Non sei Iscritto? Vuoi vedere tutte le sezioni e partecipare? Iscriviti clikka Qui!
 
Forum Le Perle Del Cuore
Forum Le Perle Del Cuore
[ Home | Profilo | ISCRIZIONE | Discussioni Attive | Msg privati | Utenti | Cerca | FAQ
Nome Utente:
Password:
Salva Password
Password Dimenticata?

 Tutti i Forum
 Forum
 Il Giardino delle conoscenze
 il perdono guarisce.
 Nuovo Topic  Rispondi
 Stampa
| More
Pagina Sucessiva
Author Previous Topic Topic Next Topic
Pag: di 6

Gemma
Utente

58 Posts
Status: offline

Posted - 17 May 2009 :  16:05:44  Vedi Profilo Send Gemma a Private Message  Rispondi quotando
storie, prese in rete.

Ho perdonato, ma non dimentico. Quante volte abbiamo sentito qualcuno (o noi stessi) proferire queste parole? Non e’ facile perdonare. Io lo so. Tu lo sai. Dio lo sa.
Il perdono non e’ facile. Perche’? La mancanza di perdono con il suo bagaglio di odii, risentimenti e amarezze non ci fa vivere bene, e anche se li nascondiamo minano seriamente la nostra serenita’ e la salute fisica. Il perdono e’ guarigione.
Perdonare non e’ facile in quanto significa dimenticare seriamente il torto ricevuto, ma come si fa a dimenticare un torto, una ingiustizia, la violenza psichica o fisica subita, l’amarezza provata o il rancore covato per anni?
Non e’ umano! Se il vero perdono e’ dimenticare come possiamo da soli? No, non possiamo.
Al massimo accantoniamo il problema pronti a ritirarlo fuori quando si ha qualcosa da rinfacciare, o magari sara’ giunto il fatidico momento della vendetta.

DIO PERDONA E DIMENTICA
Noi possiamo perdonare soltanto perche’ Dio ci ha perdonato attraverso Gesu’ sulla Croce.
Gesu’ e’ stato inchiodato sulla Croce per i nostri peccati e le nostre iniquita’, e nonostante abbia sopportato oltraggi ed insulti ha saputo dire: ’’Padre perdonali perche’ non sanno quello che fanno.’’(Lc. 23,34).
Dio ci ha perdonati per primo, ecco perche’ possiamo perdonare. Gesu’ sulla Croce ci ha salvato, guarito, liberato, perdonato: Gesu’ e’ la Guarigione totalizzante dell’uomo.
Il perdono e’ ‘’la chiave’’ per guarire. Dio perdona dimenticando i nostri peccati e le nostre colpe quando noi chiediamo con cuore sincero nel sacramento della Riconciliazione il perdono.
Solo cosi’ saremo liberati dalle angosce, dai sensi di colpa e affrancati dai rimorsi.
Per una vera e radicale guarigione, interiore o fisica, e’ indispensabile un perdono autentico e vero.
Qualcuno ha definito il perdono la "colonna vertebrale" di ogni autentica guarigione. Questo e’ vero. E’ vero perche’ infondo ad ogni cuore, anche il tuo, cosciente o meno c’e’ un grande perdono da dare.

PERDONO AL PROSSIMO
E’ il livello di piu’ facile comprensione, anche se di non facile attuazione. Problemi interpersonali nella famiglia, nel lavoro, nei gruppi di preghiera ecc.
Screzi, dissapori, liti, delusioni, amarezze, umiliazioni, quante macerie nel nostro cuore! Ecco perche’ le parole di Gesu’: "Perdonate e vi sara’ perdonato" (Lc. 6,37).
"Signore, come tu sulla Croce hai perdonato coloro che ti uccidevano e non erano affatto pentiti, anch’io voglio perdonare tutti coloro che mi hanno fatto del male, anche se non mi hanno mai chiesto scusa".
Molti pensano erroneamente di dover perdonare solo quelli che si sono pentiti, ma non e’ vero. Non e’ cosi’ perche’ altrimenti il continuare a trascinare il rancore nel mio cuore dipenderebbe dall’altro, dalla sua richiesta di scuse.
Se io voglio essere libero da ogni peso e risentimento devo perdonare comunque ma con l’aiuto della Grazia di Dio. Perdonare e’ difficile, ma se io lo voglio davvero e accolgo l’aiuto di Gesu’, io ne ricavo un gran beneficio.

