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romantico
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Posted - 13 January 2009 : 21:02:14
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Le città della Magna Grecia:
La città: L'antica Kaulon è compresa nell'area di Punta Stilo a Monasterace, affacciata sul Mare Jonio, in Calabria, Italia. I primi veri rinvenimenti della nostra civiltà risalgono al 1890, per merito di Paolo Orsi, che rinvenne in prossimità della spiaggia di Monasterace Marina, i resti monumentali di un grande tempio dorico.
L'insediamento è di origine greca, avvenuta nel VII Sec AC. La tradizione vuole che la città sia stata fondata da Kaulon (da cui il nome), figlio della amazzone Clete, al tempo della guerra di Troia. Kaulon come centro urbano, si espandeva, nell'attuale territorio di Monasterace Marina, dal promontorio Cocinto che oggi ospita il faro a cui alla base si trova il Tempio dorico ed il porto oramai sommerso dalle acque dello Jonio, fino ai colli del Tarsinale e contrada Lambrosi.
Il tutto era circondato da una cinta muraria con 12 torri, ritrovata da Paolo Orsi. La cinta muraria variava dai 2 ai 5 metri, a secondo il grado di pericolosità di incursione. Delle torri, non rimane ad oggi nulla, poiché in epoche successive alla distruzione da parte dei campani nel 277 a C., il materiale è stato usato per altri edifici, tra cui la Cattolica a Stilo.
I quartieri erano quello di Cocinto, Passoliera, Piazzetta, Neapolis Settentrionale e Meridionale, per una superficie di circa 50 ettari e 3.000 metri di perimetro. ---------------------------------------------------------
Rocchi di colonne rinvenute nel fondo marino antistante il Tempio dorico, custodite nel Museo di Monasterace.
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Una perplessità è legata alla domanda (a cui sono state date diverse risposte ma discordanti) sul perchè i recenti testi della sovrintendenza alle belle arti della Calabria chiamano quella che è sempre stata KAULON, KAULONIA. La maggioranza degli archeologi ha risposto che Kaulonia è la forma di espressione linguistica greca più appropriata! - Quindi poiché dello stesso ceppo linguistico, mi domando a quando Kroton cambierà in Krotonia?
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Pitagora :
Vissuto tra il 580 e il 500 a.C. Pitagora
Conoscere il luogo di nascita per quanto apparentemente non essenziale, è sicuramente motivo di vanto per la storia e la discendenza. Avvalorare l'ipotesi o meglio provare che i suoi natali erano italiani non è nostro compito; citare testi e testimonianze si!
Per alcuni studiosi è nato a Samo in Grecia, ma altri affermano che possa essere nato in Italia; tra i più autorevoli, S. Tommaso d' Aquino, che narra: ...vi furono altri filosofi italici in quella parte dell'Italia; una volta chiamata Magna Grecia ed oggi detta Puglia e Calabria, dei quali filosofi il più eminente fu Pitagora, Samio di patria, così detto da una certa città della Calabria". Samo è una cittadina posta in piena Magna Grecia. A 40 anni si trasferì a Kroton dove fondò una scuola di pensiero, che era anche una associazione politica e religiosa di uomini e di donne, famosa per la cultura e le doti atletiche dei suoi membri. Ebbe una grande influenza nella vita politica della città e fu circondato da rispetto e da fiducia illimitati. Pitagora giunse a Kroton quando la città aveva subito una grave sconfitta da parte dei Locresi nella battaglia della Sagra, presso il fiume Torbido, a Marina di Gioiosa Jonica, al confine tra le città di Locri e Kaulon. Con la sua eloquenza riuscì a sollevare il morale della popolazione, è il periodo in cui grande era il suo potere politico, lo si evince anche alcuni anni dopo, nel 510 a.C. quando scoppiò la guerra tra Sybaris, oggi Sibari, e Kroton. Il tiranno di Sybaris intendeva ottenere la restituzione di 500 ricchi cittadini fuggiti della Sibaritide rifugiatosi a Kroton, intimò la guerra poichè le autorità con Pitagora in testa, erano per il sostegno del dovere religioso, del rispetto dell'asilo. La guerra si concluse con la sconfitta e la distruzione di Sybaris.
