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Originalmente inviata da NiHiL




Stanotte ho aperto tutti i cassetti della mia scrivania e vi ho trovato un mare di amici, un mare di amore, di energia, di gioia, di dolore, vi ho trovato una vita intera riassunta in una foto sbiadita, in una conchiglia adagiata sotto mille piccoli oggetti, stupidi per carità, ma carichi di storia. Così mi sono ritrovato a guardare questa conchiglia e sentivo il rumore del mare, come quel giorno lontano; beh non ditelo a nessuno ma è scesa una lacrima dai miei occhi e in quel momento ho sentito accanto a me quell’amico che mi aveva regalato quella piccola cassaforte piena di emozioni. Stupido vero? Ancor più stupido è pensare che quando l’ho sentito, ho smesso di piangere e ho sorriso.

Questo è il mio modo di affrontare la lontananza di un amico, di trattenere il dispiacere, di contenere la voglia di parlare ancora insieme e anche se dura solo un istante, in quell’istante mi è permesso sognare…

Ma purtroppo nel cassetto ho trovato pure una foto di due anni fa, quando l’Amore che ancora provo era giovane e forte. Adesso invece è pieno di ferite, di acciacchi e a volte non vuol partire o non si mette la prima, a volte addirittura va in retromarcia senza che io faccia nulla: fuori controllo.

Così senza un amico con cui parlarne, invisibile alla donna che amo, non mi resta che scrivere qui con un velo malinconia che la amo, ma che vorrei scappare da lei.

E pensare che prima dicevo di volermi sposare e avere addirittura cinque figli… Ora mi sono ricreduto e non è un male, perché non credo che sarei stato un buon padre, ma soprattutto perché non so proprio al momento quale sia la madre che io vorrei dare a loro. Così non mi resta che andare a fare volontariato negli ospedali, per portare un po’ di allegria a qualche bambino, consapevole che non potrò mai provare la gioia di diventare un padre.

Buona Notte,
l’uomo che parlava alle nuvole.

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