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 Riflettendo in armonia
 mangiare etico si può....parola di veg :-)
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Raggio di Sole
Utente Master

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Posted - 23 December 2010 :  17:43:47  Vedi Profilo Send Raggio di Sole a Private Message  Rispondi quotando
Premessa
Questo topic non vuole essere una provocazione, nè tantomeno scatenare discussioni su chi abbia ragione e chi abbia torto,
vuole essere solo un modo per far riflettere su quanto l'uomo si senta padrone assoluto del mondo e delle creature che ne fanno parte!
Ho maturato delle scelte in questi ultimi anni, diventando vegetariana prima e vegana poi e sono felice di averlo fatto, anche se mi sento comunque in colpa per averci messo così tanto tempo!
Sono l'unica vegana in un mondo di onnivori e, per chi se lo stesse chiedendo, mia figlia è onnivora, mangia una quantità di legumi superiore alla media, ma non le nego la carne anche se poca...
sarà lei a scegliere cosa fare della sua vita...IO HO SCELTO PER ME!



“Sulla terra c’e’ abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti ma non per soddisfare l’ingordigia di pochi. I nostri pensieri,
per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni. Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”. Gandhi






La grandezza di una nazione e il suo progresso morale
si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali.

M. K. "Mahatma" Gandhi


C'è nell'uomo un soffio, uno spirito
che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio.
Gli animali non ne sono privi.

Giovanni Paolo II


Il veganismo non è una scelta.
La scelta termina dove inizia la vita di un altro.
Uccidere un essere vivente non è una scelta, è un assassinio.
- Autore sconosciuto

Raggio di Sole
Utente Master

8318 Posts
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Posted - 23 December 2010 :  17:46:00  Vedi Profilo Send Raggio di Sole a Private Message  Rispondi quotando
Lettera aperta ai vegetariani

di Marina Berati (marzo 2002)


Questa lettera è indirizzata a chi è vegetariano per motivi etici, ma non ancora vegano. Cosa voglio trasmettervi, in queste pagine? Voglio convincervi a diventare vegani, ve lo dico subito. Voglio spiegarvi perché lo sono diventata io, nella speranza che gli stessi meccanismi di pensiero e di empatia funzionino anche in voi. Forse pensate che sarebbe più utile convincere i carnivori a diventare vegetariani, piuttosto. Ovviamente va fatto anche questo, e le facciamo ogni giorno con tante iniziative, ma qui, in questa lettera, voglio comunicare con voi, voi vegetariani, che già sentite, come me, orrore e rabbia al solo pensiero che un animale possa essere ucciso, angoscia e furore per gli allevamenti, i pescherecci, i macelli. Così possiamo ragionare su basi comuni. E questo è un compito altrettanto importante, perché si tratta, anche in questo caso, di salvare delle vite.

Io sono stata vegetariana per nove anni. Non vi spiego i motivi, perché sono gli stessi vostri. Credevo che non sarei mai diventata vegana. Non è necessario, pensavo. Quello che voglio è non uccidere. E consumando latte e uova non si uccide nessuno. E' vero che c'è dello sfruttamento dietro gli allevamenti di galline ovaiole e mucche da latte. Ma il problema, allora, è cambiare i metodi di allevamento, di trattamento degli animali. Non è la produzione in sé di latte e uova, il problema. E' il metodo. Quindi, in linea di principio, mangiare questi alimenti non è sbagliato. Perché, comunque, non uccide. Devo dire che forse, anche fosse vero che il consumo di latte e uova non uccide gli animali, questo ragionamento non sarebbe stato molto valido, perché occorre comunque dissociarsi e non contribuire allo sfruttamento, quando esiste. Ma questo è quel che pensavo, e ne ero convinta. Forse anche molti di voi ne sono convinti, e, per essere più in linea coi propri principi, consumano solo uova di galline allevate a terra, o di piccole fattorie, e latte di allevamenti non intensivi.

