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maxmillian
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Posted - 19 December 2009 : 14:16:27
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Favilla
Tu del fuoco sei splendore, le tenebre illumini dando gioia ad occhi spenti. Quando ti accendi dai senso al tepore, inutile, sento calore senza intenti.
Se per uscire l’anima dal buio le braccia tendo, tu sorridi, ti ecciti di fiamma a questo punto. Favilla troppo poco, il fuoco ora pretendo, e allora di me non curi, mi lasci spento.
Maxmillian,26.04.06
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
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maxmillian
Utente Master
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Posted - 19 December 2009 : 14:24:06
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Insiemi
Io musica, tu note. Io strumentista, tu violino.
Mie le mani, tuoi i seni da inturgidire Io fantasia, tu paradiso.
Io inibizione, tu frenesia. I miei occhi, tuoi gli sguardi.
Io rapace di sentimenti, tu gazza ladra di emozioni. Io primavera, tu ciliegio da infiorare.
Io corpo, tu anima. Io perso, tu strada cometa.
Io tempo, tu vita. Felice mi riempio di te, ti svuoti per entrare in me.
Io affamato, tu saziante pietanza. Io profumo, tu essenza.
Io silenzi, tu mormorii di torrente. Io vaso, tu gerbera.
Io bocca, tu bacio.
E mi piaci quando taci. E mi piaci quando canti. E mi piaci quando parli. E mi piaci quando ascolti.
Poiché di te ogni cosa è piena quando emergi da bacio di bocca chiusa. Farfalla voli di sogno in sogno. All’anima malinconica fai morir tristezza.
Vai tornando sole accendi lampada
che toglie il buio dal mio silenzio di semplice.
Qui io ti amo, dove soffia la Bora
Qui io ti penetro (l’anima), dove l’alba è umida.
Qui io ti bacio, dov’è risacca il mare.
Qui io ti dimentico, dove stacca l’orme all’orizzonte il gabbiano.
Qui io ti guardo, dove i tuoi occhi copiano le stelle.
Qui io giaccio e te accanto.
Maxmillian 22/03/06
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
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micione
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Posted - 19 December 2009 : 14:25:42
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Complimenti! meravigliose!
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maxmillian
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Posted - 19 December 2009 : 14:28:54
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Nassirya
Riga la lacrima, con mano sul spinato, l’antico volto da anziana dama. Triste il senso di sasso posto, non da barbaro, sulla tombale pietra. Mortale il gesto, terrore portato, anche lontano, da damascata trama. Gente d’amicizia ha tutto, insanguinate frecce nell’antica faretra.
Composti i visi, seppure di martiri d’arte, gentil d’artisti ben dipinti, son ricordati dall’umanità come preziosi, d’altruismo incrollabili. Quanto a dimenticanza d’orrori a corpi, a anime, a sentimenti, a estinti, la mente dello stolto rivolta storia, mette a verità cancelli immutabili.
Dell’ebreo, dell’ateo, del cristiano o mussulmano non c’è saggia presenza. Radicata la vendetta, di vendetta maledetta, in ogni sito. Solo il povero, l’umile, il debole subisce castrata l’ esistenza, di sua vita non decide ne sorte, ne via, ne voglia di animo pentito.
Ricamo il pensiero ora su immagini di bare, di eroi e di martiri. Non parlo di santa terra se da falsa gente continuamente calpestata, questo comune suolo, unico tormento di antiche genesi, d’Assiri, antichi combattenti di fiero popolo ardito e di cultura ben apportata.
Parlo di voi che Nassirya avete nel cuore solo di obbiettivo, d’atto d’amore. Ascolto il sospiro che si innalza, vostro, alto nello spazio astrale, tra le stelle, restate immortali ormai nelle essenze, negli affetti, nei raggi di Italiano sole. Patria gratitudine dà, immagine di semplicità voi ci regalate, di sole cose belle.
Maxmillian,30.04.2006
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
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maxmillian
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Posted - 19 December 2009 : 14:31:33
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Faro
Faro di costiera, fotografo un mondo, la tua brughiera. Due impronte d’anima sul prato in fiore, due corpi, essenza di pudore. Sogno, nel mio sangue ogni goccia sbatte come schiuma di scogliera. Marea che sali e ti dissipi, infrangendo onde con rumore.
Palpita desiderio di averti accanto a sera. Impulso di geranio e di garofano che nel voler fiorir dispera. Ho fretta di amica, di voglia sono teso e aspetto che tu la colga. Amicizia chiedo di te adesso e internamente tremo, fa che non si dolga.
Esitando tendo le mani aperte ai tuoi fiori di piacere. Mi torturo, strano ciò, alle tue orecchie intono canto di balere. Perdere per me il tuo giardino di onesta, pacata via, è smarrire un po’ il senno, la canzone, il profumo, sei pazzia.
Dal lume della luna che scorgo oltre le colline vive effluvio d’amore esasperato ma non per questo ostile. Nostre le due metà come acini d’uve mature in queste rive, Ti penso e in me il vento attizza il tuo semplice rossore primaverile.
