Č nata nella Polonia settentrionale, dove si ballava gią a partire dal Cinquecento. Sull'origine del nome gli studiosi non sono concordi. C'č chi dice che mazurca derivi dal villaggio di mazurk, situato nei pressi di Varsavia. Per altri, invece, alla base c'č il termine "mazur", con cui erano indicati i contadini delle campagne polacche. Infine, alcune fonti fanno discendere il nome di questo ballo dalla regione polacca dove č nato, la Mezovia.
Qualunque sia l'origine della parola, sta di fatto che la mazurca conquistņ tutta l'Europa a partire dal Settecento. Dalla Polonia fu prima introdotta in Russia e in Ungheria e poi approdņ in Germania. Nel secolo successivo, arrivņ in Francia e in Inghilterra, dove ottenne il massimo della sua popolaritą. Nell'Ottocento, infatti, la mazurca era il ballo pił in voga, nelle sale europee, insieme con il valzer e con la polca.
A questa ampia diffusione contribuirono sia i polacchi emigrati, sia alcuni compositori di fama.
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Il Flamenco č una potente arte da gustare, osservando e analizzando la danza, si vede il lavoro autentico, di una vita di prove, test e formazione di artisti, che con passione, donano delicatezza a questa danza, dai movimenti ritmici molto forti, trasmettendo il significato delle parole in ogni passo.
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Non si puņ parlare di Salento senza parlare della sua pizzica e della sua "taranta".
Inserita nella pił ampia tradizione popolare del sud d'Italia che vede la Tarantella e la Pizzica Pizzica come balli caratteristici delle terre che comprendono Campania, Basilicata, Sicilia, Calabria, Molise, passando da Taranto e Brindisi, la Pizzica Salentina rappresenta le sonoritą pił vivaci e ricche, affascinando soprattutto per il significato socio-culturale e il mistero intorno alle sue manifestazioni che manca nelle altre pizziche meridionali.
Nelle varie forme territoriali ci sono elementi comuni quali il balli a gruppo, l'uso delle castagnole, semplici sonagli in legno che si tengono stretti tra le mani, l'uso di determinati strumenti musicali come il violino, la fisarmonica, il tamburello, la chitarra, il mandolino, il flauto.
Il nome pił usato con cui vengono indicate le diverse forme musicale č "tarantella", che deriva dal termine "taranta" usato nel sud d'Italia come contrazione dialettale della parola "tarantola" (dal latino: lycosa tarentula). Questo nome utilizzato in tutte le regioni quindi svela la derivazione dei diversi balli da una radice comune: il rito coreutica-musicale del Tarantismo sviluppatosi nei territori intorno alla cittą della Magna Grecia jonica Tarentum, l'attuale Taranto.
Il Salento č conosciuto nel mondo, non solo per la bellezza dei suoi luoghi e la ricchezza dei suoi monumenti ma anche per la forza trascinante e per il fascino delle sue tradizioni popolari. Il folklore salentino č cresciuto di importanza, rinnovandosi e vivendo una nuova giovinezza, grazie alla volontą dei salentini di mantenere vive le proprie tradizioni, non solo attraverso il ricordo delle manifestazioni che si svolgevano un tempo in questi luoghi, ma continuando a sentirle vive e attuali, facenti parte della realtą quotidiana odierna. Quindi la pizzica e le tarantate rappresentano uno spaccato di vita di ieri e di oggi, sono l'orgoglio della gente che vive in questi posti proiettata verso l'era della globalizzazione ma che riesce, in modo molto naturale e spontaneo, a conciliare questo mondo globalizzato con la propria identitą locale.
Il fenomeno della pizzica parte dalla riscoperta e dalla valorizzazione della musica popolare salentina, riuscendo ad uscir fuori da una ristretta cerchia di ascoltatori locali, grazie a suoni caldi e ritmici, che hanno dimostrato di avere alte qualitą artistiche al pari degli altri generi musicali di larga diffusione.
Le musiche "pizzicate" assumono per il Salento una grande importanza sociale e culturale, riuscendo a far radunare nelle piazze migliaia di persone trascinate dal suono del tamburello ed ipnotizzate dal ritmo incalzante delle ballate.
Le pizziche sono diventate un motivo per ritrovarsi tutti insieme, giovani, anziani e bambini, per le strade, nelle piazze o sulle spiagge, riscoprendo e fortificando i rapporti sociali spontanei tra persone troppo spesso costrette chiuse tra quattro mura dalle abitudini stressanti della vita moderna che porta verso un isolamento alienante.
