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Carla
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Posted - 26 April 2013 :  13:00:12  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando
L'invenzione del telefono è attribuita al fiorentino Antonio Meucci che nel 1871 dimostrò il funzionamento del suo apparecchio che chiamò telettrofono. Il primato sembra spettare però ad un valdostano, Innocenzo Manzetti, che riuscì a realizzare un apparecchio elettrico in grado di comunicare a distanza già negli anni cinquanta dell'Ottocento, catturando l'attenzione dei giornali anche esteri ma senza riuscire a diffondere ulteriormente l'invenzione. Manzetti battezzò la sua invenzione, basata sull'induzione elettromagnetica, "télégraphe parlant". Innocenzo Manzetti, come riportano numerose testimonianze dell'epoca (giornali italiani e internazionali che parlarono della dimostrazione pubblica del 10 luglio 1865)[1], riuscì a realizzare un apparecchio elettrico in grado di comunicare a distanza utilizzando il principio di induzione magnetica mentre il primo dispositivo di Meucci consisteva in due fili attorcigliati e stretti tra i denti. Meucci, avuta notizia dai giornali, scrisse a Manzetti parlando di idee simili. Manzetti morì a 52 anni nel 1877, tutti i suoi prodotti scientifici (bussole, barometri, termometri ed il prototipo del "téléphone") vennero ceduti dalla moglie Maria Rosa Anzola, con atto notarile del 7 febbraio 1880, a due viaggiatori americani: Max Meyer, uomo d'affari, e Horace H. Eldred che si scoprì essere direttore dei telegrafi di New York.
Nel 1860 Johann Philipp Reis presentò una macchina per la trasmissione elettronica di suoni musicali tramite una barretta vibrante sotto l'influenza di un campo elettromagnetico. Questo dispositivo non era comunque in grado di trasmettere la voce.
Elisha Gray lo inventò indipendentemente e ne diede dimostrazione nel 1876, ma due ore prima che presentasse la richiesta di brevetto, Alexander Graham Bell presentò la sua (anche se il progetto da lui proposto non funzionava). Come risultato, soprattutto negli Stati Uniti e Canada, Alexander Graham Bell viene accreditato dell'invenzione. Nel 1871 Meucci aveva presentato un brevetto provvisorio, da rinnovarsi annualmente al costo di 10 dollari, ma aveva potuto rinnovarlo solo fino al 1873, non potendosi permettere la cifra di 200 dollari per il brevetto definitivo.
L'11 giugno 2002 il Congresso degli Stati Uniti ha riconosciuto, storicamente, ad Antonio Meucci la paternità del telefono.
Le prime implementazioni del telefono erano basate sul trasporto del suono attraverso l'aria, piuttosto che tramite segnali elettrici generati dalla voce. Secondo una lettera pubblicata sulla Gazzetta di Pechino, nel 968, l'inventore cinese Kung-Foo-Whing inventò il thumstein, che probabilmente trasportava la voce attraverso dei tubi. Anche i primi esperimenti di Meucci ed altri usavano questo sistema. Anche in Europa nell'alto medioevo, ma anche prima in epoca romana e nell'antica Grecia, esistevano sistemi analoghi.


La prima introduzione pratica del telefono in Italia ebbe luogo a Milano il 30 dicembre 1877 quando fu attivata la linea tra due apparecchi costruiti dai fratelli Gerosa che metteva in contatto una caserma dei pompieri con la stazione di Porta Venezia della tranvia interurbana per Monza. La successiva linea univa le stazioni ferroviarie di Varese e Gallarate. Nel 1879 tutti gli uffici del telegrafo di Roma furono uniti alla linea telefonica che dall'anno precedente univa Roma a Tivoli. Il primo vero servizio telefonico ebbe però inizio nel 1881 con l'attivazione della linea al signor Giovanni Uberti (il quale ebbe il numero 1) di Roma. Entro la fine dell'anno gli abbonati erano già 900.
La cornetta nacque quando un centralinista svedese ebbe l'idea di legare il microfono e il ricevitore ad un bastoncino, in modo da poter avere una mano libera.
La storia delle successive invenzioni e miglioramenti del telefono elettrico comprende: il microfono con membrana piena di granuli di carbone (più tardi sostituito dal microfono electret che viene ora impiegato in quasi tutti i trasmettitori telefonici), il centralino manuale, il selettore a disco, il sistema pentaconta, la centralina telefonica automatica, la tastiera per la composizione a toni Touch Tone (DTMF), la digitalizzazione del suono tramite varie tecniche di codifica, tra cui la modulazione d'impulso (o PCM), che viene usata anche per i file .WAV e i compact disc).
I sistemi più recenti comprendono: telefonia IP, ISDN, DSL, il telefono cellulare, i telefoni cordless e i cellulari di terza generazione, che permettono il trasferimento dati ad alta velocità.
L'industria si divide in produttori di equipaggiamento per telefonia e telecomunicazioni ed operatori telefonici. Gli operatori spesso detengono un monopolio nazionale. In Italia era il caso della SIP, ora Telecom Italia.
La prima telefonata transatlantica avvenne tra New York e Londra, il 7 gennaio 1927.


