Discussione di partenza |
acssia |
Inviata - 28 May 2011 : 00:30:28 PERUGIA (Reuters) - Un bimbo di 11 mesi è morto oggi dopo essere stato lasciato in auto dal padre per qualche ora a Passignano sul Trasimeno, in provincia di Perugia. L'uomo - 41 anni, originario del paese che si affaccia sul lago e custode del Club velico del Trasimeno - è indagato per omicidio colposo dalla procura di Perugia, come riferiscono gli inquirenti, aggiungendo che si tratta di un atto dovuto. La madre - una psicologa di origine albanese - è svenuta quando è stata informata al telefono dell'accaduto dal marito. Secondo una prima ricostruzione dei carabinieri, il bimbo, che si chiamava Jacopo, è stato lasciato nell'auto parcheggiata nel piazzale del circolo velico prima delle 9.00. Il padre si è accorto che il bambino era rimasto nell'auto verso le 12,30 quando stava per tornare a casa. L'uomo prima di allertare il 118 ha cercato inutilmente di soccorrerlo. Inutili anche i tentativi effettuati sul bimbo dal titolare di un bar che si affaccia sul lago. Jacopo, secondo quanto riferiscono i carabinieri, è morto per arresto cardio-circolatorio causato da una prolungata esposizione ai raggi solari all'interno dell'auto. Il padre del piccolo, rimasto fino a poco fa all'obitorio dell'ospedale Santa Maria della misericordia di Perugia, non è stato ancora sentito dagli investigatori perché ancora sotto shock. Sul posto si sono radunate diverse persone che conoscono i genitori del bimbo e che descrivono il padre come un uomo diligente. Qualche giorno fa, in un caso analogo, una bimba di 22 mesi è morta a Teramo dopo essere stata dimenticata in macchina per alcune ore dal padre, convinto di averla portata all'asilo.
ma cos'è la nuova epidemia del secolo???
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Ultime risposte: 5 (ordine cronologico inverso) |
tessa47 |
Inviata - 28 May 2011 : 21:01:13 quote: Originalmente inviata da MorningAfterDark
Per me che desidererei tanto un bambino, sentire di genitori che commettono - non so nemmeno se definirli così - errori di questo tipo, mi viene da piangere...
Ma hanno il dono più meraviglioso che il cielo possa donare e "se lo scordano" in macchina....... sono senza parole.......
sono perfettamente d'accordo con te
E' il bene più prezioso un figlio e deve essere protetto in tutti i modi.
Domani è un altro giorno...
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MorningAfterDark |
Inviata - 28 May 2011 : 13:55:45 Per me che desidererei tanto un bambino, sentire di genitori che commettono - non so nemmeno se definirli così - errori di questo tipo, mi viene da piangere...
Ma hanno il dono più meraviglioso che il cielo possa donare e "se lo scordano" in macchina....... sono senza parole.......
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n/a |
Inviata - 28 May 2011 : 11:37:37 Ma dove la tengono la testa questi genitori moderni di oggi pensano a tutto tranne che di badare ai figli che dovrebbe essere la priorità assoluta assurdo
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n/a |
Inviata - 28 May 2011 : 11:20:11 ho trovato questo articolo di Annamaria Bernardini De Pace che io condivido a pieni voti!! qui parla della piccola Elena ma cmq idoneo a disgrazie come queste!