I pitagorici favorivano gli interessi aristocratici, ed il loro ribadire, come base della politica l'origine autoritaria della verità, l'organizzazione gerarchica della comunità, l'obbligo del silenzio sugli insegnamenti della setta, e, non ultimo, la pratica del vegetarianismo accompagnata da crociate contro macellai e cacciatori, finì col creare malcontenti, che esplosero in una violenta sommossa popolare. Essi furono cacciati dalla città e Pitagora fuggì verso Locri facendo tappa a Kaulon, dove la sua scuola, che contava molti adepti, si era prodigata per far accogliere da Locri il suo maestro, ma i Locresi gli rifiutarono asilo, lo trovò successivamente a Metaponto, dove pochi anni dopo,alla età di novanta anni morì. Per i pitagorici, i numeri sono il principio di tutte le cose. L'eredità che essi hanno lasciato è grande: il teorema del quadrato e dell'ipotenusa, ilcalcolo decimale, la tavola pitagorica, ecc. Altro aspetto rilevante era la cura dell'anima e del corpo. La musica libera l'anima dalle passioni irrazionali e il corpo dalle malattie: la purificazione dell'anima è anche purificazione del corpo, e viceversa. Essi si dedicavano alla corsa e alla lotta e seguivano rigorose prescrizioni dietetiche.
Adriano Scrivo
SAN GIOVANNI THERESTIS
S. Giovanni Therestìs nacque nel 995, in un momento particolarmente drammatico per la Calabria e, soprattutto per la zona di Stilo, dove vivevano i genitori del Santo. Gli arabi di Sicilia, infatti, in una delle loro improvvise incursioni si spinsero fino a Stilo, catturarono, fra gli altri, i genitori di Giovanni e ne uccisero il padre, che era un arconte di Cursano (nel territorio di Stilo). La madre venne portata con la forza a Palermo, dove fu destinata ad arricchire l’harem di un capo arabo. La donna, al momento della cattura e dell’uccisione del marito, era incinta e, a Palermo, nella casa di un capo maomettano, diede alla luce Giovanni. Il bambino crebbe, così, fra persone che adoravano Maometto. Quando Giovanni compì diciotto anni, la madre pensò che fosse arrivato il momento per spiegargli tutta la situazione e per farlo tornare in patria, a Stilo, dove c’era il palazzo di famiglia che conteneva un tesoro. La donna raccomandò al figlio di farsi battezzare appena arrivato in Calabria.
Una volta a Stilo, Giovanni si recò dal vescovo e, raccontata la sua vicenda, chiese di essere battezzato. Il vescovo, non pienamente convinto, decise di metterlo alla prova. Fece bollire una caldaia d’olio e poi disse a Giovanni che se voleva il battesimo doveva meritarselo, gettandosi nella caldaia. Di fronte alla prontezza del Santo ad eseguire quanto gli veniva richiesto, il vescovo si convinse della sua risolutezza e lo battezzò. Desideroso di vita solitaria e penitente, il Santo si recò in un monastero, nei pressi di Stilo, dove vivevano alcuni santi monaci, con a capo Ambrogio e Nicola. Dopo molto tempo, Giovanni si ricordò del tesoro di famiglia a cui la madre aveva accennato prima di farlo partire per la Calabria. Trovatolo, il Santo distribuì tutto ai poveri, secondo la regola monastica.
Il miracolo più famoso Giovanni lo compì presso Robiano (Monasterace), dove abitava un benefattore del monastero. Giovanni si recò a fargli visita portando con sé del vino e del pane. Durante il tragitto due mietitori presero a canzonarlo. Giovanni si fermò e offrì loro pane e vino. Essi accettarono e presero a mangiare, ma la quantità degli alimenti non diminuì. Mentre il Santo era in ginocchio per ringraziare Dio, scoppio un violento temporale. I mietitori trovarono riparo sotto gli alberi. Quando il Santo si alzò dal suo raccoglimento, tutto il grano era mietuto e già raccolto in covoni. Stupito egli stesso dello straordinario fenomeno, Giovanni decise di sparire tornando al monastero da cui era partito. I mietitori, vedendo il lavoro già terminato, andarono dal padrone a chiedere i soldi. Ma quest’ultimo volle accertarsi dello straordinario accadimento e, una volta sicuro, divulgò l’accaduto. Da quel giorno Giovanni fu chiamato il Therestìs, il Mietitore. La fama del Santo arrivò fino a Mileto, dove il conte Ruggero aveva posto la sua sede. Il figlio era afflitto da una brutta piaga al viso che nessun medico era riuscito a guarire. Si recò, allora, a Stilo, S. Giovanni era già morto, ma Ruggero, asciugatosi il viso con gli indumenti portati in vita dal Santo, guarì. Da allora i normanni arricchirono la chiesa di parecchie donazioni.
