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 Violenza a un donna, racconto

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Discussione di partenza
n.n Inviata - 26 September 2011 : 11:10:13
Tratto da web da una lettera ricevuta, credo possa servire leggerlo per la disperazione e sofferenza che contiene ma ancora di più per quanto uno stato non riesce, anzi, sa fare in casi del genere.

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Riceviamo e pubblichiamo. Informare per Resistere.

Penso che tenterò il suicidio a breve, la mia vita sta precipitando nel baratro, ed io sono molto stanca oltreché sola al mondo.

Ho conosciuto mio marito 7 anni fa, era l’uomo più buono del pianeta terra. Taciturno, pacato, pacifico, paziente… quasi irreale.
Intorno ai 30anni entrambi e con una voglia infinita di formare la famiglia perfetta, condividevamo un sogno immenso: formare una famiglia di sani principi e mettere al mondo dai 2 ai 3 figli.

Nell’arco di un anno ci siamo conosciuti e sposati, il sistema e le famiglie lo desideravano tanto se volevamo mettere al mondo dei figli “onestamente”

Il classico matrimonio perfetto con 200 invitati, l’abito bianco da quasi 4000 euro, 2 portate di antipasto, 3 portate di primo, 3 portate di secondo, frutta, dolci a volontà, tortona nuziale a piani in stile inglese. Casa meravigliosa arredata. Mio padre (divorziato) pagò mezzo pranzo e la camera da letto, i miei suoceri l’altra metà del pranzo nuziale e la cucina (come da usanze di paesottolo).
Luna di miele: 10 giorni alle Maldive e una settimana in Costa Azzurra dove rimasi incinta.
Non ci mancava davvero nulla per essere una famiglia perfetta del sistema economico sociale dei nostri tempi frivoli.

Tornati dal viaggio di nozze, poco dopo, scoprimmo di aspettare quel tanto desiderato figlio. Io ero la donna più felice del mondo, non camminavo, volavo a 10 cm da terra.

Dopo il quarto mese di gravidanza cominciarono i problemi, non frequentavamo amici, non uscivamo mai, i problemi con mia suocera invadente come poche erano sempre più pesanti, mio marito sempre più taciturno, assente, quasi un’altra persona..
Le discussioni cominciarono ad animarsi, iniziò tutto da qualche spintone, poi i primi schiaffi sul mio viso, strattoni, capelli strappati…
Mio padre e la sua famiglia sfoggiarono le classiche frasi “Quando lo vedi nervoso non gli devi rispondere. Una buona donna fa un buon marito. Abbiamo speso un sacco di soldi per farti sposare, vorrai mica mandare tutto all’aria? Non puoi lasciarlo, cosa dirà la gente?”

Nacque un bambino perfetto, dolcissimo e meraviglioso, e se prima volavano strattoni e schiaffi, ora che non ero più incinta volavano calci e pugni.
Una sera mio figlio era nel suo lettino, dormiva come un angelo di 6 mesi… alle 3:00 del mattino mio marito venne da me per confessarmi che aveva un’altra donna, l’aveva conosciuta in chat, era un rapporto platonico. Io divenni una furia, lui con me non parlava più, mi maltrattava e dava ad un’altra ciò che non dava più a me. La discussione degenerò, al mio urlare “Se senti ancora quella puttana…” la mia frase fu interrotta da uno schiaffo che mi fece cadere violentemente per terra. Cominciò a picchiarmi in modo disumano; io ero stesa per terra, lui mi schiacciava la faccia sul pavimento. Mio figlio piangeva nel suo lettino. Lui continuava, non si fermava nonostante non riuscivo più a muovermi ormai sfinita dai colpi. Calci su calci senza guardare dove colpiva. Non andai in ospedale, non potevo raccontare che il padre di mio figlio mi aveva ridotta in quelle condizioni… era il papà del mio bambino, denunciarlo equivaleva a fare un torto a mio figlio… era ciò che pensava la mia testa, era ciò che mi ripetevano i miei familiari…
Dopo 6 mesi da quell’evento continuavo ad avete dei fortissimi dolori al torace, non pensavo più a quell’episodio, quindi andai dal medico che mi prescrisse una lastra al torace e scoprimmo che avevo una costola fratturata mesi prima che non si era ancora rimarginata bene… quella terribile notte, l’uomo che avevo sposato, mi ha rotto una costola.

