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 Mistero e leggende
 Abbigliamento nel Medioevo e nel Rinascimento
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naną
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Posted - 06 May 2014 :  23:35:32  Vedi Profilo Send naną a Private Message  Rispondi quotando

Oreficeria longobarda

Storia e sviluppo

Gią prima della discesa in Italia (568) la principale espressione artistica dei Longobardi era legata all'arte orafa,
e fonde la tradizioni germaniche con influenze tardo romane della provincia della Pannonia.
Risalgono a questo iniziale periodo le crocette in lamina d'oro sbalzate, secondo una tipologia di origine bizantina,
usate come applicazioni sull'abbigliamento, che negli esemplari pił antichi presentano figure di animali stilizzati ma riconoscibili,
mentre in seguito sono decorate da intricati elementi vegetali all'interno dei quali compaiono talvolta figurine zoomorfe.
Analoga decorazione presentano le grandi fibule del VI secolo trovate a Nocera Umbra.
Nello stesso periodo a Cividale del Friuli si diffuse una tipologia di crocette con l'Imago Christi, piccole teste stilizzate di Cristo, con i capelli lunghi o barbuto,
al centro delle croci, o addirittura ripetute nei bracci a intervallare le pietre, come nella Croce di Gisulfo al Museo Archeologico Nazionale di Cividale.

Nel corso del VII secolo, di pari passo con la conversione al Cristianesimo dei Longobardi,
le crocette presero il posto delle monete bratteate di ascendenza germanica, gią ampiamente diffuse come amuleti.
Le croci che le sostituirono mantennero, accanto a quello devozionale cristiano, lo stesso valore propiziatorio;
dal punto di vista formale, mostrano elementi ornamentali che rielaborano antichi elementi provenienti dalla mitologia pagana
(segno di una fase sincretista nel passaggio dal paganesimo al cristianesimo).























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naną
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Posted - 07 May 2014 :  13:32:59  Vedi Profilo Send naną a Private Message  Rispondi quotando


Nei primi decenni dell'occupazione longobarda ci fu un abbandono degli stilemi tardo antichi, dovuto anche allo spopolamento delle cittą,
testimoniato da pochi ma eloquenti reperti, dove si ritrova uno stile completamente nuovo rispetto al passato.
Predominarono gli elementi della tradizione germanica, soprattutto bestie mostruose che testimoniano la percezione di una natura ostile e minacciosa.



Arte_longobarda_lastrine_dello_scudo_di_stabio_figura_zoomorfa_vii_secolo_bronzo_dorato_berna_historisches_museum




Arte_longobarda_lastrine_dello_scudo_di_stabio_cavaliere_vii_secolo_bronzo_dorato_berna_historisches_museum



Nel VII secolo continuņ la produzione di croci di lamina d'oro sbalzate,
alle quali si aggiunsero anche i primi esempi di monetazione ed alcuni anelli-sigillo con testine umane e lettere latine.
Altre tipologie lavorate sono orecchini, guarnizioni da fodero in lamina d'oro lavorata a giorno degli scramasax (la tipica spada longobarda,
corta e dritta a un solo taglio), guarnizioni di sella, piatti di legatura e reliquiari.



Anello_sigillo_di_trezzo_d adda_viii_secolo_milano




Luitprand_tremissis_monete scambio



Rientrano nella produzione di alto livello le croci gemmate, come la Croce di Adaloaldo, al Museo Serpero di Monza (inizio del VII secolo),
con pietre dure e di varie dimensioni incastonate a freddo in maniera simmetrica lungo i bracci.
Un altro esempio simile č la copertura dell'Evangeliario di Teodolinda (Monza, Tesoro della Basilica di San Giovanni Battista),
dove sulle placche d'oro sono sbalzate due croci con un motivo decorativo simile, e che fu regalato a Teodolinda da Papa Gregorio Magno nel 603.
Era in uso anche una tecnica di incastonatura a caldo, dove si usavano pietre e paste vitree fuse e versate in una fitta rete di alveoli.