Il codice penale non contempla la pietas . È omicidio. Colposo, preterintenzionale, ma comunque omicidio. Un genitore, ma anche chiunque, che abbandoni a se stessa una creatura di 20 mesi, compie un gesto, pur non volendolo compiere, dissennato e irresponsabile. La morte della piccola povera Elena è stata determinata solo ed esclusivamente dell’agire del padre. Cui era affidata. Qualunque sarà la sanzione che egli subirà dopo l’inevitabile processo, sarà infinitesimale rispetto alla tragedia che egli porterà nel cuore per tutta la sua vita. Se vita potrà ancora mai definirsi la sua esistenza inseguita dal ricordo terribile di non essersi ricordato della sua piccola. Che, per questo, e solo per questo, è morta. Lui l’aveva in custodia e lui l’ha lasciata incustodita. Ma la mamma della bimba, incredula e straziata, è ricchissima invece di pietas verso il marito: lo sta avvolgendo amorevolmente con la sua comprensione, unita a lui dall’amore e dal dolore insieme per la loro figlioletta. La sua prima reazione è stata capirlo, la seconda giustificarlo, la terza riconoscere i suoi meriti. La rabbia e il rancore, sovente i sentimenti che sgorgano violenti e immediati di fronte all’incomprensibile crudeltà del destino, non albergano nell’anima di questa donna dolente e coraggiosa: ha perso la sua piccola, sta per mettere al mondo un’altra creatura, e il padre di entrambe, suo marito, è contemporaneamente responsabile della loro vita e della loro morte. È un dramma obiettivo e insuperabile. Per la maggior parte delle persone questo dolore atroce sarebbe motivo di distacco, di perdita della fiducia, addirittura di odio. Perfino di voglia di disintegrare il «colpevole », reo di un impensabile e assurdo comportamento. Invece ci sono persone diverse, come Chiara Sciarrini, la mamma di Elena, che sono motivate a cercare le cause del dramma e non a colpire l’autore del disastro esistenziale. Tra la morte, anche dei sentimenti positivi, e la vita, scelgono la vita. Chiara ha scelto di privilegiare i valori della vita. La vita del padre a favore del figlio che verrà e a favore di lei stessa, in modo da poter dare un senso al resto della sua esistenza. E così lo difende, raccontandolo come padre esemplare e affettuosissimo, marito generoso, infaticabile e protettivo. Per tanti di noi, e per la legge, questa descrizione è insufficiente ad assolverlo: chiunque può essere esemplare fino a un dato momento, e poi sbagliare. Da quell’istante in poi, c’è un infarto tra l’essere e l’essere stato. Ed è l’errore con le sue conseguenze che deve essere considerato da chi ha il compito o l’occasione di giudicare. Non basta dire «non l’ho fatto apposta» per andare esenti da ogni colpa. Il mondo si regge sulle responsabilità di ciascuno nel proprio ruolo; il ruolo del genitore è il più gravido di responsabilità. Impone l’attenzione continua. Ogni distrazione, indifferenza, omissione, leggerezza influisce, anche irreversibilmente, sulla vita dei figli. Dimenticare, anche per una frazione di secondo, di essere genitore di figli ancora incapaci di autonomia, significa non comprendere l’importanza incommensurabile del ruolo. Certo, si dirà che non sempre le mancanze di un padre o di una madre provocano la morte dei figli; ma pensiamo invece a quanti piccoli vengono persi sulle spiagge, cadono dai balconi, vengono rubati, molestati, drogati e uccisi: ci rendiamo subito conto che il ruolo dei genitori viene - da loro stessi - dato troppo per scontato e vissuto con distrazione o superficialità. Anche momentanee. Il dramma di un genitore che vede morire il figlio è il più insuperabile tra i tormenti possibili, perché è contro l’ordine naturale delle cose; è l’aborto di tutto l’amore che c’è ancora da esprimere; è la fine di ogni desiderabile serenità: è l’aggressione ineluttabile al futuro immaginato. Tuttavia, è cosa ben diversa, e più tragica, se la vita si porta via il figlio non per fatti ingovernabili dai genitori, ma per la responsabilità, o l’irresponsabilità, di uno o entrambi i genitori. È nella differenza tra l’alternativa eventuale tragedia, che si impone la necessità di accusare il destino o se stessi.
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Fein |
Inviata - 28 May 2011 : 10:14:04 ho letto ieri la notizia... terribile!! ma come possono due genitori dimenticarsi in macchina il loro bimbo per tutto il giorno, con 30 gradi e al sole...ma cos'hanno in testa??non riesco a capire. povere creature in che mano...
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