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 Mistero e leggende
 Il destino già e'scritto?
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Posted - 03 February 2012 :  13:30:25  Vedi Profilo Send disattivato a Private Message  Rispondi quotando



Nella lontana e spirituale India vengono conservate migliaia di foglie di palma sulle quali, si dice, che ci sia scritto il destino degli uomini.



La tradizione vuole che, migliaia di anni fa, degli uomini santi, i Rishi, abbiano avuto la possibilità di canalizzare le conoscenze riguardanti eventi futuri del mondo e le informazioni dettagliate su ogni persona che avrebbe visitato l’India per conoscere il proprio destino.

LE ORIGINI

Le origini del Shastra Naadi (trattati di energia canalizzata) sono avvolte nelle nebbie del tempo. Si tratta di un affascinante sistema di predizione usato, per molti secoli, e che, per chi ci crede, rappresenta una guida affidabile per la conoscenza di se stessi, del proprio passato e futuro, delle proprie relazioni e dei propri destini.

Una serie di ricerca hanno dimostrato che questo sistema è utilizzato da almeno 4000 anni, dal momento che i trattati Naadi sono stati scritti (su rotoli di foglie di palma) in sanscrito, la lingua predominante dell’antica India.

La trasmissione originale avveniva per via orale.

I Shastra, si ritiene, che siano stati i primi ad essere composti molto tempo fa dai Sapta Rishi (sette saggi) – Agasthya, Kausika, Vyasa, Bohar, Bhrigu, Vasishtha e Valmiki.

Il centro principale nel quale si svolge ancora oggi la lettura dei Naadi Shastra è nel Vaitheeswarankoil, nei pressi di Chidambaram nel Tamil Nadu, uno stato nel sud dell’India.

Qui Lord Shiva, si narra, che ha assunto il ruolo di un vaidhya (un medico), dedito a cercare di alleviare le sofferenze dei propri devoti.

Fino al 1930, i Naadi sono rimasti non più che un antico retaggio: erano poco utilizzati quando, non, addirittura, incomprensibili da parte della maggioranza degli astrologi indù.

La conservazione delle foglie di palma Naadi la e la traduzione dal sanscrito in una forma antica della lingua Tamil è stata effettuata, su larga scala, circa 1000 anni fa, durante il regime dei re di Tanjore (dal 9 al 13 secolo dC).

Quando, poi, con il passare del tempo e l’usura, le foglie hanno iniziato a rompersi, i governanti Tanjore hanno incaricato una serie di studiosi di trascrivere il tutto su fresche ola (foglie di palma). Alcuni dei grantha Naadi sono stati anche tradotti in un’altra lingua indiana del Sud, Telugu.

Ogni Naadi è costituito da una ola particolare o una foglia di palma, scritta in ezathu vatta, lingua tamil, tramite uno strumento simile ad un chiodo chiamato ezuthani.

Le foglie di palma sono preservate venendo sfregate con olio di pavone, quando vengono utilizzate per i vaticini. Vengono conservate, specialmente, nella biblioteca Mahal Saravasti di Tanjore, nel sud dello stato indiano del Tamil Nadu.

Le previsioni dei Naadi sono, in generale, espresse in forma di commenti, anche se nei Shiva Naadi sono presenti come conversazioni tra il Dio Shiva e Parvati Mata, che esprimono la loro preoccupazione e le benedizioni su di loro devoti.

I contenuti delle vari foglie cono una serie di manoscritti altamente organizzati divisi in sedici capitoli o kandams. Le Kandams descrivono i vari aspetti della vita materiale e spirituale del destino di un individuo come la famiglia, il matrimonio, professione, ricchezza…

L’ASTROLOGIA

Il termine Naadi si riferisce ad un arco molto piccolo dello zodiaco, di dimensioni che vanno da 1/150 ad 1/600 di un segno (da 12 a 3 minuti). Ci sono molti antichi testi astrologici Naadi alcuni dei quali si occupano solo delle implicazioni astrologiche ed altri che combinando le caratteristiche della chiromanzia e dell’astrologia.

Del primo tipo sono testi come Bhrigu Naadi, Dhruva Naadi, ecc, mentre gli scritti in lingua tamil come Saptarishi Naadi appartengono al secondo gruppo.

Nella cultura Naadi, le persone che hanno come ascendente un determinato segmento di arco temporale, pare che siano soggetti a seguire modelli di vita predefiniti espressi in termini di transiti planetari. Sulla base di un simile schema interpretativo viene letto il vasto corpus di manoscritti registrati sulle foglie di palma.

