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Nicole -- Scritta da -- maxmillian

Nicole

Tramonto lento a scendere
Il respiro si ovatta
Rugiada notturna stanca
Il mio giorno
E si va di nuovo a ruota errante

Sogni a germogli prorompenti
Emergono accaniti rami
Secchi di già senza radici
A me solo questo non disseto

Il tempo

Non è certo ora d’arsura
Canuta cometa è baciata
Fiori d’arancio in cantiere
Vieni canzone a destare essenze
Rinnovata spensieratezza
D’epicureo festaiolo gaudente

Pendente reminiscente racchiuso
Nelle lacrime flessibili della guazza
Lambisti un fiore d’ulivo
Alberato nel caso altissimo
Scolorerai i petali del pesco
Per dipingerti guance
E consegnarti a genitrice

Pianta respirerai amore
Nel grembo crescente aspetterai
E sarà luna nuova
Il momento è l’alba
Con lucentezza dell’acrilico
Tu pettirosso vi saltellerai
Il tuo inizio vissuto
In un attimo di sogno
E luce sarà
Nicole

Maxmillian, 11/05/010

tempo di te -- Scritta da -- maxmillian

Tempo di te

Stanco il vento
M’appoggiò il suo respiro
Capii d’appassire
Senza freddo sidereo

Genziane e corolle
Prive di custodie
Si spargono a pioggia
Sull’anima non più conscia

Stanco di vedere
Stanco di sentire
Lascia la linfa
La ricerca è vana

Vecchio splendore
Nei petali a neve del mandorlo
Tremano rosse labbra allo sfioro
D’afa calda si dipingono

Arde passione antica
Arroventato a tempra il ferro
Damascata lama taglia
Calda estate feroce d’ardore

Coppia di cigni argentati
Due umani tesi alla luna
Dissolviamo vita in luce
Canto calmo turbato

Inisprimibilmente dolce
Tuo il silenzio
Mia la disperazione
Nostra la complicità

Sopra …..
L’oceano di stelle

Maxmillian, 11/05/010

metamorfosi -- Scritta da -- maxmillian

Metamorfosi

Anima senz’armi
Domina la disperazione
La deflagrazione del tuo trasparire

Oblio

Irruenza assennata
Nella puerizia aspra
Sul sé t’annienti
Come chiodi sparati

Mutamenti

Spenti gli occhi
Vedendoti copia rifratta
Senza mani per riplasmarti
In sembianze bramate

Ma amore sei

Desertati tra le mie acque
Percepiscono presentemente
L’impercettibile turbamento
Della tua immoralità stremata

Maxmillian, 20/05/010


Assenza -- Scritta da -- Seldon

(A mia moglie, alla vita che poteva essere)

Vorrei non essere
un’ombra nel vento
un bagliore segreto dell’anima.
Ma altri giorni verranno
oscurati dal sole
e altre notti
senza il tuo sapore
illuminate soltanto
dalle lanterne elettriche
come un filo spinato
tra la vita e il vivere.
E verranno altri anni
senza il tuo profumo
e il frenetico poema dell’uragano
mi spazzerà via la pace
e il tempo d’amare
e la fantasia
e un’illusione di Dio
e la sua certezza.
È il tempo del vuoto.
Stagione di poemi
senza parole
e cieli senza voce.

C’erano i silenzi
più caldi del sangue.
C’era ancora la speranza.

Non son riuscito
a trattenere
l’ombra del primo tramonto.

E il gelo notturno
ormai
non è lontano.

tra il bene e il male -- Scritta da -- uynordovest


stanno li nascosti
ora rifulge uno
ora prorompe l altro

immersi in questi pensieri
ne usciamo vincitori
siamo giudici e vediamo meglio
un sorriso libera ogni difesa
un urlo... ecco la maschera peggiore
nella mente il nostro ordine

l' iperbolica traiettoria
origina la nostra attenzione
qui il giudizio diventa diverso,inquinato
anche chi...traccia profonda ha lasciato
parlando di umilta' e d' amore
con un povero fico se la prese

quando ti aspetti il dominio
ma la donna non cede il velo
il fumo dell'ira copre la vista
cosi ogni cosa che l'ordine non rispetta
incendia dell' uomo l'animo

solo abramo accettava
con dolore di donare la parte migliore
questo e' quello che abbiamo perso
non sappiamo piu' attorno a chi ruotiamo
siamo tanti e negli occhi
non piu' il ritmo della natura

nel deserto si parano ombre nere
escono al rumore
le mani tese per l'acqua o la medicina
ti guardi in giro
tre mesi all' anno non vedi nulla
loro li a dipingere quel quadro

noi pure tingiamo tele
il pennello migliore e' se guardiamo dentro
almeno a uno non puoi mentire
se usassimo tutti i colori
non avremmo fili spinati
non ci sarebbe gaza e nagasaky.

