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Online users : 2 // 26/11/2024 |
Totale Poesie : 7902 type="text/javascript"> |
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te l'avevo detto -- Scritta da -- blade |
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Te l’avevo detto Che tra noi sarebbe finita così. Sapevo già Che sarebbe venuto il giorno In cui ti avrei guardata Come si guarda un’estranea E mi sarei chiesto: È questa la donna che amavo? Consapevole fin da allora Che in quello stesso istante Avrei saputo che non ti amavo E volgendomi altrove Ti avrei cancellata dalla mia vita Senza alcun rimpianto. |
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VENTO INVISIBILE -- Scritta da -- MiGa vento invisibile,eppur reale ti tocca, ti sfiora tifa muovere i capelli |
come a quella ragazza,quella donna sulla spiaggia in piedi a contemplare il tramonto, d'un mare leggermente mosso con onde che scontrandosi sugli scogli formano dei piccoli schizzi. quella donna in contro luce solare, coi capelli sfiorati dal vento che: parevano una bandiera gonfiata dall'aria che onorava il suo Paese. quella donna immersa nei suoi pensieri, pensava al suo Uomo al suo AMORE, lontano. Lui quella sera contemporaneamente contemplava il tramonto dalla finestra del suo piccolo appartamento,pensando a Lei la sua Donna lontana. il loro amore li teneva uniti però! perché era, è amore ma AMORE VERO. MiGa | |
l'alternativa del talento -- Scritta da -- blade C’era un posto nell’ombelico del mondo |
dove nessuno soleva fare il proprio mestiere, ma ognuno possedeva il posto dell’altro. Ed era un posto senza più né arte né parte, perciò non si può certo dire che fosse un posto fortunato. Un posto che non andava avanti ma indietro, a mo' di granchio, nello spazio e nel tempo, come se la terra da quelle parti svoltasse in senso antiorario. Quindi era un posto dove abbisognava che ogni cosa andasse al rovescio affinché chiunque diventasse qualcuno. Ed erano in quel posto tutti così dannatamente scontenti di apparire ma di non essere, così smaniosi di qualcosa da raggiungere senza però mai sapere cosa da girare a vuoto fino a farsi male fino a perdersi come in un deserto o in una città andata in fumo come superstiti nelle necropoli di una guerra; e per una sorta di compensazione ognuno a suo modo ci dava dentro con l’evasione con stravizi e traviamenti, tradimenti sballi e altre amenità senza più avere a cuore il domani senza più avere a cuore l’aria l’acqua la terra e il cielo… tutto sembrava bruciare in un fuoco tossico , un campo minato la vita intorno; un piede messo nel posto sbagliato e… con un cuore di metallo ci si dava all’ignoranza di se stessi, e all’oblio di una vita senza dignità, affatto deludente, quali disperati, quali disgraziati appesi a una bottiglia che volessero obliare una vita scadente nei fumi di un vino battezzato con l’acqua in una bettola da quattro soldi paradiso e inferno di matricole e docenti di giovani e vecchi mali esempi. Questo fino al giorno in cui non passò di lì un viandante, il quale raccontò loro di come fossero contenti I cittadini di un altro paese dove ognuno svolgeva il proprio mestiere non per altro che per passione e di come non sentivano quel loro imperioso bisogno di evadere a ogni costo, poiché erano paghi di sé, della loro semplice vita. E fu così che coloro che lo ascoltarono si resero conto ben presto della loro stoltezza e intesero la lezione che la mancanza di talento è la madre di ogni corruzione e dell’infelicità e che solo chi compie onestamente il proprio mestiere, qualunque mestiere sia, e non quello altrui, può essere contento e conquistarsi (poiché di conquista si tratta!) l’alternativa di una vita migliore. | |
