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 Un angolo di cielo 2 poesie nel mondo
 Il Cielo Fra Le Dita
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Graffio
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Posted - 27 June 2005 :  23:19:05  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando




Il Cielo Fra Le Dita








...Che ne sapete se un qualsiasi uccello che taglia le starade del cielo non sia un immenso mondo di delizia chiuso dai nostri cinque sensi?

Graffio
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Posted - 27 June 2005 :  23:23:16  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando


(TURISMO ECOSOSTENIBILE
In Messico,nello Yucatan,la Riviera Maya punta sull’ecologia,per vacanze nel verd senza rinunciare a divertirsi



Nuotare nei cenotes(corsi d’acqua sotterranei),lasciarsi trasportare dalla corrente nei canali scavati dai Maya,giocare coi delfini.Scalare piramidi antiche di secoli,attraversare foreste popolate da scimmie ragno,per raggiungere le capanne dei Maya e dividere tortillas,pollo e fagioli co loro.
Fare insomma turismo in una natura incontaminata senza ferirla.La scommessa viene dal Messico,dallo stato del Quintana Roo(penisola dello Yucatan)il più giovane del paese,nato nel 1974.Piccolo (coi suoi 50.212 chilometri quadrati rappresenta il 2,6 per cento del territorio nazionale)si affaccia sul Caribe Mexicano e va da puerto Morelos a Felipe Carrello:come dire mare da incanto,barriera corallina seconda al mondo per estensione,vegetazione ricchissima e luoghi archeologici di grande interesse come Tulum e Cobà.Riviera Maya è un marchio nato una decina di anni fa e la città principale,Playa del Carmen,a 45 km a Sud di cancan,nell’ultimo decennio è cresciuta del 600 per cento.Un edilizia non invasiva che ha fatto dell’antico villaggio Maya di Xaman-Ha ‘Acque del Nord’,un centro turistico vivacissimo,con alberghi,ristoranti,disco e bar sulla spiaggia e soprattutto la 5° Avenida,regno dello sciopping,la vicinissima area di Playacar ospita i grandi resort.
Il turismo in Riviera Maya ha fatto si che qui l’occupazione sia del 77% e vi lavorino persone provenienti da 63 paesi.compresi molti Italiani.
Preservare questi luoghi da un urbanizzazione selvaggia e permettere ai Maya di vivere senza lasciare il proprio habitat è lo scopo di molti che operano con coscienza nel turismo.Un’esigenza questa che si è concretizzata a Playa del Carmen nel primo Festival Multisciplinare sullo sviluppo sostenibile e sulle Risorse Naturali,tenuto il 5 Giugno scorso,in concomitanza col “Giorno mondiale dell’Ambiente”voluto dall’Onu









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Graffio
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Posted - 27 June 2005 :  23:26:55  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando


.”I Maya abitano per lo più in capanne nella foresta,ci sono bambini che non sanno la loro data di nascita,la loro scuola è una TELESECUNDARIA,vale a dire,lezioni via satellite.Gli uomini vanno a Playa a fare i muratori,lasciando la famiglia e le tradizioni vanno perse”.Per Daniela 29 anni,torinese,occuparsi di turismo sostenibile è quasi una missione.Lavora per “Alltournative”che organizza percorsi-avventura tra cenotes,gite in canoa,scivolate da brivido lungo la ‘corda tirolese’,fino all’emozione di scalare i 40 metri della piramide di Cobà.Ismal vive con la famiglia in una capanna nella foresta,il suo compito è il monitoraggio della biosfera di Sian Ka’an(il cui nome in Maya significa “Dove Inizia Il Cielo”)Patrimonio dell’umanità.Ismal si raccomanda:”Quando nuotate nei cenotes non usate gli abbronzanti perché noi maya quell’acqua la beviamo”.Prima di entrare nella foresta fa chiedere a uno sciamano il permesso degli spiriti.Ci si muove tra antichi reperti e immote lagune a bordo di piccole barche,si nuota nei canali rassicurati da Ismal.”Di giorno i coccodrilli dormono”
Altro scenario a Puerto Aventura,una delle spiagge più belle della riviera Maya,dove il parco di “Dolphin Discovery”offre un emozione rara:la possibilità di nuotare coi delfini.Ma è giusto?Chiara ,marchigiana,24 anni e una laurea fresca in biologia marina,fa l’istruttrice.Non ha dubbi”Questo parco ha ricevuto un premio proprio per come sono tenuti gli animali acquatici e per la qualità del cibo”dice,poi mostra una coppia di lamantini(grossi mammiferi marini)”Li hanno trovati qualche anno fa ammalati,in un fiume inquinato,oggi stanno bene,hanno un cucciolo di tre anni.Anche dove il confine tra attrazione turistica e integrità dell’ambiente può essere labile c’è pur sempre una volontà di non essere ‘invasivi’.E’ il caso dell’eco-parco di Xel-Ha,con lagune dall’acqua limpidissima,dove nuotano i pesci tropicali e una foresta con piccoli sentieri.”Sono stretti per non disturbare l’ambiente e gli animali”spiega la guida locale.Uno spazio è dedicato ad una sorta di vivaio per la riproduzione delle piante autoctone.Niente sport acquatici rumorosi ma nuoto nei cenotes,esplorazione di grotte,snorkeling,passeggiate.Ciascun visitatore riceve una bustina di abbronzante ecologico.Anche con un piccolo accorgimento si può contribuire a preservare la natura. (…..))






