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 Il mondo dei motori....
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Carla
Utente Master

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Posted - 22 April 2014 :  14:02:46  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando


Vorrei dedicare uno spazio al mondo dei motori
Qui postare Automobili - Motociclette - Motorini - Barche, ecc... (di tutto il mondo) con magari qualche accenno storico, o qualche racconto se siete stati in possesso anche magari per breve tempo di un qualsiasi tipo di questi mezzi di trasporto!




La storia dell'automobile come mezzo di trasporto affermato e funzionante inizia nel XIX secolo.


Essa si basa tuttavia su modelli concepiti in precedenza; per questo la data dell'invenzione dell'auto non può essere stabilita con assoluta ed obiettiva esattezza:
« Un giorno si sarà in grado di costruire carri in grado di muoversi e di conservare il loro movimento senza essere spinti o tirati da alcun animale »
(Roger Bacon, XIII secolo)

Già durante l'epoca storica del Rinascimento erano stati ideati e disegnati modelli di carri in grado di spostarsi da soli. D'altro canto, questi progetti vivevano solo sulla carta. Dei prototipi funzionanti come il famoso carro di Cugnot (marchingegni con un motore a vapore) furono costruiti solo verso la fine del XVIII secolo.
Nata per sostituire la trazione animale, l'automobile si serviva di motori di volta in volta diversi a seconda dei sistemi di alimentazione. Soltanto dopo la prima guerra mondiale l'introduzione del motore endotermico e della benzina si impose su una moltitudine di sistemi. Ciononostante vennero sempre proposte, nei vari periodi storici, forme di alimentazione alternative alla benzina.

Il motore a vapore ed il carro di Cugnot






Il problema principale stava non tanto nel far muovere il carro di Cugnot, ma nella Progettato nel 1769 era azionato da un motore a vapore a due cilindri verticali di 325 mm di alesaggio e 387 mm di corsa, per una cilindrata totale di circa 62.000 cm³. Questo "mostro", in grado di portare un carico di oltre 4 tonnellate, soprannominato "macchina azionata dal fuoco" procedette lentamente solo per una dozzina di minuti, raggiungendo una punta di velocità stimata inferiore ai 10km/h; questa pur brevissima esibizione segnò l'inizio della storia della motorizzazione: si tratta infatti della prima dimostrazione pratica fornita al mondo da un veicolo "auto-mobile" nel senso letterale del termine, vale a dire che si muove da sé tramite una forza non animale, non immagazzinata per mezzo di molle e che non utilizzava gli effetti del ventolentezza della sterzata e nel farlo fermare, infatti il primo prototipo si distrusse contro un muro.
Tuttavia subito dopo venne costruito un secondo carro nel luglio del 1771 che ottenne il risultato sperato (attualmente, il carro di Cugnot è conservato al Conservatoire National des Arts et Métiers di Parigi ed una replica si può ammirare presso il Museo dell'automobile Carlo Biscaretti di Ruffia di Torino).
Il carro di Cugnot fu un prototipo fondamentale, ma caratterizzato da diverse caratteristiche in comune con altre invenzioni come la locomotiva ed il triciclomotorizzato. Si distingueva quindi dall'automobile moderna anche perché non costituiva, per il momento, una valida alternativa alla trazione animale. I successivi progressi portarono ad una vera e propria svolta soltanto dopo un centinaio d'anni, soprattutto grazie ai modelli introdotti da imprenditori come Carl Benz.