Le violenze continuavano, violenze fisiche, ricatti psicologici, ricatti finanziari erano il mio pane quotidiano.
Chiedevo aiuto a mio padre e alla mia famiglia, chiedevo loro di riprendermi in casa perché non avendo un lavoro e la patente non potevo badare da sola a me e mio figlio. Loro si rifiutavano “sei tu che lo istighi, sei tu che lo fai diventare una iena, ti devi calmare e devi imparare a lasciarlo perdere quando è nervoso”

Cominciai a smettere di sperare nell’aiuto della mia famiglia, quando lui era al lavoro cercavo su internet una via d’uscita, una comunità per donne maltrattate, telefono rosa, telefono donna… ho chiamato questo genere di numeri in tutta Italia con la speranza di trovare un appiglio, le loro risposte erano sempre le stesse “signora non possiamo darle alcun aiuto e informazione telefonica, deve venire in sede”. Io vivo in un piccolo paese, non guido e non potevo uscire da sola, non avevo scuse da raccontare per giustificare la mia assenza, quindi non potevo andare in sede, ero sola.
Un giorno mio marito andò a sbirciare la cronologia del computer, ha scoperto che cercavo un appiglio per lasciarlo…

Si sentiva sicuro, ero sola, la mia famiglia era assente, amici che potevano aiutarmi non ne avevo, vedere sul pc tutte quelle associazioni gli fece perdere la sicurezza che aveva. La sua reazione fu abominevole, il suo viso cambio come ogni volta che mi picchiava, quando lo faceva era irriconoscibile… io sentivo sempre quando arrivava il momento delle botte, me lo diceva la sua espressione, diventava irriconoscibile…

Mi picchiò, forte, fortissimo, senza arresto. Mi chiusi in camera e per la prima volta chiamai i carabinieri.
Prima dell’arrivo dei carabinieri lui ruppe mezza casa, si sentiva braccato, pensava di aver perso tutto. Ingoiò 10 bustine di Aulin, tagliò i fili del telefono perché io non dovevo avere possibilità di chiamare aiuto, mi picchiò da morire. Poi prese il figlio e si chiuse a chiave in camera da letto. Viviamo in un condominio di menefreghisti che mai si sono preoccupati delle mie urla, al terzo piano…

Cercavo di farmi aprire la porta della camera da letto, lui era li dentro con il mio bambino di 18 mesi, era fuori di sè e disperato, poteva buttarsi di sotto con mio figlio in braccio.
Il campanello della porta suonò, erano i carabinieri, li feci salire, lui aprì la porta della camera da letto e si infilò nel letto.

I carabinieri entrarono, vollero sapere cosa stava succedendo, io raccontai tutto.

Chiesero di vedere mio marito che mai uscì dalla camera, li lasciai andare.
Mio marito finse di essere esaurito, fece la scena del pacifico pazzo assente nel letto. Rispondeva a malapena alle loro domande.
Pensavo “adesso lo prendono e lo portano via”… arrivò una telefonata ad uno dei due carabinieri “signora, c’è stata una rapina in una banca, dobbiamo andare” …… “mi lasciate qui da sola con lui?” “Signora è passato tutto, suo marito si è calmato, queste sono questioni familiari, noi abbiamo una rapina in una banca, dobbiamo andare” “se ve ne andate questo mi uccide, vi prego, non lasciateci soli con lui, vi prego, fatelo per questo bambino”… i carabinieri sono andati via… appena chiusa la porta lui si alzò dal letto, mi picchiò ancora, fortissimo e ingoiò una bottiglia di calmanti.
Chiamai l’ambulanza, lui fu ricoverato in stato di totale incoscienza.
Mentre lui era ricoverato cambiai la serratura della porta di casa, sapevo che sarebbe uscito dall’ospedale e immaginavo ciò che mi aspettava.

Non dormivo più bene, le poche volte che dormivo facevo incubi… non avevo soldi, non c’era possibilità di lavorare… non potevo presentarmi da un probabile datore di lavoro con un figlio di 18 mesi in braccio, quindi ebbi la “brillante” idea di andare al Comunedal sindaco con mio figlio in braccio, cominciai a raccontare tutta la mia vicenda per far capire la situazione, dissi che non cercavo soldi o elemosina, mi bastava anche un asilo nido inizialmente gratuito per permettermi di cercare lavoro (non potevo presentarmi a chiedere lavoro con in braccio un figlio di 18 mesi). Dopo 10 minuti di chiacchierata il sindaco mi prese per mano e mi portò dagli assistenti sociali nel palazzo di fronte il Comune. L’assistente sociale, una riccia fra i 20 e i 25 anni non fece assolutamente nulla, dopo un mese di appuntamenti in cui prometteva sostegno ed aiuto, non fu capace di darmi nemmeno una psicologa di sostegno. Il suo grande aiuto fu un asilo nido a 145 euro al mese, a me che non avevo nemmeno 5 euro in tasca.

Mio figlio aveva bisogno di pannolini, di mangiare, di sicurezza, non avevo vie d’uscita e decisi di andare a lavorare in un night, era il modo più veloce di alzare soldi ed io, in quel momento, avevo urgenza di soldi… non avevo altra scelta, quando nei bar e nei ristoranti sapevano che avevo un figlio piccolo preferivano prendere un’altra ragazza meno problematica, le madri si assentano quando i figli stanno male, e i figli piccoli stanno sempre male, queste erano le risposte più frequenti dei datori di lavoro.

In ospedale il referto medico fu raccapricciante, mio marito aveva una valanga di malattie psichiatriche: acting out agressivo, schizofrenia, psicoastenia, ed altre che in questo momento non ricordo.
8 mesi di separazione, all’inizio non sapevo davvero dove sbattere la testa per trovare anche solo un asilo nido che mi tenesse il bambino quando cercavo lavoro e quando avrei trovato un lavoro. Mio padre non mi diede la sua spalla per piangere, ogni volta che ci vedevamo mi urlava contro perché dovevo riprendere mio marito in casa. Quando seppe che lavoravo in un night chiuse i rapporti con me.

