carriera come attore di teatro, città in cui fu ammesso a studiare con Lee Strasberg nell'Actors Studio. La sua carriera decollò e Dean partecipò a numerosi episodi di programmi televisivi come Kraft Television Theater, Studio One, Lux Video Theathre, Robert Montgomery Presents, Danger e General Electric Theater nei primi anni cinquanta. Le recensioni per The Immoralist, tratto dal romanzo omonimo a contenuto omosessuale di André Gide, portarono alla sua chiamata ad Hollywood e alla notorietà cinematografica. Nel marzo 2011, il giornalista Kevin Sessums, rivela sconcertanti episodi della vita infantile di Dean, riguardo a delle molestie sessuali subìte all'età di 11 anni dal suo sacerdote. Questi episodi gli sarebbero stati rivelati da Elizabeth Taylor in un'intervista del 1997, e tenuti segreti fino alla morte della diva, che lavorò con l'attore ne Il gigante. Durante la lavorazione del film, Dean le avrebbe confessato gli spiacevoli eventi della sua infanzia, facendole promettere di non renderli pubblici fino alla fine dei suoi giorni.[2] È stato sepolto a Fairmount in Indiana nel James Dean Memorial Park.
Apparve in decine di ruoli non attribuitigli in film indimenticabili come Attente ai marinai ma guadagnò riconoscimento e successo nel 1955 con il suo primo ruolo da protagonista, Cal Trask in La valle dell'Eden, grazie al quale ricevette una nomination al Premio Oscar per il ruolo di miglior attore protagonista (la prima nomination postuma nella storia dell'Academy Award). Questo film mette in scena il conflitto generazionale tra un padre autoritario e un figlio imprigionato dalla sua autorità. Seguirono in rapida successione altri due ruoli da protagonista in Gioventù bruciata, film emblematico di Nicholas Ray che fece di Dean un simbolo della gioventù moderna, e Il gigante del 1955, per il quale ottenne ancora una nomination per l'Oscar. Dean divenne amico del multi milionario Lance Reventlow, una delle ultime persone ad avergli rivolto la parola prima dell'incontro sulla via di una corsa automobilistica a Salinas, in California. Poche ore dopo James Dean morì in un incidente stradale mentre era alla guida della sua Porsche 550 Spyder vicino a Cholame, quando una macchina (una Ford berlina) guidata da Donald Turnupseed svoltò a sinistra e gli tagliò la strada (questo accade prima dell'uscita de Il gigante). È stato una delle uniche cinque persone ad essere nominate miglior attore per il suo primo ruolo e la sola persona nominata due volte postumamente. È sepolto a Park Cemetery a Fairmount (Indiana). Due film del 1955, Gioventù bruciata e Il seme della violenza (titolo originale Blackboard Jungle) sono spesso citati per aver simboleggiato la crescente ribellione degli adolescenti nel dopoguerra degli anni cinquanta assieme alla sua partecipazione al Rock and roll come fenomeno culturale. Molti giovani e più tardi intere generazioni si modellarono sul personaggio di James Dean. Il suo bell'aspetto, la carriera molto breve ed il suo stile di vita, la pubblicità che fu fatta sulla sua morte violenta all'età di ventiquattro anni, trasformarono Dean in una figura di culto e in una icona pop di fascino apparentemente senza tempo.