IL PERCORSO DI LETTURA

Il percorso di lettura del destino inizia fissando un appuntamento, con circa due settimane di anticipo, perché, oggi, i lettori Naadi sono molto occupati. Il giorno stabilito, prima che la cerimonia inizi, ai partecipanti viene domandato di registrarsi depositando, su piccoli fogli di carta, l’impronta digitale del proprio pollice (il destro per gli uomini ed il sinistro per le donne) ed un nome, non necessariamente il proprio vero.

Le impronte digitali sono state suddivise in 108 categorie, per potere procedere alla particolare lettura Naadi.

Quindi, il primo passo è di stabilire a quale delle suddette categorie corrisponde l’impronta digitale del pollice. Una volta rintracciato il gruppo di appartenenza, il lettore Naadi inizia la ricerca tra le foglie di palma.

L’operazione di indagine è molto lunga e può durare anche l’intera giornata. Invero il processo di individuazione è scandito da due diverse fasi: nella prima il lettore Naadi, tramite l’impronta digitale, identifica un certo numero di foglie che le corrispondono e tra le quali ci potrebbe essere la specifica del soggetto in questione, nella seconda, con l’aiuto del soggetto stesso, al quale il lettore pone una serie di domande, viene trovata la sua foglia personale.

Quindi, appena il lettore seleziona le potenziali foglie del destino, chiede al soggetto che lo ha interpellato di accomodarsi in una stanza, per dare inizio alla seconda fase di scrematura.

Chi ha compiuto l’esperienza ammette che “Anche se avevo sentito da molti raccontare tutto il processo di lettura Naadi, a passarci di persona, è stata un’esperienza del tutto diversa, in un certo senso anche un po’ terribile ed umiliante per cominciare. Qui c’era un ragazzo sorridente a distanza, che poteva leggere tutto su di me – il mio passato, il mio futuro, non solo in questa incarnazione, ma anche nelle incarnazioni precedenti e successive. Nella stanza il lettore aveva tre pile di foglie di palma, ognuna con circa 30 foglie inserite tra due sottili lastre di legno di rosa e tutte legate insieme con una cordicella sporca che dava l’idea del frequente uso che ne veniva fatto”

Prima di incominciare, a chi lo interpella, il lettore chiede di rispondere ad una serie di quesiti ai quali si deve, semplicemente, rispondere con un ‘sì’ o un ‘no’, per non fornire ulteriori informazioni e dettagli.

Il lettore apre il primo gruppo di foglie ed inizia a leggere, ad alta voce, i contenuti in lingua tamil. Ogni volta che il lettore identifica qualche informazione che potrebbe essere abbastanza importante per formulare una domanda, interrompe la lettura e comunica all’interpretare che lo accompagna il quesito.

Se la risposta è affermativa, prosegue nella consultazione della foglia ponendo altre domande, finchè non arriva una risposta affermativa, al che cambia il gruppo di foglie.

Per avere un’idea del tipo di domande, proviamo a vedere insieme, uno stralcio dell’esercizio compiuto da Ram, un testimone diretto:

Lettore Naadi: sei il primo figlio nato dai tuoi genitori?

Ram : No (il lettore accantona la foglia e prende la successiva)

Lettore Naadi: Hai due fratelli?

RAM: No (passa alla foglia dopo)

Lettore Naadi: I tuoi genitori sono vivi?

Ram: Sì.

Lettore Naadi: sei l’ultimo dei figli nati dai tuoi genitori?

Ram: Sì.

Lettore Naadi: Sei di fede musulmana?

RAM: No (cambia foglia)

Il processo continua così finché, il lettore non riceve una serie di risposte affermative di chi lo interpella.

Allora annuncia che, con molta probabilità, la foglia nelle sue mani, dovrebbe essere quella giusta, ma, per saperlo, deve passare ai dettagli dei nomi che, vanno, confermati. (Sino a tale momento, non viene menzionato nessun nome dei parenti del soggetto in questione).

Lettore Naadi: il nome di tuo padre e il tuo nome sono composti ciascuno di due parti, e la prima parte in entrambi avrebbero cominciato con ‘Ra’?

Ram: Sì (il nome del Padre è Ramachandran, mentre il suo è Ramakrishnan)

Lettore Naadi:La seconda parte del nome di tuo padre è collegata alla Luna (Chandra in lingua sanscrita, che è considerato il progenitore di tutte le lingue indiane, si riferisce alla Luna)

Ram: Sì

Lettore Naadi: La seconda parte del tuo nome rimanda, invece, al nome del mangiatore Burro? (chi ha familiarità con la filosofia indiana può ricordare la storia di Krishna ed il suo amore per il burro in giovane età).

