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 Contro la violenza sulle donne
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Oriana
Utente Master

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Posted - 06 January 2011 :  17:41:27  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message

Grazie Straluna, spero di vedere il video quando rientro.

Io invece posto questa lettera, scritta da un uomo che cerca in tutti i modi di giustificare uno stupratore adducendone la colpa alla società stessa. Come se un disagio sociale, enorme quanto lo si voglia, possa considerarsi l'attenuante che giustifica la violenza sessuale o qualsivoglia altro soppruso verso una persona.
Quando l'ho letta sono inorridita!
3 colpe contro una ????
Non ci sono giustificazioni caro Ruggiano e il fatto che tu ti smerci come giornalista che parla fuori dal coro non ti autorizza a vendere questo messaggio atto ad autorizzare un pensiero malato.
Vergognati!
Nessuna giustificazione per lo stupro !


Lettera di uno stupratore


Mi presento: sono io lo stupratore.
Ho un origine ma non posseggo identità, pur non definendomi ateo non seguo con gran interesse alcuna religione, ho una bandiera ma non ho una nazionalità, sono tutti e nessuno, non mi riconosci perché sono come gli altri, ho subito gli stessi dubbi, gli stessi tormenti e le stesse paure, come te, come tuo padre e come tuo figlio.
Sono cresciuto credendo che tutto avesse un filo logico e che andasse nella giusta direzione, pensavo che ogni dubbio avesse una risposta e che il mondo avesse una sua linearità, dove il nesso di causa-effetto, azione-reazione, domanda-risposta , trovasse sempre un suo riscontro, in un modo o nell'altro, l'importante sarebbe stato insistere nella ricerca.
Ho iniziato però a frequentare la realtà - amica poco raccomandabile - ho iniziato a capire che non a tutto vi era risposta e non tutti i desideri possono essere avverati, ma finché restavo tra la gente, non avvertivo alcun disagio.
Televisione, giornali, pubblicità e internet però, le frequento in solitudine. Non mi trasmettono la stessa tranquillità delle persone, mi isolano, ed aumentano la quantità dei miei desideri, creano quello che non avrei mai creato da me, danno parola a parti del mio cervello che nemmeno pensavo esistessero.
Non so se sono il solo; non so se anche gli altri soffrono dei miei stessi disagi, non lo domanderò mai,e mai loro lo domanderanno a me.
Ogni giorno, dopo una buona quantità di isolamento, mi reco a lavoro.
Nel percorso che faccio per arrivarci, inevitabilmente vedo tante persone, metro, autobus, tram e strade pullulano di persone. Ma non le conosco; non so come conoscerle! Sono sole anche loro come me, eppure, non riesco ad immaginare come entrare nella loro vita. Nel mondo di internet e nella tivù questo problema non esiste.
Lì è tutto più semplice.
Fu per questa stupenda semplicità che pensai bene di passarci più tempo.
Io, almeno, posso dire di avere la fortuna di abitare in un posto dove lingua, usi, costumi e comportamenti sono uguali ai miei. Vivo nel mio paese!
Quanti come me si trovano in un paese dove lingua,costumi e abitudini sono diversi? Quanti immigrati, quanti stranieri regolari e non, quanti ce ne saranno? Sarei avvilito se oltre alla mia solitudine non riuscissi nemmeno a comunicare con la cassiera al supermercato.
Sarei ancor più avvilito se in un paese non mio venissi visto come la parte marcia della società, già immagino, io da solo che navigo in internet, vedo televisione e bevo birra. Uscendo di casa non riuscirei nemmeno a chiedere informazione per una strada; verrei guardato con diffidenza e sospetto dagli abitanti del posto che, come spesso accade, si sentono geneticamente superiori; mio dio che situazione orribile, devo davvero ritenermi fortunato a non essere “straniero”.
Eppure…
Adesso, son tutti qui che puntano il dito contro di me, colti e ignoranti, poveri e ricchi, etero ed omosessuali, nessuno prenderebbe mai le mie parti.
C’è chi propone la castrazione chimica, chi invece è più propenso al carcere a vita, ed io, che sarei l'imputato, mi domando, perché nessuno parla di socializzazione? Perché son tutti pronti a lapidare e nessuno a guardare al di la del proprio naso. Perché?
Ci siamo proposti un modello di società fondato sul desiderio di imitare, emulare il divo o la diva di turno, agognare un certo tipo di donna o di uomo che però nel mondo di tutti i giorni non c'è. Giuro non c’è!
Non esiste nessuna Sharon Stone senza mutandine.
Non esistono letterine o vallette di alcun genere il sabato sera in discoteca.
Non c’è alcun modo per rimorchiare con tanta facilità come quelli di Uomini&Donne di Maria De Filippi.
Non è vero che si può fare facilmente carriera come dicono quelli della tv.
Se poi oltre al danno ricevuto da questo enorme bombardamento di modelli da seguire, si aggiunge anche l'incredibile isolamento che si riceve quando si emigra da un paese all'altro e ci si ritrova in un posto dove nessuno ti vede come suo pari, dove tutti temono le tue abitudini, soffrono il tuo modo di comportarti ed odiano il tuo odore ed il tuo abbigliamento -Praticamente dove vieni trattato da immigrato [emarginato] - si ritrova subito quell’ instabilità creata ad hoc, da aggiungere alla voce “effetti indesiderati”.
Nessuno si senta difeso, tanto meno giustificato, nessuno creda di aver trovato un alibi, ma chi accusa rifletta: quando con la mano si accusa qualcuno con il dito indice, questo è rivolto verso l’imputato ma il medio, l’ anulare e il mignolo sono puntati verso il proprio petto. Il rapporto è di 3 colpe contro una.