Purtroppo, purtroppo per gli animali, intendo, questo non basta, perché c'è un problema in più: non è "solo" una questione di sfruttamento. Ma di uccisione. Perché anche il consumo di latte e uova implica, necessariamente, l'uccisione di animali. Non gli stessi individui che producono questi "alimenti" (o almeno, non subito), ma loro simili, i loro figli, che devono morire affinché questa produzione sia possibile. E' matematicamente, statisticamente, economicamente impossibile produrre latte e uova senza uccidere un altissimo numero di animali. Vi spiegherò ora perché. Per cui, alla fine, se avete scelto di essere vegetariani per non uccidere dovete, per lo stesso motivo, diventare vegani. Il motivo è identico, quindi è una decisione facile da prendere, perché ci siete già passati una volta. Siete già convinti della sua validità.

Mi concentro sul fatto dell'uccisione proprio per questo: si trattasse solo di sfruttamento, uno potrebbe sempre scegliere di usare prodotti di allevamenti non intensivi (il che significherebbe comunque, se si è coerenti, limitare molto il proprio consumo, renderlo minimale, perché gli allevamenti non intensivi non possono certo fornire prodotti a tutta la popolazione della Terra, nella quantità oggi considerata abituale). Ma si tratta invece di morte. E, come vegetariani per motivi etici, siete di sicuro già convinti che non sia lecito UCCIDERE gli animali. Perciò, punto su questo.

Perché produrre uova significa uccidere animali? Sentiamolo prima dalle parole di un allevatore di galline ovaiole. Vediamo qual è la realtà. I fatti, solo i fatti. E vediamo di tradurre questo esempio in una regola generale.

MUCCA PAZZA: SOS SMALTIMENTO IN DISCARICA PER PULCINI MORTI (ANSA) - ASTI, 3 FEB 2001 - Preoccupazione per lo smaltimento in discarica di quintali di pulcini morti, prima destinati alle industrie produttrici di farine animali, è espresso dagli allevatori dell'astigiano. L' SOS viene, in particolare, dall'azienda "Valversa" di Cocconato dove c'è il più grande impianto italiano di incubatrici per pulcini. "Ogni settimana - spiega Valerio Costa, uno dei fratelli titolari dell'azienda - dalle nostre incubatrici nascono 260.000 pulcini. Circa metà sono femmine e vivono per diventare galline ovaiole, l'altra metà maschi e vengono uccisi". Ogni settimana, dunque, tra pulcini morti e gusci d'uova, circa 300 quintali di scarti riempiono almeno 2 autocarri che, fino a quindici giorni fa, erano destinati alle fabbriche per le farine animali a un costo di 30 lire al chilogrammo. Adesso il sindaco di Cocconato, Carlo Scagno, dopo aver sentito tutte le autorità sanitarie regionali, ha emesso un'ordinanza che consente lo smaltimento nella discarica torinese di Basse di Stura per una spesa di circa 1.000 lire al chilo. "Non sappiamo - ha aggiunto il sindaco - fino a quando la discarica torinese potrà accogliere questi rifiuti speciali". D'altra parte "nell'azienda - afferma Costa - si lavora a pieno regime. Bloccare le incubatrici che ogni 21 giorni fanno nascere oltre un milione di pulcini e bloccare l'allevamento di oltre 50 mila galline che producono uova per le incubatrici, sarebbe un disastro". (ANSA).

Che cosa si ricava da questo, in sostanza? Che, mediamente, al fine di far nascere una gallina ovaiola, un pulcino maschio viene ucciso. Nella maggior parte dei casi viene ucciso subito, tritato, soffocato, gasato. Questo è il caso più "fortunato" per lui. In alcuni altri casi, vive qualche settimana per poi essere macellato come pollo. E questo vale ovviamente anche per le galline dei piccoli pollai a conduzione familiare o amatoriale. Anche per quelle galline che non finiranno mai macellate (come invece finiscono macellate quelle ovaiole degli allevamenti intensivi, in gabbia o a terra che siano, a fine carriera). Se in un pollaio ci sono anche solo cinque galline, da qualche parte saranno nate, no? Non ci sono di certo anche cinque galli, lo dice pure il proverbio... Al più, un gallo. E gli altri quattro, che statisticamente devono essere nati per poter aver le cinque galline femmine? Uccisi. Da qualunque posto venissero le galline. Questa è solo logica, e statistica.

Veniamo al latte. Perché la sua produzione comporta l'uccisione di animali (a parte le mucche da latte stesse, a fine carriera)?

