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 Contro la violenza sulle donne
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Oriana
Utente Master

4350 Posts
Status: offline

Posted - 17 February 2011 :  08:51:43  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message
Malo

Non è solo una bella canzone, ma una forte denuncia.




Sei apparso in una notte fredda
con una puzza di tabacco putrido e gin
la paura già mi percorreva
mentre incrociava le dita dietro la porta
il tuo viso da bel bambino
se l'è mangiato il tempo attraverso le tue vene
e la tua insicurezza maschilista
si riflette ogni giorno nelle mie lacrime
una volta ancora, no per favore
sono stanca e il mio cuore non può sopportarlo
una volta ancora, no amore mio per favore,
non gridare che i bambini dormono
mi tramuto in fuoco
brucio i tuoi pugni di acciaio
e dal colore scuro delle mie guance
tirerò fuori la forza
per guarirmi le ferite

Cattivo, cattivo, cattivo, cattivo sei
non si danneggia chi si ama, no
tonto, tonto, tonto sei
non crederti migliore delle donne!

il giorno è grigio quando ci sei tu
ed il sole appare di nuovo quando vai via
e la pena del mio cuore
io me la devo inghiottire col fuoco
il mio viso di bambina carina
è invecchiato nel silenzio
ogni volta che mi dici puttana
il tuo cervello diventa più piccolo

una volta ancora, no per favore
sono stanca e il mio cuore non può sopportarlo
una volta ancora, no amore mio per favore,
non gridare che i bambini dormono
mi tramuto in fuoco
brucio i tuoi pugni di acciaio
e dal colore scuro delle mie guance
tirerò fuori la forza
per guarirmi le ferite

Cattivo, cattivo, cattivo, cattivo sei
non si danneggia chi si ama, no
tonto, tonto, tonto sei
non crederti migliore delle donne!
sei cattivo perchè lo vuoi.




El dormir es como un puente que va del hoy al mañana.
Por debajo, como un sueño, pasa el agua, pasa el alma.

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n/a
deleted

21604 Posts
Status: offline

Posted - 17 February 2011 :  11:16:51  Vedi Profilo Send n/a a Private Message
quante donne ci saranno dentro queste tragiche situazioni e tanti di questi luridi soggetti come ultimo gesto di un'escalation di violenze finiscono per ucciderle


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n/a
deleted

7324 Posts
Status: offline

Posted - 17 February 2011 :  11:50:20  Vedi Profilo Send n/a a Private Message
provo rabbia, schifo, repulsione...ma soprattutto ho fame di vendetta, non c'è ragione nè dialogo con certi esseri, devono solo provare l'umiliazione e la violenza che hanno fatto sentire

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Oriana
Utente Master

4350 Posts
Status: offline

Posted - 28 February 2011 :  09:59:16  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message



Le donne e la violenza

di Lea Melandri


La violenza sulle donne ha sempre interessato sia i loro corpi che i loro pensieri e, quel che più conta, è sempre stata indistricabilmente confusa con l'amore. Forse è per questo che , nel momento in cui viene quantitativizzata e ridotta a una sorta di archivio dell'orrore, come nel rapporto di Amnesty Internacional, si provano sentimenti contraddittori: il sollievo di veder comparire sotto gli occhi di tutti una verità dolorosa che le donne ancora sopportano in silenzio e solitudine, ma anche l'imbarazzo di non potersi identificare del tutto con la figura della "vittima sacrificale", attraverso cui la civiltà dell'uomo ammette, e nel medesimo tempo estingue, la sua colpa.

Anche se siamo ormai tristemente assuefatti al riepilogo periodico di sciagure e crudeltà di ogni tipo, non può passare tuttavia inosservato il fatto che la maggiore consapevolezza che si ha oggi del rapporto tra i sessi, anziché mitigare le ferite di un dominio maschile millenario, sembra averle acuite e ed estese. Diminuisce la conflittualità, come confronto di idee e desideri, scompaiono dalla scena politica le manifestazioni di un femminismo combattivo, e, paradossalmente, si ha l'impressione di essere precipitati in uno scenario di guerra tra i sessi, non molto diverso da quello che ha oggi al centro le relazioni tra Stati e culture.

Il cambiamento che le donne hanno cominciato ad operare nelle loro vite è l'unica "rivoluzione" che non ha conosciuto soste né inabissamenti: avanza quasi impercettibile nel quotidiano, erode antichi privilegi, strappa piccoli spazi di libertà, fuoriesce dalle case e mina sotterraneamente la rigida divisione del lavoro su cui si sono costruite le istituzioni della vita pubblica, i suoi saperi, le sue leggi. Quella che invece sembra essersi perduta, rispetto alle "pratiche" e alle intuizioni originali del movimento delle donne degli anni '70, è la capacità di riflettere sul senso e sui modi di una trasformazione che non voleva essere solo uscita dalla marginalità e conquista di una cittadinanza piena, né solo denuncia di violenze manifeste. L'idea ambiziosa di una "liberazione" capace di sradicare al medesimo tempo modelli di obbedienza incorporati insieme agli affetti più intimi, e rapporti sociali di sfruttamento, ha lasciato il posto a un processo che "emancipa" la donna, la sessualità, il corpo, in quanto tali, senza intaccare le ragioni profonde che li hanno voluti sovrapposti e confusi. Una "schiavitù radiosa", un' "alienazione attiva", che si vorrebbe forzatamente far passare per libertà, è l'immagine femminile che l'Occidente "esporta", insieme alle sue pretese di "civilizzazione" , in un mondo "altro", concepito come il luogo di una inspiegabile inveterata "barbarie".

