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Acrostico(Stefano) -- Scritta da -- Gabriella C.

Stupiscimi e
Trattienimi nel limbo
E forse ti darò
Fiato per amarmi
Ancora una volta
Nell'eterno sogno
O nell'estremo addio!2/572012

Penso di te -- Scritta da -- Gabriella C.

Penso di te
quando s'ode un canto
nell'alba che desta il mondo
e la mente intorpidita
si sveglia d'un sogno di te
continua nell'incanto sospiro
Penso di te
ogni attimo ogni parola
come il sole scorre sul giorno
e scivola nella buia notte
nel limbo del peccato
di sussulti e gemiti
Penso di te
quando tutto tace
ti sento più mio nell'attimo
che precede il sonno
mi abbraccia solo il silenzio
nel deserto freddo del letto
Penso di te
quando morfeo
tarda ad arrivare
fra le sue braccia la requie
sprofondo in tormentati sogni
che lasciano amare tracce
quando penso di te!2/5/2012


e scivola nel buio della notte

Vespeggiando -- Scritta da -- iezzi giampiero

Io vagabondo con l'albanese motoretta
d'aneliti commediante con aria profumata
della mia amata rosa con il gambo teso in mano
canta la sua poesia a tutti i bulbi
con fraseggi d'amore, vespeggiando
prende il miele anche da altri fiori
freschi di giornata.
Vagabondo va pigro in giro
con chiacchiere e fandonie rigiro
nel giardino dei poeti...è tutto un gossip!
in un mondo di paura loro fiducia hanno di me.
Calda al salire dell'aria è una emozione
profumata che prende il cuore mio
troppo tormentato dal dolore nel sudore
vanga e rivanga con battiti il respiro è un sospiro
nel mentre il poeta legge io mi nutro di poesia.
Dio! alfine nel sua infinita misericordia...
Mi invita lassù in cielo nubia parte arrivo
da lui, stracco malato nell'anima
Rosa senz'acqua arso d'inquietudine
che sopravvive all'ansia della solitudine.

Un gattino -- Scritta da -- Nicola Viboliucci

Quante cose dovevamo fare, in quanti posti dovevamo andare
girare l'italia, le città, d'inverno assieme visitare San Marino
venirmi a vedere lavorare coi miei bambini
divertirsi facendo niente, stando assieme o giocando al mare
ricordo bene la tua espressione quando dissi di prendere un gattino
conoscere i miei che pensi sono tanto buoni

leggere i libri, vedere i film dell'orrore assieme sotto le coperte
mangiare il risotto coi porcini e ballare in discoteca
guardarci, annusarci, divertirci, stuzzicarci, sempre toccarci
non fare sesso, ma l'amore di continuo, con tante scoperte
tornare alla casa delle farfalle e camminare in pineta
ingelosirci, capirci, sopportarci, sostenerci, sempre amarci

yelimay -- Scritta da -- alessandra

yelimay cara yelimay lascia quel telefono e vieni nel mio cuore per abbracciarmi.perchè 5 sono le dita della tua mano 5 sono le lettere per scriverti ti amo 5 sono i petali del  tuo cuore e 5 sono le lettere per scriverti amore.tvb nel mio cuore sempre

Feroce -- Scritta da -- iezzi giampiero

Devo essere feroce nel parlare di te
come tu da dieci anni e oltre hai
inferocito la mia esistenza.
Parkinson sai, ci sono molte persone
nel guardare, esterefatti nel conoscermi
dicono..."mah... quello campa ancora! "
quando, io maledetto mi ostino a vivere
perchè amo la vita.
Più ti seguo, piu ti leggo,
più ti penso, più ci ragiono...
in parkinson, ooh Signore!
Lui offende la malattia
curata, se diagnosticata
incurabile da uccidere
se qualcuno ne ha la possibilità.
Un nemico feroce che distrae,
rovina, complica, prende in giro
la resistenza dell'esistenza...
il coriaceo è maledetto.
Perché?
ci toglie la vita
rovina il corpo
crepa il cuore nell'anima è
moltiplicatore che divide
la pazienza dall'amore per Dio
in rassegnazione con una
unica risoluzione... di pianto.
Nell'attesa dell'io, fesso, fesso,
già ero fesso garantito che aspettavo
reggendo il moccolo leggendo
le orrende poesie mie su scrivere.
Ovunque scrivo di lui per dare forza
al quid interiore che manca
dimenticato esterefatto di salute,
per uccidere e scemarlo
come nemico il parkinsoniano.
Nell' ardire al bisogno miseramente cade
nello spazio commento di altri poeti,
lasciando impronte dei suoi guai,
del perché CRISTO dona la disabilità...
forse l'indossarlo bene cupidigia
come un vestito di alta sartoria,
tarlando con un dolore porta a porta
un amore che nel cuore gira all'anima
con l'anima del cuore nel cuore,
nell'anima.

Vero? ! Mamma ( per la festa della mamma ) -- Scritta da -- iezzi giampiero

Lunga,  era vera!  Incredibile.
Troppo vivere per una vita malata
spesa nell'ironia della morte
perchè non si accetta di morire.

Vero? ! Mamma ogni giorno
nel maggio c'è la tua festa dichiarata
della guerra in  una battaglia
il vivere  una esistenza qualsiasi
pure era triste  in quella casa.

La vita per gioco la regola
era un oggetto da rispettare
in qualsiasi età  perchè in  piedi
si cammina  una strada.

Piena di orme lasciate già
da prima riasfaltate  offerte....
con un nuovo  disegno della vita.

Vero?!  Mamma con il tuo verbo
in breve fraseggi il  proverbio
<Chi ha il pane non ha i denti
chi li ha, non ha il pane>  solito
spesso a papà in versi rimati
o assonanti, in un pensiero,
c'era l'ammonizione per un marito
disegnato a matita scarso uomo...

Grave di avverbi pure, lasci me 
per cinquecento lire.. Ricordi?
Le tue botte date senza il resto.

Per  della  facile  felicità che
vedo nel ricordo estraneo
non sorpreso in un tuo  sorriso.

Vero?!  Mamma...

Lettera aperta. -- Scritta da -- iezzi giampiero

Questa è una lettera aperta per te ooh signore di un povero Cristo
che malgrado tutto crede a te per i tuoi poteri soprannaturali.
Da dieci anni e oltre, sono la tua immagine iper innaturale sulla terra
eeh stufo di essere la tua pubblicità, ooh Signore ti chiedo di rispondermi.
Da quel quando la tua offerta da sempre è per te un vestito, un religioso fioretto
per me nel tempo è un quesito infinito irrefrenabile per vivere la vita bella.
Dammi un po' della tua fortuna per continuare a sperare quì, è solo da sparare
alla vita privata molto provata dal fardello che tu mi hai chiesto ripetutamente
da indossare è solo brutta, nel terribile il crederti rende la vita disabile.

Questa tua perniciosa malattia alla lunga stanca sulla terra, non ha cura
il vivere nel soffrire è un sopravvivere senza un fine, eeh penso di averla
portata con onore ...anche troppo per te.
Senza una prospettiva logicamente, questa vita non è un progetto da vivere
neanche come disabile, è un male inutile, sono un incredibile clown sulla terra
per far ridere la tua umanità. Questo genere d'essere servile non genera umiltà!
Nel capitale umano perché ognuno concepisce il bene per se stesso
riempie di cattiveria la bara di chi deve andare via l'aria diventa irrespirabile
ci trattiene una forza di gravità tal in una società di soli cornuti.
Per essere un beagle cagnolino buono mansueto per gli espedienti medici
utilissimo gratis per esperimenti dei medicinali per le altre malattie umane.
Dove sei? Non vieni più a trovarmi nel lebbrosario terrestre è un circo equestre
io, con il tempo che passa ho esaurito la fede eeh, per credere in te sulla terra
carsica rubo la luce alle mie giornate di sole tutte perse... nella mia insolitudine vita.
L'anima mia non trova più la luce eterna dopo la dipartita...
in moltitudine di Risurrezione Ooh Dio! Dimmi tu come deve attivarsi un'anima:
Angelo divino per arrivare lassù in cielo nel tuo Paradiso da Signore!
Io quì in terra non ho un giorno di felicità! Mi manca la foto con un sorriso di gioia
da avere come ricordo. Quando sarà al fine che con la morte, la vita mi fai morire!
Io cosa racconterò a chi mi chiederà della vita ... se è una cosa bella?

Tutti questi anni sopportati dal '98 sono troppi, pesanti e impregnati di odio
in un dolore che sconfina la realtà io non ho più pace nella virtuosa fantasia
il mio soffrire è eterno ooh Dio di quante emozioni hai bisogno!

Tutte le dobbiamo estorcere dalla mia vita emivita parkinsoniana?
Goccia a goccia tutto è stato eroso dal mio corpo atletico esautorato
non c'è più salute per vivere l'anima esaurita in testa picchia al cuore si perde
nel vivere per soddisfare le ragioni del cuore sempre più privo d'amore
con le ragioni della mente non c'è più dialogo.

Con gli eventi invivibili Caino gode in questi momenti approfitta di noi,
quando il cuore è scarso d'umanità i parkinsoniani sono rei confessi
di reato contro la comunità della famiglia.
Sono esseri privi di salute votati al disordine sociale attaccati dall'umanità
al sopravvivere additati quando comoda é la disabilità.
Incurabili esistono, ancora.

Quelle tenere viole -- Scritta da -- Giuseppe Gianpaolo Casarini



Non da Urbino né da un convento di Cappuccini
ma da uno spoglio giardino abbandonato,
il giardino mio dell’amore, dovrei forse coglierne
ancora e sentirne sempre quel profumo
delicato quale quello di un tradito amore?
No, non più, semmai andrò in cerca di altri fiori:
odio forse le viole? No, una volta per lor piansi:
una mano forestiera quella zolla che
da tempo le nutriva tolse e strappò via
complice il tuo aiuto: e, ricordo, ridevate!
Nel suo giardino mi hai detto l’ho portata,
senza pudore mi chiedi perché non dà più fiori?
Non era terra che le dava vita, la zolla sì seccò,
le viole spense, spento l’amore che la animava.

Giuseppe Gianpaolo Casarini

paura -- Scritta da -- ALESSANDRO DELLO IACOVO

andare camminare lungo la via che conduce all'oblio,
povero derelitto mio sentimento
annegare inesorabile nel mare assurdo dell'indifferenza
senza più speranza di risalire dal fondo
lasciare abdicare dare spazio alla rassegnazione
arrendersi così senza lottare
darsi per vinto per paura di non poterti vivere
mio infinito disperato amore.
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