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Carla
Utente Master

35017 Posts
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Posted - 15 October 2012 :  07:47:21  Vedi Profilo Send Carla a Private Message
quote:
Originalmente inviata da Ghiandaia

Ora che si avvicinava alla base illuminata della quercia sentì un buon profumino di frittelle al miele. Ma era un odore così intenso e delicato, che non si sarebbe sorpreso di scoprire che erano magiche. "Quindi anche in questa quercia abita una maga", pensò. E non gli ci volle molto; perché da vicino vide dei fiori alle finestre dall'aspetto femminile, e, per quanto ne sapesse, le streghe non sprecavano il loro prezioso tempo a fare frittelle. Era tutto il giorno che non mangiava e inoltre aveva bisogno di un riparo per il resto della notte. Quindi mise da parte il più possibile l'innata timidezza e con la zampa bussò pesantemente, suo nonostante, alla porta , dicendo: "Non potreste, per cortesia, ospitarmi per la notte? All'occorrenza so occupare poco spazio se mi rannicchio come in letargo". "Vieni pure avanti: ti aspettavo, in realtà le frittelle le ho fatte apposta per te!" Era la fata Luna a parlare.




Fata Luna fece accomodare l'orso Ghiandaia, caro orso, tempo fà ti avevo avvisato di non mangiare tutte le zucche di fatucchiera Oriana, ora per colpa tua sta facendo cuocere un orribile pentolone di fagioli ed è dovuta andare da fatucchiera Straluna, con cui proprio non và daccordo per farsi dare qualche zucca striminzita a prezzo d'oro.. Mentre vampirello Jo e folletto 14 se ne stanno in panciolle a prendere il sole in riva al lago... Su, su ho preparato delle buone e magiche frittelle per te, ti stavo aspettando, saziati e ritroverai la tua stima, poi percorri il bosco incantato sereno, perchè lungo il tuo percorso, incontrerai........ ( e no questo lo lascio in sospeso, non te lo voglio dire, è una sorpresa ) per ogniuno di voi ho preparato un dolcetto, colma di magia, perchè ritroviate la vostra giusta via..
Or che ti sei saziato, vai in fretta, poìcheè stò aspettando anche Fatuccchiera Fein, l'indiana Acssia per addolcirgli le frecce, il cavaliere Sir Morris, il Lupo, 14febbraio che festeggia San valentino tutto l'anno, Jo vampirello che stà discutendo col suo banano perchè non trova la pipistra, fatucchiera Oriana per darle consigli come migliorare la zuppa di faglioli e pure fatucchiera Straluna per darle una pozione per far diventar le sue zucche belle e succose, poi cè anche la fata Lumierè, Grace, il gufo Zero e Max... su dai ho tanto da fare, mi devo sbrigare se tutto il villaggio del perlini e perline devo accontentare...
Tanti magici dolcetti ancor devo finir di preparare ...
Ciao ciao Orso Ghiandaia, ci rivedremo alla gran festa di fine mese..







Ascolta con la mente
Guarda con gli occhi del cuore
Parla con la voce dell'Amore

****LUNA****
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Ghiandaia
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1403 Posts
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Posted - 15 October 2012 :  09:14:40  Vedi Profilo Send Ghiandaia a Private Message
A orso Ghiandaia dispiaceva moltissimo lasciare l'odore delizioso di frittelle e il tepore che si respiravano a casa di fata Luna. Ma sapeva bene in cuor suo che, "Discutere con le fate può essere altrettanto nocivo per la salute, quanto contraddire streghe e fattucchiere." Perciò, e perché Luna era stata gentile e in fin dei conti gli aveva riempito la panciolina di frittelle davvero buonissime, decise di far buon viso a cattiva sorte, e si ripropose, senza doversi forzare, di riprendere la via del bosco. Uscì dunque dalla grande quercia e si sorprese a dire: "Ciao Luna", una frase che nelle notti chiare e serene aveva ripetuto tante volte come la mamma gli aveva insegnato. Chissà perché, sarà stato un caso: ma la frase era proprio la stessa. "Ricordati di mangiare questo plum cake e troverai facilmente la strada attraverso il bosco e incontro al tuo amore". Lo congedò Luna. E così l'orso Ghiandaia lo mangiò, nonostante non profumasse quanto le frittelle. "Quelle sì erano indimenticabili". Pensò. E già aveva fatto un bel pezzo di strada senza sentire alcuna fatica. Inoltre avvertiva un forte odore di lamponi del tutto inspiegabile vista la stagione. Dopo averci riflettuto un po' si disse."Dev'essere la magia di Luna per guidarmi attraverso il bosco". Infatti in men che non si dica arrivò nuovamente al di sotto dei tre grandi olmi dai quali era partito al mattino, e lì si preparò il covile per la notte.