E' uno strano "scontro" di civiltà, quello che oggi contrappone Islam e Cristianesimo, culture, religioni, popoli che si vanno sempre più incrociando e che, proprio mentre esasperano la loro pretesa identitaria, attinta da lontane mitizzate "origini", si scoprono simili o speculari. La demonizzazione del "diverso", dello straniero visto come nemico, la missione "redentrice" innestata sulla volontà di dominio, la pretesa di avere un accesso esclusivo alle "risorse" naturali, sono i tratti distintivi di una guerra che oggi rischia di coinvolgere, nell'abbandono di ogni mediazione politica, governi e popoli, soldati e civili, caserme e case. Dietro lo spettro di un risorgente "stato di natura", che riabilita divinità guerriere su fronti apparentemente opposti, si fa più evidente, tuttavia, anche quella "preistoria" in cui si è voluto lasciare finora il rapporto tra i sessi, la guerra non combattuta ma che ha continuato a produrre morti e ferite, per quella prima e preziosa "risorsa" che è il corpo femminile, la sua capacità generativa piegata a fonte duratura di accudimento, conferma e piacere per l'uomo. L'improvvisa accensione di fervori religiosi, riportata quasi esclusivamente all'abile propaganda delle forze economiche e politiche più reazionarie, parla, se si ha il coraggio di ascoltare, di un "disordine" e di un sovvertimento che hanno a che fare, prima di tutto, con una "sfida" femminile agìta in modi contestualmente diversi, ma accomunati da una sostanziale similarità.

Contro il pericolo dell'omologazione a modelli dettati dalle leggi dello spettacolo e del consumo, sostenuti dai ritmi veloci di rete comunicative mondiali, sono oggi i rappresentanti delle "fedi" più diverse a dire che cosa deve essere una donna, a ricondurla con modi più o meno coercitivi dentro le funzioni e i simboli dove da sempre si è preteso di trovarla.

Se l'Islam più fanatico, con l'imposizione del burqa, si affanna a "velare" le attrattive del corpo femminile in modo palesemente "barbarico", nei paesi occidentali il richiamo all'ordine passa per vie più insidiose, più indirette, nascoste dietro la maschera dei "valori morali" e delle "leggi".
La Lettera del card. Ratzinger sulla "collaborazione tra l'uomo e la donna", la Legge 40 sulla fecondazione assistita, le dichiarazioni di Buttiglione al parlamento europeo, la campagna antiaborista dei "cristiani rinati" d'America, nella volontà di riportare la donna alla sua "naturale" vocazione domestica, di moglie e madre, non sono così lontani dalle oscure, anonime violenze, spinte talora fino all'omicidio, su donne "colpevoli" di aver chiesto la separazione da un marito, o di aver rifiutato un corteggiamento. Per non farsi trovare poco credibili nello "scontro" con altre culture, la "civiltà cristiana", con una invadenza religiosa e politica che sembrava eclissata per sempre, si affretta a "velare" le "sue" donne, troppo "nude", troppo inclini ad avvalersi delle offerte del mercato in cambio dei poteri oggi più ambìti: denaro, seduzione, notorietà.




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gr
Utente Master

10107 Posts
Status: offline

Posted - 01 March 2011 :  16:52:55  Vedi Profilo Send gr a Private Message
Sono assolutamente d'accordo con Ela!!!!!
Devono subire ciò che hanno fatto subire!!!!





Meglio vivere con un rimorso,
che annegare in un
rimpianto.
Grysu

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Oriana
Utente Master

4350 Posts
Status: offline

Posted - 10 April 2011 :  19:05:50  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message

Hanno costruito per me una gabbia affinchè la mia libertà
fosse una loro concessione
e ringraziassi e obbedissi.
Ma io sono libera prima e dopo di loro,
con loro e senza di loro
sono libera nella vittoria e nella sconfitta.
La mia prigione è la mia volontà!
La chiave della prigione è la loro lingua
ma la loro lingua si avvinghia intorno alle dita del mio
desiderio
e il mio desiderio non riusciranno mai domare.
Sono una donna.
Credono che la mia libertà sia loro proprietà
e io glielo lascio credere
e avvengo.

Joumana Haddad, "Sono una donna"




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Oriana
Utente Master

4350 Posts
Status: offline

Posted - 25 April 2011 :  09:27:52  Vedi Profilo Send Oriana a Private Message
Donne con il lutto al cuore,
Donne stuprate nei tunnel dei metro,
Donne rimaste senza voce.

Donne ferite dallo sguardo indifferente della gente,
Donne che non sanno più sorridere,
Donne che combattono la strisciante ipocrisia.

Donne che respirano l'odore acre del dolore,
Donne disperate che invocano speranza,
Donne violentate che hanno sete di giustizia.

Donne deluse rimaste senza affetto,
Donne stanche di indossare finte maschere,
Donne che vedono morire lentamente i giorni.

Donne che non hanno forza per lottare,
Donne smarrite nella solitudine della vita,
Donne tormentate da invisibili ombre.

Donne che non hanno fiori sul davanzale della finestra,
Donne che non sanno costruire strade del domani...

Giorgio de Luca





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