puoi pure non crederci ma c’è della gente che attraversa la vita con molto poco attrito o angoscia. Vestono bene, mangiano bene, dormono bene. sono soddisfatti della loro vita familiare. hanno momenti di dolore ma tutto sommato nessuno li disturba e spesso stanno decisamente bene. e quando muoiono è una morte facile, solitamente nel sonno. puoi pure non creder- ci ma la gente così esiste.
anche se io non sono uno di loro.
eh no, io non sono uno di loro.
non ci vado nemmeno vicino a essere uno di loro
però loro sono lì
e io sono qui.
The Aliens by Charles Bukowski
Una Fantasticheria memorabile
Mentre camminavo fra i fuochi dell' Inferno, deliziato da quei godimenti del genio che agli Angeli appaiono come tormento e insania, raccolsi alcuni dei loro Proverbi; pensando che così come i detti che s'usano in una nazione ne designano il carattere, allo stesso modo i Proverbi dell' Inferno renderanno palese la natura della sapienza Infernale meglio di una qualsiasi descrizione di edifici o abbigliamenti.
Quando me ne tornai a casa, sull'abisso dei cinque sensi, dove uno scosceso pendio minaccia il mondo presente, vidi un Diavolo possente ravvolto in nuvole nere che si librava sui fianchi della roccia: con fuochi corrosivi scriveva la frase seguente, che ora le menti degli uomini percepiscono, e sulla terra la leggono:
Che ne sapete se un qualunque uccello che taglia le strade dell'aria non è un immenso mondo di delizia chiuso dai vostri cinque sensi? - William Blake –
-Di regola le grandi decisioni della vita umana hanno a che fare più con gli istinti che con la volontà cosciente e la ragionevolezza
-Io sono semplicemente convinto che qualche parte del Sè o dell'Anima dell'uomo non sia soggetta alle leggi dello spazio e del tempo
-La vostra visione diventerà chiara solo quando guarderete nel vostro cuore. Chi guarda all'esterno, sogna. Chi guarda all'interno, apre gli occhi
-Poiche' l'europeo non conosce il proprio inconscio, non capisce l'Oriente e vi proietta tutto cio' che teme e disprezza in se stesso
(C.G.Jung )
Ammiro chi resiste.Chi ha fatto del dolore carne,sudore,sangue.Ed ha dimostrato senza Troppe storie,che è possibile vivere,e vivere in piedi ,anche nei momenti peggiori
E qualcosa rimane, fra le pagine chiare, fra le pagine scure, e cancello il tuo nome dalla mia facciata e confondo i miei alibi e le tue ragioni, i miei alibi e le tue ragioni. Chi mi ha fatto le carte mi ha chiamato vincente ma lo zingaro è un trucco. Ma un futuro invadente, fossi stato un pò più giovane, l’avrei distrutto con la fantasia, l’avrei stracciato con la fantasia.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro. I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo, li puoi nascondere o giocare come vuoi o farli rimanere buoni amici come noi.
Santa voglia di vivere e dolce Venere di Rimmel. Come quando fuori pioveva e tu mi domandavi se per caso avevi ancora quella foto in cui tu sorridevi e non guardavi. Ed il vento passava sul tuo collo di pelliccia e sulla tua persona e quando io, senza capire, ho detto sì. Hai detto "E’ tutto quel che hai di me". È tutto quel che ho di te.
Ora le tue labbra puoi spedirle a un indirizzo nuovo e la mia faccia sovrapporla a quella di chissà chi altro. I tuoi quattro assi, bada bene, di un colore solo, li puoi nascondere o giocare come vuoi o farli rimanere buoni amici come noi
Torno dalle vacanze e scopro un topic firmato GRAFFIO! Sarà un nuovo arrivato....mi dico... Poi guardo il tuo profilo, ed in confronto a te...la nuova arrivata...sono io!!!!!!! Ti ho letto per la prima volta...ho scoperto autori, che sicuramente leggerò....e riscoperto canzoni che emozionano!!!! Grazie GRAFFIO
Meglio vivere con un rimorso, che annegare in un rimpianto. Grysu
Hai adoprato dei toni e delle parole meravigliose in questo tuo approccio verso di me.Mi è piaciuto molto
Hai una femminilità per me particolare,mi hai 'raggiunto' con freschezza e serenità
...