S. Giovanni il Therestìs morì il 1050 e venne sepolto nella chiesa dedicata alla Madonna del Maestro, chiesa che, insieme al monastero, prese, successivamente, il nome del Santo. Monastero ---------------------------------------------------------------------
Il tempio dorico
Il Tempio Dorico A pochi metri dalla riva del Mare Jonio, ai piedi del promontorio Cocinto, sono stati rinvenuti i resti del tempio Dorico che viene datato dagli archeologi all'anno 420 aC. L'edificio di cui è rimasta solo la base, misura 18X41 metri ed era provvisto di 36 colonne distribuite nel perimetro esterno.
Non si è ancora certi sulle cause della sua distruzione, si suppone che già in epoca romana le sue pietre furono usate per la realizzazione di altri edifici, e non si esclude, vista la vicinanza che l'anfiteatro romano di Marina di Gioiosa Jonica sia stato parzialmente costruito con materiale riportato anche da Kaulon.
L'opera archeologica degli ultimi anni ha constatato che il tempio era coperto da tegole di cui scavi hanno rinvenuto bellissimi esemplari integri.
L' indirizzo religioso è ad oggi indefinito, ma scritti storici avvicinano la tesi che sia stato edificato in onore di Giove Homarios. Quello Dorico non era il solo tempio di Kaulon, resti datati V secolo aC. raccolti in località Tarsenale (o Passoliera) e ricomposti al Museo Nazionale di Reggio Calabria fanno ammirare ai visitatori la ricostruzione del magnifico "Tempio della Passoliera".
Altri resti ritrovati nel comune di Monasterace fanno supporre ad un'altro edificio di culto, ma la soprintendenza alle Belle Arti, attualmente ed oramai da molti decenni non attua nessuna campagna di scavi organizzata e risolutiva per portare alla luce tutti i reperti di una delle città più antiche, gloriose e ricche di tutta la Magna Grecia.
Attualmente, metà del territorio di Monasterace Marina, circa 25 ettari, è "bloccato" dalle Belle Arti, in quanto si è accertato che il sottosuolo è stracolmo di reperti. Facile immaginare lo stato d'animo della popolazione che vede impraticabile i propri terreni e le comunicazioni tra i quartieri cittadini stravolti e obbligati a lunghi percorsi. Adriano Scrivo ----------------------------------------------------------- Talete Sui personaggi contemporanei a Kaulon e la Magna Grecia, la nostra ricerca si sofferma su Talete. Vissuto tra il 624 e 545 a.C. Per lui l'archè (principio) è l'acqua.
Aristotele, che ci tramanda il suo pensiero e sostiene che Talete individuasse nell'acqua e nell'umido l'alimento di tutte le cose. E' umido inoltre il seme di tutto ciò che muore si secca.
La terra secondo Talete, galleggiava sull'acqua e le onde causavano i terremoti. Influenze mitologiche e la origine marinara di Mileto possono spiegare questa posizione. Egli aveva una visione ilozoistica (da hyle materia, zoè vita) della realtà, secondo la quale c'è un' anima in tutte le cose e tutto è pieno di dei; lo stesso magnete avrebbe un'anima per la sua capacità di attrarre il ferro.
Talete fu famoso come scienziato, considerato uno dei sette saggi dell'antichità. Egli è considerato il padre della filosofia, con le sue due anime teoria e pratica. Riteneva inoltre che compito del filosofo non era arricchirsi, sebbene, il filosofo fosse in grado di farlo più degli altri.