La pizzica diventa un momento per aprirsi verso il mondo, per riscoprire la bellezza delle piccole cose e dei semplici gesti, per vivere momenti di unione e per comunicare con gli altri in modo istintivo, dimenticandosi dei problemi quotidiani e buttandosi alle spalle stress e preoccupazioni. Essa assume la forma di una valvola di sfogo, attraverso cui passano sotto forma di danze e canti, tutte le frustrazioni accumulate durante la propria quotidianitą.
Attraverso la danza e la musica, due delle arti pił antiche al mondo, due espressioni universali dell'uomo, quindi, il Salento riesce a parlare di se e a farsi capire anche al di fuori dei suoi confini territoriali, riuscendo a coinvolgere anche genti venute da posti molto lontani.
La pizzica esprime sentimenti universali di libertą e rispetto per le diversitą culturali e umane e va contro qualsiasi forma di oppressione, č un linguaggio aperto in cui convergono e si attuano in un piccolo microcosmo i concetti fondamentali di pace e solidarietą.
Le pizziche fanno parte della tradizione storica del Salento, un tempo ve ne erano tantissime, tutte diverse e particolari, molte si sono perse nel tempo, e solo poche sono giunte fino a noi.
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Secondo la tradizione, la pizzica aveva uno scopo terapeutico e serviva per liberare la donna pizzicata dalla taranta dagli effetti del malessere che provocava il suo morso. Gli uomini, cosģ, utilizzavano la musica con la funzione di far ballare la donna sino allesaurimento in modo da uccidere il ragno.
La tradizione popolare attribuisce alla pizzica unorigine religiosa che nasce con i discepoli Pietro e Paolo i quali, ai tempi della diffusione della parola di Gesł si erano recati nel Salento e, precisamente, a Galatina. Il popolo galatinese accolse i due discepoli con sommo gaudio e una donna offrģ loro tutto ciņ che aveva cosģ che Paolo, colpito da cotanta generositą, le concesse il potere di guarire gli uomini dai morsi velenosi degli animali presenti nel territorio rivelando che la liberazione poteva avvenire solo a seguito di precisi riti che consistevano in un vero e proprio esorcismo.
Allinizio tali riti avvenivano proprio allinterno della cappella della chiesa dedicata a San Paolo a Galatina, proprio durante la festa che celebra il santo della cittą. Altre volte, invece, lesorcismo iniziava in casa, dove i suonatori si riunivano per far danzare la pizzicata in modo da uccidere il ragno velenoso che laveva fatta ammalare. Spesso il rito durava vari giorni sino al momento in cui la donna, stanca e spossata, grazie allintercessione di San Paolo, riusciva a liberarsi dal male.
L'esorcismo inizia quando il tarantato avverte i primi sintomi del tarantismo e chiede che vengano i musicisti a suonare la pizzica. Al suono della musica il tarantato comincia a scatenarsi in una danza sfrenata che in questa fase del rito serve a determinare da quale tipo di taranta č stato avvelenato (ad esempio, si distinguono la "taranta libertina", la "taranta triste e muta", la "taranta tempestosa", la "taranta d'acqua"). Dopo questa fase diagnostica comincia una fase "cromatica" in cui il tarantato viene attratto dai vestiti delle persone da cui č circondato (spesso dei fazzoletti), il cui colore dovrebbe corrispondere al colore della taranta che ha iniettato il veleno. Tale attrazione viene manifestata a volte in modo violento ed aggressivo. Il perimetro rituale non era solo circondato da fazzoletti colorati, ma anche da cose richieste esclusivamente dalla persona tarantata, che potevano essere tini ricolmi d'acqua, vasi di erbe aromatiche, funi, sedie, scale, spade e altro. Inizia quindi una fase coreutica in cui il tarantato evidenzia dei sintomi di possessione che puņ essere di natura epilettoide, depressiva-malinconica oppure pseudo-stuprosa. Durante questa fase l'ammalato si abbandona a convulsioni, assume delle posture particolari in cui si isola dall'ambiente circostante e puņ assumere atteggiamenti con cui si identifica con la taranta stessa. Il rituale finisce quando il tarantato calpesta simbolicamente la taranta per sottolineare la sua guarigione dalla malattia.
Pizzica, dunque, intesa come danza che guarisce attraverso lutilizzo del ballo, della musica e dei colori. La pizzica, nella tradizione attuale č rappresentata come una danza di corteggiamento della donna nei confronti delluomo il quale, avvolto dalla sensualitą della danza, della musica e provocato dagli sguardi di lei, lascia alla donna il potere della scelta che avviene per mezzo dello sventolamento di un fazzoletto rosso, simbolo damore che viene donato dalla donna a colui che lha conquistata.
Quale che sia la sua vera storia, il rosso di quel fazzoletto č di sicuro simbolo emblematico di un sentimento forte ed istintivo come lamore e la passione di cui si fa vessillo.
(Foto e notizie trovate in rete)
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