Ecco alcuni dei tantissimi modelli che seguirono nel tempo






























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Carla
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Posted - 07 May 2013 :  12:14:51  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando
L'invenzione della RADIO






L’invenzione della RADIO
1.1 Primi esperimenti e prime scoperte

Le radiocomunicazioni sono il frutto delle scoperte e della cooperazione di numerosi scienziati e tecnici appartenenti a diversi paesi. Faraday, all'inizio del XIX sec., studiò le interazioni elettriche e magnetiche, non tanto come azione a distanza, quanto sotto il profilo di campi di forza prodotti da cariche elettriche e da magneti; scoprì che i campi elettrici possono essere indotti da campi magnetici variabili. Pochi anni dopo Maxwell, traducendo in forma rigorosamente matematica le idee di Faraday, fornì le basi della moderna teoria dell'elettromagnetismo, con il famoso " Trattato dell'elettricità del magnetismo" (1873). Maxwell sostenne che le onde elettromagnetiche hanno la stessa natura delle radiazioni visibili, cioè della luce, e che si propagano con la medesima velocità di 300.000 Km/s, subendo fenomeni di riflessione e rifrazione del tutto analoghi a quelli luminosi. Le onde luminose sono molto corte, mentre le altre, più lunghe, sono quelle che oggi chiamano "radioonde". Il termine "radio", derivato da "radiazione", fu adottato in una conferenza svoltasi a Berlino, in Germania, nel 1906, con riferimento alle comunicazioni mediante onde elettromagnetiche. Nel 1887 le teorie di Maxwell riavettero una conferma sperimentale dal fisico H.Hertz che riuscì a produrre e a rivedere le onde elettromagnetiche, denominate appunto onde hertziane. Con l'ausilio di un rocchetto di Runkorff e di un particolare spinterometro, Hertz realizzò il prototipo di un' oscillatore capace di irradiare un'onda elettromagnetica che poteva essere rilevata a breve distanza, ottenendo scintille tra le due punte affacciate di una spira metallica ad anello semiaperto. Hertz perfezionò notevolmente la parte sperimentale e successivamente, assieme ad Augusto Righi, riuscì a riprodurre in laboratorio , per le onde elettromagnetiche, quei fenomeni di riflessione, rifrazione e difrazione che caratterizzano la luce. Il metodo a scintillazione adottato da Hertz per rivelare e quindi per ricevere a distanza le onde elettromagnetiche, era assai poco sensibile per applicazioni di pratica utilità. Nel 1884 Calzecchi-Onesti osservò che la conducibilità, molto scarsa della limatura di ferro, aumenta fortemente sotto l'azione di un'onda di tipo hertziano e che basta una perturbazione meccanica (un urto) per riportare la limatura nelle condizioni di scarsa conducibilità. Nel 1890 Branly sfruttò questo principio per costruire il primo tipo di rivelatore Coherer, a quei tempi indispensabile per rivelare delle onde elettromagnetiche ad una certa distanza dall'emittente. Alla scoperta del Coherer, si aggiunse la messa a punto di antenne rudimentali ad opera del russo Popov e contemporaneamente e indipendentemente dell'italiano Marconi, che perfezionò e rese veramente efficienti le antenne rice-trasmittenti. E' del 1896 il primo esperimento di messaggio radiotelegrafico ricevuto da Popov con un ricevitore (sostanzialmente costituito da un'antenna, un Coherer e un ricevitore telegrafico Morse) posto a 250m dal trasmettitore e separato da numerosi muri. Nello stesso anno Marconi effettuava con un'apparecchiatura analoga i famosi esperimenti di Pontecchio, durante i quali trasmise segnali percepibili fino a 2400m di distanza. Gli studi ed i perfezionamenti della radio proseguirono a ritmo sostenuto, tanto che nel 1898 i trasmettitori Marconiani riuscirono a raggiungere la portata di circa 50Km. Nello stesso anno, a soli 24 anni, Marconi vendette la prima stazione radio commerciale sulle coste Irlandesi. Nel 1900 lo studioso italiano riuscì ad inserire un rudimentale circuito di sintonia sia nel trasmettitore che nel ricevitore: con questi accorgimenti tecnici le onde radio generate artificialmente riuscirono a raggiungere distanze enormi, superando i 300Km. Nel 1901 Marconi lanciò il primo messaggio radiotelegrafico attraverso l'atlantico, da una stazione trasmittente situata in Cornovaglia. Naturalmente i successi dell'inventore italiano interessarono altri scienziati che cominciarono a studiare l'apparecchiatura contribuendo a svilupparla ulteriormente apportandovi continui miglioramenti. Uno dei grandi limiti dell'invenzione di Marconi risiedeva nel fatto che si potevano inserire solamente impulsi adatti per il codice Morse, cosa che era inadatta per la trasmissione dei suoni. Nel Dicembre del 1900, usando un trasmettitore a scintilla Fessenden riuscì a trasmettere un breve messaggio fonico: per la prima volta nella storia del pianeta la voce dell'uomo poteva udirsi a diversi chilometri di distanza viaggiando a cavallo di onde elettromagnetiche. Sei anni dopo ancora Fessenden realizzò quella che è considerata la prima trasmissione radiofonica della storia: parole e musica vennero udite nel raggio di 25Km dalla trasmittente situata a Brant Rock sulla costa del Massachusetts. Nel 1915 la trasmissione radiofonica era una realtà capace di varcare i confini oceanici. Intanto, nel 1916, Marconi decise di riprendere gli studi sulle onde corte potendo utilizzare apparecchiature elettroniche meno artigianali di quelle dei suoi primi esperimenti. Fu nel 1923 che si constatò la possibilità di impiegare le onde corte per la trasmissione a lunga distanza. In quell'anno infatti, l'americano Conrad riuscì a costruire un ripetitore per il trasferimento dei programmi emessi dalla stazione KDKA, di Pittsburgh, in Pensylvania, alla stazione KDPM situata a 160 Km di distanza, nella città di Cleveland nell'Ohio. Segnali emessi da una stazione trasmittente a onde corte di maggior potenza furono raccolti dalla BBC a Londra, cioè a 5600Km di distanza. Nel 1924 la radiocomunicazione a onde corte era ormai perfezionata al punto che Marconi poté realizzare la prima trasmissione dall'Inghilterra all'Australia. Sempre nello stesso anno Appleton riuscì a spiegare perché le radioonde seguono la curvatura della superficie terrestre. Egli scoprì l'esistenza di una fascia "ionizzata" - la ionosfera - che circonda il globo ad un altezza di 60 Km. La ionosfera si comporta come uno specchio che riflette le radioonde a distanza di varie centinaia di chilometri dal punto di emissione. Poiché anche la superficie terrestre riflette le radioonde, queste possono rimbalzare tra i due strati per migliaia di chilometri.

1.2 Lo sviluppo tecnologico

Il vecchio coesore (Coherer) stava cominciando a mostrare tutti i suoi limiti., primo fra tutti quello di dover scuotere la polvere presente nel tubetto di vetro per poterla portare in condizioni di "ricezione". Fu nel 1901 che fu introdotto come componente della radio da Braun. Cinque anni più tardi l'americano Dunwoody brevettò l'uso del cristallo di carborundum come rivelatore e nello stesso anno un' altro ingegnere Pickard utilizzò cristalli di silicio. Per quanto critici nel loro uso questi nuovi tipi di detector permisero la diffusione dei primi apparecchi riceventi per uso domestico. Altri metalli furono usati a questo scopo come la famosa "galena", il minerale da cui presero il nome i primi "radioamatori ": i "galenisti". Comunque l'ingegno dei tecnici di allora che si occupavano della radio era ben fornito anche se i risultati, per quanto funzionali, facevano sembrare la radio più un ibrido strumento elettromeccanico che uno elettronico. Nel 1889 Tesla e Thomson brevettarono un nuovo tipo di alternatore modificato nel 1903 da Reginal, Fessenden e Steinmez che progettarono un alternatore capace di generare corrente alternata alla potenza di 1Kw e con frequenza di 50KHz per applicazioni di radiotrasmissione. In pochi anni la tecnologia stava affinando le sue capacità costruttive di alternatori di grandi potenze e alte frequenze. Nel 1904 lo scienziato inglese Fleming ideò il diodo e due anni dopo, nel 1906, l'ingegnere americano De Forest inventò il triodo. Entrambi, detti valvole termoioniche o tubi elettronici, rappresentarono l'invenzione che sarebbe stata regina incontrastata per anni nel settore elettronico. Fino alla seconda guerra mondiale le radio (vedi prime radio )erano pesanti e ingombranti a causa delle grosse valvole termoioniche. Solo con l'introduzione del transistore (vedi nuove radio ) le dimensioni dei ricevitori si sono progressivamente ridotte, fino a raggiungere in questi ultimi anni dimensioni veramente sorprendenti: è possibile oggi avere una radio con due possibilità di ricezione, sia in AM che in FM, non più grandi di un pacchetto di sigarette. Un 'altro grosso progresso nella riduzione e nella versatilità dell'apparecchio radioricevente è stata l'introduzione dell'alimentazione mediante batterie sostituibili. Verso il 1913 Meissner, Armstrong e Franklin scoprirono che il triodo è in grado di eccitare un circuito oscillante. Con questo circuito si poterono realizzare nuovi trasmettitori in sostituzione dei precedenti. I progressi tecnici dell'elettronica, in particolare il perfezionamento sia delle valvole sia dei circuiti portarono negli anni '30 a un notevole sviluppo dei radioricevitori. Verso il 1930 fu introdotta anche l'alimentazione dei ricevitori in corrente alternata mediante un circuito raddrizzatore. Negli stessi anni Armstronge introdusse la supereterodina. Già nel 1906 Fessenden aveva ideato la eterodina per poter rivelare la presenza di un'onda elettromagnetica non modulata. Francesco Magni aveva ulteriormente perfezionato questo dispositivo preconizzando appunto l'avvento della supereterodina. Il principio della supereterodina è ancora oggi universalmente adottato in radiofonia e nel sistema televisivo. Queste e altre scoperte di Armstrong sono alla base di molti circuiti di moderni apparecchi radio-radar. Gli enormi progressi raggiunti nella tecnologia delle comunicazioni radio dopo la seconda guerra mondiale hanno contribuito a rendere possibile l'esplorazione dello spazio, e in particolare lo sbarco sulla Luna delle missioni Apollo (1969-1972); sofisticate apparecchiature trasmittenti e riceventi facevano parte del sistema di comunicazioni compatto, ad altissima frequenza, installato a bordo dei moduli di comando e dei moduli lunari.

1.3 Le prime trasmissioni