Un bacio
---------------------------------------------
1 Una certa università svedese voleva invitarmi a tenere dei seminari di letteratura che organizzava ogni primavera. Non mi interessano i seminari, e meno ancora gli studi di letteratura, ma avrei potuto approfittarne per conoscere la Svezia con tutte le spese pagate. Per qualche motivo che adesso non voglio neppure ricordare — credo che la socialdemocrazia svedese non godesse delle simpatie di chi doveva autorizzare il mio viaggio — alla fine rinunciai a fare una passeggiatina in terra scandinava. Però iniziai a scambiare telefonate e lettere con Agneta, la coordinatrice di quei corsi. La faccenda diventava sempre più coinvolgente. Andammo avanti un anno, con quel giochetto. Le mandai alcune delle mie poesie. Poi lei comprò per corrispondenza la ‘Trilogia sporca dell’Avana’. Gliela spedirono da Barcellona. Quando cominciò a leggere i racconti prese a chiamarmi tutti i giorni, frastornata. Balbettava, e a quel punto la nostra relazione assunse sfumature molto più intime. Grazie a una serie fortuita di coincidenze, trascorsi il Natale del 1998 sulle Alpi. Mi ritrovai con un’amica fotografa in una casetta di legno tra le montagne, una situazione che sembrava uscita da un romanzetto rosa. E invece no. Andò in questo modo. Un pomeriggio nuvoloso, grigio e pieno di vento, mi scolai un certo numero di whisky mentre l’amica mi scattava una foto dietro i’altra. L’alcol mi diede un po’ alla testa e cominciai a spogiiarmi. E come sempre quando mi guardano nudo, mi diventò duro. E ancora di più se c’è di mezzo una macchina fotografica. Normale. Le foto vennero bene: io sulla neve, completamente nudo, con l’uccello ritto. La mia amica le stampò virato seppia, e sembravo davvero più giovane, con l’ego sfrontatamente eretto, al punto che non resistetti alla tentazione e ne mandai una ad Agneta come regalo di Natale.Sono un seduttore. Lo so. Così come esistono gli alcolizzati irriducibili, i giocatori incalliti, i caffeinomani, i fumatori accaniti, che sia tabacco o marijuana, i cleptomani, eccetera, io sono un tossicomane della seduzione. A volte l’angioletto che ho dentro di me cerca di controllarmi dicendo: “Non fare il figlio di puttana, Pedrito. Non ti rendi conto che stai facendo soffrire quelle donne?”. Ma a quel punto salta fuori il diavoletto, che lo contraddice: “Vai avanti così. Le rendi felici, anche se soltanto per un po’. E pure tu ci godi. Non devi sentirti in colpa”. È un vizio. A quanto ne so si tratta di un vizio come tanti altri. E non esiste l’associazione dei Seduttori Anonimi. Se ci fosse, magari potrebbe fare qualcosa per aiutarmi. Ma non ne sono sicuro. Probabilmente inventerei chissà quali scuse per non partecipare alle sedute e dover dichiarare pubblicamente, con la mano sulla Bibbia, in tono sereno: “Mi chiamo Pedro Juan. Sono un seduttore. E oggi fanno ventisette giorni che non seduco nessuno”.