Adriano Scrivo La Calabria è patrimonio archeologico: KAULON -------------------------------------------------------------------
Krimisa, Ciro' L'identificazione di Krimisa ancora non completamente risolta è attualmente a favore della zona attorno a Cirò Superiore, dove gli studiosi hanno evidenziato delle continuità abitative dall'età del ferro fino a quella romana; indiscussa è invece la collocazione del tempio di Apollo Aleo nei pressi di Cirò Marina ed il fiume omonimo è stato riconosciuto nel Lipuda
Numerosi sono i ritrovamenti nell'area di Krimisa, nel 1914 Paolo Orsi ritrovò una necropoli dell'età del Ferro (VIII a.C.), con vasi e bronzi, in località Cozzo a Cirò Superiore. Sempre da Cirò Superiore provengono sei asce bronzee. All'età successiva (V-IV a.C.) rimandano alcuni reperti del santuario di Cozzo Leone, dedicato forse a una divinità femminile. Ritrovamenti del IV e III a.C. si susseguono con: mura, antefisse, ceramica, depositi votivi relativi al culto di Persefone, fornaci e necropoli. Piuttosto isolata, in contrada Oliveto si segnala una tomba a camera. In età romana, resti di ville sulla sponda sinistra del Lipuda. II santuario di Apollo, edificio, scavato da Paolo Orsi nel 1924, presenta due fasi costruttive: una tardo-arcaica (della fine VI a.C., con pianta di 46 x 19 m, e una di III a.C., quando, venne aggiunta una peristasi in pietra (8 x 19 colonne).
Al Museo Nazionale di Reggio Calabria, oltre a sei asce in bronzo da località S. Elia, si conservano i materiali provenienti dallo scavo che Paolo Orsi fece nel 1924 al tempio di Punta Alice: la testa e i piedi in marmo di un acrolito raffigurante Apollo (480 a.C.), una parrucca bronzea (480-460 a.C.) di un acrolito.
Al Museo di Crotone sono custoditi, i materiali della necropoli di Cozzo del Salterello (VIII a.C.), la ceramica greca di Taverna (VII-VI a.C.) e i materiali della stipe votiva di Cozzo Leone (V-IV a.C.). Dal santuario di Apollo provengono capitelli dorici del tempio, rocchi di colonne, frammenti di architrave, terrecotte architettoniche e un'antefissa a disco. ----------------------------------------------------
Kroton, Crotone Il nome della città, Kroton, è quello del mitico figlio di Lakinios fu ucciso per errore dall'amico che stava ospitando, Eracle; questi, addolorato per l'evento, dopo avergli innalzato un grande monumento funebre, predisse agli indigeni, il futuro glorioso della città che da Kroton appunto avrebbe tratto il nome. Lo stesso Diodoro ci trarmanda il mito dell'acheo Myskellos di Rhype, quale ecista di Crotone: L'eroe si accinse a fondare la città nell'VIII° a.C., dopo aver ricevuto il responso dell'oracolo di Delfi che lo invitava a cercare il sito "nelle belle pianure" vicino al Lacinio, alla sacra Krimisa e al fiume Esaro, distogliendolo dalla scelta dell'allettante piana di Sibari. La fertilità del terreno e la bontà del clima, cui più volte fanno riferimento le fonti per motivare le numerose vittorie degli atleti Krotoniati ai giochi olimpici, spiegano la scelta del sito: un ambiente dunque molto diverso dalla realtà odierna, profondamente mutata a causa dei dissennati disboscamenti operati dall'uomo.