Dopo gli 8 mesi di separazione feci tornare mio marito a casa, ero sfinita, la vita del night mi aveva dato una nausea fortissima, parlare e illudere uomini ogni notte non era lavoro per me. Mai accettai un compromesso, né per soldi, né per altro… nonostante non vendetti mai il mio corpo, giuro che mi sentivo una prostituta.

“in salute e in malattia” … l’ho sposato, è mio marito, è il padre di mio figlio, ha bisogno di aiuto, devo aiutarlo… ha promesso di farsi curare, non lo posso lasciare solo.

E’ tornato a casa e non mi ha più picchiata… sono volati “solo” un paio di schiaffi… sapeva che lo avrei lasciato di nuovo e questo bastava per tenerlo buono.

Le violenze fisiche sono praticamente congelate, io so che lui tornerà a picchiarmi… per ora ci sono “solo” le violenze psicologiche “ti mollo da sola con tuo figlio e me ne vado” è la sua frase più frequente.

L’unico sconcerto non è rivolto a lui e a mio padre, l’unico sconcerto è rivolto allo Stato Italiano totalmente assente che finanzia tunnel inesistenti, che va a puttane, che finanzia guerre di pace.

Sono stanca anche per continuare a lamentarmi in questo piccolo spazio.

Giulia.


( tratto da http://informarexresistere.fr/2011/09/26/7-interminabili-anni-di-violenze-coniugali-sono-sola-al-mondo-in-un-paese-democraticamente-menefreghista/)





L'essenziale è invisibile agli occhi....


Ultime risposte: 7  (ordine cronologico inverso)
micia56 Inviata - 27 September 2011 : 22:26:22
Lo Stato toglie un figlio a 2 genitori ultra cinquantenni, ma sani di mente e nn a loro 2??? mah... mi puzza



IL MARE....IL MIO ORIZZONTE
Fairy Inviata - 27 September 2011 : 13:51:47
esatto!!! Ma soprattutto l'assistente sociale come ha potuto lasciare un minore in custodia a due genitori cosi'? Come crescerà questo bimbo nutrito con pane e violenze? Diventerà come il padre? O inetto come la madre? O peggio ancora come entrambe i genitori?
Mah povera creaturina!!!
quote:
Originalmente inviata da Straluna

questa donna facendo rientrare quell'uomo in casa ha messo a grande rischio non solo la sua vita ma soprattutto quella di suo figlio!!!





n/a Inviata - 27 September 2011 : 12:28:15
non voletemene per quanto scriverò!!
ma qualcosa più forte di me mi fa dubitare sull'autenticità del contenuto di questo sfogo, commenterò considerandolo reale!!
capisco la situazione grave che certe donne sono costrette a subire, sono davvero condizioni disumane!!
comprendo che lo Stato faccia nulla per andare incontro a queste povere vittime!!
ma quando in certi contesti sento frasi come: in salute e in malattia.. è il padre di mio figlio, non possono fare altro che sdegnarmi!!!
questa donna a confronto di molte altre, che non hanno mai avuto il coraggio di prendere la decisione di denunciare e allontanarsi dal loro carnefice ha avuto l'opportunità di separarsi da lui per otto mesi e se quel referto medico è attendibile..

con l'attenuante del: "in salute e in malattia" questa donna facendo rientrare quell'uomo in casa ha messo a grande rischio non solo la sua vita ma soprattutto quella di suo figlio!!!


gr Inviata - 26 September 2011 : 19:34:05
Come non rimanere basiti davanti a così tanta ingiustizia?
Prima di tutto famigliare....(bravi genitori si ritrova sta poveretta).
Poi non capisco...telefono rosa....aiutiamo le donne maltrattate...carabinieri, non sono riusciti a fare nulla????
Veramente altro che sangue alla testa ti và!!!!





Meglio vivere con un rimorso,
che annegare in un
rimpianto.
Grysu

Oriana Inviata - 26 September 2011 : 18:25:54
Io vorrei trovarmi un giorno ad affrontare questi fatti con maggior serenità e clemenza senza più sentirmi salire il sangue agli occhi.
E' solo un sasso in un mare di sassi nascosti.
E nessuno che faccia un emerito nulla.




" ... Alla fine di questa giornata rimane ciò che è rimasto di ieri e ciò che rimarrà di domani;
l'ansia insaziabile e molteplice dell'essere sempre la stessa persona e un'altra." (F. Pessoa)
n/a Inviata - 26 September 2011 : 14:53:24
quoto tessa ma quando è stata scritta questa lettera ?
possibile che nessuno aiuti questa donna ?

tessa47 Inviata - 26 September 2011 : 13:39:34
Possibile che non si possa aiutarer questa donna?

Cercarla, andarla a prendere e portarla in una caa famiglia?

Possiamo fare qualcosa?



Domani è un altro giorno...






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