Un esempio, dal mondo reale della produzione della mozzarella di bufala, una testimonianza di prima mano (apparsa in una mailing list a diffusione pubblica):

12 marzo 2002 - Il 12 di febbraio ultimo scorso, tornando a casa, ho intravisto una grande macchia scura sul bordo della strada. Avvicinandomi, ho visto che "la cosa"... era un bufalotto di alcuni giorni, ancora vivo. Devo dire che diverse volte negli anni mi è capitato di vedere carogne di bufalotti nei campi e lungo le strade, e ho sempre pensato che fossero morti di malattie perinatali. Ho segnalato il fatto all'autorità competente che è intervenuta per rimuovere la carcassa. Ma questa volta non si trattava di un cadavere, era un animale vivo. Un bufalotto maschio, senza marca nell'orecchio, senza padrone. L'ho caricato in macchina e l'ho portato a casa. Ho chiamato subito il Servizio Veterinario il cui responsabile ha detto che posso tenerlo per farlo crescere, perché probabilmente è stato abbandonato essendo un maschio. Allora i maschi vengono abbandonati? Si, mi è stato risposto, è l'abitudine in zona. Per legalizzarlo sono andata ai Carabinieri per fare la denuncia di "ritrovo". Anche il Comandante "sapeva": i maschi si uccidono, si lasciano lungo le strade, è "normale", non servono, non danno latte. Si parlava di soffocarli buttando la paglia in gola... Con il Servizio Veterinario abbiamo fatto i calcoli: circa 15.000 bufalotti maschi all'anno "non nascono" ufficialmente. Ma devono essere nati, perché la natura procura l'equilibrio: nascono tanti maschi come femmine. E se sono iscritti 40.000 bufali femmina devono essere minimo 15.000 i maschi che "spariscono". Ho sentito di altri "metodi" di uccisione: la maggior parte degli allevatori semplicemente lascia morire di fame i neonati, cioè li allontanano dalla mamma subito dopo il parto e non danno più attenzione. Muoiono! Basta! Ci sono quelli che li sotterrano vivi e ci sono quelli che li buttano nella fossa del letame. Qualche allevatore locale cresce i bufali maschi per la carne. Una percentuale molto bassa. Per il resto, per continuare a produrre mozzarella di bufala si dovrebbe organizzare una raccolta dei piccoli appena nati per portarli ai macelli.

Al di là dell'esempio specifico, per far produrre latte alla mucca occorre farle partorire un vitellino. Uno ogni anno, o ogni due, in ogni caso, se il vitellino è maschio non potrà vivere come "mucca da latte", perciò vivrà qualche mese e poi verrà macellato. I bufaletti fanno la stessa fine dei pulcini, ammazzati, o lasciati morire, appena nati. I vitellini invece vengono abitualmente mangiati, perciò vivono qualche mese per mettere su carne.

In conclusione, non è pensabile che possano essere mantenuti "a sbafo" animali improduttivi (i maschi). Anche nei piccoli allevamenti. Significherebbe raddoppiare i costi. E se mai gli allevatori e i consumatori diventassero così (e comunque ADESSO non lo sono e quindi ADESSO latte e uova implicano morte) tanto sensibili al benessere degli animali da consentire agli animali maschi di vivere... credete davvero che non sarebbe più probabile che si arrivasse invece a una semplice rinuncia a quella piccolissima quantità di prodotti animali che allevamenti di questo genere consentirebbero di ottenere?

Mi sembra così dimostrata, in termini logici, e in termini empatici (con i due esempi sopra riportati, che non possono non far inorridire un vegetariano), la necessità di diventare vegani. Il perché queste ragioni non siano immediatamente visibili non lo so, io stessa ci ho messo nove anni a rendermene conto. E ora sono vegana da cinque anni. Una volta scoperti i motivi, quale può essere la remora a diventare vegani? Solo qualche problema pratico in più. Maggiore difficoltà nel mangiare fuori casa. Minore scelta di cibi, e quindi qualche dubbio sul "ma cosa posso mangiare???" Perplessità sull'aspetto salutistico no, perché è noto che latte e uova di certo non fanno bene, anzi. Piuttosto, il non voler rinunciare alla mozzarella così buona o all'omelette alle verdure. Però... ci siamo già passati una volta, nella transizione da carnivori a vegetariani. E ce l'abbiamo fatta. Possiamo farcela anche questa volta. Dopotutto, questi sono gli stessi motivi che adducono i carnivori nel non voler diventare vegetariani. E noi, da vegetariani, non li accettiamo, vero?