PERDONO A NOI STESSI
Qualcuno ha scritto che siamo i peggiori giudici di noi stessi e lo siamo addirittura consapevolmente. Alcuni, perche’ figli indesiderati si sentono addirittura colpevoli di vivere. Non vogliamo far vedere i nostri difetti e le nostre debolezze, disagi e sofferenze amare. Conclusione? Noi non amiamo noi stessi, non ci piacciamo e non ci rispettiamo, ed e’ un grave errore. "Amerai il prossimo tuo come te stesso" (Mt. 22,39). Dopo l’amore per Dio c’e’ l’amore per il prossimo, ma come facciamo ad amare il prossimo se prima non amiamo noi stessi? Infatti molte forme di odio nei confronti del prossimo, sono forme di odio nei propri confronti. Quindi "Gesu’ io mi perdono attraverso il tuo perdono".

PERDONO A DIO
Sembra assurdo e blasfemo, ma non e’ cosi’. Chiaramente Dio non pecca ne’ ce l’ha con noi, ma molti di noi possono nutrire risentimenti inconsci verso di Lui, magari per ferite non rimarginate, per tutte le volte che lo abbiamo invocato ed egli apparentemente non ci ha risposto, quando abbiamo perso una persona cara, ecc. E’ venuto dunque il momento di riconciliarci con Lui.
"Il perdono ci guarisce: rimuove da noi pesi vecchi e insostenibili, cura ferite dell’anima e traumi psicologici che influenzano negativamente anche la nostra salute. PERDONARE E’ GUARIRE.

Gemma
Utente

58 Posts
Status: offline

Posted - 17 May 2009 :  16:07:13  Vedi Profilo Send Gemma a Private Message  Rispondi quotando
Prima di entrare nel cuore dell'argomento "perdono", credo sia di fondamentale importanza rispondere alla seguente domanda: perché le persone fanno del male ad altre persone? In base alla risposta che diamo a questa domanda, accettiamo o rifiutiamo l'idea che possiamo perdonare chi ci ha feriti.

Qual è la risposta che ci permette di aprire la nostra mente e il nostro cuore fino al punto di metterci nella condizione di poter perdonare? Non occorre che io cerchi le parole giuste, sono state già dette da Gesù Cristo, nel momento più drammatico della sua vita, e sono parole di amore e di autentica compassione: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!"

Secondo me, in questa frase è contenuto uno dei più grandi insegnamenti che Cristo ci ha lasciato: non esiste un limite al perdono, visto che anche chi viene torturato a morte può perdonare i suoi aggressori. Ma che cosa intendeva Gesù dicendo "…perché non sanno quello che fanno"? Voleva forse dire che chi gli infilava la lancia nel costato non sapeva quello che faceva, o che chi in quel momento lo scherniva non sapeva che stava pronunciando parole di scherno? O era una frase del tipo "voi non sapete chi sono io!" Io non credo che Gesù intendesse dire queste cose. Credo invece che egli si riferisse al fatto che i suoi aggressori non erano consapevoli delle conseguenze del loro odio.

Se, prima di commettere una cattiva azione, più o meno grave, sapessimo quale sarà la sua conseguenza sulla nostra anima, non la commetteremmo. Qual è la conseguenza dell'odio? L'odio attira altro odio, l'odio si autoalimenta fino a diventare devastante e distruttivo per chi lo prova, l'odio allontana l'amore, l'odio chiude la porta alla pace. Chi odia soffre terribilmente, perché non conosce la pace e l'amore. Ma come può, chi non ha mai conosciuto l'amore e la pace, essere consapevole del fatto che sta soffrendo per la mancanza di esse? Quest'uomo odia perché è in grado di capire solo l'odio, perché gli è stato insegnato l'odio. Se quest'uomo sapesse che l'odio allontana dall'Amore, e se conoscesse l'Amore, non potrebbe più odiare, non farebbe del male a nessuno, ma tenterebbe in tutti i modi di "fare proprio" quell'Amore.
Ecco perché chi faceva del male a Gesù "non sapeva quello che faceva". Se ne fosse stato veramente consapevole, non avrebbe affatto agito in quel modo. Invece, non era in grado di agire diversamente, commetteva le uniche azioni di cui era capace, provava gli unici sentimenti che, in quel dato momento della sua vita, era in grado di provare.

In un cero senso, si può dire che gli aggressori di Gesù erano innocenti, non perché non si macchiarono di sangue, ma nel senso che, in base al grado di reale comprensione che, in quel dato momento della loro vita, avevano di quello che stavano facendo, non erano in grado di comportarsi diversamente. Erano insomma innocenti perché "ignoranti" dell'amore.