Lo sceneggiatore William Bast fu uno degli amici più intimi di James Dean, fatto noto alla famiglia di Dean.[3] Primo biografo di Dean (1956), Bast fu suo compagno di stanza alla UCLA e successivamente a New York. Cinquanta anni dopo la morte di Dean, affermò che la loro amicizia includeva anche molta intimità sessuale. All'inizio della sua carriera, subito dopo aver firmato il contratto con la Warner Brothers, il dipartimento pubbliche relazioni della sua casa di produzione cominciò a far circolare storie su presunte liaisons di Dean con numerose giovani attrici che erano nella maggior parte dei casi contattate dall'agente di Dean, Dick Clayton. I comunicati stampa della Warner erano soliti considerare "Dean insieme ad altri due attori, Rock Hudson e Tab Hunter, i tre "scapoli" che non hanno ancora trovato il tempo per impegnarsi con un'unica donna: ' Dicono che le prove per i film sono in conflitto con le prove per il matrimonio' " Poco prima dell'inizio delle riprese per 'La valle dell'Eden', Dean strinse amicizia con l'addestratore di cavalli Monty Roberts. Roberts aiutò Dean ad acquisire familiarità con la zona e i due divennero amici stretti. Dean aveva promesso a Roberts un incontro poco dopo la gara del 30 settembre per discutere sulla costruzione di un ranch, che sarebbe stato di proprietà di Dean, ma gestito da Roberts. Roberts e sua moglie furono i primi a venire a conoscenza della morte di James immediatamente dopo l'incidente, attraverso una chiamata da parte del meccanico di Dean, Rolf Wütherich, nella quale mormorò con una mascella rotta che Dean era morto. Roberts e la sua famiglia non parteciparono al suo funerale perché, sebbene i due si consideravano 'fratelli', la loro amicizia era sconosciuta alla famiglia di Dean.[7] La relazione più famosa di Dean fu con la giovane attrice italiana Anna Maria Pierangeli, che incontrò quando la Pierangeli stava girando Il calice d'argento in un lotto della Warner adiacente.La madre della Pierangeli disapprovò la relazione perché Dean non era cattolico. Nella sua autobiografia, Elia Kazan (regista de La valle dell'Eden) da una parte è sicuro dell'insuccesso di Dean con le donne, dall'altra paradossalmente ricorda di aver sentito Dean e la Pierangeli consumare una notte di amore nel camerino dell'attore. Per un breve periodo la relazione Dean-Pierangeli fu anche gonfiata da Dean stesso, che nutrì di pettegolezzi i vari giornalisti e la sua coprotagonista, Julie Harris, che in un'intervista descrisse un Dean follemente innamorato della Pierangeli. Comunque, nell'Ottobre 1954, la Pierangeli inaspettatamente annunciò il suo fidanzamento con il cantante italo-americano Vic Damone.La Pierangeli sposò Damone il mese seguente, e la cronaca rosa riportò che Dean, o qualcuno vestito come lui, seguì il matrimonio a bordo della sua moto dal bordo della strada.Tuttavia, quando Bast chiese a Dean se tutto ciò fosse vero, l'attore negò e aggiunse che non avrebbe mai fatto nulla di così "sciocco", e Bast, così come Paul Alexander, ritiene che il rapporto Dean-Pierangeli sia stata unicamente una trovata pubblicitaria. L'attrice Liz Sheridan sostiene di aver avuto una breve relazione con Dean a New York. Afferma anche che Dean all'epoca aveva anche un "coinvolgimento sessuale" con il regista Rogers Brackett, e di aver reagito male a questa notizia. Dean evitò il servizio militare dichiarando di essere omosessuale. Alle domande sul suo orientamento sessuale, ha sempre risposto " No, non sono omosessuale. Ma non ho neanche intenzione di vivere la mia vita con una mano a coprirmi il mio didietro."
Il 30 settembre 1955 Dean e il suo meccanico Rolf Wütherich partirono dal Competition Motors, dove avevano preparato in mattinata la sua Porsche 550 Spyder per una gara automobilistica a Salinas, California. Inizialmente Dean aveva intenzione di posizionare la sua Porsche nel punto d'incontro a Salinas, dietro la sua nuova station wagon Ford Country Squire, con a bordo Hickman e il fotografo Sanford H. Roth, che stava realizzando un servizio fotografico su Dean e le sue gare automobilistiche. All'ultimo minuto Dean decise di guidare la Spyder per familiarizzare di più con l'auto. Alle 3:30 del pomeriggio Dean venne multato a Mettler, in California, poiché guidava ad una velocità di 105 km/h in una zona il cui massimo consentito era 89 km/h. L'autista della Ford fu anch'egli multato poiché aveva superato di 32 km/h il limite imposto ai veicoli con rimorchio. Successivamente Dean si fermò a Blackwells Corner, nelle Lost Hills per un pieno di benzina e per incontrarsi con un altro guidatore, Lance Reventlow. Dopo aver lasciato le Lost Hills, Dean stava guidando verso ovest sulla U.S. Route 466, ad est di Cholame, California, quando, in direzione opposta, una Ford Custom Tudor