Diego Ruggiano




El dormir es como un puente que va del hoy al mañana.
Por debajo, como un sueño, pasa el agua, pasa el alma.

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Posted - 06 January 2011 :  19:29:35  Vedi Profilo Send n/a a Private Message
quello che ha scritto questo Diego lo trovo disgustosamente nauseante e non ho parole al momento per classificarlo

Quello che copio e incollo adesso è uno dei molti appelli dell'Associazione Nazionale Maschile Plurale nata nel maggio del 2007 e che non conoscevo..

La violenza contro le donne ci riguarda:
prendiamo la parola e l’impegno come uomini


Da uomo a uomo

Sono un uomo e vedo la violenza maschile intorno a me. Vedo anche, però, il desiderio di cambiamento di molti uomini.

Scelgo di guardare in faccia quella violenza e di ascoltare quel desiderio di cambiamento. So che quel desiderio è una risorsa per sradicare quella violenza.

Di fronte alle storie di mariti che chiudono le mogli in casa o le ammazzano di botte, di fidanzati che uccidono per gelosia le proprie ragazze, di uomini che aggrediscono o stuprano donne in un parco o in un garage, non penso "Sono matti, ubriachi o magari i soliti immigrati !", non mi viene da dire: "Quella se l'è cercata!". Tutto questo mi riguarda, ci riguarda.

Quando sento giudicare gli immigrati come una minaccia alle "nostre donne" ricordo che la violenza contro le donne non nasce nelle strade buie, ma all'interno delle nostre case, ed è opera di tanti uomini, italiani e non, che picchiano e uccidono le "proprie" donne.

Quando osservo l'ironia, il disprezzo, la discriminazione che precedono la violenza contro lesbiche e gay non penso: "Facciano quel che gli pare, ma a casa loro". So che mi riguarda, ci riguarda: quell'ironia e quel disprezzo li conosco fin da piccolo, sono una minaccia per chi non si comporta "da uomo".

La libertà di amare chi vogliamo e come vogliamo o è di tutti o non è di nessuno.

Quando penso alle donne, spesso straniere, costrette a prostituirsi, prive di diritti, alla ricerca di difficili vie di uscita, non penso che "rovinano il decoro delle città". Vedo nella loro vita l'effetto di un razzismo che avanza. La prostituzione, scelta od obbligata, parla innanzitutto dei nove milioni di clienti italiani e della sessualità maschile ridotta alla miseria dello sfogo e del consumo.


Credo che la violenza contro omosessuali e trans, la diffusa richiesta di ordine e sicurezza, la crescente ondata di disumanizzazione dei migranti, il razzismo, l'egoismo dilagante, abbiano a che fare con le relazioni tra i sessi: la paura e il disprezzo verso le differenze sono una tossina che avvelena la nostra società. Ogni giorno sento il richiamo verso ogni uomo ad essere complice di questa cultura e ad aderire all'ideologia della mascolinità tradizionale.

