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Posted - 25 March 2015 : 22:00:25
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Dopo la morte di Francesco I, suo fratello Ferdinando (1549-1609) diede ulteriore impulso alla lavorazione delle pietre dure,riunendo tutti i laboratori di corte nella Galleria dei Lavori, posta sotto la direzione del nobile romano Emilio de Cavalieri. Nel 1589 la celebrazione del matrimonio tra Ferdinando I e Cristina di Lorena (1565-1637) determinņ larrivo a Firenze di diversi preziosi facenti parte dellingente dote che la potente Caterina de Medici (1519-1589), nonna di Cristina, le aveva destinato. Tra i beni portati a Firenze dalla principessa francese spicca la celeberrima Cassetta Medici (Museo degli Argenti), capolavoro dellorafo e incisore di cristalli di rocca Valerio Belli (1468 ca. 1546) al quale fu commissionata da papa Clemente VII per farne dono, nel 1533, a Francesco I di Valois in occasione delle nozze tra Enrico II e Caterina de Medici.
A partire dallinizio del XVII secolo, i diversi principi di casa Medici cominciarono a costituire delle collezioni personali, alle quali si aggiunsero quelle delle loro spose. La granduchessa Maria Maddalena dAustria (1587-1629), ad esempio, contribuģ ad accrescere le raccolte medicee con oltre cento manufatti in ambra di straordinaria fattura, che confluirono nel tesoro mediceo solo dopo la sua morte. Per tutta la vita, infatti, la granduchessa mantenne la proprietą diretta di queste opere, che custodiva gelosamente negli armadi della sua cappella privata in Palazzo Pitti. Analogo destino ebbero gli avori del cardinale Leopoldo de Medici (1617-1675), instancabile raccoglitore di opere darte. Appartennero alla sua collezione pezzi di grande interesse oggi nel Museo degli Argenti, come la grande placca con lAdorazione dei pastori attribuita a Johann Christian Braun o il bellissimo gruppo della Crocifissione eseguito tra il 1666 e il 1668 su disegno di Pietro da Cortona. Con Cosimo III (1642-1723) le arti e il collezionismo vissero a Firenze unultima, grande stagione di splendori. Il granduca ebbe a cuore la diffusione internazionale dei lavori realizzati nella sua Galleria e contemporaneamente si preoccupņ di aprirla ad artefici di provenienza ed esperianza diverse, abili nel trattare materiali pregiati e tecniche sofisticate. Un notevole impulso fu dato alla lavorazione dei metalli nobili, impiegati per la creazione di gioielli, suppellettili da tavola e arredi a destinazione sacra. Dalla collaborazione dello scultore e architetto Giovan Battista Foggini (1652-1725) con i pił esperti orafi di corte scaturirono reliquiari di grande fasto che il devoto granduca destinņ alla sua cappella in Palazzo Pitti o donņ alle principali chiese fiorentine e toscane. A documentare lalta perizia delle maestranze di Cosimo III relativamente allideazione di contenitori per sacre spoglie resta la serie straordinaria di reliquiari conservata nel Museo delle Cappelle Medicee, in cui loro, largento e il bronzo dorato sono combinati con pietre preziose, elementi in cristallo di rocca e rilievi a commesso di pietre dure.
