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Febbraio... -- Scritta da -- Camelia Taroiu |
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Una sera molto silenziosa Porta nel mio cuore un forte emozione Il tuo nome sulle mie labbra diventa una canzone ...d'amore... Chiudo gli occhi e mi perdo tra i pensieri Tu mi fai sognare colorato e sentire i desideri Mi insegni ad ascoltare ill mio cuore che ama Apro gli occhi e mi sento strana... In questa sera di febbraio quasi gia passato E molto triste non averti accanto! |
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lettera scritta da mio padre il giorno della morte -- Scritta da -- viviana Lonigo 21 april1 1987 |
mia cara Rita, oggi mi hai lasciato. Sono rimasto solo,ma sarai sempre accanto a me:ti ricorderò per tutta la vita,e sono sicuro che ti raggiungerò presto, sì ti raggiungerò e spero che l'implacabile mi faccia continuare a vivere accanto a te. Quel male inesorabile ti ha selvaggiamente strappato dalla mia vita, da quella vita che ora apprendo, era tale solo se vivevo accanto a te. Alla mia mente ritornano i dolci e teneri ricordi,quando ti conobbi, tu che eri giovane e che mi giurasti il tuo amore che io contraccambiai rimanendoti fedele, come sei stata tu,per l'esistenza. Ti ho amata tanto con fedeltà e dedizione perchè tu sei stata donna fedele ed onesta, sei stata femmina ed hai sempre devotamente e fedelmente alimentato il nostro ardente amore. Tu, solo tu sei stata il mio primo,unico e grande amore. Spesso mo domando:ti ho amata tanto? E, nel contempo ricordo la frase di un famoso filosofo che diceva:"quando si ama troppo non si ama abbastanza".Sì, io ti ho amata, ci siamo amati troppo,abbastanza,anche di più e non trovo l'esistenza di altro superlativo, perchè ci siamo amati anche oltre tale definizione. Tu non potrai mai scompariredai miei ricordi:avrei voluto offrirti una vita migliore, ti ho dato quel poco che le mie risorse mi consentivano, avrei voluti offrirti più agiatezza, lo so. La solamia ricchezza era l'amore e la sincerità reciproca, forse alle volte, non ti bastava, ma poi dimostravi, con la tua femminilità,il tuo grande affetto,il to amore illimitato,la tua comprensione sopra ogni cosa. Quando capii che il tuo male incurabile ti avrebbe strappato da me,compresi maggiormente con la tua consapevolezza, che avevi amato me. I tuoi sguardi,quei tuoi ultimi sorrisi mi facevano capire tutto il tuo sincero grande amore, che mi amavi,che mi avevi sempre amato. Come vorrei che anche i nostri figli amassero così,come ci siamo amati noi. Sì, mia cara Rita,è vero, quando si ama troppo non si ama abbastanza. Io continuerò ad amarti, anche dopo la tua morte,e non ti scorderò mai! Vivrò solo per starti accanto, per curare la tua tomba e spero solo che un giorno potrò raggiungerti e che potrò essere sepolto accanto a te,vicini,per amarci ancora,per l'eternità. Tuo Enzo | |
io e te -- Scritta da -- ARIANNA diversi io e te siamo ma uguali..ci apparteniamo in uno spazio dai molti volti e pensieri.noi ci siamo riuniti ..uno scopo..un pensiero..un legame ..una ragione e un perchè mai capito.quante domande e una sola ricerca di risposta mai trovata.tra quei mille volti fra tanti .un solo sorriso è stato luce..il tuo sguardo colpito da una guerriera tenace.una sfida tra me e il tuo dire e tacere..poi l'amore ti ha chiamato hai risposto con un eco.unica ragione spenta si è riaccesa io e te..filo invisibile indistruttibile..io e te sempre ioe te |
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Ultimi Giorni -- Scritta da -- Angelino_Guè Sai che non c'è Amore se |
mi sto usando e io uso Te. I soldi parlano, e tu li ascolti più di quanto ascolti Me. Siamo sempre soli si siamo davvero Liberi. I giorni passano e li vivo come se fossero gli ULTIMI. | |