Sono stanco della retorica della patria, del nemico e dell'onore, della virilità muscolare e arrogante.

Quando assisto dell'ostentazione di sé da parte di chi usa soldi e potere per disporre delle donne, sento che quell'ostentazione è misera, squallida e anche triste. Sono secoli che gli uomini comprano, impongono, ricattano e scambiano sesso per un posto di lavoro o per denaro. La novità sta nel vantarsene, strizzando l'occhio agli altri uomini in cerca di complicità. Non ci stiamo, e non per invidia o moralismo. Non ci interessa l'alternativa tra il consumo del corpo delle donne e l'autocontrollo perbenista.

Al potere preferiamo la libertà, la libertà di incontrare il desiderio libero delle donne, compreso, eventualmente, il loro rifiuto.

Quando il disprezzo per le donne, l'ostentazione del potere e le minacce contro i gay e gli stranieri diventano modelli di virilità da usare a scopi politici, capisco e sento che devo e dobbiamo reagire: come uomini prima ancora che come cittadini.

Sentiamo la responsabilità di impegnarci, come uomini, contro la violenza che attraversa la nostra società e le nostre relazioni.

Non vogliamo limitarci alle "buone maniere" e al "politicamente corretto". Non ci sentiamo "protettori" né "liberatori". Sappiamo che le donne non sono affatto "deboli".

La loro libertà, la loro autonomia, nel lavoro, nelle scelte di vita, nella sessualità, non sono una minaccia per noi uomini e nemmeno una concessione da far loro per dovere. Sono un'opportunità per vivere insieme una vita più libera e ricca.

Non ci basta dire che siamo contro la violenza maschile sulle donne. Desideriamo e crediamo in un'altra civiltà delle relazioni tra persone, una diversa qualità della vita, libera dalla paura e dal dominio. Vogliamo vivere una sessualità che sia altro dalla conferma della propria virilità e del proprio potere.

Molti uomini hanno finora vissuto questo tentativo di cambiamento individualmente, cercando un modo nuovo di essere padre, una diversa relazione con la propria compagna, un modo diverso di stare con gli altri uomini, un rapporto diverso con il lavoro. Questa ricerca è però spesso rimasta solitaria e invisibile, senza parole. Vogliamo esprimerci in prima persona, vogliamo che il desiderio di libertà e di cambiamento di migliaia di uomini diventi un fatto collettivo, visibile, capace di parlare ad altri uomini.




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Posted - 06 January 2011 :  20:16:55  Vedi Profilo Send n/a a Private Message
Mi presento sono Fiore avrei soltanto una cosa da dire


B.......








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Oriana
Utente Master

4350 Posts
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Posted - 06 January 2011 :  23:22:59  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message
quote:
Originalmente inviata da Straluna

quello che ha scritto questo Diego lo trovo disgustosamente nauseante e non ho parole al momento per classificarlo

Quello che copio e incollo adesso è uno dei molti appelli dell'Associazione Nazionale Maschile Plurale nata nel maggio del 2007 e che non conoscevo..

La violenza contro le donne ci riguarda:
prendiamo la parola e l’impegno come uomini


Da uomo a uomo

Sono un uomo e vedo la violenza maschile intorno a me. Vedo anche, però, il desiderio di cambiamento di molti uomini.

Scelgo di guardare in faccia quella violenza e di ascoltare quel desiderio di cambiamento. So che quel desiderio è una risorsa per sradicare quella violenza.

Di fronte alle storie di mariti che chiudono le mogli in casa o le ammazzano di botte, di fidanzati che uccidono per gelosia le proprie ragazze, di uomini che aggrediscono o stuprano donne in un parco o in un garage, non penso "Sono matti, ubriachi o magari i soliti immigrati !", non mi viene da dire: "Quella se l'è cercata!". Tutto questo mi riguarda, ci riguarda.

Quando sento giudicare gli immigrati come una minaccia alle "nostre donne" ricordo che la violenza contro le donne non nasce nelle strade buie, ma all'interno delle nostre case, ed è opera di tanti uomini, italiani e non, che picchiano e uccidono le "proprie" donne.