Superata la fase delle trasmissioni pioneristiche, la radio conobbe immediatamente un rapido sviluppo soprattutto negli Stati Uniti e nei paesi del nord Europa. La prima trasmissione viene datata al 24 Dicembre 1906 per opera di Reginal Fessenden, ma la nascita della prima stazione radio con trasmissioni dedicate al "pubblico" si colloca nel 1919, per opera di un ingegnere della Westinghouse, Frank Conrad, che iniziò una serie di trasmissioni dal suo garage di Pittsburg e nel 1929, in un emporio della città, vendeva alcuni rudimentali ricevitori. In poco tempo in negozio vendette tutte le apparecchiature che aveva a disposizione. Tutto ciò non era sfuggito al vicepresidente della Westinghouse che pensò immediatamente di utilizzare parte della catena di montaggio, che durante la guerra aveva fabbricato apparati per le forze militari, al fine di produrre radio ricevitori da destinare per usi casalinghi. Contemporaneamente affidò a Conrad e al suo assistente Donald Little una stazione radio realizzata all'interno degli stabilimenti della Westinghouse, in modo da poter iniziare regolari trasmissioni: era nata la prima emittente radiofonica (KDKA). Il 2 Novembre del 1920 la KDKA trasmise in diretta il secondo turno delle lezioni presidenziali statunitense e sebbene si calcola che gli apparecchi sintonizzati fossero tra i 500 e i 1000, all'avvenimento fu data una grande risonanza tale da far scattare la corsa alla costruzione di nuove stazioni e la progettazione e la vendita di nuovi apparati riceventi. Poco tempo dopo la Westinghouse aveva costruito altre stazioni a New York a Chicago e a Springfield e sul finire del 1922 aveva annunciato la costruzione di altre 6 stazioni. Diversa si presentò la situazione in Italia; mentre in America si era scatenata la corsa alla radiodiffusione, in territorio italiano si discuteva ancora sull'opportunità di varare la radiodiffusione a uso civile poiché questa era considerata uno strumento di uso esclusivamente militare. Diversi tentativi furono fatti anche prima della guerra, come il progetto di Carlo Schanzer del 1910 presentato dal ministro delle poste telegrafi Augusto Ciuffelli, durante il governo Luzzatti. In sostanza si chiedeva che le radio trasmissioni fossero annoverate nell'ambito dei servizi pubblici, ma la legge 345 del Giugno 1910 considerava la nuova tecnologia riservata esclusivamente ai militari. Passata la guerra le cose non cambiarono e nemmeno con il regime fascista: Mussolini infatti era piuttosto diffidente verso le incredibili potenzialità commerciali e propagandistiche che la radio aveva in sé; al contrario il padre di Galeazzo Ciano, Costanzo, allora ministro delle poste, promosse lo sviluppo di numerosi progetti per la radiodiffusione. Finalmente nel 1924 si completò la prima stazione trasmittente da parte dell'URI (Unione Radiofonica Italiana), un'altra società costruita da Marconi, dopo la "Radiofono"; sei anni dopo furono terminate anche le emittenti di Milano e Napoli. A questo punto Mussolini comprese l'importanza del nuovo media e fu costituita una nuova società, la famosa EIAR, che assorbì l'URI e furono costruite nuove e più potenti stazioni a Roma, Genova, Firenze, Napoli, Palermo, Trieste e Torino. Si calcola che nel 1926 gli abbonati all'URI fossero circa 26.000 e nel 1928 erano saliti a 62.000. Ma se il regime aveva dato una brusca accelerata allo sviluppo radiofonico, ben presto si rese conto che non bastava costruire nuove emittenti poiché ciò che era rimasto statico era il numero degli abbonati, a causa dell'elevato costo dei ricevitori. Bisogna considerare che agli inizi degli anni '30 il prezzo medio di una radio era attorno alle 2.000 lire e il reddito annuo medio era ancora al di sotto delle 3.000 lire. Si capisce allora come la radio in Italia fosse un bene estremamente costoso alla portata della sola alta borghesia. Nel 1937 si incominciarono a produrre apparecchi di ottima qualità al di sotto delle 1.000 lire e questo comportò un aumento del numero degli utenti radiofonici. Durante la seconda guerra mondiale la radio assunse un enorme potenziale propagandistico sia a uso interno che internazionale e a tale scopo fu creata "Radio Urbe". Inoltre la guerra pose fine all'EIAR che al termine delle ostilità prese il nome attuale di "RAI" (Radio audizioni Italiane).
Un onore per Marconi, premio Nobel per la fisica nel 1909, vedere impiegato il proprio sistema di radiocollegamento dalle navi italiane e inglesi, e nel più grande transatlantico del mondo, il Titanic, il cui affondamento costò la vita a 600 persone (circa 700 si salvarono grazie al sistema radio di bordo che ha consentito di chiedere i soccorsi).





















