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Forum Le Perle Del Cuore
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Graffio
Utente Master

1470 Posts
Status: offline

Posted - 26 February 2008 :  15:00:10  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando


Ça va
..
Approfitto di queste ultime ore di relax continuando da qui care Grace e Acssia



/Grace continuo a risponderti (“)apertamente(“)inqanto non ho ancora ben capito
Come si invia un messaggio in pvt-per primo intendo- (per tutto dire non mi ci sono ancora ben ‘messo’)/

....


Alla fine credo di essermici “abituato” ad entrambi ,intendo dire alla campagna e alla città cara Grace.
O per meglio dire pulsano in me dall’infanzia
Mia madre mi ha quasi letteralmente partorito in aereo e fin da bambino son stato abituato ad “apprezzare”
Due ‘vite’ opposte che si scambiano e si contaminano nel fondo del mio cuore.
Ma se dovessi scegliere sceglierei la campagna,soprattutto la campagna delle tue meravigliose terre
Cara Grace ,il luogo più bello dove desidereri(desidereremmo) crescere un figlio o dove mi(ci) piacerebbe far si che si “perdesse”. Davanti alla pace ed agli orizzonti incantevoli come quelli che tu hai postato.

In passato ,in diverse relazioni,diverse donne hanno desiderato formare una famiglia ed avere così un figlio da me..
Ma sento che solo con ‘Lei’si stà compiendo tutto questo e mi stò lasciando trasportare dal destino della mia vita
Come un fiume nel suo scorrere verso il mare.

Ho visitato spesso l’italia centrale ma nelle marche ho respirato qualcosa di unico e sconvolgente al tempo stesso
Una magia muta e profonda ,sacra e improfanabile come le terre d’Andalusia e della Mancha
Da tempo qualcosa di nuovo non mi stordiva così tanto da farmi sentire a casa.



La canzone della Nannini è stupenda. gran 'Figa'Grazie di Cuore

Dedico a te e a Voi queste mie emozioni:ALLE MIE RESPONSABILITà ALLE MIE STRAFOTTENZE AD UNA ESTRANEITà CHE PER FATO E PER SCELTA FENDE LA MIA VITA TRA DUE SPONDE


MADRE DE DIOS NN Sò QUALE COGLIERE
SON COSì TANTE PROFONDE E DIVERSE FRA LORO
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

OK OK









Mia cara amica,
Il buon senso ci dice quanto labili siano le cose della terra e che la vera realtà vive solo nei sogni. Per digerire
la felicità naturale, come l'artificiale, occorre prima di tutto avere il coraggio di trangugiarla, e quelli che forse
meriterebbero la felicità, sono proprio coloro ai quali lo stato di beatitudine, così come la concepiscono i mortali, ha
sempre fatto l'effetto di un vomitivo.
A delle anime sciocche apparirà strano e anche insolente che un quadro di voluttà artificiali sia dedicato a
una donna, la più comune sorgente delle più naturali voluttà. Tuttavia è evidente che come il mondo naturale irrompe
in quello spirituale, gli serve da nutrimento, e concorre così a operare quell'indefinibile amalgama che noi chiamiamo
la nostra individualità, così la donna è l'essere che proietta la più ampia ombra o la più ampia luce nei nostri sogni. La
donna è fatalmente suggestiva; vive di un'altra vita più che della propria; vive spiritualmente nelle fantasie che abita e
feconda.
D'altronde poco importa che la ragione di questa dedica venga capita. È poi così necessario, per il godimento
dell'autore, che un libro qualsiasi sia capito, se non da quello o da quella per cui è stato scritto? Per concludere, infine,
è così indispensabile che sia stato scritto per qualcuno? Per quanto mi riguarda, sono così poco preso dal gusto per il
mondo vivente che, simile a quelle donne sensibili e oziose che spediscono, si dice, per posta, le loro confidenze ad
amici immaginar i, volentieri scriverei soltanto per i morti.
Ma non è a una morta che dedico questo piccolo libro, bensì a una che,(…) è sempre attiva e viva in
me, e che ora volge tutti i suoi sguardi al cielo, luogo di tutte le trasfigurazioni. Perché l'essere umano gode di questo
privilegio, di poter impadronirsi di nuove e sottili gioie anche dal dolore, dalla catastrofe e dalla fatalità così come le
trae da una temibile droga.
In questo quadro scorgerai un viandante cupo e solitario, immerso nel fluire oscillante delle moltitudini, che
volge il cuore e il pensiero a un'Elettra lontana che un tempo asciugava la sua fronte bagnata di sudore e rinfrescava le
sue labbra scosse dalla febbre; indovinerai la gratitudine di un altro Oreste di cui spesso hai vigilato gli incubi, e
del quale dissipavi, con mano leggera e materna, lo spaventevole
sonno.