Quando osservo l'ironia, il disprezzo, la discriminazione che precedono la violenza contro lesbiche e gay non penso: "Facciano quel che gli pare, ma a casa loro". So che mi riguarda, ci riguarda: quell'ironia e quel disprezzo li conosco fin da piccolo, sono una minaccia per chi non si comporta "da uomo".

La libertà di amare chi vogliamo e come vogliamo o è di tutti o non è di nessuno.

Quando penso alle donne, spesso straniere, costrette a prostituirsi, prive di diritti, alla ricerca di difficili vie di uscita, non penso che "rovinano il decoro delle città". Vedo nella loro vita l'effetto di un razzismo che avanza. La prostituzione, scelta od obbligata, parla innanzitutto dei nove milioni di clienti italiani e della sessualità maschile ridotta alla miseria dello sfogo e del consumo.


Credo che la violenza contro omosessuali e trans, la diffusa richiesta di ordine e sicurezza, la crescente ondata di disumanizzazione dei migranti, il razzismo, l'egoismo dilagante, abbiano a che fare con le relazioni tra i sessi: la paura e il disprezzo verso le differenze sono una tossina che avvelena la nostra società. Ogni giorno sento il richiamo verso ogni uomo ad essere complice di questa cultura e ad aderire all'ideologia della mascolinità tradizionale.

Sono stanco della retorica della patria, del nemico e dell'onore, della virilità muscolare e arrogante.

Quando assisto dell'ostentazione di sé da parte di chi usa soldi e potere per disporre delle donne, sento che quell'ostentazione è misera, squallida e anche triste. Sono secoli che gli uomini comprano, impongono, ricattano e scambiano sesso per un posto di lavoro o per denaro. La novità sta nel vantarsene, strizzando l'occhio agli altri uomini in cerca di complicità. Non ci stiamo, e non per invidia o moralismo. Non ci interessa l'alternativa tra il consumo del corpo delle donne e l'autocontrollo perbenista.

Al potere preferiamo la libertà, la libertà di incontrare il desiderio libero delle donne, compreso, eventualmente, il loro rifiuto.

Quando il disprezzo per le donne, l'ostentazione del potere e le minacce contro i gay e gli stranieri diventano modelli di virilità da usare a scopi politici, capisco e sento che devo e dobbiamo reagire: come uomini prima ancora che come cittadini.

Sentiamo la responsabilità di impegnarci, come uomini, contro la violenza che attraversa la nostra società e le nostre relazioni.

Non vogliamo limitarci alle "buone maniere" e al "politicamente corretto". Non ci sentiamo "protettori" né "liberatori". Sappiamo che le donne non sono affatto "deboli".

La loro libertà, la loro autonomia, nel lavoro, nelle scelte di vita, nella sessualità, non sono una minaccia per noi uomini e nemmeno una concessione da far loro per dovere. Sono un'opportunità per vivere insieme una vita più libera e ricca.

Non ci basta dire che siamo contro la violenza maschile sulle donne. Desideriamo e crediamo in un'altra civiltà delle relazioni tra persone, una diversa qualità della vita, libera dalla paura e dal dominio. Vogliamo vivere una sessualità che sia altro dalla conferma della propria virilità e del proprio potere.

Molti uomini hanno finora vissuto questo tentativo di cambiamento individualmente, cercando un modo nuovo di essere padre, una diversa relazione con la propria compagna, un modo diverso di stare con gli altri uomini, un rapporto diverso con il lavoro. Questa ricerca è però spesso rimasta solitaria e invisibile, senza parole. Vogliamo esprimerci in prima persona, vogliamo che il desiderio di libertà e di cambiamento di migliaia di uomini diventi un fatto collettivo, visibile, capace di parlare ad altri uomini.






Finalmente!
Grazie Straluna per questo spaccato di speranza considerato che è da noi donne che deve venire il coraggio di combattere, ma è dagli uomini che attendiamo solidarietà e aiuto... ma soprattutto il cambiamento di una mentalità difficile da scalfire.
Una piccola luce nel buio



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Oriana
Utente Master

4350 Posts
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Posted - 10 January 2011 :  15:07:39  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message
Decalogo per donne stuprate
di Enza Panebianco



Dalle sentenze, dai provvedimenti, dalle affermazioni di rappresentanti istituzionali, dall’orientamento culturale, dalle reazioni, dai metodi attraverso i quali l’informazione tratta questo argomento, ho tratto un decalogo che può essere utilissimo ad ogni donna stuprata. Abbiate pazienza: se queste cose le sapete prima, è meglio.