L'Ottocento: gas, benzina e Diesel


Anche nel XIX secolo vennero costruite delle automobili con trazione a vapore. Inoltre, ingegneri ed inventori continuavano a lavorare su modelli a trazione muscolare oppure a vela. Ciononostante la concorrenza di sistemi progrediti non si fece più attendere:
•Nel 1802, lo svizzero Isaac de Rivaz metteva a punto la prima vettura con motore a combustione interna.
•Il 1839 fu l'anno della prima auto elettrica, introdotta da Robert Anderson ad Aberdeen.
•Nel 1860 il belga Étienne Lenoir fu poi in grado di mettere a punto un modello alimentato a gas che venne applicato ad alcuni tricicli denominati Hippomobile.
•Nel 1864 l'italiano Innocenzo Manzetti introdusse la prima autovettura a vapore moderna in grado di circolare lungo le strade[2].
Le ricerche che portavano a sviluppare nuovi modelli si spingevano nelle più disparate direzioni, alimentate dagli sviluppi storici della industrializzazione soprattutto inglese. Fu così che le città di Londra e Bath si ritrovarono già nel 1828 con un collegamento di autobus, funzionanti a vapore.
Un momento di grande importanza fu senz'altro il 1876 grazie a Nikolaus August Otto, inventore del primo motore a combustione interna a quattro tempi. Comunque, l'auto non si era ancora del tutto profilata e distinta da altri mezzi di trasporto e locomozione e trasporto come la locomotiva e la bicicletta. Basti pensare al fatto che due famosi modelli francesi, l'Obéissante e la Mancelle venivano presentati all'Esposizione Universale del 1887 nella sezione dedicata al materiale ferroviario.
Grazie ad alcune decisive innovazioni e alla fondazione di importanti aziende, fu comunque proprio verso la fine dell'Ottocento che l'autovettura diventava per la prima volta un fenomeno ben conosciuto ed in grado di fare concorrenza alla carrozza. Dal punto di vista estetico l'automobile sviluppava per la prima volta caratteristiche sempre meglio distinguibili da quelli di altri mezzi di trasporto, anche se spesso rimaneva visibile, nel progetto, la struttura di una carrozza adagiata su di un motore:
•Nel 1883 vengono fondate le prime fabbriche di automobili: in Francia a Puteaux, la De Dion, Bouton et Trépardoux e in Germania a Mannheim, la Benz & Cie.fondata dall'ingegnere tedesco Carl Benz, che aveva lasciato da poco la fabbrica di motori A.G. Gasmotorenfabrik costituita nel 1882. La De Dion, Bouton et Trépardoux costruì nel 1884 una delle prime vetture a motore. Era a vapore ed utilizzava come combustibile carbone, legno e carta. Fu chiamata La Marquise e la velocità massima era di circa 61 km/h. Insieme alla precedente Mancelle, del 1878 di Amédée Bollée, è considerata l'automobile di serie più vecchia del mondo.
•Nel 1884 Enrico Bernardi realizzava a Verona un prototipo di veicolo con motore a benzina, con tre ruote, azionato da un motore di piccola potenza. Il prototipo fu presentato all'esposizione internazionale di Torino del 1884 ed è attualmente conservato presso la facoltà di ingegneria a Padova.
•Nel 1886 Carl Benz, che otto anni prima era stato il pioniere del primo motore a combustione interna a due tempi, costruì il primo veicolo con motore endotermico. Nello stesso anno il connazionale Gottlieb Daimler realizzò un modello indipendente da quelli di Benz. La sua vettura raggiungeva una velocità di 16 km/h. Successivamente, nel 1889, il motore a quattro tempi di Daimler veniva installato su una vettura a quattro posti da René Panhard ed Émile Levassor.
•Nel 1890 Gottlieb Daimler fondò la Daimler-Motoren-Gesellschaft.
•Nel 1892 Rudolf Diesel brevettò un nuovo modello (che migliorava il grado di efficienza del ciclo Otto), il che preludeva alla costruzione del primo motore Diesel.
•Nel 1894 Enrico Bernardi realizzava il suo veicolo con motore a benzina e, per produrlo, nello stesso anno veniva fondata la Miari & Giusti, prima fabbrica italiana di automobili.
La concorrenza tra diversi sistemi era sempre maggiore e finiva per essere inscenata davanti al pubblico: fu così che nacquero le prime gare automobilistiche, tra le quali era senz'altro famosissima la Parigi-Rouen. Anche se sembravano profilarsi buone prospettive per il motore a benzina, questo sistema pareva tardare ad affermarsi sugli altri. Il primo record di velocità terrestre ufficialmente registrato, del 1898, è da attribuire proprio ad un'automobile elettrica: il francese Gaston de Chasseloup-Laubat raggiungeva i 63,14 chilomenti l'ora, mentre l'anno successivo, il 29 aprile 1899 Camille Jenatzy superava la bellezza dei cento km/h con La Jamais Contente, anche in questo caso un'auto elettrica. Con la sua spiccata linea appuntita, questa vettura cercava una sua soluzione aerodinamica, anche se prematura.