Come liquore dolce amaro che distilla il villano del silvestre esperto, lo stesso sapore sento nel palato di stilla, ferita aperta, colpo inferto. Cosi quando lo sguardo d’anima si volgerà verso il mio cuore attento, come raggio di sole riflesso sulla luna convertirà l’attesa in segreto intento.
Maxmillian, 3/5/06
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maxmillian
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Posted - 19 December 2009 : 14:35:03
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La rosa dei venti
rosa dei venti, portavi emozioni, a volte tempesta a volte bonaccia, segnavi stagioni. I tuoi cardinali hanno ora vento di morte che prende per mano generazioni nuove di sorte.
Le porta tra prati fioriti di mine assassine, giocando tra messi metalliche di nazioni senza confine. Dal sapore d’uranio, minaccia infinita, sottile, spazia tra cielo e terra, da sabbia impalpabile, sembra gentile.
Il giorno straripa da sempre con sorgere tremante, sicuro si espande di sole, di amore, di stella filante. Lo bevo con gli occhi, lo accarezzo con mani grandi, sudate. Le sofferenze del mondo, come torrente, non sono appagate.
Se di luce mi acceco in modo sfacciato, un po’ ubriacante, nel buio intrigante, le vite spezzate si violano all’istante. Toccanti le note ricoprono, tessuto impalpabile, stellare. La bandiera non veste gioiosa ma pesante coperta per bare.
Di noce, di mogano, oppur di frassino leggero, flessuoso. Ricoprono anime senza occhi e il corpo guerriero vigoroso. Ammazziamo di fame pure il fratello di simile il destino, uccidiamo il canto d’uccello, sopprimiamo nel grembo bambino.
La burrasca non placa ormai , né cambiano stagioni, il vento di guerra soffia nero contiene di pace solo opinioni. Basterebbe seduti, al calor di fuoco, un cerchio del mondo, tendere mano, orecchio, parola, per dare segno profondo.
Crepuscolo di vita, diverrebbe onda di marino, convinzione reale, non solitudine, ma parvenza di divino. Battaglioni nemici come bianchi cavalli di schiume, frantumarsi vedremo, volare in candide piume. Terra, non sarebbe più tragica, incendiata agonia ma solida sterminata, verdeggiante prateria. Fatta di pane, creata da zolle con suon di chitarra, canti gioiosi di madri, di pargoli, non più scimitarra.
Maxmillian11/05/06,
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
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maxmillian
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Posted - 19 December 2009 : 14:50:25
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Sognando la morte
Mi sento nel vento e nel suo respiro cammino. Sono ombra che galleggia soave, senza paura. L’aria raggiunge la gola, sa di sudore contadino. Rimango freddo e dal freddo sottraggo l’anima scura.
Non ho velleità di paradiso, penso alla sorte. In disparte ragiona la mente ormai persa, stare solo ora voglio, intizito, nera e mesta la morte. Appare, mi aspetta, annulla la traccia di pace tersa.
Certo l’amore consuma i cancelli del prato. Le mani si uniscono a preghiera, pensano al senno fuggito. Solo il corpo capisce, sussulta, rimane disteso, sudato. Traccia di frontiera tra l’essere o il trapasso, l’ho udito.
Come un vestito di rara fattura, presento il conto. So di essere terra, mi vedo ormai pronto al giacere. Un domani vi prego accanto a me colei che canto, insieme vicini se pur in fossa vorrei con piacere.
Ora le mani nervose si muovono, massaggiano il cuore. Sembra un volo, arrivano alla bocca, riconosciuta, bruciante. Con storni di creta, sorvoli il mare mi svergini con pudore. Di primavera, di erba cipollina profumi il seno ansimante.
Si fermano un attimo volando nel tempo, dal petto risalgono come ali di dorata colomba. Colore del grano, per anni ho sognato quel lampo. Una vita ho cercato, ora la porto nel ricordo di tomba.
Ricucio pensiero, ritorna passione, attraverso scogliere Un treno di limpide acque sento sicuro il contatto. Di nuovo le mani sul petto, bramo solo piacere. Concludo il viaggio, risorgo febbrile riconosco il tuo tatto.
Mandorlo in fiore scuoto i suoi rami, cadono petali. Ladro mi sento d’inverno, colpito a rubare stelle. Nell’ombra, con passi furtivi, sfiorando morbide ali. Silenzioso profumo di miele, ora sento, sfiori la pelle.
Vieni con me, nel mio monte, nel mio fiume. Non so perché ti chiamo ma sento che ormai cedo. Mi spoglio di tutto, son nudo, mi spengo, son lume. Candela ormai consumata non ho paura, la luce ora vedo.
A te penso, donna che per me sei melograno. Sei forte tu, sei dura, lotti per me assassino. Certo non voluto, non pensato, sai che ti amo. A piedi nudi, freddo, rimango concluso, supino.
Maxmillian,11/5/06,
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
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