ln marzo ero di nuovo alI’Avana. Tutto tranquillo. Dipingevo. Stavo sperimentando alcuni materiali rlciclati. lntendo dire spazzatura che raccoglievo all’angolo della strada. Avevo a disposizione una notevole quantità di materiale. La sera bevevo rum, fumavo sigari, seducevo qualche nera, qualche mulatta. Le adoro. Non voglio dire che i neri sono una razza superiore perché sarebbe razzismo alla rovescia, ma sono convinto che bisognerebbe mescolarsi di più. Favorire il meticciato. Produrre più mulatti e mulatte. Il meticciato è una salvezza. Ecco perché mi piacciono le nere. Be’, non solo per questo, quando si scopa non si pensa alla salvezza della gente e stronzate del genere. Però ho un paio di figlie mulatte così incantevoli da confermare la mia idea. Insomma, in marzo Agneta mi stava già organizzando da Stoccolma un altro viaggio in Svezia. È di un’efficienza assoluta, ma la sentivo leggermente alterata. Tra le poesie, i racconti della Trilogia e la foto in cui comparivo nudo sulle nevi aipine, credo che i ritmi dei suoi neuroni avessero subìto uno scompenso. Mi telefonava quasi ogni giorno per dire cose del genere: “Stanotte non sono niuscita a dormire. Mi hai scombussolata. Ma è vero tutto quello che scnivi?”. E io le rispondevo: “Sì. Ho poca immaginazione”. E lei: “Verrai in primavera, Pedro Juan, eh? E tutto pronto. Verrai?”.
2 Mi chiamava sempre alle otto del mattino, ora dell’Avana. Due dei pomeriggio a Stoccolma. Puntuale come un orologio. Una mattina di marzo squillò il telefono. Ero svegiio da almeno un’ora, ma continuavo a stare a letto. Con tre cuscini sotto la testa, leggevo L’immortalità, di Kundera. Agneta mi interruppe proprio mentre stavo leggendo a pagina 69 un paragrafo riguardo alla repressione, alla bnutalità e alla superbia che genera il potere: “Goethe! Napoleone si batté la mano sulla fronte. L’autore dei Dolori del giovane Werther! Durante la campagna d’Egitto constatò che i suoi ufficiali leggevano quel libro. Andò su tutte le furie. Rimproverò gli ufficiali che leggevano simili sciocchezze sentimentali e proibì loro qualsiasi romanzo. Che leggessero piuttosto 1 libri di storia, che erano molto più utili!”. Stavo leggendo un romanzo filosofico, dal ritmo lento. Leggevo nei pochi momenti di tranquillità concessi dal vivere in una città particolarrnente vertiginosa e caotica. Un posto frenetico dove nulla resta inalterato per molto tempo.
Alle sue domande posso rispondere soltanto con una frase scontata: “Se vivi in un posto come questo non puoi scrivere con lentezza. Qui tutto si squaglia tra le mani. Niente dura a lungo. E devi uscire a cercare qualcos’altro. Tutti i giorni”. Lei rimane in silenzio. Ci piace il silenzio. Due persone possono permettersi di tacere per un po’ e assaporare il silenzio soltanto se stanno insieme, una accanto all’altra. Però una telefonata internazionale costa cara. Nessuno spende tanti soldi per rimanere in silenzio. Noi lo facciamo. Agneta chiama dal suo ufficio all’università, quindi il nostro gioco sensuale è gratuito. Lei a un’estremità e io all’altra. Non diciamo una parola. Uniti dal silenzio. Alla fine lei colma il vuoto con la stessa domanda di sempre: “Verrai in primavera?”.