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Oriana
Utente Master

4350 Posts
Status: offline

Posted - 15 October 2012 :  09:39:37  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message
L'odore della zuppa di fagioli si sentiva oltre il cancellino di casa della fattucchiera e Fein non potè resistere.
Seppure l'ora era tarda osò entrare e proseguire il sentiero fino alla porta della casa di Oriana sperando ardentemente che non fosse intenta in qualcosa di importante così da prendersi una strigliata.
Bussò forte e attese.
La porta si aprì e si trovò addosso gli occhi penetranti della donna.
- Vieni vieni... so che hai fame e ti ho già preparato il piatto sulla tavola.-
Fein non si stupì, si diceva che la fattucchiera avesse doti di preveggenza e probabilmente sapeva della sua visita.
Fein entrò e senza dire una parola si sedette a tavola. Dal piatto fumava un odore delizioso e non vedeva l'ora di riempirsi la pancia.
- So che hai visto Ghiandaia- disse Oriana - e so che gli hai detto che resterà sempre orso. Ti stupiresti se domani sulla tua finestra si posasse una meravigliosa aquila? -
- Io... io... non sapevo...-
- Perchè non hai letto, nelle pagine precedenti, che il mio incantesimo gli ha donato il potere di essere aquila durante il giorno? Ti saresti risparmiata di dire una cosa non vera...-
Fein non sapeva più che dire e restava col cucchiaio in mano senza osare affondarlo nella minestra appetitosa. Poi non resistette e :< Al diavolo! Io mangio e tu parla pure!> Così pensando si diede da fare per vuotare il piatto intingendovi anche delle buone fette di pane fresco.
Oriana la guardava sorridendo. In fondo la megera era buona e faceva tutto col cuore. Se poi si fosse curata un pò di più e si fosse accorciata i capelli disordinati, sarebbe stata ancora una bella donna.

Intanto Sir Morris e il suo seguito raggiunsero il villaggio ed era ormai notte. Erano tutti molto stanchi così si recarono alla locanda per mangiare un boccone e poi andare a riposare.
C'era però da stabilire i turni di guardia alle porte d'entrata al paese...