Charles Baudelaire (Paradisi Artificiali)






Red Hot Chili Peppers - The Zephyr Song°















Che ne sapete se un qualsiasi uccello che taglia le strade dell’aria non sia in realtà
un immenso mondo di delizie raccchiuso dai vostri cinque sensi?

(Blake)









G.
Utente Master

12559 Posts
Status: offline

Posted - 26 February 2008 :  15:17:16  Vedi Profilo Send G. a Private Message  Rispondi quotando
Ma è bellissimo quanto hai scritto!!!

Mi sembra più che giusto che quando arriva il proprio fiume ci si lasci scorrere verso il proprio mare!

vi auguro che si avverino i vostri desideri!!!

tanto ce le abbiamo tutti due sponde

estaiss calmossssss
(ho perso il mio contatto spagnolo...si nota?)


ahahahahahahahahahhahaha

Buon relax


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acssia
Admin

39178 Posts
Status: offline

Posted - 28 February 2008 :  03:12:47  Vedi Profilo Send acssia a Private Message  Rispondi quotando
che belle parole
è un piacere leggerti caro graffio[c^]
un saluto e un beso muy grande para ty







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Graffio
Utente Master

1470 Posts
Status: offline

Posted - 08 March 2008 :  19:06:02  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando

Bacioni Carissime
...(...)













La musica è sfera demoniaca:

ce lo ha esposto nel modo più convincente Søren Kierkegaard ,
un grande cristiano,nel suo saggio dolorosamente entusiasta
sul ‘Don Giovanni’ di Mozart.
La musica è arte cristiana col segno negativo,
è a un tempo calcolatissimo ordine e antiragione germinatrice del caos,
ricca di gesti incantatori e di scongiuri,
di magie di cifre,
è l’arte più remota della realtà,
la più appassionata,
mistica e astratta ad un tempo.





Thomas Mann


System Of A Down - Toxicity






Metallica - The Call Of Ktulu-(Ride the Lightning)




Metallica –The Call Of Tulu-(Con orchestra sinfonica di San Francisco)





Metallica - The Call Of Ktulu- (on piano)





/Don Giovanni ,"commendatore scene"/
















Che ne sapete se un qualsiasi uccello che taglia le strade dell’aria non sia in realtà
un immenso mondo di delizie raccchiuso dai vostri cinque sensi?

(Blake)









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acssia
Admin

39178 Posts
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Posted - 10 March 2008 :  01:58:22  Vedi Profilo Send acssia a Private Message  Rispondi quotando







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Graffio
Utente Master

1470 Posts
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Posted - 16 March 2008 :  12:20:22  Vedi Profilo Send Graffio a Private Message  Rispondi quotando



E se la terra la volesse,la guerra?

Come si spiega il fatto che Ares sia anche un antico dio dell’agricoltura e che a Marte sia assegnato un suo appezzamento,in campagna,fuori dalle mura della città?A chi si sforza di comprendere la furia della guerra di secessione americana e anche la composta ,paziente sopportazione di quella guerra,che andò avanti per quattro anni,arrivando a
toccare la Florida e il Nuovo Messico(oltre diecimila distinti scontri armati in cui rimasero uccisi oltre seicentomila uomini e ragazzi) ,le motivazioni di solito elencate non paiono all’altezza di tanta carneficina.Per parte mia,ero arrivato a pensare che ,al di là della volontà e della visione di Lincoln e al di là delle ostinate illusioni di Jefferson Davis e al di là delle forze(politiche,economiche,ideologiche,tecnologiche)della storia,addirittura al di là, al di sotto,degli dèi della guerra, fosse all’opera un fattore inumano grandioso.Decisi allora di concentrare la mia attenzione sulle battaglie,andando nei luoghi in cui le presunte motivazioni della guerra erano state messe in scena,in cui il sangue era stato concretamente versato,e nei cimiteri,dove ne sono interrati i resti.Invece di cercare nella psiche degli uomini i motivi di quei morti ,mi chiesi se la terra che ora custodiva i loro corpi non avesse in tal modo affermato un diritto su di essi.E’ dalla terra che emergono muraglie e steccati.Che resistono nel tempo,mentre gli ideali per i quali gli uomini combatterono l’amore per i compagni,i legami di fedeltà e le sofferenze svaniscono con la fine della guerra.Ciò che rimane in campo sono i campi e il sangue invisibile colato nella terra.Mettiamo che gli dèi di questo “nuovo mondo” stessero dicendo:”Non potete sbarcare qui,non potete rivendicare questa terra con il solo sudore della fronte,né con leggi e trattati e nemmeno con l’espulsione di altri e il diritto del vincitore.Per avere diritto a questa terra dovrete pagarla con il vostro sangue,e finchè non avrete pagato essa non sarà vostra,rimarrete dei coloni,ancora attaccati nell’anima a un'altra madre,dei profughi da essa,dei ribelli contro di essa,segretamente suoi servi,e non avrete lasciato che questa terra compia la sua nascita nalla libertà”.