Le persone hanno diversi livelli di consapevolezza. Il significato che do alla parola consapevolezza non si limita a "sapere che una certa cosa è sbagliata", ma ad avere una comprensione tale del fatto che una certa azione è dannosa, e del perché è dannosa, da non pensare nemmeno lontanamente di commetterla.

Una persona che è veramente consapevole delle conseguenze dell'odio, non disprezzerà nessuno, e non userà violenza contro nessuno. Chi invece non ha questa consapevolezza, anche se sa che odiare è sbagliato, non si rende veramente conto di quanto è grave la violenza per se stesso e per gli altri, e sarà capace di usarla. Forse è cresciuto in una famiglia in cui si diceva che odiare è sbagliato, e nonostante questo ci si insultava, si provava rabbia e risentimento nei confronti di altre persone, e non è escluso che questi cattivi sentimenti sfociassero talvolta nella violenza fisica. Chi è cresciuto in tale famiglia, a parole rifiuterà l'odio, ma sarà capace di provare risentimento e rabbia, di insultare le persone e forse anche malmenarle. Tuttavia, non si renderà conto che tutto questo è odio, e non sarà in grado di vedere le conseguenze che queste azioni hanno sulla sua anima e su altre persone. Il suo comportamento gli sembrerà naturale.

Allo stesso modo, chi ha una grande capacità di amare non concepisce l'odio, e non è in grado di provarlo. Per quest'essere, amare è naturale. Egli non sarà in grado di rispondere all'odio con odio o risentimento, ma proverà compassione per chi non è in grado di provare amore, e sarà capace di amare anche chi gli fa del male.

Gesù provava una profonda compassione per coloro che lo torturavano, e li amava nonostante tutto. Il perdono rende tutti noi capaci di provare quell'amore e quella compassione che per Cristo erano naturali.

L'Amore fa parte di noi, costituisce la nostra vera essenza, ma noi l'abbiamo sepolta con strati di egoismo, di odio, di paura, e chissà quanti altri sentimenti negativi. Tuttavia, non è mai troppo tardi per riscoprire quell'amore, basta gettare via dalla nostra vita e dal nostro cuore tutto quello che amore non è. Il perdono ci aiuta a fare proprio questo. Agli occhi di chi ha perdonato, un amico e un nemico sono la stessa cosa: anime, fratelli. Egli sa che i suoi fratelli possono sbagliare, ma attribuisce i loro errori all'ignoranza, e ha imparato che può amarli indipendentemente dalle loro cattive azioni.
Go to Top of Page

Gemma
Utente

58 Posts
Status: offline

Posted - 17 May 2009 :  16:12:36  Vedi Profilo Send Gemma a Private Message  Rispondi quotando
Il perdono è un atto d' amore.
Chiedere di essere perdonati e ricevere un NO può avere due doppi sensi: O l' altra persona non ha mai sbagliato in vita sua, oppure è solo una scusa per tagliare un rapporto.
Chi non sa perdonare non conosce le emozioni.
E questo è una sua difesa, un muro che si è eretto per stare nella solitudine dell' anima.
Go to Top of Page

Gemma
Utente

58 Posts
Status: offline

Posted - 17 May 2009 :  16:24:57  Vedi Profilo Send Gemma a Private Message  Rispondi quotando
HO INCONTRATO IL PERDONO



Spesso chiediamo che sia fatta giustizia, in nome di un vivere più sicuro e civile, nei confronti di chi commette un’offesa. C’è ogni volta il rischio di cadere nel “buonismo” che giustifica tutto e tutti oppure nel lasciar prevalere la vendetta sul perdono. La nostra cultura sembra essere ammalata di cinismo, di egoismo, di esaltazione della prepotenza. Ogni reazione violenta per opporsi al male è considerata legittima, dovuta, ne consegue che ogni proposito di perdono assume un significato di debolezza, di rassegnazione.

Ma esiste ancora la Giustizia, o meglio esiste ancora il dono del perdono, che ormai sembra essere un sentimento in disuso ?

Ancora una volta sono i poveri che ci danno una risposta, che ci interpellano con la loro testimonianza di vita. Ascoltiamo questa storia.



“ Il West Pokot , regione a nord - est del Kenya confinante con l’Uganda, è una zona semidesertica dove le condizioni di vita sono estremamente difficili: il calore del sole cuoce perfino le pietre, i fiumi e l’acqua sono una rarità, tranne le tipiche acacie crescono solo arbusti con spine, solo ogni tanto qualche rosa del deserto colora di vita il paesaggio.