Cenni storici narrano che Polibio, Livio e Strabone ricordano la fama della città per avere ospitato Pitagora, per aver dato i natali ad atleti come Milon e Astylos o medici illustri come Alcmeone e Democede . Nel 540-538 a.C. Kroton, con Kaulon, Sybaris ed altri alleati, assalì e distrusse Siris ed a seguito di tale guerra si rivolse contro Locri, che aveva sostenuto Siris, ma nella battaglia della Sagra, contro ogni previsione, perse, si dice, per l'intervento divino dei Dioscuri a favore dei Locresi. La città si riprese con l'arrivo di Pitagora, che implicò anche una svolta nella politica e incrementò gli studi matematici, astronomici e medico - naturalistici. Nel 510 a.C., in soli 70 giorni, i Krotoniati, alleati con Metaponto, assediarono ed espugnarono la potentissima Sybaris, annettendone il territorio che rimase sotto il loro dominio, fino alla fondazione di Thurioi nel 444 a.C.. Nel V° a.C. promosse, assieme a Kaulon e Skylletion, l'istituzione della Lega italiota, con sede nell'Heraion di Capo Colonna. Aggredita nel IV° a.C. da Dionisio di Siracusa, fu presa da Agatocle nel 295 a.C.; nel 277 a.C., durante le guerre di Pirro, fu occupata dai Romani, quindi nel 215 a.C., a causa dell'assedio di Cartaginesi e Brettii, fu abbandonata dagli abitanti, che si rifugiarono a Locri. Infine nel 194 a.C., fu integrata in territorio romano.
Le testimonianze archeologiche documentano una metropoli, che aveva un circuito murario di oltre 18 km. Nel 1541, con la costruzione del castello da parte di don Pedro di Toledo, si distrussero i monumenti dell'acropoli. Gli scavi, a partire dal 1973, hanno portato a conoscere parzialmente la planimetria urbana, i santuari e le necropoli, tuttavia l'espansione selvaggia della città moderna non permette il recupero e l'attività di scavi clandestini, hanno saccheggiato il territorio a favore di antiquari e collezionisti senza scrupoli. L'abbondante materiale archeologico proveniente dagli scavi urbani di Crotone si conserva al Museo Archeologico Nazionale, che ha raccolto anche le collezioni del vecchio Museo Civico, sempre a Crotone. ------------------------------------------------------ Luoghi e tradizioni calabresi La Calabria per storia di isolamento storico, geografico e politico è custode di tradizioni uniche e radicate. Alcune località vivono da millenni usi e rituali che l'occhio del turista e visitatore rimane colpito per la straordinaria spontaneità con il quale noi calabresi conviviamo con gli stessi. Le isole bizantine, albanesi e tutte le altre minoranze etniche fanno altresì ancora più colorita e variegata la vita e le rappresentazioni della stessa in Calabria. Tutto questo viene rappresentato anche da uno sfondo architettonico unico al mondo. Le culture più antiche hanno trovato in Calabria terreno fertile per il loro sviluppo e conservazione, il calabrese, ha saputo adattarsi ed appropriarsi di tutti i segreti ed i privilegi di tanta cultura.
La Calabria, regione con la più antica cultura in Italia ed escluso la Grecia la più antica in Europa. Dai fasti magnogreci tratteniamo ancora lingua e tratti somatici, le tradizioni gastronomiche poi anche oggi in piena era di globalizzazione ci distinguiamo per una dieta assolutamente tradizionale, i nostri prodotti sono ancora tra i più genuini per gusto e produzione che il mercato può offrire. Di tutto questo si ha un riflesso importante anche nella nostra dieta e nel vivere quotidiano. I nostri mercati sono inondate di aromi e spezie raccolti nelle nostre terre prive di qualsiasi forma di industrializzazione, i nostri mercati sono pieni di gusto secco, antico, privo di intrugli e alterazioni moderne.
La nostra terra è un museo a cielo aperto, ogni piccola comunità, ogni piccolo paese, può vantare un reperto storico tante volte unico al mondo, tante volte ancora vissuto nella quotidianità. I nostri reperti sono unici anche per il fascino di una storia mai scritta, per le leggende che ruotano intorno, per tratti mai confermati dagli studiosi, per le interrogazioni e la posizione dei siti archeologici.
I nostri luoghi emanano un'unica luce con gli abitanti, fieri e orgogliosi di una appartenenza che malgrado il tentativo millenario di sottomissioni, non solo resiste, ma è capace di esportare nel mondo intero esempi unici di uomini di cultura e scienza, di tecnica e filosofia. Siamo sempre stati poco numerosi noi calabresi nella nostra terra, siamo sempre stati invece numerosissimi nelle varie terre del mondo. In queste terre abbiamo portato forza lavoro, esempio e modello di vita millenario, passione e gusto di vita da imitare.