coupé bianca e nera del 1950 guidata dallo studente ventitreenne Donald Turnupseed imboccò la Route 41 e si immise nella corsia di Dean. Le due auto si scontrarono quasi frontalmente. Secondo un articolo del 1º ottobre 2005, apparso sul Los Angeles Times,[12] l'ufficiale Ron Nelson aveva appena terminato la pausa caffè quando si precipitò sulla scena dell'incidente, e vide sull'ambulanza James Dean senza sensi e con grandi difficoltà respiratorie. I paramedici nel frattempo si prendevano cura di Wütherich che era stato scaraventato fuori dalla macchina e giaceva sul ciglio della strada. Sopravvisse con una mandibola rotta e altre ferite. Dean fu portato all'Ospedale Paso Robles, dove venne dichiarato morto alle 5:59 dai medici di emergenza presenti nella stanza. Le sue ultime parole, pronunciate poco prima dell'impatto, quando Wütherich disse a Dean di rallentare, furono "Quel ragazzo dovrà pur fermarsi... Ci vedrà!".[13] Secondo l'autopsia, si ritiene che la testa di Dean abbia colpito la griglia anteriore della macchina del giovane studente. L'impatto ha portato alla rottura del collo di Dean, insieme a multiple fratture (braccia, mascella, gambe), e ad enormi lesioni interne. Probabilmente Dean morì 10 minuti dopo l'incidente. Per anni sono circolate voci su presunte foto di Dean sul punto di morte intrappolato nella sua Porsche. Foto mai pubblicate e/o circolate. Contrariamente ai resoconti di eccesso di velocità di Dean, Nelson riferì che "il relitto e la posizione del corpo di Dean hanno indicato che la sua velocità era probabilmente di 88 km/h". Turnupseed non venne mai citato dalla polizia per l'incidente. Dopo un'intervista per il giornale "Tulare Advance Register" in cui difendeva la propria posizione, non parlò più pubblicamente dell'incidente. Wütherich morì in un incidente stradale in Germania nel 1981 dopo aver tentato numerose volte il suicidio. James Dean, mentre finiva di registrare alcune scene de Il gigante, apparve in una breve intervista con l'attore Gig Young, in cui invece di dire "La vita che salvate potrebbe essere la vostra", affermava "La vita che salvate potrebbe essere la mia". La morte improvvisa di Dean fece sì che la Warner Bros. non mandò mai in onda l'intervista, tuttavia l'intervista è disponibile su You Tube.
Secondo la leggenda sembra che la Porsche 550 Spyder, l'auto storica di James Dean che lui stesso aveva ribattezzato “Piccola Bastarda”, racchiuda un mistero terrificante quanto una sorta di maledizione. A bordo della vettura il giovane attore perse la vita trapassato dal piantone dello sterzo e, dopo la sua morte, l’auto non ha portato altro che sciagura a chiunque la utilizzasse. Dopo la morte di James la macchina fu acquistata da George Barris, famoso in tutto il mondo per le sue incredibili creazioni di “effetti” cinematografici. Mentre veniva rimorchiata da un camion si sganciò dai sostegni e spezzò una gamba ad un meccanico. In seguito il motore della Piccola bastarda fu venduto ad un medico, pilota dilettante, che lo installò sulla sua auto da corsa. Durante una competizione il medico perso il controllo dell’autovettura, investì ed uccise uno degli addetti al controllo della gara. Il medico rimase gravemente ferito. Un altro pilota aveva montato sulla sua auto un semiasse proveniente sempre dalla storica Porsche ed ebbe un gravissimo incidente stradale. Un altro corridore utilizzò i suoi copertoni e rischiò di morire. Si parla di altre morti imputate a parti meccaniche provenienti dalla macchina del divo, ma non tutte sono vere. I veri episodi possono essere verificati solo tramite i giornali dell’epoca. Mentre i pezzi del motore distribuiti tra diversi piloti provocavano morti e disgrazie, il corpo principale dell’auto “maledetta” giaceva silenzioso nel deposito di Barris. Qualcuno racconta che un ragazzino che si intrufolò all’interno dell’auto per rubare un pezzo, si tagliò un braccio sul telaio in un modo talmente grave che i medici furono costretti ad amputargli l’arto. Successivamente la carrozzeria ed il telaio del Porsche, nonostante fossero solo rottami, furono utilizzati in una mostra viaggiante per una campagna sociale contro la velocità, per la sicurezza sulla strada a Los Angeles e in tutti gli Stati Uniti. Pagando 50 centesimi i visitatori potevano sedere al posto di guida e leggere una targa sulla quale era scritto “Questo incidente poteva essere evitato”. Avvalendosi della fama dell’attore e ponendo l’accento sul modo in cui era morto, si mirava a sensibilizzare i giovani d’America sui pericoli dell’eccesso di velocità. Una brillante iniziativa che la Porsche trasformò in un ‘circo delle disgrazie’ che nessuno avrebbe più dimenticato. A Sacramento il telaio dell’auto senza alcun preavviso si staccò fracassando l’anca di un visitatore.
Una Porsche 550 Spyder replica di quella usata da James Dean. Alla tappa successiva della mostra il camion che trasportava i rottami contorti della Piccola bastarda fu tamponato violentemente. Nell’urto i portelloni si aprirono e l’auto slittò all’esterno travolgendo ed uccidendo un uomo a bordo di un’altra auto che viaggiava dietro l’autoarticolato. Giunto nell’Oregon il freno a mano del camion si ruppe all’improvviso e il mezzo frantumò una enorme vetrina di un vicino negozio. L’ultimo episodio si verificò a New Orleans, dove senza alcuna causa apparente la Porsche si sfasciò in 11 pezzi. I sostegni sui quali poggiava la pedana, controllati accuratamente dagli addetti, avevano ceduto all’improvviso. Gli organizzatori della mostra itinerante decisero di rimandare i rottami a Los Angeles. Nel 1960 l’auto fu caricata su un treno, ma non arrivò mai a destinazione. Sparì misteriosamente nel nulla. Convinto che fosse stata rubata da qualche collezionista, per ritrovarla Barris ingaggiò alcuni investigatori privati e fu promessa una taglia di un milione di dollari, ma non fu ritrovata, finché, verso il 1996, riapparve in Italia dove fu restaurata da uno specialista. Come nuova, finì poi ad un'asta privata per una cifra esorbitante. L'acquirente misterioso, probabilmente uno sceicco saudita, ogni tanto la espone a Las Vegas. La storia dell'auto maledetta fu ripresa in una puntata del telefilm Supernatural dal titolo La caduta dei...famosi.
Alfred Hawthorn Hill (Southampton, 21 gennaio 1924 – Londra, 20 aprile 1992) meglio conosciuto come Benny Hill per il suo programma televisivo The Benny Hill Show, è stato un attore, comico e cantante inglese. Sin dal suo debutto nel 1955 il suo spettacolo televisivo è stato venduto in oltre 140 paesi nel mondo, con milioni di telespettatori. Alfred "Alfie" Hill nacque a Southampton, dove insieme al fratello frequentò la Taunton School. Durante la seconda guerra mondiale, Hill fu uno degli allievi evacuati con la scuola alla Bournemouth School. Dopo aver lasciato la Taunton School, Hill fece diversi lavori come il lattaio, l'operatore di ponte, il conducente ed il percussionista, prima di approdare finalmente all'industria dell'intrattenimento, divenendo assistente del direttore di scena. Ispirato dalle star della commedia, secondo il genere teatrale della music hall, forma di intrattenimento tipicamente britannica, in voga tra il 1850 ed il 1960, Hill partì con l'idea di farsi strada nello show business. Cambiò il proprio nome in "Benny", in omaggio al suo attore preferito Jack Benny. Il comico inglese cominciò quindi a lavorare nei circoli di lavoro maschili ed a cene di massoni, prima di approdare ai night club ed ai teatri. Hill fece un provino presso un famoso teatro di Soho, il Windmill Theatre, ma non fu ingaggiato. Benny si dedicò a tempo pieno al lavoro ed ebbe pochi amici: secondo le testimonianze dei colleghi a lui più vicini, tuttavia, egli non soffriva di solitudine, in quanto stava bene con se stesso[senza fonte]. Non si sposò mai, malgrado avesse fatto delle proposte di matrimonio a due donne (una era la figlia di uno scrittore britannico), ma fu rifiutato da entrambe. Hill non ebbe mai una casa di proprietà, neanche un'autovettura, preferendo invece l'affitto di un piccolo appartamento a Teddington, situato a quattro passi dai Teddington Studios, dove registrava i suoi spettacoli. Viaggiare fu il solo lusso che si concesse regolarmente. Hill acquisì una conoscenza di notevole livello della lingua francese e amava compiere frequenti viaggi di piacere a Marsiglia. Fino agli anni ottanta, il comico poté godere dell'anonimato nei caffè all'aperto francesi, sui trasporti pubblici e socializzare con le donne del luogo. Oltre ad avere padronanza