Di Gloria Ciabattoni

Da “Il Giorno”di ieri,(IO STO CON LA NATURA)Domenica 26 Giugno 2005










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Posted - 27 June 2005 :  23:33:33  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando


Trasgressiva e affascinante, la Giamaica è da sempre considerata l’isola più attraente dei Caraibi per la bellezza delle spiagge e del mare, per la natura rigogliosa e per il ritmo coinvolgente della musica reggae diffusa nel mondo dal mito di Bob Marley



Un basso ipnotico e cadenzato, colpi secchi di chitarra in levare, batteria e percussioni dal ritmo sincopato. è il reggae,la musica del grande Bob.



Grande come metà Sardegna (la terza dei Caraibi), la Giamaica alterna paesaggi mutevoli: dalle candide spiagge di Negril alle vette delle Blue Mountains ammantate di neve, dalle piantagioni di canna da zucchero alle imponenti cascate del Dunn's River a Ocho Rios, dalle paludi popolate di coccodrilli sul Black River all'intrico carsico di Cockpit Country.













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Posted - 27 June 2005 :  23:36:45  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando





Il Territorio

La Giamaica è uno stato dell'America Centrale insulare costituita dall'isola omonima e dagli Scogli di Pedro e di Morant.
La sua superficie si estende per 240 km di lunghezza da est verso ovest e 85 km di larghezza da nord verso sud.
A 1000 km da Miami, 115 a sud di Cuba e 160 km ad ovest di Haiti, la Giamaica appartiene alla zona dei corrugamenti terziari delle Grandi Antille ed è la terza isola più grande del mar dei Caraibi.

La struttura del territorio presenta un imponente rilievo montuoso, origine di un intensa attività sismica. Nella parte orientale dell'isola si innalza la principale catena montuosa, il massiccio cristallino delle Blue Mountains (Montagne Azzurre) la cui vetta più elevata è il Blue Mountain Peak, 2.265 m; al centro della regione si estende un altopiano calcareo: il Cockpit Country (460 m di alt. media) caratterizzato da formazioni carsiche che creano paesaggi spettacolari.
Intorno all'altopiano si trovano le pianure alluvionali, estese prevalentemente a sud e ad ovest.
Nelle zone est e nord le pianure si assottigliano fino a trasformarsi in coste dalla consistenza sabbiosa: ci sono 1022 chilometri di costa; le spiagge bianche, nella parte nord sono protette dalla barriera corallina , mentre la costa sud ha prevalentemente spiagge di sabbia nera.


La Giamaica è caratterizzata da un clima tropicale sul livello del mare e un clima temperato sugli altopiani dell’interno; è quasi costantemente spazzata dagli alisei e quindi, tranne che in qualche area riparata della costa meridionale, le temperature non sono mai torride.
Le precipitazioni sono concentrate in due stagioni delle piogge: Maggio-Giugno e Settembre-Novembre, quest’ultimo periodo coincide con la stagione degli uragani, va ricordato però che queste grandi tempeste raramente colpiscono direttamente l’isola: l’ultimo uragano risale al 1988, quello prima al 1952.