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Carla
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Posted - 07 May 2013 :  12:34:37  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando







Il giradischi o grammofono è stato il sistema di registrazione e, soprattutto, di riproduzione di suoni più utilizzato a partire dal 1870 fino agli anni ottanta del Novecento.
Fu inventato dal tedesco Emile Berliner che sostituì il cilindro del fonografo, il suo "antenato", con un disco.

Il fonoautografo
La prima invenzione nota di fonografo fu il fonoautografo, ideato da Edoardo - Leon Scott de Martinville e brevettato il 25 marzo 1857. Era in grado di trascrivere graficamente le onde sonore su un mezzo visibile, ma non c'era modo di riprodurre il suono registrato.
L'apparecchio era costituito da un corno che concentrava il suono su una membrana cui era fissata una setola di maiale. Inizialmente il mezzo di scrittura era un vetro annerito col fumo, su cui la setola incideva il tracciato. Successivamente fu impiegato un foglio di carta annerito fissato su un cilindro, una soluzione simile a quella adottata successivamente da Edison. In un'altra soluzione era utilizzato un rotolo di carta.
L'impiego era limitato come strumento di laboratorio per studi di acustica, con funzione simile al moderno oscilloscopio.
Nel 2008 i ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory sono riusciti a ri-convertire in suoni alcune di queste "registrazioni", usando dei computer in grado di convertire le onde sonore impresse nella carta in suoni veri e propri.
Teoria del fonografo
Lo scienziato francese Charles Cros presentò il 18 aprile 1877 una teoria sul funzionamento di un ipotetico fonografo. Egli non realizzò alcun apparecchio pratico.
Il primo fonografo
Thomas Alva Edison annunciò l'invenzione del fonografo il 21 novembre 1877 e ne diede una dimostrazione pratica il 29 novembre. Il brevetto venne depositato il 19 febbraio 1878 (US Pat. No. 200521).
I primi fonografi di Edison usavano come supporto di registrazione un cilindro e sfruttavano un movimento verticale dello stilo. La pressione sonora era tradotta in profondità di incisione del solco. Successivamente si dimostrò possibile registrare su un tracciato a spirale su un disco, ma Edison si concentrò sul cilindro perché questo offriva una velocità tangenziale costante, che Edison riteneva "scientificamente corretta".
Il brevetto di Edison prevedeva che il suono venisse impresso (embossed). Fu solo nel 1889 che la registrazione per incisione (engraved) fu brevettata da Bell e Tainter. Successivamente fu utilizzata la modulazione laterale del solco da parte di Berliner.
Cilindro o disco [
L'incisione su un cilindro o su un disco non ha potenzialmente influenza sulla fedeltà del suono. Nel cilindro la velocità tangenziale è costante, mentre nel disco, a velocità angolare costante, la velocità tangenziale è maggiore alla periferia e progressivamente minore all'interno.
Sebbene il metodo di incisione di Edison sia superiore a quello Berliner, il disco offre diversi vantaggi commerciali:
• Il disco può essere facilmente stampato in serie e occupa meno spazio;
• Il massiccio piatto del giradischi funziona come un volano regolarizzando la velocità di rotazione. I registratori a cilindro soffrono invece di fluttuazioni nella velocità di riproduzione, e richiedono altri sistemi per regolarizzare la rotazione.
Berliner sostenne e ottenne che la sua tecnologia era così differente da quella di Edison che non era necessario pagare alcuna royalty. Dopo varie sperimentazioni, Berliner lanciò commercialmente l'apparecchio e i primi dischi nel 1892. I dischi avevano un diametro di 12,7 cm (5") e registrati su un solo lato. Nel 1895 furono introdotti i dischi da 17,5 cm (7") seguiti nel1901 da quelli da 25 cm (10").
Tra gli anni 1890 e primi anni venti erano in commercio sia registrazioni su disco che su cilindro, riproducibili su un'ampia gamma di apparecchi venduti. Nel 1908 il disco inciso su due lati incontrò il favore del pubblico e così la tecnologia del disco ebbe sempre maggiore diffusione, anche grazie ai costi più contenuti.