Dopo uno stupro, quando farete la denuncia, dovete sapere che succederà questo:

1 - Se lo stupro avverrà in casa vostra, se è stato vostro marito o il vostro fidanzato a stuprarvi e soprattutto se l’uomo che vi ha stuprato non è "straniero" sappiate che nessuno si occuperà di voi.

2 - Se lo stupro avverrà fuori casa e ne sarà responsabile un italiano sappiate che tutti vi diranno che un po’ è colpa vostra, che ve la siete voluta e che avevate sicuramente un piano perverso per fare cattiverie al vostro stupratore.

3 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è un italiano ricordatevi che tutti cercheranno di giustificarlo: diranno che è depresso, malato, che è stato colto da un raptus o che era sotto l’effetto di strane droghe che lo hanno trasformato da potenziale candidato al premio Nobel per il rispetto dei diritti umani a efferato criminale femminicida.

4 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è uno straniero ricordatevi che a nessuno comunque importerà di voi. Tutti saranno felici di strumentalizzarvi per realizzare piani politici razzisti e fascisti contro tutti gli immigrati, le immigrate finanche i bambini e le bambine di etnie diverse dalla nostra.

5 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è uno straniero, qualunque sia l’amministrazione comunale o governativa in carica, sentirete sempre parlare di una parola della quale voi avete perso il senso: "sicurezza". Nessuno vi chiederà come mai eravate costretta a prendere il tram, il bus, la metro in periferia a tarda ora. Nessuno si interrogherà sulla vostra situazione economica. Nessuno si chiederà come mai voi avete persino difficoltà a pagarvi un avvocato. Ma tutti vi chiederanno di riconoscere che l’amministrazione in carica sta attuando grandissimi piani per la sicurezza dei cittadini.

6 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è un italiano sappiate che nel momento in cui voi vi lamenterete perché il vostro stupratore è stato trattato con troppo riguardo, perché tutti provano a giustificarne i gesti e nessuno riconosce in voi effettivamente una vera vittima allora strumentalizzeranno tutto questo per dimostrare che è necessario che i giudici siano messi sotto controllo dal governo e dunque che si ritiene indispensabile una riforma della giustizia che renda più semplice a potenti, ricchi, cavalieri, uscire fuori dalle proprie disavventure giudiziarie senza perdere molto tempo.

7 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è uno straniero potreste trovarvi a sentire parlare di "ronde" e di "certezza della pena". Nessuno vi dirà mai che le ronde sono gruppi di persone che si dilettano in giri di controllo dei quartieri per trovare esseri umani dalla pelle di colore diverso dalla loro e pestarli a sangue. Nessuno vi dirà mai che la certezza della pena non vi regala alcuna autonomia. Nessuno vi parlerà mai di "certezza del reddito".

8 - Se lo stupro avviene fuori casa ed è straniero sappiate che ci sono nazionalità precise non gradite al governo in carica: quella rumena, araba, nord e sud africana. Se vi stupra un americano o un europeo la vostra storia non troverà spazio in nessuna fonte di informazione o quasi.

9 - In qualunque luogo avvenga lo stupro sappiate che le fonti di informazione ufficiali solitamente vi tratteranno: a) da puttana; b) da povera vittima che ha bisogno del soccorso del macho forte; c) da persona che vive in un ambiente degradato "ove maturano questo tipo di reati"; d) da vittima al servizio del governo di destra o di centro-sinistra, eguali nelle strategie sulla "sicurezza" mirate alla limitazione della libertà dei cittadini e delle cittadine.

10 - Dopo lo stupro avrete la sensazione di essere stata stuprata altre mille volte da tutte le persone che vi hanno usata e vi hanno inflitto violenza per gli scopi più svariati. Potreste chiedervi se avete fatto bene a denunciare, se effettivamente questo era il modo attraverso il quale voi volevate superare la vostra gravissima esperienza, se non era meglio che ve ne stavate chiuse in casa per non incontrare quello che vi ha stuprato la prima volta e tutti gli altri che a turno hanno continuato senza pietà a usarvi per i loro fini. Potreste chiedervi tutto questo ma innanzitutto continuate a ricordare che voi siete più importanti di tutti i fottuti e disumani stronzi che vi girano attorno come avvoltoi in attesa che il vostro cadavere gli sia utile per giustificare qualunque altra cosa.