3
Parliamo poco.Tutt’al più cinque o sei minuti.Quando torno al libro penso al ‘tempo’. Si scrive come si vive.E’ inevitabile.Un tempo lento e diluito è l’ideale per la percezione di uno scrittore europeo rispetto alla sua materia.Lui vive all’interno di una cultura sedimentata,inerte.Vive all’estremità di qualcosa.Forsedi un periodo,di una fase storica.E’ la percezione di chi è giunto al termine di un sentiero e si siede sul bordo a pensare tranquillamente al proprio lungo travagliato percorso. Io,invece,appartengo a una società effervescente,convulsa,con in futuro assolutamente incerto e imprevedibile.Sto in un luogo dove soltanto cinquecento anni fa gli uomini vivevano nelle caverne,nudi,cacciando e pescando,e a malapena conoscevano il fuoco.Come se ciò non bastasse,vivo in un quartiere di neri.Neri che cento anni fa erano ancora schiavi.E da allora non sono progrediti un granchè.Troppo poco per cento anni senza catene ai piedi. Il risultato è che la mia vita è un perpetuo esperimento tra il niente e il nulla.A volte lìesperimento diventa vertiginoso e brutale.Non posso separare artificiosamente quello che faccio e quello che penso da ciò che scrivo. Se vivessi a Stoccolma forse la mia esistenza sarebbe lenta,monotona,grigia.I luoghi che ci circondano sono decisivi.L’unica cosa che posso sempre fare,a Stoccolma,all’Avana o in qualsiasi parte ,è costruirmi uno spazio mio.Non devo mai sperare che qualcuno mi dia la libertà.La libertà va conquistata.Come?Ognuno deve scoprirlo da solo. La mia libertà la costruisco scrivendo,dipingendo,sostenendo la mia visione semplice del mondo,rimanendo in agguato nella giungla come un animale,impedendo che gli altri si intromettano nella mia vita privata. La cosa essenziale per l’uomo è la libertà.Interiore ed esteriore.Osare essere se stessi in Qualsiasi circostanza e luogo.La libertà è come la felicità: non si raggiunge mai.Non si ottiene mai in modo totale.E’soltanto una strada da seguire. Corriamo dietro alla libertà e alla felicità.E in tal modo si vive.
Pedro Juan Gutièrrez (Animal Tropical)
Buena Vista Social Club - Chan Chan
Una Fantasticheria memorabile
Mentre camminavo fra i fuochi dell' Inferno, deliziato da quei godimenti del genio che agli Angeli appaiono come tormento e insania, raccolsi alcuni dei loro Proverbi; pensando che così come i detti che s'usano in una nazione ne designano il carattere, allo stesso modo i Proverbi dell' Inferno renderanno palese la natura della sapienza Infernale meglio di una qualsiasi descrizione di edifici o abbigliamenti.
Quando me ne tornai a casa, sull'abisso dei cinque sensi, dove uno scosceso pendio minaccia il mondo presente, vidi un Diavolo possente ravvolto in nuvole nere che si librava sui fianchi della roccia: con fuochi corrosivi scriveva la frase seguente, che ora le menti degli uomini percepiscono, e sulla terra la leggono:
Che ne sapete se un qualunque uccello che taglia le strade dell'aria non è un immenso mondo di delizia chiuso dai vostri cinque sensi? - William Blake –
-Di regola le grandi decisioni della vita umana hanno a che fare più con gli istinti che con la volontà cosciente e la ragionevolezza
-Io sono semplicemente convinto che qualche parte del Sè o dell'Anima dell'uomo non sia soggetta alle leggi dello spazio e del tempo
-La vostra visione diventerà chiara solo quando guarderete nel vostro cuore. Chi guarda all'esterno, sogna. Chi guarda all'interno, apre gli occhi
-Poiche' l'europeo non conosce il proprio inconscio, non capisce l'Oriente e vi proietta tutto cio' che teme e disprezza in se stesso
(C.G.Jung )
Ammiro chi resiste.Chi ha fatto del dolore carne,sudore,sangue.Ed ha dimostrato senza Troppe storie,che è possibile vivere,e vivere in piedi ,anche nei momenti peggiori
Nubi e soli arrampicati tra alberi antichi foglie scendono il vortice è tra i capelli respiri silenzi di occhi di pelle e parole. Dondolio sonoro culla di pensieri. Signora musica per sempre grazie.