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Posted - 27 June 2005 :  23:40:14  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando






La Storia

La storia della Giamaica, ricca di avvenimenti, è segnata da una serie di tirannie e violenze avvenute dopo l’arrivo degli europei.
I primi colonizzatori furono gli Amerindi delle tribù Arawak, una popolazione indigena dell’America Centro-meridionale, che si insediarono sull’isola intorno al ‘900 d.C. chiamandola Xaymaca (isola di primavera). Cristoforo Colombo sbarcò la prima volta sulla costa nord di St. Ann nel 1494, nel suo secondo viaggio verso il Nuovo Mondo e rimase incantato dalla sua bellezza definendola "la più bella isola che occhio umano abbia mai veduto". Il navigatore genovese ne prese possesso in nome del Re di Spagna tra l’indifferenza degli indigeni.
I primi coloni spagnoli iniziarono ad arrivare nel 1509, costringendo alla schiavitù gli Arawak, e determinandone l’estinzione per il duro lavoro, i maltrattamenti e le malattie europee contro le quali gli indios non avevano difesa. Gli spagnoli iniziarono quindi ad importare schiavi dall’Africa per farli lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero.
Nel 1654, malgrado gli sforzi degli spagnoli, fu conquistata dagli Inglesi che ne fecero un centro di contrabbando in direzione dell’America spagnola. Nella seconda metà del Seicento l’isola è sotto il controllo dei bucanieri, un eterogeneo gruppo di banditi marittimi, rifugiati politici e criminali evasi, che si dedicavano alla pirateria.
I pirati del leggendario Henry Morgan partivano per le loro imprese da Port Royal che all’epoca era la capitale; saccheggiavano navi, porti, cittadine costiere, colpendo soprattutto gli interessi spagnoli con l’appoggio degli inglesi. Quando fu firmata la tregua tra Spagna e Inghilterra, nel 1672, i pirati divennero un problema per tutti: Carlo II, Re d’Inghilterra, lo risolse nominando Morgan Governatore dell’isola.
Le ribellioni degli schiavi resero difficile la vita agli inglesi: la prima risale al 1673 quando un piccolo gruppo di schiavi africani riuscì a fuggire dalle piantagioni e a rifugiarsi tra le montagne; furono chiamati Maroons e divennero l'emblema di una razza che non vuole abbassare la testa senza combattere un nemico crudele e razzista.
Da quel momento le ribellioni furono all’ordine del giorno soprattutto dopo che la guerra d’indipendenza americana (1775-81) e la rivoluzione francese (1789) avevano diffuso nel mondo uno spirito di libertà e indipendenza. Tutte furono soffocate dagli inglesi con estrema violenza.
L’ultima, nel 1831, ispirata da “Daddy” Sam Sharpe, schiavo istruito che incitava alla resistenza passiva, coinvolse circa 20.000 schiavi; fu molto violenta e portò alla distruzione di diverse piantagioni e all’uccisione di numerosi latifondisti. La reazione dei coloni fu talmente brutale da provocare lo sdegno della stessa Inghilterra che costrinse quindi il parlamento giamaicano ad abolire la schiavitù il primo agosto del 1834.
Sebbene l’antico ordine fosse stato abolito, minando il potere economico dei proprietari terrieri, il potere politico era ancora nelle mani dei latifondisti bianchi, gli unici ad avere il diritto di voto. Le ingiustizie sociali e le disperate condizioni economiche del paese portarono alla rivolta di Morant Bay, nel 1865, guidata da Paul Bogle, ma, ancora una volta, repressa dai coloni inglesi con una tale violenza da spingere l’Inghilterra a assumere una posizione più illuminata con una serie di governatori più liberali che iniziarono un lento processo di riforme sociali e che riuscirono a portare una relativa prosperità nel paese.
Il suffragio universale per tutti i giamaicani fu raggiunto solo nel 1944, anno in cui la Giamaica acquisì una virtuale autonomia dall’Inghilterra all’interno della Federazione delle Indie Occidentali, dalla quale si stacco il 6 agosto 1962 quando divenne una nazione indipendente nell’ambito del Commonwealth.