Arte_longobarda_fibula_VII_secolo_7_cm_parma_museo_nazionale_di_antichitą




Ornamento_di_una_sella_in_lamina_oro_longobarda_roma_museo_alto_medioevo







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naną
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Posted - 07 May 2014 :  13:42:28  Vedi Profilo Send naną a Private Message  Rispondi quotando


Altri ornamenti d'oro e metalli preziosi del periodo Longobardo


Fibula_di_nocera_umbra_18.7_cm_rom_museo_alto_medievale



fibula longobarda


Umbone longobardo







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naną
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Posted - 08 June 2014 :  00:06:29  Vedi Profilo Send naną a Private Message  Rispondi quotando

OGGETTI VARI PERIODO ETRUSCO E DEL MEDIOEVO




















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naną
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Posted - 08 June 2014 :  00:32:42  Vedi Profilo Send naną a Private Message  Rispondi quotando

La rilegatura dei manoscritti nei monasteri medievali



I fascicoli, completati nel testo, nel disegno e nella correzione,
venivano cuciti tra loro e poi tutti insieme, prima di essere assicurati alla “coperta”.
Ma prima di questi passaggi, ci si preoccupava di dare indicazioni al rilegatore sulla successione corretta da seguire,
poiché, trattandosi di un lavoro meccanico, c’era il rischio di confondersi.

Per ovviare a questo problema (anche se spesso accadeva lo stesso) nacque la numerazione dei fascicoli,
molto diversa da quella che utilizziamo tutt’oggi.



Il sistema pił antico (VI-X secolo) consisteva nel numerare, con numeri romani,
il verso (la seconda facciata) dell’ultima carta di ogni fascicolo,
oppure, al posto dei numeri romani, veniva disegnato un segno, come un cerchio o una stella, in sequenza evolutiva.
Talvolta, prima del numero romano si trovava una lettera, la Q che indicava il Quaternus.
Un altro sistema, consisteva nei cosiddetti “reclamantes” ovvero richiami.



Queste erano sillabe o parole che venivano scritte sempre nel verso dell’ultima carta, in basso, come i numeri romani.
Queste parole corrispondevano alle prime che si sarebbero trovate nella prima facciata (recto) del fascicolo successivo.
Ad esempio, se il fascicolo successivo iniziava con la parola “PATER”,
avremmo trovato sul verso dell’ultima carta la sillaba “PA” o la stessa parola “PATER”.

Questo sistema, esistente gią nell’XI secolo, diventa prevalente nel XIII secolo.



Per quanto il rilegatore, che non conosceva il testo, potesse fare attenzione alla successione dei fascicoli,
se alcuni fogli si scombinavano all’interno del fascicolo stesso, non c’era modo di saperlo,
per cui poteva accadere che nonostante l’ordine dei fascicoli venisse rispettato,
la sequenza dei fogli, e quindi il testo, non lo fosse.



A questa esigenza, nel XIII secolo, si rispose con l’invenzione della “numerazione a registro”.

Questa permetteva di rispettare rigorosamente la sequenza dei fogli in ogni fascicolo.
Sul recto di ogni carta venivano scritte una lettera e un numero romano,
la lettera indicava il fascicolo, il numero indicava il foglio, ad esempio:
#9726;Primo fascicolo: A I; AII; A III; A IV;
#9726;Secondo fascicolo: B I; B II; B III; B IV;
#9726;ecc..



Questa č la numerazione a registro di un quaternione (fascicolo composto da quattro fogli inseriti l’uno nell’altro,
quindi con otto pagine o carte) presente solo nelle prime quattro carte.
Non era necessario numerare le restanti quattro perche erano tutte collegate tra loro.



Terminata la numerazione i fascicoli venivano cuciti, prima al centro di ogni piegatura,
poi sovrapposti, l’uno con l’altro.
Rilegati i fascicoli insieme si procedeva con la sistemazione della coperta,
costituita da piatti in legno ricoperti spesso, ma non sempre da cuoio martellato.
Questi erano molto pił grandi dei fascicoli perché dovevano proteggerli dall’esterno e nel corso del tempo venivano spesso sostituiti,
per cui č molto raro, se non impossibile, trovare un manoscritto che conservi la coperta originale.

Gli angoli di questa venivano rinforzati da “cantonali” in ferro.
Al centro del piatto della coperta veniva fissata una borchia in ferro: questa serviva per evitare lo strofinio della stessa coperta
contro le superfici degli armadi e delle casse in cui veniva conservato il manoscritto,
in modo tale da preservare il pił possibile il cuoio.








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naną
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Posted - 08 June 2014 :  00:36:31  Vedi Profilo Send naną a Private Message  Rispondi quotando
















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Posted - 08 June 2014 :  00:55:08  Vedi Profilo Send naną a Private Message  Rispondi quotando

ARTE SACRA


















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