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L'AMORE -- Scritta da -- UN AMICA SINCERA

QUANDO SI AMA DAVVERO
DALLA BOCCA NON ESCONO OFFESE
PUO ESSERE UN MOMENTO
MA POI TUTTO PASSA
L'AMORE COMPRENDE,,,,
GIUSTIFICA,,,,PERDONA,,,,,,,,,,,,,
MA EVIDENTEMENTE  ERA  ARRIVATA  L'ORA  CHE TUTTO FINISSE
ERI STANCO.................................
MA NEL MIO CUORE
HAI MESSO TRISTEZZA INFINITA
PER  LE COSE DETTE
CHE UNA VOLTA NON PENSAVI
IO DI TE HO SEMPRE LA STESSA OPINIONE
IO NON CAMBIO PARERE  SOLO PERCHè TU LO HAI FATTO
ADDIO.....................

Il tuo amore fatto di poesia -- Scritta da -- Salvatore Parisi

Il tuo amore fatto di poesia...è molto piu forte di qualsiasi altra forma d'amore...
spalanca le porte del mio cuore con una delicatezza che solo un animo nobile può fare,
che va dritto al mio cuore e che fa crescere giorno dopo giorno il mio amore per te
E qui nel mio essere uomo mi appaga di tutto per l'amore che mi dai senza confini che solo tu mi dai.
S.Parisi

chi è quella donna?, -- Scritta da -- Salvatore Parisi

Se un giorno la gente
mi chiederà.. chi è
quella donna?,
io risponderò
Il mio unico e solo grande amore
...L’unica donna che mi ha fatto
condividere qualcosa di magico e stupendo
e se la gente mi dirà se c'è ne sono tante
in giro?
Io risponderò no.. non ce meglio di lei
al mondo.. perchè è l’unica che non sparirà mai,
come quel bacio stupendo, perché nessuna
donna al mondo per me sarà mai come lei

La donna che io amo -- Scritta da -- Salvatore Parisi

Sei un capolavoro creata da Dio
..un dono che ricevo giorno dopo giorno,
con il tuo immenso amore...con i tuoi sguardi
con il tuoi sorriso..il tuo essere..la tua sensualità.
Un capolavoro di donna
finemente incorniciata dalla natura che fa di te, una donna bellissima
la donna che io amo ..e amerò per sempre.
S.Parisi

Conflitto interiore -- Scritta da -- Gabriella C.

il lamento del vento
scuote i rami frusciando
nell'inquietudine notturna
la luna non riflette
l'argenteo chiarore
celata da nubi
gravide di pioggia
la notte sogna
la vana attesa
del domani mi nutro di speranze
può solo prorompere
il tuo lento incedere
come l'incubo urlante
al mio destare impaurita
sei il fardello
che trascino stancamente
la debolezza
che cinge lo spirito
la febbre
trasudante delirio
il dolore
che annienta la dignità
la vendetta
che non chiede il perdono
l'insana follia devastante
l'anelito che soffoca la morte
il tormento divorante
del mio tempo.2/10/2001

L A SEGGIOVIA -- Scritta da -- davide petrinca

Sabato mattina, nove in punto
seduto su una seggiovia, risalente
alte quote dell’innevata, montagna divertente
mi preparo alla discesa, di piste bianche
pronte a regalrmi, il bel momento
di sano e assicurato, divertimento.

Neve timida, ieri appena nata
che nella notte dal gelo, era assopita
ed ora al mattino, risvegliata
in piena freschezza, e candido splendore
come di luce, riflessa e brillante
grazie alla stella, del più arrogante sol levante
che gira il mondo nella potenza, del suo motore.

Stagliata prepotente
il suo disco gelido
e dal giallo, pallido e potente
su un azzurro, come sfondo
di velato cielo, lievemente
puro e incontaminato
e più, dell’oceano profondo
e infine accorgersi, semplicemente
da qui soltanto
di quanto, e così tanto
è meravigliaso, questo mondo.

Un paesaggio, commuovente
che sprigiona forza, rigenerante
da far rinascere, anche il mio cuor morente
un energia intorno a me
che nell’aria, si avverte e sente
ma una felicità che è tutta solo, fuori di me
se il mio pensiero è ancor, centrato tutto su di te.


C’è un timido telefono, sul mio petto
in quella tasca, chiuso e tenuto stretto
e addormentato, ormai da troppo tempo
quante volte, da me afferrato
ma poi delusamente, riposto sempre
nel viaggio di quella, seggiovia risalente
e senza un messaggio o nessuno, che mi ha cercato.

