Sogno un amore leggero come un volo di farfalle, fatto di giorni nuovi e colorati come l'arcobaleno , dopo una giornata di pioggia. Che mi abbagli con la sua sincerità, che mi stringa tra le sue braccia , solo cosi' potro' capire se e' vero, se e' sincero. Sogno un 'amore ingenuo ma vero, come un bimbo appena nato, che ti riempie gli occhi di dolcezza e tenerezza. perche' l'amore deve essere così per me.
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Bellissima e Dolcissima ........ Felicissima che , in questo periodo non sei stato solo , ma , come dice Fairy , soprattutto strafelicissima , come tutti quelli ti conoscono realmente o virtualmente e che ti vogliono bene, che tu stia bene !!!!!
Se devi andare, vai. Ma stavolta non voltarti Prima di andare, però, aiutami a chiudere questa valigia. Una valigia che sa di noi. Ripiega bene i nostri abbracci, come fossero fazzoletti ché sanno asciugare le lacrime, loro i nostri sguardi, invece, vanno insieme ai maglioni pesanti, perché riescono a penetrare sottopelle, fino a scaldare il sangue nelle vene. Poi ci sono gli innumerevoli ricordi, e il desiderio quel desiderio prepotente che ci impedisce di stare lontani quelli vanno nella parte più fonda della valigia, ben schiacciati sotto tutto il resto altrimenti, rischiano di venire fuori all’improvviso, e far saltare in aria tutto quanto. Se devi andare, vai. Ma stavolta non voltarti. E porta via questa valigia piena di voglia, gioia, condivisione, lacrime e sentimento. Perché è troppo pesante per me. Forse lo è anche per te. Forse lo sarebbe per chiunque. Perché non andrebbe chiusa. Il suo contenuto andrebbe indossato. Dovremmo indossarlo. Indossarlo, insieme ma tu non sei fatta per restare ed io non ti posso trattenere. E sai perché? Perché io ti conosco, tu mi conosci, continuiamo a fare in modo di perderci ma nonostante questo, non riusciamo a smettere di trovarci. Se devi andare, vai. Ma stavolta non voltarti. Perché i tuoi occhi rischiano di incrociare nuovamente i miei. e se mi guardi ancora in quel modo, potrei non credere più ai tuoi passi che si allontanano da me. Dovrei credere a loro a quegli occhi. Quegli occhi brillanti che mi cercano. Allora vai, e non ti voltare. Mentre le mie dita scivolano per l’ultima volta tra i tuoi capelli, disegnando sulla tua nuca il più dolce e crudele dei tramonti. Un tramonto che sa di noi. Di noi, e d’un fiore. Un fiore dal profumo intenso, e dalle innumerevoli sfumature. Un fiore unico nel suo splendore. Così forte da sbocciare sul cemento ma evidentemente, non abbastanza, per sopravviverci, su quel terreno. Un terreno asfaltato di paure e incertezze. Un terreno asfittico, sul quale nessun fiore potrebbe sbocciare. Eppure, lui quel Fiore c’era riuscito ma forse, ora, è troppo tardi per salvarlo. E nemmeno lui desidera essere salvato, sarebbe troppo faticoso anzi, ostinandoci, rischieremmo solo di prolungarne l’agonia. Non ci resta che lasciarlo appassire. Lasciamolo appassire in pace, mentre i suoi petali vengono portati via dolcemente dal vento fresco di un’altra primavera. Se devi andare, vai. Ma stavolta non voltarti. Non voltarti più.