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Discussione di partenza
disattivato Inviata - 14 July 2011 : 14:15:53
Quest'idea mi venuta in mente guardando la sezione dedicata agli animali... e per un ricordo di quando ero bambina..
da piccola (e lo sono tutt'ora) guardavo spesso i documentari col mio papa'..sia super quark, geo&geo.. della national geographic..insomma mi piacciono tantissimo.Adoravo imparare cose nuove sullo stile di vita degli animali e le caratteristiche.

Ora avrei pensato di raccogliere qui tutte le caratteristiche degli animali.. tipo documentario.A chi piace potrebbe essere un modo per imparare qualcosa in più...sul mondo animale!

Quindi.. diamo inizio al:

Super-Geo!






"Mi dica,
lei che è una fatina,
non può farmi un incantesimo,
o darmi un filtro che mi renda bello ?
- Ciò oltrepassa il potere della magia,
signore-
e tra me pensai:
un occhio innamorato.
Ecco l'incanto che ci vuole ;
per quell'occhio tu sei bello abbastanza,
e l'espressione cupa del tuo volto
è ancora più attraente
della bellezza ..."

"Jane Eyre" *Charlotte Bronté*
Ultime risposte: 7  (ordine cronologico inverso)
acssia Inviata - 08 August 2011 : 14:24:14
la tigre blu è meravigliosa

disattivato Inviata - 18 July 2011 : 22:49:02
Variazione colore del mantello



PS e'uno degli animali che più amo..
ho una foto ..in prospettiva vicino a lei allo zoo di Lisbona e a quello di Madrid




Tigri bianche del Bengala (zoo di Singapore)
Tigri bianche

Le tigri bianche sono conosciute da molto tempo, infatti il primo di questi felini bianchi fu scoperto verso il 1820.[47]

Queste tigri non sono considerate delle vere albine e sono caratterizzate da strisce nere o marroni ed occhi azzurri/blu con il naso color rosa.[48] Infatti, questi esemplari, sono affetti da leucismo. Questa variazione di colore è considerata una mutazione causata da un gene recessivo chiamato chinchilla oppure color inhibitor, presente in altri mammiferi, tra i quali i gatti domestici e i conigli.[49]

Questa particolare colorazione è presente solo nella sottospecie Panthera tigris tigris (tigre del Bengala), l'unica ad avere il gene recessivo che può dare il colore bianco.[50] Anche se, nel Como zoo in Minnesota, una coppia di Panthera tigris altaica (tigri siberiane / dell'Amur) fratelli tra loro, ha dato alla luce un cucciolo che presentava una colorazione bianca a strisce nere. Le due tigri, catturate in natura, sono state classificate da alcuni esperti come due esemplari di Panthera tigris altaica, per altri invece come incroci tra tigri di razza del Bengala e Siberiana. Questi esemplari e la loro prole sono stati fatti accoppiare con altre tigri di pura razza Siberiana, dando alla luce cuccioli con la tipica colorazione della tigre, ma anche esemplari di color bianco, tipico delle tigri bianche.[51]




Questa è la senza striscie



Tigre bianca senza strisce (Las Vegas The Mirage)
Tigri bianche senza strisce

Denominate anche (Stripeless / senza strisce) (snow white tigers / tigri neve bianca) derivano da un'ulteriore modifica genetica che ha "rimosso" la maggior parte delle strisce che normalemnte caratterizzano la tigre bianca, rendendo l'animale di un colore somigliante al bianco puro, ciò però non le rende delle vere albine.[52]

I primi avvistamenti di tali esemplari privi di strisce o perlomeno molto poco visibili, sono avvenuti nel 1820 e descritti da scrittori e naturalisti, quali: Georges Cuvier, Richard Lydekker, Hamilton Smith, Edwin Landseer e John George Wood.[53][54]






Tigre golden tabby/strawberry (zoo di Buffalo)
Tigri arancioni

Le tigri "Golden" (Panthera tigris tigris)[55] (chiamata anche Tiger Golden Tabby o strawberry tiger) sono una variazione di colore estremamente rara della tigre del Bengala, causata da un gene recessivo. Attualmente tali tigri si trovano solo in stato di cattività all'interno di Zoo o Riserve Naturali. Come per la tigre bianca, la sua differente colorazione non genera una nuova specie. La colorazione è dovuta al gene "wide band", mentre per la tigre bianca è dovuto al colore inibitore (gene chinchilla albinistic).

Le Tigri Golden tabby hanno pelliccia color oro molto chiaro, gambe di un bianco pallido e strisce di color arancio debole. La loro pelliccia tende ad essere molto più spessa del normale rispetto ad altre tigri.[56]

Come le loro "cugine" tigri bianche, tutte le tigri dorate hanno una parentela principalmente con quelle del Bengala, ma sono geneticamente "incrociate" con i geni della tigre dell'Amur o di altre sottospecie.