Ti aspetterò all'uscita -- Scritta da -- roberto gallaccio Ti aspetterò all’uscita |
Fuori dal tuo cuore, dal mio pensarti continuamente, da questo volerti con me, da questo rimpiangere l’averti perso prima di incontrarti. Ti aspetterò all’uscita di un ricordo, di una parola detta piano, di un ricordo che non ricordo, dal mio correrti dietro per niente. Ti aspetterò all’uscita Così come si aspetta il momento buono Per trovare il modo Di non lasciarsi andare, di continuare a vivere all’uscita da me stesso. | |
Solitudine -- Scritta da -- N.R. Solitudine |
Oggi avverto la solitudine Solitudine esteriore Che tocca l’essere interiore Cosa strana!! Eppure sono consapevole Che dentro di Me Vive Qualcuno più grande dell’universo intero Che ama di un amore infinito Il quale possiede un cuore Che aiuta a battere il mio sempre più forte. Tu mio Dio . N.R. | |
Petali di rosa -- Scritta da -- Rosetta Le magiche,note,..... |
di una canzone,d'amore, volano,nel cuore, come profumati, "petali di rosa"; entrano,dolcemente,.... per farci ,vivere, dolci,...emozioni! | |
18/04/2011 In omaggio alla perpetua memoria..... -- Scritta da -- RADIORADIAN 18/04/2011 |
In omaggio alla perpetua memoria di un giorno, perenne risuona il canto di un ode d’amore Esondano le lacrime sul mio volto, dopo 18 anni gli occhi miei rincontrano il suo sguardo . Impietoso tempo rapace, con il tuo furioso artiglio vorace, non hai scalfito l’eternità leggiadra che nitida fiorisce in Lei. Bella era Bella è rimasta Bella per sempre resterà | |
OCCHI -- Scritta da -- N.R. OCCHI |
OCCHI DI BAMBINO CHE GUARDANO IL MONDO DI PRIMO MATTINO. OCCHI DI BAMBINO SORRIDONO CHIUNQUE GLI PASSI VICINO OCCHI DI BAMBINO CHE VEDONO PACE--AMORE--LIBERTA’ IN UN MONDO CHE VA SGRETOLANDOSI OCCHI DI BAMBINO SOLARI, DOLCI. OCCHI DI BAMBINO CON LO SGUARDO PiU’ DOLCE CHE C’E’… N.R. | |
Tristezza -- Scritta da -- N.R. TRISTEZZA |
Tristezza che invadi l’animo mio Da dove vieni? Cosa vuoi da me? Forse mi vuoi dire che il mondo va cosi’ E che Nessuno apprezza la sincerità Il vivere onestamente Senza chiacchiere né rumore Tristezza non mi invogli ad andare avanti Mi fai capire che devo fermarmi Senza riflettere Ma lasciare che il mondo vada così Anche se si è feriti Capire che il miele della vita Lascia in essa solo amaro. N.R. | |
Il closciar -- Scritta da -- Cristina Spennati Io vagabonda |
in un mondo in cui il senzatetto dorme notti di triste attesa alla stazione della metro Ogni giorno la vita si spegne Per queste anime Ferite dall’indifferenza e dall’egoismo della gente Tra queste buie periferie e tra queste caotiche città Il closciar sputa sangue e veleno Ma è fantasma agli occhi di tutti Il deserto di odio si accentua Fino a raggiungere le coscienze più oneste e nobili Adesso ogni anima soffre Per l’aridità di un cuore ormai freddo Come un isberg Si aggira furtivo anche l’ultimo granello di bontà Ora a rischio è tutta l’umanità Si congela sotto la fitta coltre di egoismo E rigetta maledetta follia su chi soffre Per il male che non può più guarire Adesso Il mondo tace E il closciard muore per mano di tutti Priva di ogni senso ora la vita mi sembra E la morte fa la sua comparsa Danza e ghigna Sghignazza e fa festa Per questo regalo inatteso Il closciar muore solo e indifeso E a lei non tocca che portarlo via Senza nemmeno far fatica alcuna Perché questa morte non è opera sua Ma dell’uomo che lo guarda e va via Indifferente di fronte al fratello che muore |
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