Oggi viviamo un momento particolare in cui si ricerca semplicità nella vita quotidiana e nei rapporti interpersonali, in Calabria il tempo, la storia e la cultura ci regalano una vita priva di inquinamento, conviviamo con le tecnologie moderne ed nei nostri centri non c'è meraviglia all'utilizzo dell'asino, la zappa, il forno a legna in casa. Famose sono le nostre confetture ed i salami che ogni famiglia produce in casa. Siamo tentati dalla vita moderna, ma l'amore per la terra ed i gusti antichi ci aiuta a resistere, traiamo dalla modernità solo ed esclusivamente tutto ciò che ci è utile contro la sofferenza, ma non possiamo fare a meno della nostra semplicità.
Vivere in Calabria, tante volte vuol dire vivere di povertà, povertà economica, povertà di infrastrutture.... ma vivere in Calabria vuol dire anche vivere in ricchezza di genuinità, genuinità di vita. Qualcuno non solo per la Calabria ha detto che si campa d'aria, ma aggiungendo anche di sole, mare, montagna, e dieta sana, rapporti interpersonali forse potremmo ipotizzare che siamo ricchi dipende dai punti di vista. Conosco un sacco di gente che farebbe volentieri a scambio. Conosco gente che ha lasciato la propria terra per trasferirsi in Calabria, magari acquistando quel pezzo di terra in qualche rocca o nei pressi di qualche fiumara. Bisognerebbe domandarsi perchè una moltitudine di gente decide di venire a vivere in Calabria. Quelli che io conosco ci vengono per il clima, l'aria, la cucina ed il modo di vivere di noi calabresi, penso che da tutto questo bisogna trarre insegnamento e sfruttare queste potenzialità per renderci più ricchi, del resto non è la prima volta che noi calabresi traiamo insegnamento e forza da altre culture per far forte la nostra cultura.
Adriano Scrivo Immagini bizantine in Calabria Il Monastero di San Giovanni Theristis a Bivongi e la "Cattolica" di Stilo ------------------------------------------------------------------ Antichi contenitori in casolari abbandonati e grandi sculture naturali.
La grotta di Montestella e uno dei numerosi affreschi della vallata bizantina dello Stilaro Allaro
---------------------------------------------------------Catalogazione: Bene Archeologico Ubicazione: Punta Alice (KR) Datazione: VI° secolo a.C.
Apollo Aleo (Presa dalla rete)
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disattivato
infame
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romantico
Utente Senior
458 Posts
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Posted - 13 January 2009 : 21:22:13
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quote: Originalmente inviata da 14febbraio
bel post... te l'ho spostato..non è quella la sezione giusta!
<<Benchè l'onda delle parole ci sovrasti sempre, le nostre profondità sono sempre silenti.>> -Kahlil Gibran-
Sogno di una notte...Come Bridget Jones...
FantasyLand.135
Infatti non lo trovavo piu´comunque grazie???
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disattivato
infame
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Posted - 13 January 2009 : 21:25:47
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prego????
lì è l'angolo delle poesie,delle lettere,degli scritti d'autore..infatti: "Qui puoi inserire poesie, brani, racconti, riflessioni, pensieri liberi, trovati in rete, nei libri o sui muri della tua città. Tutto quanto colpisce la tua attenzione e vuoi condividere con noi."
l'ho dovuto spostare romantico.
<<Benchè l'onda delle parole ci sovrasti sempre, le nostre profondità sono sempre silenti.>> -Kahlil Gibran-
Sogno di una notte...Come Bridget Jones...
FantasyLand.135
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andr
Utente Master
9649 Posts
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Posted - 13 January 2009 : 21:40:43
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Bel post romantico
“Io ti chiesi perché i tuoi occhi si soffermano nei miei come una casta stella del cielo in un oscuro flutto. Mi hai guardato a lungo come si saggia un bimbo con lo sguardo, mi hai detto poi, con gentilezza: ti voglio bene, perché sei tanto triste.” (Hermann Hesse)
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cleopatra
Utente Senior
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Posted - 13 January 2009 : 22:22:14
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Bellissimo post Romantico!!! mancava questo isola capo rizzuto
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tessa47
Utente Master
6284 Posts
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Posted - 13 January 2009 : 23:23:33
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bellissimo post!!!!!!!!!!!
Domani è un altro giorno...
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