Il Novecento: l'affermazione definitiva del modello a benzina



Come visto, il XX secolo si apriva con una ricerca volta nelle direzioni più disparate. Da carburante fungevano anche sostanze come il petrolio e l'alcool. Infatti, l'automobile a benzina finì per diventare il modello più affermato solo a partire dal periodo intorno alla prima guerra mondiale.
La prima auto non carrozziforme fu la Mercedes 35PS del 1901. Raggiungeva i 70 km/ora.
Anche in Italia all'inizio del novecento iniziò la produzione industriale della FIAT a Torino, con la consulenza tecnica dell'ingegnere Enrico Bernardi che fin dal 1896 aveva iniziato a realizzare industrialmente automobili con motori a scoppio presso la ditta Miari e Giusti di Padova.
Il 1913 segnò una data importante per l'economia dei paesi europei. Henry Ford introduceva nella sua azienda la catena di montaggio e il nastro trasportatore, di pari passo con la vittoria del motore a benzina. Dello stesso anno la prima auto con avviamento elettrico. Non si trattava di sviluppi di natura puramente tecnologica: infatti, di pari passo, la teoria economica del taylorismo introduceva nuovi canoni di produttività, ridefinendo in parte il ruolo del lavoratore e aprendo questioni di natura umana e sociale. Da una parte, la nuova classe operaia si ribellava a queste dinamiche coniando il termine dispregiativo di fordismo. Dall'altra si faceva il primo passo verso la produzione in massa di autovetture che potessero essere alla portata dei ceti meno abbienti.
Fu un'occasione presa al volo dalle dittature fasciste, che vedevano lo sviluppo di beni di consumo come fattore di piena occupazione e stabilità della base. Si diede così inizio una prima diffusione di autovetture in Italia o in Germania. Il 1936 fu infatti l'anno di nascita di modelli come la Fiat Topolino e la Volkswagen Maggiolino. Enorme era lo sforzo intrapreso da Hitler per dotare negli anni trenta il terzo Reich di una vera e propria rete autostradale: secondo il Führer l'auto era infatti un modo di far conoscere il territorio del Reich alla popolazione tedesca, più che un mezzo di trasporto urbano. L'auto doveva venire a costare meno di diecimila marchi. Dopo la guerra, lo sviluppo industriale consentì innovazioni sempre diverse e più raffinate: gli pneumatici radiali fecero la loro comparsa sul mercato nel 1948; tre anni più tardi, era la volta del motore ad iniezione. Il secondo dopoguerra fu per molti paesi europei come l'Italia un momento assai importante. Il parziale smantellamento dell'industria di guerra ed il boom economico favorirono la diffusione massiccia di questo mezzo di locomozione.
Sviluppi recenti
La tendenza dei modelli odierni non è affatto contraria alla diversificazione del carburante. Il bisogno di un sistema alternativo alla benzina si fece notare ad esempio durante la crisi del petrolio, nel 1973. Il sistema diesel continuò quindi ad affermarsi accanto a quello a benzina, mentre in tempi successivi anche l'automobile elettrica e quella ad alcool tornarono ad essere sviluppate.
L'automobile diventa un prodotto sempre più ricco di accessori legati a nuove funzionalità. Per reagire al numero impressionante di incidenti e decessi, la legislazione dei vari paesi introduce nuove tecnologie come quella delle cinture di sicurezza e dell'air bag, con la conseguenza che, senza che venga raggiunta una consistente diminuzione degli incidenti, il numero dei decessi in seguito a sinistri diminuisce in maniera significativa. Il sistema Sistema di Posizionamento Globale(GPS) aiuta il conducente a trovare l'itinerario ottimale.
Nel clima sociale, ambientale ed economico dei giorni nostri, sembrano acquisire un ruolo di sempre maggiore importanza i concetti di mobilità sostenibile e dienergia rinnovabile. Ad esempio, il Brasile è un paese che in virtù delle proprie risorse utilizza largamente il bioetanolo per autovetture con il motore Flex. Infatti, in questo paese la raffinazione di canna da zucchero è una delle fonti di energia più importanti. D'altro canto, l'utilizzo di prodotti potenzialmente commestibili per la produzione di carburante è stato criticato per il fatto di contribuire al disboscamento e alla lievitazione dei prezzi degli alimentari.