E seduto, sulla seggiovia
continua quella, triste mia
spettacolare risalita
assorto, e sconsolato
triste, ma poi accecato
per come brilla, il candore
di quel mattino, col suo bagliore.

Ma l’esterna felicità, proprio non mi desta
e questa solitudine, è davvero una tormenta
di altra neve, che non è  questa
se quella che fuori osservo
la sua bellezza, quasi mi spaventa.

E al guardar del mio orologio
da un nodo in gola
un singhiozzo, mi sfugge via
per non essere da Lei notato
la compagna di seggiovia.

E quei  numeri delle nove e 10, presto non vedo più
sotto una lacrima caduta, sopra il suo quadrante
alla vista di un paesaggio, mai tanto emozionante
e per un cielo, mai visto così blu.





E trova sfogo, quel mio pianto
da un brivido di serenità
che mi scorre dentro
e che solo ora, sento davvero mia
quando giunto in cima, lascio la seggiovia.

Ora non è più solo, non più abbandonato
il mio cuore, davvero è rinato
nel mio respiro della neve
nel mio sguardo, incantato.

E la mia solitudine
la riconosco, in quell’uccello
fermo al centro, della pista mia
e ora che mi accingo alla discesa
sceso, dalla seggiovia
lo vedo meglio minaccioso e nero, proprio quello
ma con un batter d’ali, Lui e Lei
presto insieme, volano via.

IL SENSO DELLA MIA VITA -- Scritta da -- Steven

Ascolta questo vento, un vento che accarezza i tuoi ricci dorati
è l'amore è il mio amore
ascolta il profumo della gentilezza e della dolcezza
è l'amore è il mio amore
i tuoi sorrisi lustrano questa mia vita
i tuoi occhi mi afferrano e spogliano la mia anima
la tua materia esalta il mio ardore
tu sei la custode di questo piccolo uomo
tu hai le chiavi del mio cuore
io sono il misero vassallo della tua essenza
guarda la', ci sono dei bambini che ci sorridono
corrono verso di noi proprio come corrono queste nostre vite
una accanto all'altra in un percorso impervio, ma pur sempre una accanto all'altra
la forza dell'amore non stanca la nostra corsa
spero di incontrare i tuoi occhi anche dopo questa vita
e se cosi' non sara' moriro' due volte

LA ROTTA DEL GABBIANO -- Scritta da -- davide petrinca


Vibra l’urlo blu atomi del cielo
infila il mezzo resistente
da funeste ultime apprensioni
al tramonto di una vita operante
solo in deserti d’acqua e sabbia ormai da sempre
oggi  si eleva sul comignolo del mondo
la cui vetta crolla dal mattino
attraverso il suo ignaro stormo.

E  presto nel vibrato resistente mezzo
staglia impietoso il suo lampo
della morte il suo angelo non gli da scampo
a spalancar l’immanente in ali la sua sera
ora della partenza verso quella sfera
estiva e furente di fuoco luminescente pesca
quand’al tramonto  si colora
che inghiotte impietosa la sua rotta
ridotta ad anonima ombra
nero puntino ch’in essa s’innesta
fino a che il neo del giallo disco viso morente
sempre più labile nel suo cielo più vitreo
scompare per sempre.

Ma la mia vita ancora è qui
e sembra come or finita un era
sull’onda di un ultimo urlo
del gabbiano verso sera
come ghiaccio nelle vene
insieme si scioglie all’inanimato sasso
della mia vita e la sua sete
che delusa perde ogni fantasia
perché capace soltanto di aver volato basso
il suo amore e la sua bugia.


E sempre quell’urlo
squarcia la mia mente e lei rimembra la sua rotta
quella sparita del gabbiano
dove in essa rimbalza la mia vita tutta
vena del suo ultimo urlo e riverbero di un amor finito
e che oltre l’infinito il suo pensiero, or si spinge più lontano.

SEI L'AMORE -- Scritta da -- CARUSO PIETRO

Sei  l’amore
porti negli occhi
l’anima pulita

Ti servi in cuore
verginale amore
quanto sei bella
con i tuoi riccioli d’oro
sei come piaci a me!

Straripante cascata
d’acqua pura
sei fuoco lampo
spasimo furore
sei il sospiro del cuore
sei  l’amore.

cuore -- Scritta da -- Claudio Mellace

Pensarti e' ancora
          un'emozione che accompagna
      la mia mano sul cuore e mi fa
          sentire quanto sei ancora presente
                      nella mia vita.
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