Edison, seppur riluttante, si convertì al disco nel 1912, e cessò la produzione dei cilindri nel 1929.
I dischi a incisione laterale di Berliner erano gli antenati dei dischi in vinile a 78, 45 e 33 giri, e gli altri tipi in uso nel XX secolo.
Nel 1924 venne messo in commercio il "panatrope", il primo giradischi elettrico dotato di amplificazione a valvole.
Nel Natale del 1925, il grande successo commerciale della radio, notevolmente evolutasi, segnò una prima crisi del fonografo, portando diversi distributori al fallimento. Migliorando la qualità del suono e ampliando l'offerta, le grandi case discografiche riuscirono a risollevare le vendite entro la fine degli anni trenta, di nuovo in crisi con l'arrivo della grande depressione.
Di nuovo l'industria discografica ebbe un'espansione dopo la seconda guerra mondiale. Il giradischi divenne un oggetto comune nelle case fino all'avvento delle musicassette e del compact disc. Era elemento comune negli impianti hi-fi fino agli anni novanta, oggi sopravvive nelle versioni ad alta tecnologia prodotte da piccole case specializzate, volte a soddisfare gli audiofili ancora fedeli al disco in vinile, nonché in alcuni esemplari ormai storici, salvati dal tempo e ricondizionati dagli amanti del vintage, come alcuni modelli progettati e realizzati dalla RAI.
Principio di funzionamento [
Mentre i primi fonografi erano in grado di registrare e riprodurre il suono, attualmente sono nettamente distinte le macchine per l'incisione dei dischi e gli apparecchi per la riproduzione.
I giradischi diffusi tra il pubblico sono esclusivamente in grado di leggere i dischi pre-incisi.
Incisione
La macchina per l'incisione dei dischi è una specie di tornio. Su un piatto fatto ruotare a velocità rigorosamente costante viene fissato un disco in materiale facilmente lavorabile (in origine era usata la cera). La puntina di incisione viene traslata lentamente dalla periferia verso il centro in modo da incidere una spirale ed è contemporaneamente fatta vibrare da un elettromagnete (due nel sistema stereofonico) ed in tal modo il suono viene inciso sotto forma di modulazione dello scostamento del centro del solco dal percorso radiale del solco senza suono.
Per ovviare all'impossibilità fisica di trasferire in modo meccanico nel solco inciso tutto l'intervallo di frequenze dei suoni percepiti dall'orecchio - 20 Hz-20 Khz - il segnale, prima di essere inciso, viene equalizzato ovvero, tramite un filtro elettrico, vengono attenuate le frequenze basse, che altrimenti modulerebbero lo scostamento laterale del centro del solco in modo eccessivo, ed esaltate le frequenze alte, le quali, data la loro piccola ampiezza, non riuscirebbero a modulare il solco; ovviamente in fase di riproduzione, un filtro analogo, con caratteristiche invertite, si incarica di restituire la dinamica originale del segnale in transito, e la precisione dei valori dei componenti del filtro (resistori e condensatori) concorre a determinare il grado di fedeltà del segnale trattato.
Il disco così ottenuto, chiamato lacca o acetato, viene utilizzato come stampo per creare i "negativi" che andranno a pressare "pizze" di vinile dando vita al disco vero e proprio.
Riproduzione
Per riprodurre un disco, lo si pone su un piatto rotante fatto girare a velocità costante e predefinita. Inizialmente il piatto era messo in movimento da una molla caricata con una manovella, poi sostituita da un motore elettrico.
Nel tempo si ebbero diversi tipi di trasmissione del moto dal motore al piatto, dapprima vennero utilizzate pulegge (trasmissione a puleggia) sostituite poi da cinghie in gomma (trazione a cinghia o belt drive), tuttora in uso nei migliori apparecchi. Si giunse anche a far girare il piatto collegando direttamente il motore al suo albero (trazione diretta), alcuni sofisticati modelli prevedono il motore e il braccio di lettura, separati fisicamente dal piatto rotante; queste modifiche concettuali nella costruzione dei giradischi hanno favorito una qualità di riproduzione a mano a mano più accurata e priva di disturbi derivanti dall'apparecchio stesso riducendo praticamente a zero l'apporto di rumore da parte del motore, sofisticati accorgimenti tecnici sono stati introdotti anche per minimizzare il rumore generato dal perno in rotazione solidale col piatto, annullando perlomeno l'attrito verticale, adottando la sospensione magnetica o aria in pressione.
