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Carla
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Posted - 15 July 2016 : 11:37:19
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quote: Originalmente inviata da maxmillian
Io_albatros**
Sferzante l’aria davanti al mare gonfio il petto di grigiastre piume apro le arrugginite ali e appare l’oceano di vita intenso di crespe schiume.
Traballo ormai, s’eppur navigato d’ala, perché di vecchie membra son portatore.
Ogni onda ricordare fa, ad ogni folata ormai più forte si alza lo stupore. Del consono reagir cosa sbagliata affidar non posso nemmeno il cuore.
Mi trovo qui a ricordar in questo volo le cose care e amate insieme, Io_albatros che vecchio e solo pensiero intenso ho della mia speme.
Da solitario or sento mancanza d’ammarare la storia mia forse scorretta in questa distesa immensa da viaggiare di sole forze mie mai sorretta.
Navigar per giorni e notti senza planare han scritto sempre poeti e sognatori che il di me bramar entrambi nel cantare si son scordati di tutti i miei dolori.
Dimenticati si son di cose amare che ognun, uccello pure, deve seguire, se certo vuol essere di contare nello spazio del finito e proseguire.
Poco è niente, ciò che contenitore gelosamente protesse, fu che gestante baciò con ardore d’amante senza pudore. Riempirlo poi, vita pensò in modo costante,
agevole certo anche se fato gentile non fosse alquanto ma compensò con stupore difetti di natura dispettosa e ostile con pregi che apprezzare son di quei di cuore.
Immenso a contener oceano tempestoso e in batter d’ala sì piccolo da perdersi nell’universo. Una corrente d’aria, corridoio così spazioso che il sollevar e trasportar da venti di traverso appaga l’anima mia di cose, di essenze , di prezioso.
Sicuro che di libeccio ormai preso son nei voluttuosi gorghi e ghirigori, disperato è stanco il corpo e tu lo sai al fin ci credo e chiuderò l’ali senza timori.
Oceano che ami solo chi di profondo ha i guai andare lascerò i pensieri come i sognatori.
Planare potrò in qualche diga o porto senza annegare nel mare dell’oblio cercare pace dentro me che non ho conforto anche se io_albatros volerò alto fino a Dio
Maxmillian 06/02/06
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian
La vita è un eterno Restare in bilico sul tetto del mondo. Ci sarà sempre chi cercherà di farti cadere... Non importa, nonostante le ferite Rialzati sempre e mantieni il tuo equilibrio! Carla |
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maxmillian
Utente Master
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Posted - 15 July 2016 : 21:20:28
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nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian
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Ghiandaia
Utente Master
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Posted - 22 July 2016 : 03:45:04
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Max! Che dire? Il viaggio, il mare e la procellaria sono temi a te cari che sai esprimere al meglio! Questa poesia bellissima mi fa venire in mente "Vago augelletto che cantando vai" e, credimi, non è un accostamento irriverente. Ti auguro tutto il bene possibile in questo mondo "orbo", ciao!
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maxmillian
Utente Master
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Posted - 24 July 2016 : 21:15:12
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Sempre dolce grazie ghiandola..... Uccellino... Osservatore
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian
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maxmillian
Utente Master
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Posted - 24 July 2016 : 21:18:18
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Ops ghiandaia
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian
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Ghiandaia
Utente Master
1403 Posts
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Posted - 24 July 2016 : 21:49:40
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Si Max Ghiandaia! Alla prossima!
