< Picchio le mani. Batto i pugni. Aprimi... aprimi...> Ho il cuore a pezzi , gli occhi pieni di calcinacci e le orecchie ferite dagli ululati che accompagnano ossa, terrore e sangue. Sono figlia di un presente spaventato e amante di un futuro senza più familiari e rassicuranti contorni. Lascio tracce di nebbia sottile e pesanti gocce di frastuono ma... "Non ne lascerò traccia sul tuo pavimento quando me ne andrò...Sarà come se non fossi mai venuta..." Tu non sai... non sai ciò che ho visto! Non sai di quelle onde che mi hanno quasi travolta, non sai... Tra il solco di una suola, come una briciola incastrata tra i denti, porto ( ti porto ), non visto, un piccolo stelo d'erba che ha disperatamente cercato una sorte migliore che non fosse quella di appassire , solitario, su una terra desolata e polverosa. E' con esso sotto di me che batto alla tua porta. Nient'altro ho. Niente altro che non sia un sussurro doloroso sprigionato da una gola ormai sfibrata. Che non è nè lettera nè melodia. Ma neppure silenzio. No, no, non sa tacere neppure nel buio surreale di un'agonìa. Un canto ? La corda spezzata di un violino? " Sul tuo stuoino i miei piedi liberano la rabbia del vento. Oltre la tua soglia nessun ramo mi sferzerà il viso..." Alle mie spalle un lamento sfuggito alla strage cerca un grembo in cui spegnere la eco. Anche io come lui cerco riparo. Cerco pace. Cerco caramelle di zucchero colorato come quelle che mamma mi portava a casa quando ero piccina... piccina come sono ora mentre mi pulisco una lacrima dal volto con mani stanche e unghie sporche ... Tienimi qui. Tienimi qui. Fosse solo per un attimo, perchè in fondo un attimo sa imprimere nel ricordo un disegno immortale come l'eternità. " Tienimi vicino a te... ad un metro da te... sulle tue ginocchia o arroccata ad una tua parete. O rannicchiata come un feto indifeso sotto le tue gambe..." Voglio solo parlare, piangere, ridere, gridare. Voglio solo non sentirmi sola mentre cerco di ricomporre i frammenti della mia anima o raccogliere il coraggio di un sorriso stridente da indossare per tornare lungo la via di casa. Fammi stare con te il tempo di un pallido presente. Così fragile da non riuscire più a tenerlo tra le dita mentre le dita si sgretolano con esso.
< Picchio le mani. Batto i pugni. Aprimi... aprimi...> Ho il cuore a pezzi , gli occhi pieni di calcinacci e le orecchie ferite dagli ululati che accompagnano ossa, terrore e sangue. Sono figlia di un presente spaventato e amante di un futuro senza più familiari e rassicuranti contorni. Lascio tracce di nebbia sottile e pesanti gocce di frastuono ma... "Non ne lascerò traccia sul tuo pavimento quando me ne andrò...Sarà come se non fossi mai venuta..." Tu non sai... non sai ciò che ho visto! Non sai di quelle onde che mi hanno quasi travolta, non sai... Tra il solco di una suola, come una briciola incastrata tra i denti, porto ( ti porto ), non visto, un piccolo stelo d'erba che ha disperatamente cercato una sorte migliore che non fosse quella di appassire , solitario, su una terra desolata e polverosa. E' con esso sotto di me che batto alla tua porta. Nient'altro ho. Niente altro che non sia un sussurro doloroso sprigionato da una gola ormai sfibrata. Che non è nè lettera nè melodia. Ma neppure silenzio. No, no, non sa tacere neppure nel buio surreale di un'agonìa. Un canto ? La corda spezzata di un violino? " Sul tuo stuoino i miei piedi liberano la rabbia del vento. Oltre la tua soglia nessun ramo mi sferzerà il viso..." Alle mie spalle un lamento sfuggito alla strage cerca un grembo in cui spegnere la eco. Anche io come lui cerco riparo. Cerco pace. Cerco caramelle di zucchero colorato come quelle che mamma mi portava a casa quando ero piccina... piccina come sono ora mentre mi pulisco una lacrima dal volto con mani stanche e unghie sporche ... Tienimi qui. Tienimi qui. Fosse solo per un attimo, perchè in fondo un attimo sa imprimere nel ricordo un disegno immortale come l'eternità. " Tienimi vicino a te... ad un metro da te... sulle tue ginocchia o arroccata ad una tua parete. O rannicchiata come un feto indifeso sotto le tue gambe..." Voglio solo parlare, piangere, ridere, gridare. Voglio solo non sentirmi sola mentre cerco di ricomporre i frammenti della mia anima o raccogliere il coraggio di un sorriso stridente da indossare per tornare lungo la via di casa. Fammi stare con te il tempo di un pallido presente. Così fragile da non riuscire più a tenerlo tra le dita mentre le dita si sgretolano con esso.
(Oriana)
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