Smorzo vela dal maestro L’ammaino e la ripiego Frena la poppa Accarezzando s‘appoggia sulla banchisa Zittendo mare di pineta Piovo l’orma sulla riva Scava breve fossa vaporosa Erompono pungenti Gli odori di barena Amanti primitivi Delle narici genitrici Arrivano alla mitrale Martellano a fervere Pupille a lacrimare stizza Conto le dita dei piedi Seduto ammiro te Frusti i riflessi d’ebano antico L’onda confusa T’abbraccia chioma Ti guardo sotto vento Stringo i pugni Sgaiattoli nell’evanescenza Sabbia tra dita sofferenti Accoppio mani a preghiera Verso il cielo Di mille religioni L’inutile dissolvenza Mi rimane ultima memoria Un niente ardente Di moccolo vecchio sciolto In scorie di valore acquoso Incatenato nel baratro Dalla catena d’ancora Ricamo la mia ferita A galleggio in me Non ci sei più
Maxmillian, 26/6/09
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
Soffia il vento del mattino Dissolve le ali scure della notte Saccheggiando l’aurora il nuovo giorno Alza con ingordigia in alto il disco
Tremo d’infante con bocca impastata Assaporando la nuova linfa rossa La mente assonnata ammazza il gallo Il tempo già inizia la corsa scalzo
Esala l’ultimo respiro il passato Come destasi la vergine al mondo Singhiozzante d’aver perso l’aria
Quanto sudore uscirà dal prigioniero Sa di vecchio muschio ormai Dietro l’ombra del tronco marcio
Come il buon vino preso dal forte O l’insaccato dal caldo rancidito Quanta pena dal petto mio di vita
Calda di ghiaccio secco e fumo si pipa Uscirà in fuoco fatuo tremolante Urlando la morte del poeta maledetto
Le mie pene non so placare Questa sfera di blasfeme emozioni Fa incespicare contraddizioni di parto
Contrario a tutto annego la ragione Soffoco ilarità nell’incanto di vero Faccio orgia di nebbiosa indolenza Ho gettato le pietre del selciato Ora calpesto l’erba pazza del giardino Taglio braccia all’olmo stanco
Acceco incantato sogno col rovente ferro Con veleno d’inferno lacrimato annaffio Sorseggio sangue piastrinato alla follia Malattia mi ghiaccia maledetta
Il rimorso non trascuro nel ritorno Ormai mi pento e riaddormento Supino sfatto di morale cancrenoso Il corpo nel sudario stendo spento
Maxmillian, 25/04/08
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
Alla vita arrivo D’atto d’amore conscio Bui gli anni il momento schivo [e crudi]
Di ritorno Dachau Ombre cupe alla finestra Nato all’antica maniera Nel vecchio tinello bottiglia
Mai lasciato solo d’amore Calde carezze e nenie crogiolanti Sagge le tue mani materne Gli occhi luminosi e suadenti Pezze i ricordi ricuciti
Sempre in grembo mi tenevi Da sembrare mai nato esterno Reciso d’ombelico solo vista
Protetto di dolcezza a me cieca Ad altri da sembrare possessiva E mi accondiscendevi in tutto Madre, delle madri nobile
So di vecchio e penso anch’ora Se per te più croce o gioia Di certo contributo a canute E sciupate chiome sciolte Tumultuosa giovinezza fu tributo
Dentro me di passo in passo Ogn’istante la tua presenza in vita E poi nell’ombra discreta la presenza È il di dei ricordi sacri M’appoggio alla lapide sbiancata Grigia la foto, luminescente sorriso Sopra mio padre giaci in loculo
Rispettosa in vita ora qui sei paio Sorda preghiera fervente d’ateo Mescolo emozioni bambinesche A sospiri d’intensità senile Colpendo l’aria d’insulti vani
Spremo l’anima alla memoria E mi rimprovero la perdita in me No … no … non so la fine della storia
Lascio la mano ed esco con te In me.
Maxmillian,14/02/09
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian