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Posted - 17 December 2009 : 22:20:59
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quote: Originalmente inviata da maxmillian
Io….la prima volta di te
Il rumore del riflusso, tormentato scoglio, lento gioco infranto nel crepuscolare del morente giorno. Lo vedevo specchiato calare sui tuoi occhi. Ventaglio di madreperla, il mare cantava in te, la mia ansia si annidava, tremante la voce all’alabastrate cosce, vergineo marmo, visione furtivamente sperata, rapinata nel scendere, timore e dubbio dell’apparire il nido caldo, vergineo, seppure rasato, sembrava candido nel tramonto che di rossore muore. Giusto il temere l’errore di non essere vero. Ancora misteriosa, la tua voce armonizzava con l’amore. Io la confondevo, l’interpretavo con l’ardore. Già sentii quell’accordata scala* che nei campi vidi poi messi piegare con gentili, brezzati, brividi tonali. Pescatore mi sentivo che reti lanciava, nella piatta barena,** per catturare novellame argenteo di fragile natura. Rapido, fulmineo da tagliare l’onda senza peso. Corpo di muschiata pelle ,odoravi di follia. Io avido fremevo, la tua voce era lenta, provocava il desiderio, si infiltrava , assaliva, stordiva, invadeva. Sei perla da non sciupare, ti coltiverò… mi proposi. Ripresi l’equilibrio nel vedere il futuro. Aspetterò. Riflettei nel giusto, rimpianti non ebbi… non ho.
Maxmillian, 17/02/06
bellissima questa...complimenti
http://leperledelcuore.it/oasigrafica/
FantasyLove... |
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dolce25
Utente Master
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Posted - 18 December 2009 : 01:44:24
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ormai è un abitudine passare da qui è leggerti prima di affidare i miei sogni a morfeo .....
bravissimo è poko ......
dolce25 |
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andr
Utente Master
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Posted - 18 December 2009 : 08:05:14
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é sempre un piacere fermarsi qui e leggerti
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maxmillian
Utente Master
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Posted - 18 December 2009 : 13:58:51
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Tempo giovane
Vederti stella nella paglia, mille stilli nel mio cuore, immensa musica ispira l’anima cento nuvole rosa i tuoi occhi si divideranno. In questo mondo da rifare ci vorrebbe di bilancia il mare o un marinaio in ogni porto uno di foresta in ogni letto, in ogni essenza una cometa. Volti persi in ogni amore che per espandersi nell’universo credono di esistere in questa vita tra sorrisi indifferenti. Chi in ciò si vede, sarà solo come l’uomo che chiede amore e affetto. Cento lacrime in questo credo, mille falsità in questa pioggia che mi squadra e mi sfaccetta, di diamante mi fa la faccia, in questo modo mi confonde, ora so che son diverso. Vivo dentro clessidra rotta dove la sabbia non scorre ormai, il tempo di fermarsi non intende, il vecchio in me non muore più. Ogni giorno e tu lo sai, al mio cuore ferita crei, bruci in me di fiamma secca, fai miracolo, mi dai vita. Se mi ardi di me produci cenere, se risparmi inebri il tutto, il momento. Adesso so che son perduto come sogni ottusi d’oscuro cielo Felicità di sé, ogni persona ama, ben sa che la felicità non sarà mai amata, se noi stessi perduto abbiamo amore. Questi sono riflessioni dei vent’anni miei o giù di li, dove l’ore non contavo, né sentivo il respiro del loro passare. Era neve, era vento, era buio, era freddo. Indifferenza forse ma l’amaro ci sta tutto, non era il tempo ma il vuoto tuo… Era il tuo … mi manchi.
Maxmillian 14/03/06
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
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maxmillian
Utente Master
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Posted - 18 December 2009 : 14:09:07
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Vecchio
Accorto sono, lo sguardo attento a questa terra, dura e rossa di colore che dal sudore acido ammorbidita dà messe bionda e saporita. Sull’orizzonte svetta il vecchio caco, albero ormai cavo che di me veste spoglie cadenti e vecchie. Protegge l’anima l’antico tronco, cosa inesistente nell’abito mio proteso nell’insensata voglia d'equilibrio, voler il non finire mai. Rotolando per la china con un soffio che sa di pianto, come una spada il pensiero sferra fendente, cola acqua ma forse è sangue e vi si addensa, verso il mare asciuga il letto del torrente. Non bagna pur essendo flutto e con se trascina il buio delle tenebre, spegnendo vita di stelle. Sognavamo silenzi luminosi, eterni, fatti di mille giorni di ricordi. Ascolto turbato adesso lo scricchiolio del legno dissolversi nel fuoco in infinite braci. Mi toccano i respiri, mi schioccano i lamenti. La divisione strazia, internamente lacera, mezza povertà altra alla pietà, insieme diviene anima di miseria. Chiudo palpebre per addormentare il cuore, gioia appare goccia a goccia, arcobaleno di colori, serenità s’impasta, duro cemento di emozioni. Troppo ma è quel che ci vuole per il mio vecchio signore.
Maxmillian 20/03/06
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
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maxmillian
Utente Master
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Posted - 18 December 2009 : 14:12:22
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Non so
Non so, non so se questo è amore, spero ardente che lo sia, certo il fulmine ha preso il cuore, mi frantumi in cristalli, in note, in melodia.
Ti amo come cuore di soldato che sacrifici e vita a patria dà Di lacrime mi bagno in un sogno alato, sapendo che a te darò solo voluttà.
Conscio rimango nell’atto mio interno che dissolve dubbi e di te vita richiama, in me piacere infonde anche d’inverno, tu per me sarai riflessa luce, tagliente lama.
Ti prendo adesso sono seduttore aitante, morbidi i capelli, con un soffio li allontano, tu mi comprendi in questo gesto d’amante, mi assapori, assaggiandomi, sfiori la mano.
Distesi ci svegliamo grondanti di rugiada. A molti sembreranno lacrime, forse lo sono pure, gardenia delicata, a toccarti sembri giada, i baci miei come rose asciugheranno le tue paure.
Maxmillian….24/03/06
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
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maxmillian
Utente Master
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Posted - 18 December 2009 : 14:15:06
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Sapore d’Aprile
’Sta sera vorrei diventassi poesia d’Aprile Vestita di fine pesco, di mammola gentile. Stendermi a terra, silvestre che profumi di bagnato riempirmi dei tuoi silenzi in un sogno mai affermato.
Rivederti di corvino il capo così piccina, ricordo la flessuosa immagine bambina. Splendente il sole sul tuo etereo viso cupo, attorcigliandosi gioca sfumature grigie come lupo.
Spiaggia di marea algata di luce e sale, vedo l’astro formarvi due stagni d’opale*. Disegnando l’arrossata bocca, umida e bramosa, il contatto ambisco dell’amante, di mia sposa.
Mentre sogno cosa, tutto questo in controluce arriva, ciò che lo sguardo di Prometeo cede di deriva. Lo penetro e dentro dico:- che di me hai fatto? Intima è l’intensità dove alfine taccio soddisfatto.
Di certo illumina di vero il sensitivo. Alla voluttà mi aggrappo come edera su sagace ulivo. Al domandar d’amare, quando l’empireo tace È satura di tutto, l’essere, la voce, la mia pace.
Maxmillian,19/04/06.
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
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