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Carla
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Posted - 22 April 2014 :  14:04:21  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando










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Carla
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Posted - 22 April 2014 :  14:10:54  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando
La motocicletta o motociclo, spesso detta mòto per brevità, è un veicolo a 2 ruote, provvisto di motore, appartenente alla categoria dei motoveicoli. In origine, questo tipo di veicolo veniva definito bicicletto a motore, a causa della sua discendenza dalla bicicletta.


Il termine "motocicletta" deriva dal marchio commerciale "Motocyclette" con il quale venne presentato il primo modello prodotto dall'azienda parigina Werner che, per prima, aveva ideato l'applicazione del motore ausiliario a una comune bicicletta, depositando i relativi brevetto e denominazione il 7 gennaio 1897. Il termine "Motocyclette" si diffuse rapidamente e divenne talmente popolare in tutta Europa, già nel primo decennio del XX secolo, da costringere il tribunale di Parigi, per ragioni di pubblico interesse, a cancellare la precedente concessione di esclusività del marchio ai fratelli Werner e riconoscerlo nel pubblico dominio

La motocicletta ha 2 ruote in linea e la stabilità del mezzo in movimento viene garantita dal principio di conservazione del momento angolare. Le variazioni di direzione della motocicletta vengono comandate tramite un manubrio, con sfruttamento degli effetti giroscopici causati dalla conservazione del momento angolare.
Nella motocicletta propriamente detta, escludendo il caso particolare degli scooter, il centauro e l'eventuale passeggero siedono sul mezzo appoggiandosi su una sella, il guidatore utilizza il manubrio per l'appoggio delle mani e per comandare, sul lato sinistro, l'eventuale frizione; sul lato destro sono invece presenti i comandi relativi all'impianto frenante (relativo alla ruota anteriore e talvolta alla frenata integrale) e all'acceleratore che regola la velocità. I piedi si appoggiano invece su apposite pedane, dalle quali il piede destro comanda il freno posteriore (talora, in impianti particolari, la pressione sul comando interviene parzialmente anche sul freno della ruota anteriore) ed il sinistro (ad eccezione dei veicoli a cambio automatico) il cambio delle marce. In passato la posizione destra/sinistra dei due comandi a pedale era mutevole a seconda dei modelli.
La propulsione del mezzo viene garantita dalla presenza di un motore a combustione interna alimentato con benzina. vengono utilizzati motori a quattro tempi o motori a due tempi; questi ultimi sono in graduale diminuzione di numero, soprattutto grazie delle normative anti-inquinamento.
Questo tipo di veicolo, per poter circolare sulle strade, deve soddisfare i requisiti dettati dai codici della strada in vigore nelle varie nazioni e possedere una regolare omologazione. Anche i requisiti necessari per condurre il veicolo e per l'ammissione o meno del trasporto del passeggero sono codificate all'interno dei codici stessi e possono differire da nazione a nazione.
Alla motocicletta può essere a volte agganciato un elemento esterno: un carrozzino laterale atto a trasportare persone definito sidecar o, più raramente, un rimorchio posteriore atto al trasporto di merci e bagagli.