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maxmillian
Utente Master
2849 Posts
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Posted - 05 August 2016 : 23:35:53
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Io….la prima volta di te
Il rumore del riflusso, tormentato scoglio, lento gioco infranto nel crepuscolare del morente giorno. Lo vedevo specchiato calare sui tuoi occhi. Ventaglio di madreperla, il mare cantava in te, la mia ansia si annidava, tremante la voce all’alabastrate cosce, vergineo marmo, visione furtivamente sperata, rapinata nel scendere, timore e dubbio dell’apparire il nido caldo, vergineo, seppure rasato, sembrava candido nel tramonto che di rossore muore. Giusto il temere l’errore di non essere vero. Ancora misteriosa, la tua voce armonizzava con l’amore. Io la confondevo, l’interpretavo con l’ardore. Già sentii quell’accordata scala* che nei campi vidi poi messi piegare con gentili, brezzati, brividi tonali. Pescatore mi sentivo che reti lanciava, nella piatta barena,** per catturare novellame argenteo di fragile natura. Rapido, fulmineo da tagliare l’onda senza peso. Corpo di muschiata pelle ,odoravi di follia. Io avido fremevo, la tua voce era lenta, provocava il desiderio, si infiltrava , assaliva, stordiva, invadeva. Sei perla da non sciupare, ti coltiverò… mi proposi. Ripresi l’equilibrio nel vedere il futuro. Aspetterò. Riflettei nel giusto, rimpianti non ebbi… non ho.
Maxmillian, 17/02/06
Nebbia
Foschia novembrina, il tuo stratificare al gelido sereno di nottata imponi. Spazzi e visioni recludi al frequentatore della sera ma da schiarite ampie apparire si vede il seduto marinaio alto nel cielo di stelle seminato, a ricordare, al villan temprato, di saggi avi i segreti, per scandire percorsi profani nel gestire ordinati campi, abbondanti messi, potate viti, arrossate distese di bel papavero fluttuante. Nel passo falso, da provocare lo schiocco, l’incauto bracconiere inciampando fa risvegliare l’infeltrito tordo che di fortuna tesoro attinge e fugge, ringraziando d’essere scintilla del divino. Mi specchio nel mio mondo, guardo, svegliato io da spezzato incanto, sono solo ormai… randagia la mia coscienza rimane ad aspettare l’ultima sequenza di questo circo di sbandati, tali sono i progetti miei più efferati, immagine arriva sempre viva ma per fortuna mai tardiva. Fino ai larghi fianchi ti immergi nella pozza sorgiva dove il sole và a lavare i suoi pensieri di giornata prima di immergersi e il di te sognare. Mi entri nelle vuote stanze della mente, muri ormai spariti, fanno unico deserto dove i venti hanno facile spazzura di vittorie spente, con questo vuoto fanno paura anche al combattente che sorpreso cede. Non so se al mese freddo sia il brivido che sento riferito, al quanto dubbio rimane il vuoto nel partire non nell’ignoto ma verso posizione presa, sarà di me dolce la notte… (la morte)
Maxmillian,12/02/06
Tempo giovane
Vederti stella nella paglia, mille stilli nel mio cuore, immensa musica ispira l’anima cento nuvole rosa i tuoi occhi si divideranno. In questo mondo da rifare ci vorrebbe di bilancia il mare o un marinaio in ogni porto uno di foresta in ogni letto, in ogni essenza una cometa. Volti persi in ogni amore che per espandersi nell’universo credono di esistere in questa vita tra sorrisi indifferenti. Chi in ciò si vede, sarà solo come l’uomo che chiede amore e affetto. Cento lacrime in questo credo, mille falsità in questa pioggia che mi squadra e mi sfaccetta, di diamante mi fa la faccia, in questo modo mi confonde, ora so che son diverso. Vivo dentro clessidra rotta dove la sabbia non scorre ormai, il tempo di fermarsi non intende, il vecchio in me non muore più. Ogni giorno e tu lo sai, al mio cuore ferita crei, bruci in me di fiamma secca, fai miracolo, mi dai vita. Se mi ardi di me produci cenere, se risparmi inebri il tutto, il momento. Adesso so che son perduto come sogni ottusi d’oscuro cielo . Felicità di sé, ogni persona ama, ben sa che la felicità non sarà mai amata, se noi stessi perduto abbiamo amore. Questi sono riflessioni dei vent’anni miei o giù di li, dove l’ora non contavo, né sentivo il respiro del loro passare. Era neve, era vento, era buio, era freddo. Indifferenza forse ma l’amaro ci sta tutto, non era il tempo ma il vuoto tuo… Era il tuo …mi manchi.