La terra come rappresentazione di Marte:questa idea era chiara per Machiavelli,il quale raccomanda al principe condottiero di ”imparare la natura de’ siti,e conoscere come surgono e’monti ,come imboccano le valle,come iacciono e’piani et intendere la natura de fiumi e de paduli,et in questo porre grandissima cura.La quale condizione è utile in dua modi.Prima,si impara a conoscere il suo paese,e può meglio intendere le difese di esso.Di poi,mediante la congnizione e pratica di quelli siti,con facilità comprendere ogni altro sito che di nuovo li sia necessario speculare:perché li poggi,le valli,e’piani,e’fiumi,e’paduli che sono,verbigrazia,in Toscana hanno con quelli dell’altre province certa similitudine:tal che dalla cognizione del sito di una provincia si può facilmente venire alle cognizioni dell’altre.E quel principe che manca di questa perizie,manca della prima parte che vuole avere uno capitano,perché questa insegna trovare el nimico,pigliare li alloggiamenti,condurre li eserciti,ordinare le giornate,campeggiare le terre con tuo vantaggio”.
Sotto”li poggi,le valli,e’piani,e’fiumi”,c’è la terra come elemento,alla quale Gaston Bachelard,maestro di scienze e filosofo dell’immaginazione attribuisce due qualità fondamentali:la Volontà e il Riposo.Due dei suoi ultimi saggi indagano le forme dell’immaginazione dell’elemento terra nel linguaggio,nella letteratura e nel pensiero.La potenza mitica della terra,dice Bachelard,attiva la volontà umana,e noi scaviamo,ariamo e sventriamo le montagne con le mine,facciamo mattoni con l’argilla e deviamo il letto dei fiumi.La materia della terra è pasta e fango primordiale e invita l’immaginazione della volontà a modellare ,creare le cose,ad agire.Nella filosofia aristotelica,materia e atto sono una coppia di opposti.Bachelard,invece,vede la possibilità dell’azione come inerente fin dal principio alla materia,la quale chiede alla volontà di agire.Ma la terra ispira anche la tendenza opposta:riposo,rifugio,calma,interiorità,profondità,nascondiglio,cenere,silenzio.Ciò che ,forse,vale per la guerra di secessione americana,potrebbe valere anche per l’Europa,dove la terra è stata insanguinata per tanti secoli.Non potrebbe la Pax Romana(per limitarci a un epoca relativamente vicina) ,che nutrì tanta parte del suolo d’Europa di cadaveri di guerrieri,averlo intriso di spirito marziale?Le legioni di Cesare guerreggiarono lungo l’Aisne,la Sambre,il Reno.Combatterono e sanguinarono in Alsazia,a Treviri,ad Aquisgrana,a Reins,nelle Fiandre,in Belgio:tutti luoghi lungamente contesi,per i quali si è combattuto e si è morti,ripetutamente nel corso della storia,fino alle due guerre mondiali.I semi della guerra sono stati sparsi in tutta la Germania,dove infuriò la guerra dei trent’anni fra due correnti del cristianesimo.Le truppe di Napoleone provenienti da diverse nazioni,marciarono dalla Spagna a Mosca,lasciando il loro sangue nel terreno.Guerre nei Balcani,in Polonia,tra stati e comuni italiani,lungo le coste d’Europa,che portano nelle torri normanne il ricordo di antiche scorrerie.



La terra è dove abitano i morti,i morti e l’anima storica di un popolo.Un medico iracheno dice a Jon Lee Anderson:”Sta tornando la tempesta di sabbia…si sente dall’odore.Sa di terra…ogni volta che sento questo odore,mi tornano in mente i morti.Provi a pensarci.Pensi alla storia dell’Iraq.Che altro è se non migliaia di anni di guerre e di uccisioni…fin dai tempi dei Sumeri e dei Babilonesi.Milioni di persone sono morte su questa terra e ne sono diventate parte.I loro corpi fanno parte della terra.Della terra che respiriamo.”