Ecco, sapute tutte queste cose, semmai vi capitasse di essere stuprate potete immaginare alcune soluzioni:
a) denunciare e rivolgersi immediatamente ad un centro antiviolenza laico che vi tutelerà da qualunque forma di strumentalizzazione e si occuperà di voi - senza mai attribuirvi la "colpa" di nulla - qualunque sia la provenienza, la collocazione sociale, la posizione economica, del vostro stupratore;
b) espatriare verso stati come la Spagna che affrontano la questione in maniera assai più civile;
c) fare un corso di autodifesa, formare una pink gang e difendervi da sole da chiunque.





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gr
Utente Master

10107 Posts
Status: offline

Posted - 11 January 2011 :  18:32:25  Vedi Profilo Send gr a Private Message
Guarda Oriana, quando ho cominciato a leggere il tuo ultimo post, pensavo di sottolineare i passaggi che più mi facevano imbestialire!!!!!!!
Ma non ci sono passaggi che non mi fanno incazzare come una iena!!!!!!
E' tutto così squallido e assurdo che non vengono nemmeno le parole per descrivere quello che si prova!!!!!

Ecco perchè una coppia di miei amici che lavorano nella POLFER, una decina di anni fa mi dissero che gli stupri sono molto di più di quelli che si sanno....perchè poche hanno il coraggio di denunciarli...
Se dopo 10 anni....il trattamento per una persona stuprata è ancora a questi livelli....anche se il coraggio ti viene cosa risolvi?????

E' scandaloso....io sarò forse estremista.....ma se al momento giusto, si avesse la forza di tirare fuori un bel paio di forbici e....eliminare il problema....bisognerebbe farlo!!!!
Ma purtroppo la forza bruta di queste bestie è talmente forte....che difendersi da sole è praticamente impossibile!!!!

Sono veramente sconcertata....e schifata!!!!





Meglio vivere con un rimorso,
che annegare in un
rimpianto.
Grysu

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Oriana
Utente Master

4350 Posts
Status: offline

Posted - 11 January 2011 :  20:37:34  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message
quote:
Originalmente inviata da grysu

Guarda Oriana, quando ho cominciato a leggere il tuo ultimo post, pensavo di sottolineare i passaggi che più mi facevano imbestialire!!!!!!!
Ma non ci sono passaggi che non mi fanno incazzare come una iena!!!!!!
E' tutto così squallido e assurdo che non vengono nemmeno le parole per descrivere quello che si prova!!!!!

Ecco perchè una coppia di miei amici che lavorano nella POLFER, una decina di anni fa mi dissero che gli stupri sono molto di più di quelli che si sanno....perchè poche hanno il coraggio di denunciarli...
Se dopo 10 anni....il trattamento per una persona stuprata è ancora a questi livelli....anche se il coraggio ti viene cosa risolvi?????

E' scandaloso....io sarò forse estremista.....ma se al momento giusto, si avesse la forza di tirare fuori un bel paio di forbici e....eliminare il problema....bisognerebbe farlo!!!!
Ma purtroppo la forza bruta di queste bestie è talmente forte....che difendersi da sole è praticamente impossibile!!!!

Sono veramente sconcertata....e schifata!!!!





Sei come me Gupy. Ecco perchè non demordo e continuo la mia battaglia personale che è quella di tenere sempre viva l'attenzione.
Vorrei solo che quelle donne che vivono disastri personali di questa entità sappiano che non sono sole. Che comunque istituzioni esistono, gruppi pronte ad aiutarle in tutti i sensi...e forse donne e amiche pronte a combattere al loro fianco.
Perhè è anche la nostra indifferenza un aiuto mancato.
Dobbiamo continuare a sensibilizzare l'opinione pubblica altrimenti il silenzio sarebbe ancor più profondo.

P.s. Riguardo alle forbici sono pienamente d'accordo! Una cura definitiva e irreversibile.



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