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Ghiandaia
Utente Master

1403 Posts
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Posted - 15 October 2012 :  20:55:55  Vedi Profilo Send Ghiandaia a Private Message
Per fortuna il villaggio dei perlini aveva solo due porte che interrompevano la cerchia delle mura. Erano rivolte lungo la strada che attraversava il Paese fatato da nord a sud, o almeno quella era la direzione preferita da chi andava in vacanza!
Sir Morris, Acssia, Lupo e 14, dopo essersi rifocillati nella locanda del paese stavano discutendo del più e del meno. Fu Sir Morris, che di proposito aveva evitato il vino, a sollevare la questione:
“Tutte le notti è la stessa storia: ululati e grida disumane provengono dal bosco che circonda il villaggio, specialmente dove esso è lambito dal fiume. Per fortuna non è mai capitato che uno di quegli spiriti maligni e diavoli infernali si spingesse fino in paese: e questa, ne converrete amici miei, è stata la nostra fortuna oltre che un’’ottima cosa in sé.”
“Io non ho mai sentito di esseri infernali innamorati,” intervenne 14. “e quindi non solo non saprei cosa farmene, ma li eviterei molto volentieri, e mai vorrei giungessero al villaggio.”
“Per questo,” insistette Morris, “dobbiamo sorvegliare le porte del villaggio, soprattutto quella più vicina al fiume.”
“Per me va bene “, assicurò Lupo. ”Io tra l’altro la notte non dormo e quindi posso fare un turno completo, inoltre i miei ululati sono ugualmente spaventosi, se non peggiori di quelli là di fuori”.
Anche Acssia era d’accordo: ”Io con le mie frecce fatate potrei tenerne a bada un bel mucchietto. Solo ho bisogno di dormire almeno per quattro ore, altrimenti non resto vigile a lungo.”
“Io da quando son vampirella”, aggiunse 14, “dormo solo di giorno: e comunque il solo pensiero che una di quelle creature mi voglia incontrare mi terrebbe comunque sveglia tutta la notte!”
“Quindi,” concluse Morris, “ecco come faremo: Io e Acssia ci daremo il cambio a guardia della porta che da sul fiume. Mentre tu Lupo ti occuperai da solo dell’altro ingresso”.
“Mi sta bene”, disse Lupo, “ma avrei anch’io un’idea, solo che riguarda anche 14!”
“Che cosa!”, disse lei, “Mi avete preso per pazza o i pazzi siete voi.”
“Sta tranquilla,” lupo si affrettò a sdrammatizzare: “se incrocerai una di quelle creature, dovrai solo ricordare di essere pur sempre anche 14 Febbraio e cantare una di quelle canzoni di San Valentino. Lui s’innamorerà senza scampo di te, e allora non correrai alcun pericolo perché ti butterai sul suo collo e potrai mordicchiarlo peggio di una zanzara.”
“Resta da vedere,” 14 non si arrese, “se quelle creature hanno un collo”
“Ma, dai 14,” intervenne Acssia, “Il suo era solo un esempio.”
“Quindi è deciso 14,” concluse Lupo, “difenderai la porta sud, la più lontana dal fiume.”
“E tu mi aiuterai.” Precisò 14.
“In un certo senso sì, ma starò un po’ in disparte nella foresta”.
“Bell sostegno che sei!” si lamentò lei.
“Beh , se ne incontrerò, io cercherò di pensare a mia madre come facevo da bambino, o alle mie sorelline quando avevano da poco aperto gli occhi, e farò l’ululato più innocente della terra. Tutti gli spiriti mi seguiranno, sicuro come l’oro. E me li porterò dietro per il bosco correndo a più non posso. Nessuno è mai stato veloce come me, e inoltre conosco tutte le scorciatoie.”
Il piano di difesa del villaggio fu così stabilito.
Fino all’ora nona* non successe nulla. Poi, ad un tratto, era il turno di Acssia, il Goblin cominciò a menare dei colpi tremendi alla porta sul fiume. Acssia dai bastioni lo bersagliò subito di frecce, a distanza di pochi secondi, facendo un lavoro come si deve. Mirava alle spalle e alle braccia, anche se erano i bersagli più difficili. Sotto il fuoco magico dei dardi fatati pian piano il Goblin si disfaceva perdendo interi grumi d’argilla.
Ma non si perdeva di coraggio e rischiava, con un colpo più forte, di sfasciare il portale. Sir Morris si svegliò dal suo turno di riposo intorno all’ora* nona, anziché un’ora più tardi, come invece era stato convenuto. Sul subito si stupì d’aver perso così presto il sonno, ma in un attimo si accorse del gran fracasso e dei sibili che risuonavano da fuori le mura. “Ecco cosa mi ha svegliato.” Comprese, e si precipitò anch’egli sugli spalti.
“Che succede Acssia?” chiese
“L’ho quasi distrutto, ma non riesco a scoraggiare quel Goblin alla porta.” lo informò Acssia
Allora Sir Morris ebbe un’idea: “Portatemi un secchio di calce e uno pieno d’acqua.” urlò agli altri perlini che intanto erano accorsi spaventati dall’assediante. In un attimo l’ordine fu corrisposto e entrambi i secchi furono a loro disposizione.
“Ho capito,” disse Acssia, “Lo vuoi immobilizzare facendo rapprendere la calce su di lui.”
“Bene!” continuò “io gli getterò il secchio d’acqua, così non sospetterà di nulla, e poi sarà la tua volta con quello di calce. Mi raccomando: spalle ferme e mira sicura”.
E così fecero, il Goblin si sentì investire dall’acqua, ma era tropo poca per scioglierlo in un velo d’argilla e non vi fece caso, poi avvertì la vampata di calore della calce che rapprendeva; e prima di realizzare del tutto la gravità della situazione, si trasformo in una statua innocua e inerte.
Ora però si levarono alte grida infernali di compianto e di rabbia per la fine del Goblin e molte creature dell’altro mondo uscirono dal bosco, chi sgattaiolando, chi camminando o strisciando o addirittura volando: e tutte erano dirette al villaggio.
Per fortuna Lupo le sentì da molto lontano e capì. “C’è pericolo dall’altra parte.” Disse. In un attimo aggirò le mura e, provenendo da una bella e numerosa famiglia, non gli fu difficile ululare nel modo più innocente che si fosse mai sentito nel paese dei perlini. Fu giocoforza per quelle creature provenienti dal buio dell’inferno seguirlo come la più irresistibile delle fonti. E così Lupo si mise a correre per davvero e se li trascinò lontanissimo, sui sentieri più impervi e selvaggi noti solo a lui.
Poi non ci furono eventi di rilievo e tutti tornarono a dormire o almeno a cercare di prendere sonno.