La terra fa germinare i semi del drago Di Marte e la fantasia di un proliferare di nemici pronti a combattere.Ricordiamo insieme il mito dei semi del drago.Dopo avere portato a termine un compito eroico,Cadmo,leggendario figlio del re di Tiro,volle rendere un sacrificio di ringraziamento agli dèi,ma senza riflettere mandò i suoi uomini ad attingere acqua ad una sorgente sacra ad Ares e da lui custodita sotto forma di drago.Arrivati alla sorgente…ma ascoltiamo la storia dalla voce di Ovidio (Metamorfosi III. 28-125)

C'era una foresta antica, inviolata dalla scure,
e in mezzo, tra un intrico di rami e virgulti, una spelonca,
dove, sotto una bassa volta sorretta da un ammasso di pietre,
sgorgava abbondante l'acqua. Qui stava rintanato
un serpente generato da Marte e screziato di squame d'oro:
saettano fuoco gli occhi, gonfio tutto di veleno è il suo corpo,
e in mezzo a tre file di denti guizzano tre lingue.
In questo bosco per sventura s'inoltrò la gente
venuta da Tiro. L'anfora calata nell'acqua
fece un tonfo, ed ecco che livido il serpente dal fondo dell'antro
trae fuori il capo vomitando sibili orrendi.
Sfuggono le anfore dalle mani, esangue si fa il corpo
e un tremito improvviso pervade le membra irrigidite.
Con rapide volute il mostro avvolge in spire
le sue squame e con un guizzo si tende in archi immensi;
ergendosi con oltre metà del suo corpo nel vuoto dell'aria,
domina tutto il bosco: tanto è grande, se tu lo vedessi intero,
quanto il Serpente che separa le due Orse.
Poi di colpo s'avventa sui Fenici, o che s'apprestino a combattere,
a fuggire o che il terrore impedisca loro entrambe
le azioni: e questi li uccide coi morsi, quelli tendendo le spire,
altri infine infettandoli col miasma mortale del suo veleno.
Già il sole altissimo aveva ridotto le ombre a un filo:
stupito del ritardo dei compagni, il figlio di Agenore allora
si mise a cercarli. Addosso portava la pelle strappata
a un leone, per armi un'asta smagliante di ferro,
un dardo e, più efficace i cadaveri
e su questi lo smisurato avversario che vittorioso
leccava le macabre ferite con la lingua lorda di sangue:
«O vendicherò la vostra morte, fedelissimi miei,»
esclamò, «o vi sarò compagno». Disse, e con la destra sollevò
un macigno e grande quant'era con gran furia lo scagliò.
Quell'urto avrebbe raso al suolo anche le mura più massicce
con le sue torri svettanti: incolume rimase il serpente;
le squame compatte della sua pelle nera, che lo proteggevano
come una corazza, respinsero quel colpo spaventoso.
Ma la sua corazza non valse contro il dardo,
che si conficcò in mezzo alla spina dorsale, dove questa
flettendosi s'inarca, e penetrò con tutto il ferro nelle viscere.
Pazzo di dolore il serpente torse il capo verso il dorso
e scorta la ferita, addentò l'asta che vi era confitta
e, dopo averla scossa con violenza da ogni parte,
alla fine la divelse, ma il ferro gli rimase nelle ossa.
Allora che al suo furore abituale si aggiunse
nuovo sprone, un flusso di sangue gli gonfiò la gola,
una bava biancastra gli spumeggiò intorno alle fauci letali;
graffiata dalle sue squame la terra stridette e l'alito nero
che gli usciva dalla bocca infernale ammorbò di fetore l'aria.
Ora si raggomitola in spire che descrivono archi
immensi, mentre a volte s'inerpica più dritto di un alto fusto,
ora con impeto immane, come un fiume ingrossato dalle piogge,
si lancia e col petto abbatte ogni ostacolo che nella selva incontra.
Il figlio di Agenore arretra un po' e nelle spoglie del leone
sostiene l'assalto, con la lancia protesa tiene a bada
la bocca che lo incalza. Quello infuria, a vuoto avventa morsi
contro il duro ferro e ficca i suoi denti nella punta.
Dal suo palato gonfio di veleno ormai il sangue cominciava
a stillare, schizzando di macchie il verde dell'erba.
Ma era ferita leggera, perché il mostro sfuggiva ai colpi
piegando indietro il collo offeso e arretrando impediva
all'arma di piantarsi e di penetrare più a fondo;
finché il figlio di Agenore, puntandogli l'asta contro la gola,
non lo incalzò da presso e, quando alle sue spalle nel ritrarsi
si parò una quercia, insieme trafisse collo e tronco.
Sotto il peso del serpente l'albero s'incurvò e gemette
per le sue fibre sferzate dall'estremità della coda.
Mentre il vincitore osserva le spoglie smisurate del nemico,
si udì una voce all'improvviso (donde venisse non si capiva,
ma certo si udì): «Perché, figlio di Agenore, guardi
quel serpente ucciso? Tu stesso come serpente sarai guardato».
Sbigottito Cadmo smarrì a lungo la mente
e il colore, coi capelli ritti, gelato dal terrore.
Ed ecco che, scendendo dall'alto dei cieli, la sua protettrice,
Pallade gli è accanto e gli ordina, scavata la terra,
di seppellirvi i denti del drago, germi di un popolo futuro.
Lui ubbidisce e, com'ebbe tracciato un solco affondando l'aratro,
ligio sparge al suolo quei denti, semi di stirpe mortale.
Allora, si stenta a crederlo, prende a tremare la terra,
dal solco affiorano prima picche di lance,
poi spuntano elmi con al vento i loro pennacchi variopinti,
poi spalle, petti, braccia cariche di armi
e prolifica infine una messe di guerrieri armati di scudo:
così vedi sorgere le figure, quando nei giorni di festa
si solleva in teatro il sipario: prima mostrano il volto,
poi man mano il resto, finché continuando pian piano a crescere
appaiono intere, coi piedi che poggiano sul bordo del palco.
Cadmo, atterrito dal nuovo nemico, sta per prendere le armi:
«Non farlo!» gli grida uno del popolo spuntato
dalla terra. «Non intrometterti in guerre civili».
E in quell'istante ferì dritto di spada uno dei fratelli nati
dalla terra al suo fianco, ma lui stesso cadde colpito da un dardo.
E chi l'uccise, anche lui, non visse più a lungo
ed esalò quel respiro che aveva appena avuto in dono.
E come questi il gruppo intero infuria: combattendo
fra loro, per reciproche ferite cadono insieme i fratelli.
Ormai quella gioventù, destinata a così breve vita,
col petto insanguinato giaceva nel tepore di madre terra..