esce spesso il nero
come dalla bocca il veleno
scegliamo anche il rosso
a volte tanto che non sappiamo quanto
gli altri spesso come fondo
che copriamo o nascondiamo

siamo tanti pittori
dentro di noi quel maledetto ordine
spesso usiamo un solo colore
una traiettoria diversa
un sorriso diventa un urlo
eppure siamo fatti per stare insieme

LA PANCHINA -- Scritta da -- arturo guzzardi

Sto sognando di volare,
di trovarmi davanti alla
panchina dove vai di solito
a piangere e pensare.
Mi siedo, mi guardo attorno,
aspetto con gli occhi diretti
sulla strada, sperando di vederti
arrivare ed aver la gioia di poterti
abbracciare.

DAL BENE ALL'AMORE -- Scritta da -- arturo guzzardi

Sicuro sono stato
nel rivelarti qualcosa
che dal mio cuore era uscito
avendo l'amore conosciuto.

Convinto più che mai nel
dirti che il mio bene era finito
e che al suo posto subentrato
era un'altro sentimento,
più forte, più vero, di cui privarmi
sarebbe stato il mio tormento.

Come il sole s'illuminarono
i tuoi occhi neri, ascoltando
la più bella frase che nessuno
mai aveva osato pronunciarti.

Lì, abbracciati, stavamo, godendo
ognun dell'alito l'odore, quando
dalla mia bocca udisti che il
mio bene era diventato amore.


MOMENTI -- Scritta da -- arturo guzzardi

Ogni sera insieme trascorrere
avrei voluto dell'ore per averti
accanto, togliendo agli amici cari
il tempo loro per godere appien
la tua presenza.

Attratto dalla tua gentil figura, che,
distinguer si faceva ad ogni tuo movimento,
incantato dal tuo innocente viso,
coronato tutto da un divin sorriso.

Fissando gli occhi miei con meraviglia
i delicati tratti intorno alle tue ciglia,
che tante donne son solite
pittar per apparir più belle,
là dove in te nessun trucco
impiastricciava l'immacolata pelle.

Desiderio e Amicizia -- Scritta da -- Virgilio Gentile

…546. DESIDERIO E AMICIZIA



Fai come te pare a te come te pare
Se te ce vuoi mette a far l’amore
Senza far lo bidone allo sor compare,
Tanto lo compare l’è di casa
Se le fai lo bidone non le fa cosa.

Credevo d’aver trovato un’amica
E d’aver trovato anche un tesoro,
Credevo d’aver sollevato la vita
E non restar più da solo.

Mi sentivo felice
Come un fiore ammezzo al prato,
Ora mi sento dolore
E mi ritrovo come un disgraziato.








Virgilio Gentile





Antrodoco, 20.12.1988

Assenza -- Scritta da -- Seldon

ASSENZA
(A mia moglie, alla vita che poteva essere)

Vorrei non essere
un’ombra nel vento
un bagliore segreto dell’anima.
Ma altri giorni verranno
oscurati dal sole
e altre notti
senza il tuo sapore
illuminate soltanto
dalle lanterne elettriche
come un filo spinato
tra la vita e il vivere.
E verranno altri anni
senza il tuo profumo
e il frenetico poema dell’uragano
mi spazzerà via la pace
e il tempo d’amare
e la fantasia
e un’illusione di Dio
e la sua certezza.
È il tempo del vuoto.
Stagione di poemi
senza parole
e cieli senza voce.

C’erano i silenzi
più caldi del sangue.
C’era ancora la speranza.

Non son riuscito
a trattenere
l’ombra del primo tramonto.

E il gelo notturno
ormai
non è lontano.
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