Ram: Sì.

Lettore Naadi: Il nome di tua madre è quello della divinità del tempio nella città di Madurai? (La divinità che presiede al tempio nella città di Madurai è Meenakshi, e la madre del soggetto ha il suo nome).

Ram: Sì.

Lettore Naadi: Il nome del tuo moglie è Uma.

Ram: Sì.

Il commento del testimone è entusiasta:

“È stato semplicemente fantastico. C’era una foglia di palma scritta più di mille anni fa che menzionava il nome di mia moglie direttamente e non con giochi di parole come per i miei genitori!”

Lettore Naadi: Tu dovresti avere tre figli ma il primo è morto. Il maggiore dei sopravvissuti è una ragazza, poi c’è un ragazzo.

Ram: Sì.

Lettore Naadi: Sei nato nel 1955 nel mese di ‘Aadi’? (14 luglio al 14 agosto)

Ram: Sì.

Lettore Naadi: Sei nato alle 5 di notte?

Ram: Sì. (l’Astrologia indiana calcola il giorno dall’alba all’alba.)

A questo punto il lettore descrive in modo generico le posizioni planetarie e siderali al momento della nascita del soggetto e conclude così l’analisi della sezione generale della foglia Naadi. Chi vuole può poi passare alle altre 13 sezioni – una corrispondente a ciascuna delle 12 case oltre as una per la precedente incarnazione

Un aspetto curioso della lettura delle foglie Naadi è che sembrano descrivere come presente l’attuale situazione di chi le interpella, quasi che millenni fa, lo scrittore avesse saputo con precisione, non solo che quella determinata persona sarebbe giunta a farsi leggere il proprio destino, ma anche, quando, di preciso.

Perciò, conclude Ram

“Questo vorrebbe dire che abbiamo avuto un incontro con il nostro destino per appuntamento, e non perché l’abbiamo cercato! …è forse un po’ difficile da digerire l’idea che i nomi che io e mia moglie abbiamo scelto, dopo molte discussioni e polemiche, per i nostri figli sono stati quelli, che, in ogni caso, avrebbero dovuto essere e che, questo, comunque, era stato deciso prima ancora che noi, i nostri genitori ed i loro genitori fossero nati?!”

Indipendentemente dal fatto che ci crediamo o meno alla possibilità che qualcuno abbia scritto millenni fa il nostro destino, è interessante notare come il desiderio di rifiutare la credenza, diffusa in epoca Postmoderna, che tutto, dal mondo alla vita dell’uomo, sia affidato esclusivamente al caso, ad una serie fortuita di coincidenze, ha sempre meno credibilità nella società di oggi.

Il numero di persone che ricerca un senso, il Senso del proprio esistere, convinta di avere una missione da compiere su questa Terra, di essere frutto di un disegno divino (per alcuni che non lede il libero arbitrio, per altri che assume la forma di uno stretto determinismo) cresce in continuazione.

La ricerca di senso è proprio una delle cifre che contraddistinguono l’era in stato nascente, un’epoca nella quale l’uomo, come da sempre, dà due diverse risposte. Da un lato, si sente, fino in fondo, responsabile di se stesso, del proprio futuro, artefice del proprio destino. Si tratta dell’atteggiamento tipico della nuova generazione dell’UniCum. Dall’altro, si convince di non avere scelta, di essere inserito in un meccanismo, a-priori, dal quale non può sfuggire.

Le due alternative descrivono due modi diversi di affrontare la vita: uno più attivo, pro-attivo, co-creattivo, l’altro più passivo, più deterministico

In entrambi i casi, però, consta il fatto che l’era dell’uomo ad una dimensione, in balia del caso, del nonsenso, pare abbia, ormai, segnato il passo.

http://wellthiness.wordpress.com


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Albert Einstein
Quando l’odio diventa codardo, se ne va mascherato in società e si fa chiamare giustizia.
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"Mammauuuuuuuuh mauuuuuuh-mauuuuuuh!!!!!"