Attualmente, per garantire la massima regolarità nella rotazione del piatto, il motore è azionato da un circuito elettronico pilotato da un oscillatore al quarzo. Per dar modo agli audiofili più esigenti di poter effettuare velocemente prove comparate su modelli diversi di bracci di lettura e fonorivelatori, alcuni giradischi di altissimo livello prevedono la possibilità di montare fino a 4 bracci di lettura.
La riproduzione vera e propria si ottiene appoggiando sul disco inciso la puntina di lettura (pick-up); questa è sostenuta da un braccio munito di un apposito contrappeso atto a ottenere una pressione della testina sul disco costante e predefinita. Il braccio può essere collegato ad uno snodo posto sulla base del giradischi in modo da far seguire alla testina il percorso determinato dal solco del disco. Alla fine degli anni settanta si sono affermati giradischi muniti di braccio tangenziale, ossia bracci che seguono l'andamento della testina tangenzialmente al diametro del disco, evitando così differenti modalità di lettura derivanti dalla curvatura del percorso (errore tangenziale), quasi inevitabile con bracci a snodo. Un tentativo in tal senso fu fatto da un noto marchio britannico che con un sottile leveraggio imperniato leggermente decentrato dal fulcro del braccio al fianco del porta pick-up, sul principio del pantografo, riusciva ad annullare l'errore tangenziale. I giradischi equipaggiati con braccio tangenziale sono esclusivamente di costo elevato, per l'alto grado di ingegnerizzazione e precisione richiesta per la loro realizzazione.
Quando il pick-up è posato sul disco, il profilo irregolare del solco provoca la vibrazione della puntina; tale vibrazione veniva originariamente trasmessa direttamente ad una membrana che riproduceva il suono in maniera esclusivamente meccanica; in seguito le vibrazioni sono state impiegate per generare deboli segnali elettrici da una bobina oppure da un cristallo piezoelettrico inclusi nel corpo della testina, quelle di buona qualità, concettualmente sono costituite da una leva chiamata cantilever, (un sottilissimo tubetto in metallo leggero) fulcrata al centro con silicone, pertanto libera di oscillare in ogni direzione, ad un estremo di questa è fissata la puntina, all'altro estremo può essere fissato un magnete oppure una bobina, nel primo caso il fonorivelatore prende il nome di MM (magnete mobile), nel secondo caso prende il nome di MC (bobina mobile). Essendo il sistema a bobina mobile più preciso, ma 10 volte meno efficiente, ovvero viene generata una tensione 10 volte inferiore, i deboli segnali rivelati vengono prima preamplificati da un apposito circuito chiamato per consuetudine "pre MC", in alcuni casi fornito come elemento opzionale dal costruttore dell'amplificatore, dopodiché, sono utilizzabili dal circuito di preamplificazione vera e propria; da qui vengono inviati all'amplificatore finale, il quale trasferisce il segnale agli altoparlanti montati nei diffusori, trasformandolo finalmente in suono.
La velocità angolare fissa del piatto (33, 45 o 78) implica un degrado costante nella fedeltà di riproduzione, nelle tracce più esterne del disco ci sarà una maggiore fedeltà di riproduzione rispetto alle tracce interne in quanto la distanza percorsa dalla puntina in un dato periodo di tempo è di molto superiore sulle prime tracce che non nelle successive, i dati contenuti sulla tracce più esterne hanno più spazio a disposizione di quelli contenuti nelle tracce più interne; in altre parole, la densità di informazione per unità di spazio aumenta dall'esterno verso il centro del disco in modo inversamente proporzionale al raggio, e, in ambito analogico, la densità di informazione penalizza la qualità di quest'ultima (film fotografici, nastri magnetici, frequenze modulate sulle portanti delle onde elettromagnetiche).





