Qui vive Rael, una donna Pokot. Madre di sette bambini, possiede una casa piccola e umile, fortunatamente in muratura anche se non troppo robusta. All’interno si sente lo scricchiolio della lamiera che si dilata per il troppo caldo: l’aria sembra mancare. Ha avuto due mariti, il primo è stato vittima di “ukimwi”, letteralmente la vergogna caduta sulla terra, ovvero l’AIDS mentre il secondo ha abbandonato la famiglia attratto dal richiamo della città.

E’ una donna straordinaria che ha saputo trovare dentro di se il coraggio e la forza per andare avanti, per allevare i suoi figli e per sopravvivere.

Ultimamente gli hanno rubato i cinque asini, unica ricchezza che possedeva, che la aiutavano a trasportare le taniche piene di acqua dal fiume a casa: ora è costretta a farsi la strada a piedi tre volte al giorno; i suoi figli fanno a turno per aiutarla. Anche i sacchi di mais ora vanno portato a sulla testa. E poi in caso di necessità estrema, poteva sempre salvarsi vendendo un asino.

Le “autorità locali” sono a conoscenza del furto e dopo pochi giorni comunicano a Rael che è stato acciuffato il ladro ma degli asini non c’è più nessuna traccia. Comunque le chiedono di partecipare al “processo” per poter accusare quest’uomo.

Il furfante davanti all’assemblea giudicante si dichiara colpevole ma in molti conoscono la sua situazione: la moglie è malata e i suoi tre figli sono ancora piccoli. Ha dovuto rubare per tentare di curare sua moglie e per comprare del cibo, che non sia il solito disgustoso mais bollito, per sfamare i figli. Ma nonostante tutto deve pagare per il suo atto, questa è la decisione.

Ma… Rael non la pensa così. Lei voleva indietro i suoi cinque asini, che oramai sono stati venduti. Però sono diventati ricchezza per chi sta peggio di lei e dei suoi figli: per quel padre in grave difficoltà. Chiede che a questo ladro sia concesso il dono della libertà, perché altrimenti per la famiglia di quest’uomo non c’è più nessuna speranza di vita futura. L’assemblea è stupita dalla richiesta di perdono della donna ma la libertà viene concessa.

Per una volta giustizia è fatta. ”


Siete ancora d’accordo che il perdono sia indice di sottomissione, di debolezza ? Il grido di Cristo sulla croce che assicura perdono ai suoi uccisori, è il lamento di un debole o l’invocazione di un forte?

Il perdono promuove il valore del bene, della verità.

Se non siete sicuri chiedetelo ai poveri.


Go to Top of Page

Gemma
Utente

58 Posts
Status: offline

Posted - 17 May 2009 :  16:34:57  Vedi Profilo Send Gemma a Private Message  Rispondi quotando
Chi non sa perdonare spezza il ponte sul quale egli stesso dovrà passare.

Perdonare è liberare un prigioniero e scoprire che quel prigioniero eri tu.
Go to Top of Page

Gemma
Utente

58 Posts
Status: offline

Posted - 17 May 2009 :  16:49:38  Vedi Profilo Send Gemma a Private Message  Rispondi quotando
Solamente chi è forte è capace di perdonare. Il debole non sa né perdonare né punire.
Gandhi
Go to Top of Page

Gemma
Utente

58 Posts
Status: offline

Posted - 17 May 2009 :  16:50:39  Vedi Profilo Send Gemma a Private Message  Rispondi quotando
Si odiano gli altri perché si odia sé stessi.
Cesare Pavese
Go to Top of Page

Gemma
Utente

58 Posts
Status: offline

Posted - 17 May 2009 :  17:11:51  Vedi Profilo Send Gemma a Private Message  Rispondi quotando
Imparare a perdonare
Sappiamo che se vogliamo amare veramente,
dobbiamo imparare a perdonare.
Perdonate e chiedete di essere perdonati;
scusate invece di accusare.
La riconciliazione avviene
per prima cosa in noi stessi,
non con gli altri.
Inizia da un cuore puro.

Madre Teresa di Calcutta
Go to Top of Page
Pag: di 6 Previous Topic Topic Next Topic  
Pagina Sucessiva
 Nuovo Topic  Rispondi
 Stampa
| More
Salta a:
Forum Le Perle Del Cuore © © 2001 Snitz Forums Vai in alto alla pagina
Pagina elaborata in 0.16 secondi. Snitz Forums 2000