Maxmillian 14/03/06
Vecchio
Accorto sono, lo sguardo attento a questa terra, dura e rossa di colore che dal sudore acido ammorbidita, dà messe bionda e saporita. Sull’orizzonte svetta il vecchio caco, albero ormai cavo che di me veste spoglie cadenti e vecchie. Protegge l’anima l’antico tronco, cosa inesistente nell’abito mio proteso nell’insensata voglia di equilibrio, voler il non finire mai. Rotolando per la china con un soffio che sa di pianto, come una spada il pensiero sferra fendente, cola acqua ma forse è sangue che si addensa, verso il mare asciuga il letto del torrente. Non bagna pur essendo flutto e trascina con se il buio delle tenebre, spegnendo vita di stelle. Sognavamo silenzi luminosi, eterni, fatti di mille giorni e di ricordi. Ascolto turbato adesso lo scricchiolio del legno dissolversi nel fuoco in infinite braci. Mi toccano i respiri, mi schioccano i lamenti. La divisione strazia, internamente lacera, mezza povertà, altra alla pietà, insieme diviene anima di miseria. Chiudo palpebre per addormentare il cuore, gioia appare goccia a goccia, arcobaleno di colori, serenità s’impasta, duro cemento di emozioni. Troppo ma è quel che ci vuole per il mio vecchio signore.
Maxmillian 20/03/06
Non so
Non so, non so se questo è amore, spero ardente che lo sia, certo il fulmine ha preso il cuore, mi frantumi in cristalli, in note, in melodia.
Ti amo come cuore di soldato che sacrifici e vita a patria dà Di lacrime mi bagno in un sogno alato, sapendo che a te darò solo voluttà.
Conscio rimango nell’atto mio interno che dissolve dubbi e di te vita richiama, in me piacere infonde anche d’inverno, tu per me sarai riflessa luce, tagliente lama.
Ti prendo adesso sono seduttore aitante, morbidi i capelli, con un soffio li allontano, tu mi comprendi in questo gesto d’amante, mi assapori, assaggiandomi, sfiori la mano.
Distesi ci svegliamo grondanti di rugiada. A molti sembreranno lacrime, forse lo sono pure, gardenia delicata, a toccarti sembri giada, i baci miei come rose asciugheranno le tue paure.
Maxmillian….24/03/06
Sapore d’Aprile
’Sta sera vorrei diventassi poesia d’Aprile Vestita di fine pesco, di mammola gentile. Stendermi a terra, silvestre che profumi di bagnato riempirmi dei tuoi silenzi in un sogno mai affermato.
Rivederti di corvino il capo così piccina, ricordo la flessuosa immagine bambina. Splendente il sole sul tuo etereo viso cupo, attorcigliandosi gioca sfumature grigie come lupo.
Spiaggia di marea algata di luce e sale, vedo l’astro formarvi due stagni d’opale*. Disegnando l’arrossata bocca, umida e bramosa, il contatto ambisco dell’amante, di mia sposa.
Mentre sogno cosa, tutto questo in controluce arriva, ciò che lo sguardo di Prometeo cede di deriva. Lo penetro e dentro dico:- che di me hai fatto? Intima è l’intensità dove alfine taccio soddisfatto.
Di certo illumina di vero il sensitivo. Alla voluttà mi aggrappo come edera su sagace ulivo. Al domandar d’amare, quando l’empireo tace È satura di tutto, l’essere, la voce, la mia pace.
Maxmillian,19/04/06
nelle mie preghiere non udire le parole ma il respiro... Maxmillian
amare.... non aver più nulla d'appagante da desiderare... Maxmillian
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