Amore mi trascini -- Scritta da -- Maria Rosa Cugudda Senza trasparenti veli |
nel sole ardente mi conduci All’alba dal pittore accomunata nel sangue s’accende l’armonia rubata Stilla di rugiada gli occhi bagna dell’amore i semi al vento affido | |
Claudia long nights in purgatory -- Scritta da -- RADIORADIAN Dissuaso nel silenzio del mio nome ignoto, |
transitando ai margini di derive ereditarie ove, l’animo, da tempo primordiale ed a proprio dire, trafitto inerme trasandato, già anonimo vi giaceva. Claudia long nights in purgatory, valoroso spirito che si era dibattuto fra le catastrofiche onde e le profonde voragini di un amore non corrisposto. Le spire dei lacci che oggi si assottigliano, tanto fragili come gli anelli delle catene che si spezzano in miriadi di frantumi. L’odierno che, disaggrega i patiti orrori, univoco prorompe con i suoi insorti putridi spettri. Nient’altro che mendaci suggelli, i quali riaffiorano nella memoria di agonizzanti agonie, Claudia long nights in purgatory. Claudia, il tuo eco detterà ancora i passi al mio oscillatorio vagabondare, patetico in itinere, muto spegnerà nel buio, fra rimpianti terrori e lamenti, suo ultimo respiro di esistere, nel mentre che avrà dissipato nei folli dirupi dell’assurdo, la sua forza di piangere . Claudia long nights in purgatory . | |
il ruscello dei ricordi -- Scritta da -- claudio mellace vive il ruscello dei ricordi, portando con sé immagini, sofferenza,allegria e piacere. vive il ruscello dei ricordi toccando le corde del cuore, alzando i toni della memoria. vive il ruscello dei ricordi, sgorga acqua limpida nei giorni della vita, lasciando negli occhi l'amore vissuto. |
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petali d'amore -- Scritta da -- claudio mellace A volte il pensiero passeggia su immagini già vissute, lasciando nella mente petali di un amore che il vento ha portato con sè, ma che il cuore gelosamente custodisce ancora. |
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PIRAMIDE DI MACERIE -- Scritta da -- davide petrinca PIRAMIDE DI MACERIE |
Crolla quel tuo sguardo in quella casa, ai miei rientri perché non più come prima, da te attesi nel veder loro, così spenti i tuoi occhi, a questa fine ormai arresi. Crolla quel nostro abbraccio perché non più, avvolti in esso come una calda, coperta che d’amore scivola, e cade su di me e poi nel nulla, vola adesso. Crolla quel nostro bacio a farmi male, come un incudine perché non più presenti in esso se in esso solo, si univan d’abitudine le nostre labbra per più male, ancora farci o forse solo, per non dirci di cosa stava presto, per accaderci. Crolla la nostra tavola, la sera quand’essa, ancora era di profumi, e d’amor bandita come pure i suoi dolci dialoghi e ora solo, da parole amare sostituita. Crolla, quel nostro letto dove mai così vicino la nostra, distanza avverto costretti come nemici conviventi sotto uno stesso, e minaccioso tetto. Crollano i nostri progetti come i nostri sogni, che ora più non ho e forse mai, più riavrò e dove in essi, soltanto vedo nei tuoi occhi un ultimo mio saluto riflesso, sul tuo volto teso e subito in un ricordo, quello si trasformò. Crolla, il nostro cuore per i nostri cuori, non più capace di unirli in un solo battito, d’amore e pace perchè ormai, lui anche muore. Crollano le nostre parole perchè un senso più non hanno quella mattina così fredde, così aride sotto quella di macerie infinita piramide. Varco l’uscio di una storia, appena morta e miei ricordi, divengon tuoi ma già, da tempo ormai mi attendeva, quella nostra porta perchè quel tutto, altro non aspettava così impietosamente subito d’implodere, su di