Vicina o lontana nel sonno dell’oblio È fuori, dentro, su, giù Mi si siede a supporto in ali svestite Attraversa palpebre, mi giace Un qualcosa m’infila l’animo In parte lo riempie rigirandolo Nascondendo testa e altro
Frescamente infinita mi possiede Offrendomi la nudità di preghiera Penetra in adagio silente Forzando tapparelle di pelle dell’io Sguardo dritto d’occhio ad occhio Materiale è ininfluente baluardo Il superfluo traspare in tremolio sidereo
La respiro attraverso fori di maschera Riempio la stanza di vaporosi aloni Vedo, tocco tutto su tutto Mi sollevo galleggiante nel suo fluido Entra tenace per bocca scrivendo percorso a parole
Mi respira il corpo globale totalmente E il niente ride del lampo Odoro di buio con piacere assoluto Non trema più il vetro Rugiada il sudore del cuore è pianto M’inonda facendosi raccolta Nell’angolo basso di finestra
Ti vedo figura mortale d’angelo Mi visiti in penombra Sei fertilità del tormentato deserto Chiudo il soffitto ampio e ancora ampio
Dormo con te accanto del tutto sveglio
Maxmillian, 22/8/2009
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
Sera senza madre nei sentimenti Cantoria di bambini innati Incespica in bottiglia occultata Corro isolato nell’intrico del faggeto Inzuppo ciò che desidero con disprezzo Mentre passa il sole nel chiaro di luna Ad’ altalena Ascolto morsi di bianchezza apatica Sciami di mosche nella testa
Nulla ritorna al suo banco nella ragione
Sperpero la polvere dell’anima Fallisco il deposito nei campi Neppure nel mare alleato d’intrecci Il calpestio solo crepe alle ossa
Nulla ritorna al suo posto nel giudizio
Messi ardenti in desideri affoganti Li consumo in cori da solista muto Il mio scafo annerito d’energia Fa tappa sul duomo di lamiera
Nulla ritorna al suo seggio nel verdetto
L’occhio produce a lanterna scansioni Fievole luce civilmente religiosa Bevo sorsata segreta e farabutta Mi vesto d’argento e carbone
Nulla ritorna al suo punto nel senno
Nelle stanze confondo porte levigate a gemello Tutti paesaggi di vita congruenti Non chiudo saltellando goffamente M’inginocchio ascoltando chitarra
Nulla ritorna al suo principio nell’infinito
Movimento del peltro mi vibra il cervello Il tetano trapassa petto taciturno Fermo le mani ritmanti e perdenti forza Mi ritrovo tra i boschi privi di notte
Nulla ritorna al suo spazio nel principio
Mi stacco dalla sponda reale Venditore illusorio abbatto il ponte Cado fortunato nella giusta riva Dall’alcool sono salvo
Maxmillian. 15/08/09
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
Do screziato senso all’illuminata sostanza Filo sotto il ghiaccio dinamico Trota primaverile scattante Sono qua dove non sono mai stato Con le mie braccia e le vesti calde Attendo che luce afona strisci
Foglie vive Foglie fragili Foglie morte Riflessi di foglia Impressiona Non i colori ma l’equilibrio Perfezionismo di radici Piantate sulle mie sponde
Mi abbottono la vista Surgelo lo sguardo Lo giro Mi fisso l’interno Metto sotto il cappuccio lanoso Scivolo dal monte Le cerviche sono più giù Vicino al cuore e le annaffia Il midollo che non è animo
E ancora digrado nel fradiciume Della mia quercia Mezza ormai andata Duole la spalla battendo palmo sulla fronte Un seccante scricchiolio Si fa scovare sul ramo portante Spingo il respiro nebbiato Esce cavo dai polmoni ferrosi Mi sveglio e sento il freddo
Il sudore va a morire Alla radice dei radi capelli In bilico scuoto le ossa del capo Mi siedo e aspetto il buio C’è già
Nel sudario di macello fremo Mi stendo e torno giovane Un attimo Fermo le vibrazioni fondamentali Finita
Maxmillian.26/06/09
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian