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naną
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Posted - 19 April 2016 : 15:44:10
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Penso sia una grande Bufala .... Ne hanno parlato anni fa in qualche programma scientifico...e pure su riviste scientifiche
Nel 1984, la rivista Scientific American pubblicņ una trivellazione sperimentale che veniva nella Penisola di Kola, in Russia... ed aveva raggiunto la ragguardevole profonditą di 12 chilometri. A quella profonditą i ricercatori avevano trovato rare formazioni rocciose, gas e acqua, e temperature fino a 180 gradi (non č chiaro se centigradi o Fahrenheit). Scientific American non fece alcuna menzione di grida infernali.
Ricordo che mio marito che seguiva sia le ricerche di geologia e nuove scoperte di giacimenti minerari, mi parlava di queste scoperte lette appunto sulla rivista Scientific American... ma solo riguardante nuove scoperte di nuovi minerali tra questi L' APATITE a cui era interessato.
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naną
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Posted - 21 May 2016 : 18:13:54
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Cūr Betta ... ». Corbetta
Cūr Betta ... ». Corbetta
Il paese di Corbetta, a pochi chilometri da Milano, fa derivare scherzosamente il suo nome da un'antica leggenda. Era una sera buia e nebbiosa, una di quelle sere in cui, come si dice in Lombardia, si taglia la nebbia con il coltello. Un cavaliere, tutto avvolto in un mantello di foggia militare, spingeva la sua mula per una delle vie dei sobborghi,in direzione dell'aperta campagna, incitandola a tenere un buon passo. A un certo punto il cavaliere allentņ le redini, immerso in profondi pensieri, e lasciņ che la sua cavalcatura scegliesse la strada. «Ormai saremo abbastanza lontani da Milano» pensava. «Betta, la mia mula, č una buona camminatrice. Starņ lontano finché ai miei Milanesi non sarą passata la bella idea di volermi eleggere vescovo della loro cittą. Proprio io, che sono un militare». Tutta la notte, uomo e cavalcatura viaggiarono di buona lena. Quando infine l'alba spuntņ, Ambrogio si guardņ intorno, curioso di sapere dove mai fosse giunto dopo tanto trotterellare lungo strade tortuose e sconosciute. Si accorse allora con spavento che la sua mula aveva girato intorno alla cittą per tutta la notte, e che quindi si trovavano ancora nei pressi di Milano. Gią la gente usciva dalle case e gli si accalcava intorno. Subito Ambrogio incitņ l'animale a cambiar direzione e, curvandosi sull'arcione, gridņ spaventato, usando quel dialetto che ormai gli era diventato familiare: «Cūr Betta! ... Cūr, Betta ». Cioč: « Corri, Betta! ... Corri, Betta! ...». Ma invano. Tutte le campane della cittą si erano messe a suonare a distesa, come per annunciare alla popolazione che il futuro grande vescovo era fra loro. Ambrogio dovette cosģ cedere alla volontą del popolo e del cielo. Ma al piccolo paese, da quel giorno, rimase come nome il grido di Ambrogio: «Cūr Betta ... ». Corbetta, appunto.
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naną
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Posted - 21 May 2016 : 18:23:59
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Il giovane dio Bacco
Le anfore preziose, venute in luce negli scavi del Tarantino, e i cammei con la figura di Bacco, dicono quale importanza abbia avuto anche nel passato per questo popolo la ricchezza vinicola, che ha reso la regione famosa nell'antichitą.
Quando il giovane dio Bacco approdņ in Puglia, con il suo corteo di fauni e baccanti, navigando dalle coste della Magna Grecia, vi trovņ dei campi sassosi dove cresceva una vegetazione scarsa e stentata. «Che terra!» esclamņ seccatissimo. E con il calzare dorato fece saltare lontano i sassi aridi e la terra arsa e bruciata dal sole. «Ma guarda un po'» esclamņ poi meravigliato «qui almeno c' č un ramoscello ancora verde! Deve essere resistente se non č seccato in questa terra inospitale». Lo raccolse e lo considerņ pensoso: «Salviamo almeno questo» decise. E, scavata una buchetta nel terreno, ve lo piantņ. Poi andņ a cercare un po' d'acqua per innaffiarlo e per ammorbidire il terreno intorno alla pianta. Ma quando tornņ, il vento impetuoso in questa zona senz'alberi aveva gią sradicato il ramoscello e lo stava trascinando via. « Per Giove » gridņ sdegnato «qui bisogna correre ai ripari!» Cercņ un sostegno; ma non vi erano che sassi; non un bastoncino, non una canna ... Qua e lą tra le pietre, biancheggiavano solo ossa di animali divorati dai lupi. Ne scelse tre e ne fece sostegno alla piantina. Erano un osso di leone, uno di scimmia e uno di maiale. Poi Bacco riprese il viaggio per il mondo. Il ramoscello crebbe e diede bellissimi grappoli. Ma la pianta aveva assorbito le caratteristiche dei tre ossi che l'avevano sostenuta. Gli uomini se ne accorsero quando spremettero l' uva e assaggiarono l' ottimo vino che ottennero. La prima coppa li rendeva coraggiosi come il leone, la seconda gai e divertenti come le scimmie, ma la terza, ahimč, li faceva terribilmente somigliare al maiale. Cosģ i Pugliesi spiegano ai forestieri le caratteristiche e i pericoli dei loro fortissimi vini.
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naną
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Posted - 23 May 2016 : 19:19:52
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Cisternino.
Unaltra bella leggenda č legata alla regione barese, per la precisione al piccolo paese di Cisternino. Nel corso dei secoli la valle dItria, in cui ridente e solare si affaccia Cisternino, ha visto il passaggio di diverse etnie e di illustri personaggi storici che inevitabilmente hanno lasciato traccia della loro civiltą. Parliamo in maniera specifica degli svevi, che in realtą in questa parte della Puglia non hanno disseminato quei imponenti castelli che si trovano nel barese, ma che comunque il loro segno lhanno impresso.
Cisternino č lunico paese che conserva qualche testimonianza architettonica del periodo normanno-svevo e non solo. Né dą testimonianza la cosiddetta torre grande o normanno-sveva, che ormai assurge a simbolo del borgo pił bello dItalia. Ma cč di pił, gli svevi qui non hanno solo ispirato i modelli architettonici e la tecnica costruttiva, ma pare che il grande Federico II Hohenstaufen sia passato da queste parti. Infatti una leggenda racconta che Federico II durante uno dei suoi tanti viaggi in Puglia, sopraggiunto a Cisternino trascorse la notte con una fanciulla del luogo. In quel periodo la chiesa di San Nicola era in fase di realizzazione e il mastro scalpellino visto limperatore, che si era recato sul cantiere per assistere ai lavori, decise di scolpire un capitello con il viso dellimperatore e quello della fanciulla.
Il capitello, che si presume sia il ritratto di Federico, i trova in corrispondenza dellaltare maggiore sulla sinistra. E lunico capitello con sembianze antropomorfe presenti nella chiesa. Il volto, che si affaccia verso la navata centrale, raffigura un uomo con una folta barba e una corona, mentre quello che si affaccia sullaltare ritrae una donna il cui viso č incorniciato dai capelli. A ben guardare, forse per incanto, il profilo del viso maschile scolpito rassomiglia molto al busto di Federico II . Il capitello si trova nella chiesa di san Nicola a ridosso dellaltare maggiore sulla sinistra.
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naną
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Posted - 07 June 2016 : 21:40:46
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La leggenda di Pizzomunno e Cristalda - Vieste
La leggende della spiaggia di Vieste: Pizzomunno e Cristalda Una delle spiagge pił caratteristiche di Vieste č la spiaggia di Pizzomunno. Il nome di questa spiaggia čØ legato all imponente monolite bianco che si impone alla vista dei visitatori emergendo dalle profonditą del mare.
La leggenda di Pizzomunno, che gli abitanti di Vieste si tramandano sin dallantichitą, ci narra l appassionante storia d amore di due giovani viestani: Pizzomunno e Cristalda. Di elevata statura e aspetto affascinante, lui.
Bellissima e con il viso incorniciato da lunghi capelli biondi, lei. I due giovani si amavano di un amore sincero e senza tempo. Pizzomunno si recava ogni giorno sulla piccola spiaggia per andare in mare con la sua barca.
Al largo, ammalianti sirene lo adoravano e intendevano sedurlo con i loro canti. Luomo, fedele alla sua Cristalda, rifiutņ pił volte di divenire loro amante. Le sirene, gelose ed indispettite, decisero di punire il giovane uomo trascinando la sua amata Cristalda nelle profonditą del mare, in modo da sottrarla a lui per sempre.
Fu cosģ che Pizzomunno fu pietrificato dal dolore e vide il suo corpo trasformarsi nel monolite che, ancora oggi, i visitatori di Vieste possono ammirare dalla piccola spiaggia che ne porta il nome. La leggenda vuole che i due giovani amanti si diano appuntamento allo scadere dei cento anni per rivivere la loro passione nel breve tempo di una notte.
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naną
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Posted - 07 June 2016 : 21:58:55
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2Seconda versione della leggenda di Pizzomunno e Cristalda
Un'altra fantasiosa versione vuole che anche Cristalda fosse una sirena innamorata del bellissimo Pizzomunno e che i due si amarono finché le sorelle di lei, ingelosite e incattivite dalla fortuna toccata in amore alla stessa sorella, lo trasformarono in una roccia.
Il finale perņ rimane uguale perché i due, in un modo o nell'altro, riescono a ricongiungersi, ma soltanto ogni 100 anni.
Al monolite sono associate diverse storie che danno spazio a un'inventiva fantasiosa e magica, come per esempio la credenza che girando intorno al grosso scoglio ed esprimendo un desiderio questo si avveri.
Il faraglione Pizzomunno al di la di tutte le leggende a esso legate, continua ad accompagnare il romanticismo degli innamorati che qui scelgono di trascorrere dolci serate,
ammirandolo quando di notte riflette in modo abbagliante la luce della luna piena che si rispecchia sulla pietra in arenaria di un bianco spettacolare.
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Carla
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Posted - 07 June 2016 : 22:13:55
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Un pó strunz ste sirene
La vita č un eterno Restare in bilico sul tetto del mondo. Ci sarą sempre chi cercherą di farti cadere... Non importa, nonostante le ferite Rialzati sempre e mantieni il tuo equilibrio! Carla |
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