Falliti tutti i tentativi di assicurare alla dinastia una continuitą, lElettrice Palatina Anna Maria Luisa de Medici (1667-1743), secondogenita di Cosimo III, dopo la morte del fratello Gian Gastone, ultimo granduca mediceo, impegnņ tutte le sue energie nella salvaguardia dello sterminato patrimonio artistico accumulato dalla sua casata in vista del passaggio della Toscana ai Lorena. Nacque cosģ il Patto di Famiglia, atto con il quale Anna Maria Luisa garantģ a Firenze la permanenza delle raccolte artistiche, archeologiche, librarie e scientifiche dei Medici. Tuttavia il Patto non impedģ la distruzione di molti oggetti del tesoro granducale, fusi per recuperarne loro o depredati delle pietre pił preziose. Nella seconda metą del Settecento, ciņ che scampņ alla sete di denaro dei Lorena fu riunito nella Galleria degli Uffizi, he nel 1780-1781 fu interamente riorganizzata per volere del granduca Pietro Leopoldo. In questo stesso periodo presero il via i lavori per dotare la struttura di un Gabinetto delle Gemme, dove furono collocati non solo i cammei e gli intagli ma anche i vasi e altri manufatti in pietre dure gią appartenuti ai Medici. Questo insieme rimase pressoché immutato fino al 1785, quando diversi esemplari furono prelevati e inviati al Museo di Fisica e Storia Naturale, dove si trovavano gią numerosi vasi e frammenti di pietre dure provenienti dalla Tribuna e dalla Guardaroba. Nel 1898 a lasciare gli Uffizi furono le gemme reputate antiche, confluite nel Regio Museo Etrusco, lodierno Museo Archeologico Nazionale, mentre nel 1921 toccņ alle gemme moderne e ai vasi trasferiti al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti.
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Posted - 25 March 2015 : 22:08:36
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Posted - 25 March 2015 : 22:24:14
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Il Tesoro del Cremlino č stato messo in mostra il 27 maggio 11 settembre 2011 al Museo degli Argenti, Palazzo Pitti, Firenze
La mostra Il Tesoro del Cremlino, č frutto degli scambi culturali previsti per lanno delle celebrazioni Italia Russia 2011, organizzati dal Ministero per i Beni e le Attivitą Culturali e dal Ministero degli Affari Esteri di concerto con le corrispondenti Istituzioni russe. La mostra č stata affiancata, da unesposizione al Museo del Cremlino di Mosca dedicata ai tesori dei Medici, per lo pił provenienti dal Museo degli Argenti di Palazzo Pitti che ospiterą da domani la mostra sui Tesori del Cremlino.
Le oltre 100 opere esposte presentano la straordinaria formazione e crescita di uno dei pił importanti tesori dEuropa: lArmeria del Cremlino, la collezione pił ricca del pił antico museo russo che raccoglie i tesori reali, oggetti di corte di uso quotidiano e cerimoniale, legati ai nomi dei pił grandi zar di Russia attraverso molti secoli di storia.
Promotori dellesposizione sono il Ministero per i Beni e le Attivitą Culturali con Ministero della Cultura della Federazione Russa, la Soprintendenza Speciale per i Beni Artistici e Storici ed Etnoantropologici e per il Polo Museale della cittą di Firenze, il Museo degli Argenti e i Musei del Cremlino di Mosca, Firenze Musei e l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. La produzione e la gestione della mostra sono state affidate a Opera Laboratori Fiorentini Civita Group.
Dal XII al XVIII secolo lArmeria fu la stanza del tesoro, colma di oggetti preziosi di origine ed epoche diverse, acquistati per la Casa regnante o giunti in dono da ambasciatori di paesi stranieri: gioielli, armature, ricami, bizantini, russi, persiani, turchi e europei, contribuirono insieme allo sfarzo della corte degli Zar. Quando, nel XVIII secolo la Corte si trasferģ da Mosca a San Pietroburgo, lArmeria fu destinata ad accogliere oggetti legati al cerimoniale dellincoronazione e alle sontuose vesti auliche. In mostra si presentano gli oggetti del periodo pił fiorente dellArmeria, quando era la Stanza del tesoro degli Zar.
La mostra, a cura di Irina Gorbatova, comprende anche una selezione di 19 opere provenienti dalle collezioni medicee, e giunte a Firenze come preziosi doni diplomatici degli zar di Russia ai granduchi di Toscana, a testimonianza dei profondi rapporti interculturali instauratisi tra le due corti dalla fine del 500 fino ai primi decenni del 700.
Ecco alcuni pezzi del Tesoro del Cremlino in mostra a Firenze
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Posted - 25 March 2015 : 22:26:57
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Posted - 25 March 2015 : 22:28:43
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Posted - 25 March 2015 : 22:34:18
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