L'invenzione della motocicletta viene fatta risalire all'ingegnere francese Louis-Guillaume Perreaux che depositò il relativo brevetto (n.83691) il 16 marzo 1869 e realizzò un veicolo a due ruote funzionante a vapore chiamata Vélocipede à Grande Vitesse.
La prima motocicletta con motore a combustione interna si deve a due inventori tedeschi, Gottlieb Daimler e Wilhelm Maybach, che costruirono il primo prototipo, nel 1885, in una piccola officina di Cannstatt (nelle vicinanze di Stoccarda).
Nel 1894 i primi esemplari funzionanti vennero messi in vendita dalla Hildebrand & Wolfmüller e da quel momento si assistette ad una continua evoluzione della motocicletta, grazie ad aziende di tutto il mondo, sia in Europa che negli USA.
Come nella parallela storia dell'automobile, il mondo delle motociclette di produzione è andato sempre di pari passo con quello delle competizioni e se, nel mondo dell'automobilismo, già nel 1894 si sviluppava una competizione degna di tale nome con la Parigi-Rouen, l'anno successivo si registravano le prime iscrizioni di bicicli a motore alla Paris-Bordeaux-Paris.
Se i primi modelli costruiti non erano altro che biciclette a cui venivano applicati gli apparati di propulsione, l'evoluzione tecnica ed estetica è stata continua, così come il distanziamento progettuale con le due ruote a propulsione umana. Già nei primi decenni del XX secolo la tipologia classica era quella delle moto sottocanna e si vedevano i primi esempi di sospensioni per migliorare il comfort di marcia.
Fino agli anni sessanta la produzione era per la gran parte europea, con l'industria britannica, tedesca e italiana in particolare evidenza, negli ultimi decenni la parte del leone viene fatta dalle industrie giapponesi.

Una delle prime motociclette: una Daimler First Motorcycle







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Carla
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Posted - 22 April 2014 :  14:20:22  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando




Il mio primo motociclo è stato un Garelli-gulp (simile a questo) di colore arancione, era abbastanza pesante, ma molto robusto, con un ottima tenuta di strada, velocità massimo 50 km. orari
Era compagno delle mie girovagate da ragazzina
io lo smontavo e rimontavo, pulivo, facevo le varie manutenzioni e pure quando si bucava una ruota, o non funzionavano le candele eccc.. procuravo i pezzi e lo riparavo da sola




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Carla
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Posted - 22 April 2014 :  14:24:23  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando
Poi arrivò il classico CIAO della Piaggio






Era verde scuro, più leggero, maneggevole, ma come tenuta di strada mi trovavo meglio col Garelli



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Carla
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Posted - 22 April 2014 :  14:33:11  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando
In seguito arrivò la
Vespa 50 special a 4 marce della Piaggio








Era grigia metallizzata, 80km. orari, elegante, robusta e ottima tenuta di strada.
Con questa mi ci son divertita parecchio, (impennate e corse ..)oltre che utilizzarla per andare al lavoro.
La tenevo come una bimba sempre pulita e curatissima, poi quando ho preso la prima automobile a 18 anni l'ho venduta con dispiacere (il tipo che l'ha acquistata l'ha disintegrata in meno di un mese



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Giovanni
Utente Master

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Posted - 22 April 2014 :  18:30:29  Vedi Profilo Send Giovanni a Private Message  Rispondi quotando
Io il Ciao lo ho avuto e...lo ho ancora, rosso fiammante che va come un razzo :)

Ma l'auto che in tutta la mia vita mi ha rubato il cuore è la Toyota Celica



La mia era Grigia ma uguale, un'auto con cui ho fatto 250 mila KM senza quasi manutenzione, andava sempre, non consumava una goccia di olio non faceva strani rumoracci plasticosi e filava come il vento.
Una tenuta di strada pazzesca e una comodità, per 2 passeggeri, unica.

Da quando l'ho data dentro non ho smesso di pentirmene un'auto così difficile ritrovarla sopratutto per i tanti ricordi di vita vissuta insieme.

Mi piaceva in tutto, come estetica, motore confort ma sopratutto per l'affidabilità in tanti anni mai un piccolo problema.

rimmarrà sempre nel mio cuore

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nanà
Moderatore

11171 Posts
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Posted - 22 April 2014 :  20:27:19  Vedi Profilo Send nanà a Private Message  Rispondi quotando

Bellissimo post interessante e utile
Grazie Luna per l'idea








Se fai qualcosa col cuore, non hai bisogno che qualcuno ti aiuti.
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