del francese, Benny se la cavava con la lingua tedesca, l'olandese e l'italiano. I viaggi d'oltremanica dell'attore erano spesso delle missioni di lavoro per racimolare materiale da utilizzare nella commedia, in parte ispirato dagli ambienti stranieri oppure preso in prestito da rappresentazioni regionali. Tra la fine della guerra ed il debutto della televisione, Hill lavorò come attore radiofonico. La sua prima apparizione in tv avvenne nel 1949, durante il programma Hi There. L'attore continuò a lavorare ad intermittenza, finché la sua carriera decollò con The Benny Hill Show nel 1955 sulla BBC. Attori ricorrenti nei suoi spettacoli, negli anni della BBC, furono Patricia Hayes, Jeremy Hawk, Peter Vernon, Ronnie Brody ed il coautore (nel periodo compreso tra la metà degli anni cinquanta sino agli inizi dei sessanta) Dave Freeman. Hill rimase principalmente con la BBC fino al 1968, eccetto per alcune presenze come ospite all'Associated TeleVision nel 1957-1960 ed ancora nel 1967. Condusse inoltre un programma radiofonico di breve durata, il Benny Hill Time, che andò in onda sulla BBC dal 1964 al 1966. Inoltre, Hill provò un'antologia di sitcom (Benny Hill), che fu trasmessa in tre serie dal 1962 al 1963, ove il comico interpretava un personaggio diverso per ogni episodio. Benny Hill partecipò a nove film, compresi Quei temerari sulle macchine volanti (1965), Chitty Chitty Bang Bang (1968), in cui interpretava il ruolo relativamente serio del giocattolaio, Un colpo all'italiana (1969) ed infine una serie di scenette, spin-off del suo Thames shows (1969-73) chiamata The Best of Benny Hill (1974). Le sue registrazioni audio comprendono Gather in the Mushrooms (1961), Transistor Radio (1961), Harvest of Love (1963), Ernie (The Fastest Milkman In The West) (1971), e molte altre. Hill apparve nel video della canzone Anything She Does dei Genesis.
La salute di Benny Hill cominciò a peggiorare dal novembre 1991. Pesando 108 kg per 1,77 m di altezza, soffriva di problemi legati all'obesità. L'11 febbraio 1992 i medici gli dissero che doveva perdere circa 12 kg e gli raccomandarono un bypass al cuore. Egli rifiutò e gli fu diagnosticato una settimana dopo un blocco renale. L'attore morì il 20 aprile 1992, in solitudine, nel suo appartamento al n.7 di Fairwater House, Twickenham Road, Teddington, nel distretto londinese del Middlesex, all'età di 68 anni. Il 21 aprile i vicini, preoccupati, chiamarono la polizia, che trovò il corpo dell'attore seduto nella sua poltrona davanti al televisore. Il giorno in cui morì, arrivò nella sua cassetta postale un nuovo contratto da firmare da parte della Central Independent Television. La causa della morte fu rubricata come una trombosi coronarica. Hill fu sepolto al cimitero di Hollybrook, vicino a Southampton, il suo luogo di nascita. Nell'ottobre del 1992, in seguito a dicerie circa il fatto che fosse stato inumato con un grosso quantitativo di oro e gioielli, ci fu il tentativo di alcuni ladri di profanare la salma. Quando le autorità ispezionarono la bara, non fu però ritrovato alcun tesoro. Hill fu tumulato in una nuova cassa e sopra la tomba fu posto un solido lastrone. Le ultime volontà dell'attore prevedevano un lascito in proprietà di circa 10 milioni di sterline ai suoi lontani parenti. Quelli più prossimi erano suo fratello Leonard e sua sorella Diana, con cui non aveva avuto rapporti e che erano già deceduti. Gli rimanevano sette nipoti, tra i quali fu divisa l'eredità. Tra i suoi averi fu ritrovata una nota, in cui assegnava ingenti somme di denaro ai suoi amici più intimi quali Sue Upton, Louise English, Henry McGee, Bob Todd e Dennis Kirkland, ma questo appunto non ebbe valore legale, non essendo stato sottoscritto o corroborato da testimoni.