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Posted - 25 May 2013 :  14:11:37  Vedi Profilo Send disattivato a Private Message  Rispondi quotando
Questo post è favoloso!!!

Vi presento l'apparecchio per l'ecg.









Cos'è l'ecg:

L'elettrocardiogramma (ECG) è il tracciato ottenuto mediante l'elettrocardiografo, apparecchiatura inventata nel 1887 dal tedesco Augustus Waller e perfezionata successivamente dal fisiologo William Einthoven, che registra l'attività del cuore tramite elettrodi applicati in diversi punti del corpo (si utilizzano dieci elettrodi posti sul torace e sugli arti inferiori e superiori).
L'elettrocardiogramma consente di rappresentare graficamente l'attività elettrica cardiaca durante la fase di contrazione (sistole) e di rilasciamento (diastole) degli atri e dei ventricoli; il principio che sta alla base dell'elettrocardiogramma è quello che le contrazioni muscolari si accompagnano a variazioni elettriche che vengono denominate depolarizzazioni; tali depolarizzazioni possono appunto essere registrate grazie agli elettrodi che vengono applicati sulla superficie corporea. La registrazione è resa possibile dal fatto che i liquidi interstiziali del corpo sono in grado di condurre elettricità. La rappresentazione grafica dell'attività elettrica del cuore viene fatta su una carta millimetrata che scorre nell'elettrocardiografo; la velocità di un elettrocardiografo è di 25 mm al secondo; i lati dei quadrati rappresentati sulla carta millimetrata misurano 5 mm, onde per cui cinque di essi rappresentano un secondo; sulla carta è possibile osservare tre onde positive (onde P, R e T) e due onde negative (onde Q e S). Talvolta è possibile osservare, dopo l'onda T, un altro tipo di onda (onda U); è inoltre possibile apprezzare alcuni intervalli che vengono denominati PQ, QRS, QT e il segmento ST.
Scopo fondamentale dell'elettrocardiogramma è quello di verificare se l'attività elettrica dell'organo cardiaco è normale o se invece vi è la presenza di condizioni patologiche che condizionano negativamente l'attività meccanica o bioelettrica del cuore. Nel caso vi siano determinati problemi cardiaci, l'aspetto dell'elettrocardiogramma risulterà diverso da quello del tutto caratteristico di una situazione normale.

http://www.albanesi.it/








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infame

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Posted - 25 May 2013 :  14:18:52  Vedi Profilo Send disattivato a Private Message  Rispondi quotando
In fatto di tecnologia anche la medicina ha fatto passoni da giganti... ricordatevi dei ritrovamenti di bisturi e arnesi per le prime visite mediche durante il periodo greco o romano.

Vi metto un altro aggeggino che ha fatto progressi...
per la colonscopia
C'è quella manuale.... (questa non è piacevole )




In pillola.. che vede un tratto che con l'aggeggio di prima non si puo' vedere, sarebbe il tenue, ottimo per il morbo crohn e tumori etc




e apparecchiature tc...









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Carla
Admin

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Posted - 25 May 2013 :  14:34:18  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando
Bellissime rimpicciolite parecchio, e meno antipatiche di quelle di una volta




Ascolta con la mente
Guarda con gli occhi del cuore
Parla con la voce dell'Amore

****LUNA****

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nanà
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Posted - 12 May 2014 :  22:18:12  Vedi Profilo Send nanà a Private Message  Rispondi quotando


Bicicletta

La bicicletta (spesso abbreviata in bici) è un veicolo azionato dalla forza muscolare delle gambe,
costituito da un telaio cui sono vincolate due ruote allineate una dietro l'altra
e dotato di un sistema meccanico per la trasmissione della potenza alla ruota motrice.
Dal punto di vista tecnico e normativo, la bicicletta rientra nella più ampia categoria dei velocipedi.

Il termine "bicicletta" nacque in Francia verso la fine degli anni 1860 e rimpiazzò il termine velocipede dal modello della High Bicycle in poi.















Se fai qualcosa col cuore, non hai bisogno che qualcuno ti aiuti.
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