Dal canto suo 14 ripassò tutto il suo repertorio musicale e si annoiò a morte, tanto che alla fine si addormentò nonostante fosse ancora l’ora* undicesima!



*ho usato le antiche ore italiche che vanno dal tramonto (ora 0) al tramonto successivo (ora 24)



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Ghiandaia
Utente Master

1403 Posts
Status: offline

Posted - 15 October 2012 :  20:59:15  Vedi Profilo Send Ghiandaia a Private Message
quote:
originariamente inviato da Ghiandaia

A orso Ghiandaia dispiaceva moltissimo lasciare l'odore delizioso di frittelle e il tepore che si respiravano a casa di fata Luna. Ma sapeva bene in cuor suo che, "Discutere con le fate può essere altrettanto nocivo per la salute, quanto contraddire streghe e fattucchiere." Perciò, e perché Luna era stata gentile e in fin dei conti gli aveva riempito la panciolina di frittelle davvero buonissime, decise di far buon viso a cattiva sorte, e si ripropose, senza doversi forzare, di riprendere la via del bosco. Uscì dunque dalla grande quercia e si sorprese a dire: "Ciao Luna", una frase che nelle notti chiare e serene aveva ripetuto tante volte come la mamma gli aveva insegnato. Chissà perché, sarà stato un caso: ma la frase era proprio la stessa. "Ricordati di mangiare questo plum cake e troverai facilmente la strada attraverso il bosco e incontro al tuo amore". Lo congedò Luna. E così l'orso Ghiandaia lo mangiò, nonostante non profumasse quanto le frittelle. "Quelle sì erano indimenticabili". Pensò. E già aveva fatto un bel pezzo di strada senza sentire alcuna fatica. Inoltre avvertiva un forte odore di lamponi del tutto inspiegabile vista la stagione. Dopo averci riflettuto un po' si disse."Dev'essere la magia di Luna per guidarmi attraverso il bosco". Infatti in men che non si dica arrivò nuovamente al di sotto dei tre grandi olmi dai quali era partito al mattino, e lì si preparò il covile per la notte.


