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Inviata - 03 March 2011 : 12:41:17 Roma, 3 mar (Il Velino) - Sono iniziati nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma i funerali del capitano Massimo Ranzani, ucciso lunedì in Afghanistan. Presenti alla funzione il capo dello Stato Giorgio Napolitano, i presidenti di Senato e Camera Renato Schifani e Gianfranco Fini, il premier Silvio Berlusconi, il titolare della Difesa Ignazio La Russa, il ministro delle Riforme Umberto Bossi, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, e i più alti gradi delle Forze Armate e delle Forze di Polizia.
"INSTANCABILE SEMINATORE DI PACE" - Da "instancabile seminatore di speranza dinanzi allo straniero, al prigioniero, al nudo, all'affamato, sull'esempio di Gesù, anche il nostro Massimo, si è lasciato orientare solo dalla voce del cuore dinanzi alla sofferenza e all'angoscia del popolo afghano. Egli ha lasciato il buio dell'egoismo, la vita comoda, per dire al fratello dimenticato e abbandonato: coraggio, alzati; sono qui per te, solidale con il tuo atroce dolore" ha detto l'arcivescovo ordinario militare per l'Italia, monsignor Vincenzo Pelvi, nel corso dell'omelia. L'arcivescovo ha così tratteggiato la figura del militare: "Agli amici, Massimo confidava che per costruire la pace bisogna guardare gli occhi dei bambini, leggervi dentro il sogno di cose belle e nuove; perché non ci sono bambini italiani, afghani o di altri Paesi, ci sono solo bambini, proprio come non ci sono tante paci ma la Pace. Massimo è stato instancabile seminatore di speranza e sperare vuol dire credere nell'impossibile. Fuggire il grido di aiuto dell'altro, è come scegliere la morte e, peggio ancora, divenirne l'artefice".
"LA PACE ESIGE IL LAVORO PIU' EROICO" - "Massimo - ha ricordato monsignor Pelvi - è stato colpito mentre rientrava da un'operazione di assistenza medica, dopo aver distribuito vestiti, coperte, scarpe e cibo. Da buon cristiano, cresciuto tra gli scout della sua parrocchia, sapeva bene che la pace esige il lavoro più eroico e il sacrificio più difficile. Esige un eroismo più grande della guerra e una maggiore fedeltà alla verità. Siamo chiamati a spendere la nostra vita, non a trattenerla". Da qui la consapevolezza che "le missioni internazionali di sicurezza ci aiutano a capire che siamo famiglia umana, nella circolarità del dono. Troppo spesso, invece, ci nascondiamo dietro affermazioni del tipo: 'Non è compito mio', 'Ne vale la pena?'. Chi, guardando alla vicenda storica nella quale ci troviamo non vorrebbe una civiltà che consenta alla vita umana una migliore esistenza, un futuro sereno? La terra è solcata da agitazioni, conflitti, sentimenti e propositi di odio e di guerra. Ma il sacrificio dei nostri militari ci impegna nel riaffermare quell'amore sociale, norma suprema e vitale della persona umana". Per monsignor Pelvi "occorre un capovolgimento di prospettiva: su tutto deve prevalere non più il bene particolare di una comunità politica, razziale o culturale, ma il bene dell'umanità".
IL SALUTO DELLE AUTORITA' La salma dell'alpino è arrivata ieri: è atterrato poco dopo le 21,30 all'aeroporto di Ciampino il C130 dell'aeronautica militare con a bordo il feretro. A rendere omaggio alla salma, con i genitori ed altri parenti dell'alpino, sono stati il ministro della difesa Ignazio La Russa, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, i vicepresidenti del Senato, Rosy Mauro, e della Camera, Rosy Bindi; la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini; il sindaco di roma Gianni Alemanno, il comandante delle truppe alpine generale di corpo d'armata Alberto Primicerj ed altre autorità militari. Subito dopo il carro funebre ha lasciato l'aeroporto di Ciampino verso l'Istituto di medicina legale dove è stata eseguita l'autopsia. Oggi dalle 9 alle 10.30 c'è stata la camera ardente all'Ospedale militare del Celio e poi, alle 11.30, i funerali.
LA LINEA DELL'ITALIA NON CAMBIA - Sulla dinamica dell'attentato che è costato la vita al tenente degli alpini e ha causato il ferimento di altri quattro militari italiani, ha riferito mercoledì alla Camera il ministro della Difesa. L'uccisione, ha spiegato La Russa, si è prodotta durante "un'operazione pianificata di assistenza sanitaria, per portare sollievo e aiuto ai cittadini afghani". La tragedia non cambia però la linea dell'Italia, ha spiegato il ministro: "Potremo lasciare quel paese dopo il processo di transizione che presuppone una graduale e irreversibile assunzione di responsabilità da parte delle autorità afghane. La zona di Herat è nelle condizioni di poter essere restituita subito al legittimo governatore afghano". La relazione del ministro è stata accompagnata da alcuni momenti di tensioni con rappresentanti della minoranza. Mentre questi contestavano alcuni passaggi della relazione del ministro, La Russa si è rivolto alla presidenza affermando che "anche gli sciacalli hanno diritto di parlare". La Russa ha infine tranquillizzato sulla sorte dei quattro feriti: "Non versano in pericolo di morte", ha assicurato.
(web)
a lui il mio pensiero
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Ultime risposte: 7 (ordine cronologico inverso) |
Raggio di Sole |
Inviata - 03 March 2011 : 22:41:03 onore ai caduti...
La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali. M. K. "Mahatma" Gandhi
C'è nell'uomo un soffio, uno spirito che assomiglia al soffio e allo spirito di Dio. Gli animali non ne sono privi. Giovanni Paolo II
Il veganismo non è una scelta. La scelta termina dove inizia la vita di un altro. Uccidere un essere vivente non è una scelta, è un assassinio. - Autore sconosciuto
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Fein |
Inviata - 03 March 2011 : 21:24:26
Germenzia
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tessa47 |
Inviata - 03 March 2011 : 20:47:26 Sai che consolazione tante belle parole e tanta retorica! Sicuramente quei poveri genitori facevano volentieri a meno dell'abbraccio delle autorità, ma avere il figlio vivo.
Un saluto a Massimo, che riposi in pace. E' stato un eroe.
Domani è un altro giorno...
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n/a |
Inviata - 03 March 2011 : 19:03:59 ..........
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andr |
Inviata - 03 March 2011 : 17:24:35
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n/a |
Inviata - 03 March 2011 : 15:35:17
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n/a |
Inviata - 03 March 2011 : 14:52:52
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