Attenzione: è vero che facciamo già molto come vegetariani, e non possiamo essere perfetti, che non ridurremo mai a zero il nostro impatto negativo sul mondo e sugli animali, però... queste non possono essere delle ragioni per non fare il più possibile il prima possibile. Una volta che ci rendiamo conto del perché sia giusto e necessario.

Datevi tempo. Ma iniziate a pensarci. Grazie.




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M. K. "Mahatma" Gandhi


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n.n
cancellato

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Posted - 23 December 2010 :  19:34:06  Vedi Profilo Send n.n a Private Message  Rispondi quotando
Interessante lettura però Anto sarebbe bello se spiegassi chiaramente la differenza tra vegetariano e vegano.
Io da bravo ignorante non sapevo assolutamente cosa volesse dire Vegano e l'ho cercato in rete e forse ho capito ma si trova poco di specifico sulla parola.

Io non sono vegetariano pur amando moltissimo gli animali non ho mai ucciso nemmeno le mie galline per mangiarle forse manca la consapevolezza di cosa succede dietro al pacchetto di carne che si compera e consuma
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Raggio di Sole
Utente Master

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Posted - 23 December 2010 :  22:38:22  Vedi Profilo Send Raggio di Sole a Private Message  Rispondi quotando
quote:

manca la consapevolezza di cosa succede dietro al pacchetto di carne che si compera e consuma



Si jo, purtroppo hai perfettamente ragione!
Ho aperto questo topic anche,forse soprattutto, per questo motivo..
Fino a quando ci limiteremo a vedere la fettina solo come tale non saremo mai in grado di scegliere se mangiarla o meno, ma se cerchiamo di andare oltre allora si che potremmo farlo!
Non voglio dire che tutti diventerebbero vegetariani o vegani, ma forse si riuscirebbe almeno a ridurre notevolmente il consumo di carne che negli ultimi anni ha raggiunto delle percentuali spaventose.
Non era mia intenzione liquidare l'argomento solo con il post precedente, anzi, spero di avere modo di approfondire un pò il tutto.. in realtà ero partita con l'idea di introdurre il vegetarismo per poi passare al veganismo.. poi invece ho deciso di postare quella splendida lettera che a suo tempo mi diede l'input per virare verso il secondo perchè trovo che esprima molto, molto bene quello che io stessa provo.

In linea generale si definisce vegetariano (latto-ovo-vegetariano) chi esclude dalla propria alimentazione carne e pesce, ma continua a consumarne i derivati, quindi uova, latte, formaggio, miele

Il vegano invece è colui che esclude dalla propria alimentazioni oltre a carne e pesce anche tutti gli altri prodotti derivati dallo sfruttamento animale. I vegani etici estendono il loro rifiuto a prodotti di origine animale anche in tutti gli altri settori: abbigliamento (no lana, no seta, no pelli o cuoio) cosmesi ( no collagene, no pappa reale, no prodotti testati su animali) ecc.

Si può seguire una dieta vegetariana per ragioni etiche, ambientali, salutistiche, politiche o religiose. Solitamente, chi è vegetariano lo è per una combinazione di queste ragioni. Uno dei fondamenti etici di questa scelta è la filosofia antispecista e non violenta (esemplificata ad esempio nella posizione di filosofi come Helmut Friedrich Kaplan) della quale la dieta vegana rappresenta solo un aspetto, e che ha importanti riflessi in campo sociale, politico ed economico.





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n/a
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Posted - 23 December 2010 :  22:49:31  Vedi Profilo Send n/a a Private Message  Rispondi quotando
A me sembra un pò troppo esagerato il tutto...scusa anto, ma è quello che penso










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Raggio di Sole
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Posted - 23 December 2010 :  22:58:32  Vedi Profilo Send Raggio di Sole a Private Message  Rispondi quotando
Riguardo le ragioni di natura prettamente etica e morale, il termine vegetarismo si configura come una sineddoche per varie forme di abitudine alimentare motivate da scelte etico-filosofiche spesso ispirate alla nonviolenza, al pacifismo e all'animalismo o al rispetto dei diritti degli animali. Si parla in questo caso di vegetarismo etico.