noi. E, al di là di esso fuori un auto mi attende ma, il mio sguardo è fisso verso quella nostra finestra com’ è fisso, il mio pensiero nel sentire, in animo generarsi di morte, un desiderio. Quando al di là di essa una piramide di macerie col mio sguardo, scorgo e alla sommità due fedi a coronarla per poi scivolar via, insieme al crollo lungo il suo, frastagliato bordo. Come anche, in sulla cima il suo ultimo lamento perché più non è, com’era prima se ormai è giunto un amore al suo estremo, esaurimento. E presto un nuovo benvenuto nell’aria, avverto e sento provenir, proprio da lì e che sembrava come aspettarmi oramai, da diverso tempo per già tutto sapere, di questa fine qui. Ora da un nuovo tunnel, chiamato e preso e due sole uscite, che sembran stanche di aver, così tanto atteso le mie, future mosse una quella finestra è da cui una piramide di macerie vedo ed è come, se la sua cornice fosse e al suo, estremo opposto una seconda, dal caro costo quella vera, quella mia dove un auto, ferma al suo posto mi condurrà, verso un nuovo giorno oppure, per andar via dove più, non posso far ritorno. E l’unica vera sei tu, e solo in alto resta di quel tunnel, da un suo buco in tetto dove fuori, osservo intensamente non la mia auto, e non la mia finestra ma il mio cielo, semplicemente dove trovo te e dove qui io lascio quell’auto che mi attende dalle sue, ruote avide e quella di macerie infinita piramide. Tu mia vera scelta, uscita e luce alito del mio respiro dentro te, ritrovo la mia pace e mai prima d’ora ho capito e che soltanto ora, sento e penso tutta, la tua pura essenza tutto, il tuo vero senso. Ripartir da un amor, che vola via solo adesso a te vuole affidarsi la mia anima ferita, vita mia. Ripartir da qui dove il mio cuor, hai bucato e preso dove oggi, si spegne un sole per un dolor, che non ha parole perchè una vera uscita, or la vedo solo in seno, al tuo respiro e mai come in tal, preciso istante di sollievo, un sospiro tiro per te che sei l’unica, cosa importante che poni ora, non più avanti a me ma lontano tanto, e solo dietro te quella nostra grande, triste bugia quella nostra piramide di macerie, vita mia. | |
QUEL GIORNO -- Scritta da -- davide petrinca QUEL GIORNO |
Quel giorno, da quell’altare vidi tutto lo splendore, da quel portale che il tuo bianco, spalancò e un insperato filtro, di gioioso raggio solare provvidente, il nostro incontro illuminò e subito all’uscita dalla chiesa quella la luce c’inondò. Il grigio cede il posto a quell’azzurro e subito la scala, dei suoi riflessi si colorò noi come avvolti, di luce un fascio per assisterci alla nostra, promessa eterna e ancora in me risuona quella frase, “mai ti lascio” che resta dentro la mia anima buia e gelida, come una caverna e in quella proprio, si trasformò la nostra casa quindi di sol dolore, ora invasa e per questo tristemente, rimasta chiusa. E ancor, quel fascio luminoso solo un ricordo, ora è diventato di quel giorno, favoloso se ora sopra noi, violento è precipitato il nostro fulmine, rovinoso che amore ha cancellato, senza più ritorno ma non si arrende, il mio cuore e lui sempre, tornare vuole proprio a quel, favoloso giorno. Quando, da quell’altare vidi tutto lo splendore, da quel portale che il tuo bianco, spalancò e un insperato filtro, di gioioso raggio solare provvidente, il nostro incontro illuminò e subito all’uscita dalla chiesa quella la luce c’inondò. Ma un altro giorno, vidi andare in fumo tutto lo splendore, che da quel portale il tuo bianco quel giorno, spalancò e un fulmine, di violento temporale previdente, la nostra fine immortalò e subito all’uscita dalla casa la luce di quel giorno per sempre ci abbandonò. |
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