Questi uomini nascono armati fino ai denti e la loro prima percezione è di essere tutti nemici l’un l’altro.Sono tutti figli di Marte,fratelli nati dai sui denti,il residuo più duro del corpo in decomposizione,la sostanza ultima dell’identità individuale,quando tutto il resto è polvere.La guerra è presente nella natura umana,ora e sempre.Di questo parla il mito.Posso immaginare che l terra stessa sia in collera,magari desiderosa di vendetta.Non reca forse le impronte di cavalli e cassoni,di anni e anni di piedi in marcia?Non risente forse dell’effetto devastante sul suo suolo e sottosuolo di quasi diecimila chilometri di trincee scavate dall’esrcito francese e altrettante dall’esercito britannico durante la prima guerra mondiale?E le trincee tedesche sembravano una grande città reticolare,su più livelli,con settori collegati e pavimentazione.E’ il caso di domandarci se non abbiamo contratto un debito verso la terra e in che modo possiamo assumercelo.E’ come se la terra stessa fosse diventata il nemico.”Le nostre forze hanno conquistato un miglio”dicono i rapporti militari ,oppure “abbiamo perso terreno”.E gli ufficiali ordinano”Mantenete la posizione!”.L’espressione “Terra di nessuno”attesta la verità.La terra non ci appartiene.Frse la cessazione delle ostilità ha inizio con la pacificazione della terra,lasciare che riposi in pace,con il dare al terreno sotto di noi ciò che gli spetta,a ogni nostro passo,la testa china con reverenza,lo sguardo a terra.Forse prima di andare alla guerra(…)dovremmo consultare il pianeta e imparare dalla sua pazienza e dalla sua lentezza.

James Hillmann (Un Terribile Amore per la Guerra)




Tool - The Pot











Che ne sapete se un qualsiasi uccello che taglia le strade dell’aria non sia in realtà
un immenso mondo di delizie raccchiuso dai vostri cinque sensi?

(Blake)









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acssia
Admin

39178 Posts
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Posted - 17 March 2008 :  15:29:13  Vedi Profilo Send acssia a Private Message  Rispondi quotando








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G.
Utente Master

12559 Posts
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Posted - 25 March 2008 :  17:15:17  Vedi Profilo Send G. a Private Message  Rispondi quotando




Ciò che ho scritto di noi

Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole

ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe

ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.



Nazim Hikmet




Skid Row I Remember You










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