La prima delle ragioni specifiche del vegetarismo etico è la coerenza tra il sentirsi individui nonviolenti e la rinuncia a un cibo per la produzione del quale si è ricorsi a violenza. Il vegetariano animalista è prevedibilmente contrario all'idea di nutrirsi a spese di animali la cui incolumità non andrebbe violata.

Le ragioni etiche del vegetarismo scaturiscono dalla tesi secondo la quale gli animali sono, similmente all'uomo, esseri senzienti, capaci cioè di provare emozioni quali gioia o dolore; secondo i vegetariani, ciò implica che agli animali dovrebbero essere riconosciuti i medesimi diritti alla vita, alla libertà e a non essere torturati che la società riconosce agli esseri umani. Viene talvolta criticata l'illogicità e la presunzione di una visione della vita ritenuta antropocentrica e di conseguenza si considera immorale uccidere gli animali o sfruttarli per ricavarne cibo, come negli allevamenti e nei macelli perché si ritiene inaccettabile la sofferenza e la morte inflitte agli stessi.

Per ragioni etiche si rifiutano alcuni o tutti i prodotti derivati dallo sfruttamento degli animali:

Alimenti: carne, pesce, crostacei, frutti di mare, pollame, uova, strutto (a volte anche usato nella preparazione del pane), latte e i suoi derivati, miele e qualsiasi altro alimento di origine animale o che utilizzi sostanze di origine animale nella sua fabbricazione o composizione.
Vestiario e arredamento: cuoio, seta, lana, piume e ornamenti in osso o avorio.
Cosmetici: cosmetici, creme, sapone, dentifrici, profumi o qualsiasi altro prodotto che sia stato testato su animali o che contenga sostanze di origine animale.
Medicinali: medicinali, vaccini e qualsiasi altro prodotto medicamentoso che sia stato testato su animali o che contenga sostanze animali.
Mangimi per animali domestici: mangimi a base di carne e pesce o di altre sostanze derivanti dallo sfruttamento e dall'uccisione di animali. Sono reperibili, nei negozi specializzati e tramite la vendita on-line, mangimi completi per animali domestici a base esclusivamente vegetale.
Altri prodotti: alcuni tipi di strumenti musicali (ad esempio djembe fatti con pelli di capra), pellicole fotografiche (contenenti gelatina), coperture o dischi in vinile (prodotto con l'utilizzo di grasso animale).
Vengono boicottate inoltre alcune attività come caccia, pesca, circhi che utilizzano animali, rodei, giardini zoologici, corse e lotte che utilizzano animali (come la corrida) e qualsiasi altra attività che contribuisca allo sfruttamento degli animali.

fonte wikipedia




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Raggio di Sole
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Posted - 23 December 2010 :  23:02:07  Vedi Profilo Send Raggio di Sole a Private Message  Rispondi quotando
quote:
Originalmente inviata da dona

A me sembra un pò troppo esagerato il tutto...scusa anto, ma è quello che penso




libera di esprimere la tua opinione dona
io non cerco adepti, spero solo di riuscire a mettere in luce tanti aspetti delle nostre scelte alimentari che si conoscono poco o non si conoscono affatto!






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gupi
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Posted - 24 December 2010 :  10:53:17  Vedi Profilo Send gupi a Private Message  Rispondi quotando
quote:
Originalmente inviata da anto

Il vegano invece è colui che esclude dalla propria alimentazioni oltre a carne e pesce anche tutti gli altri prodotti derivati dallo sfruttamento animale. I vegani etici estendono il loro rifiuto a prodotti di origine animale anche in tutti gli altri settori: abbigliamento (no lana, no seta, no pelli o cuoio) cosmesi ( no collagene, no pappa reale, no prodotti testati su animali) ecc.






ma allora cosa mangiano precisamente...?


Per quanto tu possa camminare, e neppure percorrendo intera la via, tu potresti mai trovare i confini dell'anima: così profondo è il suo lógos.
(Eraclito)


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