Ghiandaia si svegliò che la notte era ancora fonda. Anche se aveva dormito poco si sentiva del tutto riposato. “Che fosse l’’effetto magico delle frittelle e del plum cake?” Rifletté; ma poi gli vennero alla mente le parole di Oriana, che aveva molto apprezzato perché, anziché d’essere di rimprovero, gli avevano cambiato di colpo la vita: “Di giorno volerai nell’aria come aquila e di notte camminerai sulla terra da orso”.
In quell’incantesimo non c’era posto per dormire o per sognare, ma i sogni diventavano realtà. Seppure come Ghiandaia, lui dovesse comunque rispettare i doveri impostigli dal volgersi continuo del giorno nella notte e della notte in giorno! “Alcuni doveri in cambio di molta concretezza”, si disse. Allora ripensò a quel bosco tra fiume e villaggio infestato dagli spiriti. Sarebbe andato a vedere se le cose stavano ancora in quei termini. Così invisibile come un sasso e silenzioso come la pioggerella sulla lettiera del bosco cominciò a dirigersi di buon passo verso il villaggio costeggiando il fiume. Non ci volle molto perché sentisse latrati sghignazzate e schiamazzi di anime trapassate e senza pace e di diavoli senza legge e senza vergogna.
Quei suoni terribili lo riempirono d’orgoglio. “Al momento giusto”. Pensò. “Nel giusto momento, quando la festa sarà pronta, saprò io come convincervi a tormentare qualche altro paese.” Aveva finalmente uno scopo. Così passò il resto della notte a nutrirsi di radici di verbasco, ciclamino, e aglio selvatico e delle poche bacche di biancospino che non erano ancora andate a male. Ma soprattutto di faggiole, castagne e ghiande. Non erano saporite come le frittelle di Luna ma molto sostanziose e corroboranti. Ora lo attendeva una faticaccia. Al primo imbrunire, e ancora appesantito dal recente pasto, si volle a tutti i costi arrampicare sul tronco di un faggio che portava dei rami grossi abbastanza da poterlo sostenere ad una discreta altezza. Prese fiato e si mise a lavorare d’unghie, e , anche se aveva la sensazione di fare un passo in salita e due in discesa, prendendosi il tempo necessario, alla fine si accucciò su di una grossa biforcazione. Si trovava, a occhio e croce, ad una quindicina di metri da terra, e, se non aveva perso l’orientamento per seguire i suoi progetti, doveva essere sulla sponda del lago, su un terreno leggermente in salita.

Così alle prime luci dell’alba poté avvertire la trasformazione compiersi in tutta la sua naturalezza:
si sentiva a poco a poco più piccolo e leggero e ricoperto da una coltre calda di una pelliccia che stava prendendo la forza e la leggerezza adatte a volteggiare nell’aria come un refolo di vento stesso. I suoi occhi diventavano curvi e penetranti oltre il fogliame fino alla sponda opposta e alle alte nuvole; le sue mascelle perdevano forza mentre le zampe ne acquistavano ricoprendosi, in un caso di flessuose penne e piume, e nell’altro di poderosi e terribili artigli, perfino peggiori di quelli con cui era salito fin lì. Oramai era in tutto e per tutto l’aquila Ghiandaia. Senza perder altro tempo spiccò il volo: il suo primo obiettivo era trovare una famiglia di corvi imperiali. Avvicinandosi ad un dirupo ne scorse alcuni. I corvi, per nulla timorosi e abituati ad avere a che fare con le aquile, subito lo assalirono tra una gragnuola di beccate e gracchi. Per quanto l’aquila Ghiandaia planasse e volteggiasse su se stesso, i corvi erano più veloci nelle manovre e lo beccavano dappertutto sbeffeggiandolo coi loro versi. E alla fine quando Ghiandaia doveva cabrare e riprendere quota, la situazione per lui era anche peggiore. Ma l’aquila che era in lui si prestava volentieri al gioco e non smetteva mai d’osservare i corvi e di imitarne i movimenti. Il tutto andò avanti per delle ore, e sempre l’aquila Ghiandaia veniva beccato e sbeffeggiato. Ma adesso le sue virate ed evoluzioni erano diventate molto più strette e precise, le beccate meno frequenti e il gracchiare più insistente e stizzito.
Segno questo che era arrivato dove voleva! Le sue manovre non si distinguevano più da quelle dei corvi e solo le sue enormi dimensioni permettevano loro di superarlo ancora nel volo; ma questo non aveva alcuna importanza. L’indomani infatti l’aquila Ghiandaia sarebbe andata a misurarsi con un vento: “E allora le dimensioni saranno spudoratamente a mio favore…” Pensò, e si rallegrò moltissimo.



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acssia
Admin

39178 Posts
Status: offline

Posted - 15 October 2012 :  22:16:29  Vedi Profilo Send acssia a Private Message
ma braviiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
ho letto tutto ad un fiato e aspetto il seguito



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Carla
Utente Master

35017 Posts
Status: offline

Posted - 15 October 2012 :  22:18:51  Vedi Profilo Send Carla a Private Message
quote:
Originalmente inviata da acssia

ma braviiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
ho letto tutto ad un fiato e aspetto il seguito




Weee Acssietta, mica te la cavi così con aspetto il seguitodevi partecipare, attendiamo il tuo d'intevento






Ascolta con la mente
Guarda con gli occhi del cuore
Parla con la voce dell'Amore

****LUNA****
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