Graffio
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Posted - 12 February 2012 : 16:09:55
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“THE DALÍ UNIVERSE” è una mostra interamente dedicata a Salvador Dalí con più di 100 opere del Maestro del Surrealismo. Il visitatore avrà il piacere di ammirare collezioni ad oggi ancora poco conosciute, inerenti a diversi aspetti della produzione artistica dell’artista come le sculture in bronzo, le illustrazioni sui grandi temi della letteratura, gli oggetti in vetro e la serie in oro.
Fino al 18 di marzo,il Museo Diocesano di Santa Apollonia apre le porte ad una mostra unica nel suo genere, curata dal Presidente della Fondazione Ambrosiana Beniamino Levi, uno dei personaggi che ha conosciuto più da vicino l’opera di Dalí, ed è un’occasione che permette al pubblico di avvicinarsi agli aspetti meno noti del lavoro del grande artista. Gli spazi del museo ospiteranno sculture di grande formato, in cui il gioco surrealista delle connessioni e delle trasformazioni si ripropone in tutta la sua magia, e le ossessioni visive dell’artista prendono forma nello spazio attraverso la manipolazione fisica degli oggetti.
“The Dalí Universe” è un’occasione per scoprire opere significative del lavoro di Dalí quali “La Lumaca e l’Angelo” (1977/84), emblema del suo unico incontro con Sigmund Freud avvenuto a Londra nel 1938, o ancora le ossessioni scolpite come “La Persistenza della Memoria” (1980) e l’”Elefante Spaziale” (1980), che presentano due feticci ricorrenti nella poetica di Dalí come l’orologio molle e l’elefante con le gambe moltiplicate verso l’alto, ma anche i cassetti inseriti nei corpi umani come nella “Donna in Fiamme” (1980). Accanto alle grandiose sculture “The Dalí Universe” mostra al pubblico la veste poco conosciuta di Dalí illustratore: pochi sanno che il genio catalano si dedicò anche alla rilettura in chiave surrealista di moltissimi testi letterari, sia contemporanei che classici, come, tra quelli in mostra, “Mosè e il monoteismo” di Freud o “Carmen” di Bizet. Beniamino Levi, uno dei maggiori esperti di Salvador Dalí, ha conosciuto personalmente l’artista e il suo entourage fin dagli anni Sessanta, incontrando personalmente l’artista nelle sue residenze di Parigi, New York e nella sua terra natale, la Spagna. Levi rimase affascinato da alcune delle prime opere scultoree di Dalí, e per spronare il Maestro del Surrealismo ad esprimere nuovamente la sua arte in forma scultorea gli commissionò una serie di bronzi basati sulle immagini surrealiste più famose della sua incredibile carriera. Beniamino Levi ha ad oggi organizzato oltre 80 mostre di enorme successo che hanno avuto ottimi riscontri sia della critica che del pubblico, come dimostrano gli oltre 10 milioni di visitatori.
La mostra è visitabile fino al 18 marzo 2012, tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00, chiusa il Mercoledì. Ingresso intero 10 euro, ridotto 8 euro. L’evento è patrocinato dal Comune di Venezia e dalla Provincia di Venezia.
Ufficio Stampa Lightbox Cannaregio 3831 Venezia T. 041 2414390 / 347 7850764 / 393 9635253 Per info press@dalivenice.com
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-“Gli Dei sono diventati malattie” scrisse una volta C.G.Jung.Elaborando questa frase,Hillman si pone la questione più immediata per ogni psicologia:che cos’è la normalità psichica?A partire da quale soglia entriamo nel regno incontrollabile dell’anormalità?Con un’analisi stringente ed acutissima,Hillman ci mostrerà come la partita si giochi fra potenze che un tempo furono chiamate divine,prima di perdere ogni nome,e una struttura mentale,la nostra,che con esse è costretta ad avere a che fare,in ogni atto della vita,anche quando persegue,come l’intera civiltà occidentale,una “vana fuga dagli dei”.
/In IV di copertina,di Adriana Bottini in , James Hillman (LA VANA FUGA DAGLI DEI)
Da circa duemila anni i lati demoniaci dell’elemento femminile vengono continuamente respinti.L’immagine mitologica della madre di Dio,Maria,nella sua purezza e mancanza di peccato è un immagine tanto dannosa.Il fatto che la sessualità di Maria sia stata ignorata è forse qualcosa di innocuo;devastante fu invece il tentativo di reprimere tutti gli aspetti aggressivi,distruttivi dell’elemento femminile.”Maria ci salva dall’astuzia di Satana” si dice ne ‘Gli ultimi giorni di Hutten’ di Conrad Ferdinand Meyer.
Nella sua unilateralità l’immagine positiva,gentile e gradevole,dell’elemento femminile ha conseguenze molto dubbie.Ad esempio,sentiamo dire spesso che se le donne governassero il mondo,se tutte le madri si unissero,non ci sarebbero guerre,non ci sarebbero conflitti armati fra le nazioni o fra i diversi partiti politici.Virginia Woolf era appassionatamente convinta del fatto che tutti i conflitti armati potevano essere interpretati esclusivamente come la conseguenza dell’aggressività maschile.In altre parole la femminilità veniva equiparata alla natura pacifica,e ciò corrisponde proprio all’immagine mitologica della madre di Dio.Se noi perdiamo di vista il lato aggressivo e distruttivo dell’elemento femminile,se lo reprimiamo,allora non siamo più in grado di valutarlo e comprenderlo nel giusto modo.Rifacendomi alla mitologia,vorrei solo ricordare che Afrodite era l’amante di Ares,il Dio della guerra.E gli dèi dell’Olimpo furono molto lieti quando li videro cadere insieme nella rete.