Carla
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Posted - 03 February 2012 :  19:27:09  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando
qui leggo dopo, son di corsa


Ascolta con la mente
Guarda con gli occhi del cuore
Parla con la voce dell'Amore

****LUNA****
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Oriana
Utente Master

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Posted - 03 February 2012 :  21:07:19  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message  Rispondi quotando
Ho visto il servizio su Voyager l'altra sera e devo dire che mi ha davvero stupita.
Pensa che ho letto un libro, poco tempo fa, che si intitolava " la biglioteca dei morti". Trattava di qualcosa di simile raccontando di una biblioteca antica in cui tra le pagine di migliaia di testi, tutti scritti a mano da monaci, vi erano scritte le nascite e le morti di ogni singola persona del pianeta.
Che dire... vorrei tanto poter andar là e fare l'esperienza direttamente.


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Carla
Utente Master

35017 Posts
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Posted - 03 February 2012 :  22:51:50  Vedi Profilo Send Carla a Private Message  Rispondi quotando
Sarebbe veramente interessante poter leggere questi libri e saper chi eravamo e che riserva il futuro, dato che il presente è alquanto


Ascolta con la mente
Guarda con gli occhi del cuore
Parla con la voce dell'Amore

****LUNA****
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gr
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10107 Posts
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Posted - 04 February 2012 :  02:46:37  Vedi Profilo Send gr a Private Message  Rispondi quotando
Affascinante e curiosa teoria...





Meglio vivere con un rimorso,
che annegare in un
rimpianto.
Grysu

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vaniss
Utente Master

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Posted - 04 February 2012 :  13:11:59  Vedi Profilo Send vaniss a Private Message  Rispondi quotando
Oriana, anchio ho letto quel libro e l'ho trovato bellissimo e affascinante..chissà se sia vero :) comunque io ci credo nel destino, credo che ci sia un percorso gia tracciato per ognuno di noi, penso che ogni azione che facciamo, ogni persona che conosciamo, ogni gesto succeda perchè deve andare così...non penso che il destino cambi ogni volta in base alle nostre azioni, penso che se sul libro della vita c'è scritto che dovremo passare il resto della nostra esistenza ad inseguire l'amore senza mai trovarlo, o prendere tante scottature finchè non percepiamo finalmente la luce in lontananza, o fare la cameriera in un bar...beh...penso che questo sia tutto predetto.. e se da una parte può essere affascinante, dall'altra mi fa sentire un burattino nelle mani di chissà chi..

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efeblu
Nuovo Utente

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Posted - 18 February 2012 :  17:13:39  Vedi Profilo Send efeblu a Private Message  Rispondi quotando

La parola “destino”, che nel titolo compare per ultima, dovrebbe stare all’inizio. Il suo senso stabilisce infatti il senso delle altre due. Le restituisce alla sua stabilità. Stabile è ciò che non può essere negato. Che cosa c’è di innegabile in ciò che diciamo “storia” e “aldilà”? E d’altra parte, sia la “storia”, sia l’ “aldilà” non sono forse interpretazioni e quindi qualcosa di negabile? Propriamente, l’intento di questi incontri riguarda il destino della “storia” e dell’ “aldilà”.
Riguarda quindi, innanzitutto, il senso autentico del destino - il suo differire da ogni forma di sapere e di agire di cui noi abbiamo notizia, e quindi il suo stare nell’ “inconscio” più profondo dell’uomo.
Eppure è nello sguardo del destino che la storia mostra la propria destinazione alla civiltà della tecnica e l’aldilà mostra di essere il destino stesso, cioè la stessa essenza più profonda dell’uomo.
Stiamo dicendo che il destino dell’uomo, cioè dell’ al di qua, è l’aldilà? Sì; ma a questa affermazione compete un significato esssenzialmente diverso da quello che la coscienza metafisico-teologico-religiosa sarebbe propensa ad attribuirgli.
Il destino non è “Dio” e non è nemmeno l’ “immortalità dell’anima”. E tuttavia il destino è qualcosa di infinitamente “più alto” di “Dio” e della “immortalità dell’anima”. È necessario pertanto che in esso appaia anche il senso autentico dell’ “altezza” e dell’essere “infinitamente” più alti di “Dio” e dell’ “immortalità”. E quindi è necessario che in esso appaia il senso autentico della morte.
Quanto si è detto implica che nello sguardo del destino la storia mostri una struttura dove il mortale è destinato d’apprima a Dio e poi alla civiltà della tecnica, che è la forma più rigorosa del divino.
Quello sguardo oltrepassa quindi la struttura della storia, cioè la relazione tra il mortale e il divino. Si tenterà di indicare, sia pure da lontano, il senso di questo oltrepassare.
Emanuele Severino

Non vale la pena avere la libertà
se questo non implica avere la libertà di sbagliare
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