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Posted - 27 June 2005 :  23:43:54  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando



La Popolazione

La Giamaica è abitata da circa 2.3 milioni di persone di cui il 76% neri-africani, il 15% nero-europei e il rimanente afro-indiani.
La popolazione giamaicana è straordinaria mescolanza razziale e culturale, risultato delle diverse colonizzazioni che hanno caratterizzato la storia giamaicana.
I visi solari hanno caratteristiche fisiche difficili da ritrovare: quasi tutte le razze sono rappresentate - Africana, Inglese, Spagnola, Irlandese, Scozzese, Indiana, Cinese, Tedesca, e Siriana - anche se dominano le influenze Africana e Europea.
L'Africa domina nei tratti della popolazioni (il 90% dei giamaicani ha la pelle scura), nella cultura, nell'arte, nella cucina, nella lingua.
L'Europa ha lasciato un segno indelebile nella cultura della Giamaica: i nomi di molti luoghi, nelle leggi, nei sistemi educativi e governativi, nella lingua, nell'architettura e nella religione.
Il complicato passato, segnato dalla schiavitù e la lotta per l'indipendenza, ha reso il popolo giamaicano orgoglioso e forte; rifiutando di essere represso e scegliendo invece di rompere i limiti della piccola isola, ha ottenuto così il riconoscimento mondiale nella musica e nello sport (una squadra di bob da un'isola tropicale è l'esempio tipico del loro spirito entusiastico).
I giamaicani sono molto cordiali e ospitali: allegri, disponibili, sempre disposti al sorriso, accolgono i visitatori con calore fraterno e sono in grado di farli sentire a proprio agio. La gioia di vivere caratteristica di questa gente è evidente in particolare nelle musiche come il calypso e il reggae che, nate qui, sono diventate famose in tutto il mondo.






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Posted - 27 June 2005 :  23:46:41  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando


La Religione

La religione è onnipresente in Giamaica: il paese ha il primato della più alta concentrazione al mondo di chiese per miglio quadrato.
La straordinaria mescolanza razziale e culturale presente nel paese determina la coesistenza di numerose credenze religiose: è principalmente un paese cristiano (l’80% della popolazione) con numerosi Battisti, Anglicani e Cattolici romani, ma sono presenti anche le religioni Ebraica ed Islamica.
Il passato storico, la ricca cultura mista e l’eredità africana hanno determinato la nascita di diverse forme religiose come Pocomania e Rastafari, osservate dai gruppi religiosi tradizionali come sistemi di ribellione e come scudo dalla realtà.
Rastafari
Il movimento, il cui nome deriva dai termini Ras (principe) e Tafari (da temere) in onore dell’imperatore etiope Hailè Salassiè, nasce in Giamaica alla fine degli anni ’20 come rivendicazione del nazionalismo nero.
Il fondatore è Marcus Garvey, creatore di un’associazione per il miglioramento delle condizione del popolo nero nel mondo, sostenitore del ritorno alla madre Africa tanto da fondare, a tale scopo, una linea di navigazione, la Black Star Line.
Le idee di Garvey si radicano con facilità in Giamaica, oppressa da anni di colonialismo britannico e dove la popolazione risulta principalmente costituita dai discendenti degli schiavi africani.
Nasce così il movimento premonitore di un imminente ascesa di un redentore nero a re in Africa, identificato in Hailè Salassiè, incoronato imperatore d’Etiopia nel1930.
Salassiè è considerato discendente di Re Salomone, nonché re dei re e leone conquistatore della tribù giudea, e ritenuto colui che avrebbe ricondotto i rastafariani dal loro luogo d’esilio nel Sion, la terra promessa.
L’origine africana, che unisce i giamaicani e la gente di colore sparsa nel mondo, è il comune denominatore di questa fede, che alimenta in loro la speranza e determina il ritrovamento della loro identità culturale.
Per simboleggiare la criniera del leone di giudea, i seguaci del movimento adottano come capigliatura i dreadlocks, lunghe trecce usate da alcune tribù africane, e indossano il Tam, il tipico berretto di lana rosso, verde e oro della bandiera etiope. Circa il 60% dei Rasta fuma la marijuana (chiamata ganja) sostenendo che li aiuti a restare in contatto con Dio.
Il Rasta più famoso è sicuramente Bob Marley che ebbe il merito di diffondere in Giamaica il messaggio della lotta non violenta contro Babilonia che nel movimento Rastafari simboleggia lo stato bianco potente e corrotto che comanda in pratica il mondo.







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