Adolf Gugghenbuhl-Craig (Il Bene del Male)
-“ O gente benpensante!”esclamai sorridendo “Passione!Ebrietà!Follia!Voi ve ne state tranquilli,impassibili, voi gente morale! Condannate l’ubriaco,inorridite del pazzo e passate oltre come fanno i preti per la vostra strada,ringraziando Dio con un animo fariseo che non v’ha fatto come uno di questi.Io mi sono ubriacato più di una volta,le mie passioni non sono mai state molto lontane dalla pazzia:eppure non mi pento né di questo né di quello; anzi,nei miei limiti ho potuto rendermi conto che tutti gli uomini straordinari,tutti quelli che hanno realizzato qualche cosa di grande,d’incredibile,sono stati in ogni tempo diffamati come pazzi e ubriachi. Ma anche nella vita comune è insopportabile sentir gridare dietro a ognuno che abbia osato un’azione appena appena libera,nobile,o in qualunque modo inattesa: quello è ubriaco,quello è “toccato”!Oh vergognatevi ,voi sobri,vergognatevi voi savi!”
Johann Wolfgang von Goethe (I Dolori del Giovane Werther)
-Ero imprigionato nel presente,come gli eroi,come Gli ubriachi;colpito da momentanea eclissi,il mio passato Non proiettava più davanti a me quell’ombra di se stesso Che chiamiamo futuro;ponendo lo scopo della mia Vita non più nella realizzazione dei sogni del passato, ma nella felicità dell’attimo presente,non vedevo più in là di questo.E così,per una contraddizione che era tale solo in apparenza,nel momento in cui assaporavo un picere eccezionale,in cui sentivo che la mia vita poteva essere felice e in cui,dunque,essa avrebbe dovuto acquistare maggior pregio,proprio in quel momento, sciolto dalle preoccupazioni che fino allora avevo potuto crearmi,io l’abbandonavo senza esitare all’eventualità di un incidente.
(Marcel Proust –All’ombra delle Fanciulle In Fiore-)
-Uno gli chiese: 'Leonida, sei venuto con così pochi uomini a combattere contro un'armata?'. ed egli rispose: 'Se pensate che è il numero quello che conta, allora neppure l'intera Grecia basterebbe, perché è poca cosa in confronto alla loro massa. Se invece conta il coraggio, allora anche questi pochi uomini sono sufficienti'. A un altro che gli faceva la stessa domanda rispose: 'Sono comunque molti, visto che li ho portati qui a morire'. Serse gli scrisse: 'Hai la possibilità di regnare su tutta la Grecia, se smetti di opporti agli dei e ti schieri con me'. Egli mandò questa risposta: 'Se tu sapessi che cosa è una condotta di vita onorevole, rinunceresti a desiderare i bani altrui: per me è preferibile morire per la Grecia piuttosto che regnare sui miei compatrioti'. Quando Serse gli mandò un'altra lettera, intimandogli di consegnare le armi, gli rispose: 'Vieni a prenderle'.
(Plutarco)
-“Quando penso a New York ho una sensazione diversa.New York fa sentire anche al ricco che egli non conta nulla.New York è fredda,scintillante,crudele.Gli edifici ti dominano.C’è una specie di frenesia atomistica nell’attività che va avanti:quanto più furioso il passo,tanto più sminuito lo spirito.Un fermento continuo,
ma potrebbe benissimo avvenire in una provetta.
Nessuno ne sa lo scopo.Nesuno indirizza l’energia.Stupenda.Bizzarra.Sconcertante.Una terribile spinta reattiva,ma assolutamente priva di coordinazione.Quando penso a questa città,questa Manhattan di cui canta Whitman,una rabbia cieca,bianca,mi sfiora le budella.New York.Le prigioni bianche,i marciapiedi brulicanti di vermi,le file del pane,gli spacci d’oppio che si costruiscono come palazzi,gli ebrei che ci sono dentro,i lebbrosi,i sicari,e soprattutto l’ennui,la monotonia dei volti,strade,gambe,case,grattacieli,pasti,manifesti,mestieri,delitti,amori…Una intera città eretta sopra una vuota fossa di nullità.Senza significato.Assolutamente senza significato.E la Quarantaduesima Strada!La vetta del mondo,la chiamano.E il fondo allora dov’è?Se vai con la mano tesa,ti mettono cenere nel berretto.Ricchi o poveri, camminano con la testa buttata all’indietro e quasi si rompono l’osso del collo per levare lo sguardo sulle loro bellissime prigioni bianche.Vanno avanti come oche cieche e i fari spandono sui loro volti vuoti chiazze di estasi.”
Henry Miller (Tropico del Cancro)
-"Sono in moto. Sa cos'è una moto?" "Cazzate. Roba da finocchi. Gli uomini viaggiano a cavallo."
(Luis Sepùlveda)
”Mi domando se si potrebbe mai avere il minimo sospetto dell’esistenza dell’anima se tutto scorresse liscio a livello dell’Io”
(Albert Kreinheder)
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