Attualmente le tigri Golden, vengono "utilizzate" anche per la riproduzione e perpetrazione della Tigre Bianca, infatti incrociando una tigre gold con una tigre bianca, i cuccioli saranno di tigre bianca.[57] Nel 1970 una coppia di tigri arancioni eterozigoti, di nome Sashi e Ravi, hanno avuto 13 cuccioli (Alipore Zoological Gardens), di cui 3 erano bianchi a strisce nere.[58]




Questa è la blu




Rappresentazione artistica di una presunta Tigre blu
Tigri blu

La tigre maltese, o tigre blu, è una forma di colorazione non provata della tigre, segnalata in gran parte dalla provincia cinese di Fujian. Si dice che abbiano una pelliccia blu scuro a righe grigie.[59]

Intorno al 1910, Harry Caldwell, un missionario americano e cacciatore, si imbatterono, presumibilmente, in una tigre blu al di fuori Fuzhou. La sua ricerca è raccontata nel suo libro Blue Tiger (1924)[60], e dal suo compagno di caccia Roy Chapman Andrews nel suo Camps & Trails in Cina (1925, capitolo VII).[61]

Diversi autori ne parlano nei loro trattati, ma non è stata ancora provata la trasmissione di questo carattere, cioè non è geneticamente codificato e come tale si ritiene che le tigri di colore blu o nero descritte dagli autori H. R. Caldwell, 1924; J. C. Caldwell, 1954; Pocock, 1929, 1939; Stonor, 1964; in diverse opere, possano essere degli esemplari cromaticamente aberranti.
Nel 1924 l'inglese B. Caldwell descrisse una tigre azzurra, uccisa presso Foukien, in Cina. Questo animale melanico aveva un pelame grigio-azzurro, molto scuro.



Questa è la golden

Tigri nere

Come per la Tigre blu non esistono reali prove dell'esistenza di questo tipo di colorazione, anche se è stata parecchie volte segnalata l'esistenza di tigri nere, somiglianti a pantere nere, nella giungla di Travancore.[62][63]

Vari avvistamenti di tigri nere sono stati dettagliati in "The Wildlife of India" da parte di PE Gee, uno di questi risale nel settembre del 1895, quando pare sia stata avvistata una tigre di color nero, fatta dal colonnello S. Capper, la tigre scomparve nella giungla. La presenza di leopardo nero nel settore e la difficoltà di giudicare accuratamente le sue dimensioni rende questo un rapporto discutibile.

Nel marzo del 2009 in Sri Lanka è stato trovato un felino morto, in una trappola di un bracconiere, somigliante alle descrizioni degli avvistamenti della tigre nera[64], restano dubbi sul fatto che essa sia realmente una tigre nera o semplicemente che possa trattarsi di una Panthera pardus kotiya dello Sri Lanka.

Un saggio sulle tigri nere è stato presentato da parte dello zoologo Britannico Dr. Karl Shuker nel suo libro "Mystery Cats of the World".[65]

Ibridi



Ibrido 1- ligre= leone maschio+tigre femmina




Tigone 2- leonessa+tigre maschio


Per approfondire, vedi le voci Ligre e Tigone.


In cattività si sono verificati alcuni casi di incrocio fra leoni e tigri, l'accoppiamento tra un esemplare di leone maschio ed uno di tigre femmina dà origine ad un ibrido detto Ligre[66][67], mentre l'incrocio tra una leonessa ed un esemplare di tigre maschio dà origine al Tigone.[67][68]



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"E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio."
Albert Einstein


disattivato Inviata - 18 July 2011 : 22:41:35
Estinte

Tre di queste si sono estinte nel XX secolo, la tigre del Caspio, la tigre di Giava e la tigre di Bali, e purtroppo un'altra sottospecie rischia di entrare in questa lista, la tigre della Cina meridionale. Le maggiori cause sono da imputarsi al fatto che la tigre è sempre stata vista come una minaccia per l'uomo, considerandola un animale nocivo da perseguitare. Un caso molto simile è sicuramente quello del lupo, con il quale ha in comune la fama di animale cattivo e feroce.

P. tigris virgata (estinta)

P. tigris sondaica (estinta)

P. tigris balica (estinta) La tigre del Caspio (Panthera tigris virgata), (Illiger 1815).[18][19]
Era diffusa in Anatolia, Caucaso, Kurdistan, Iran, Afganistan e in gran parte dell'Asia Centrale fino alla Mongolia. Questa sottospecie era tra tutte quella diffusa più ad occidente ed era inoltre una delle più grandi, rivaleggiando per imponenza con la tigre siberiana.
L'ultimo avvistamento in natura avvenne intorno ai primi anni Settanta e non esistevano esemplari in cattività.
La sua estinzione è stata attribuita alla caccia diretta contro la tigre ed alla caccia verso le sue prede, nonché alla costante distruzione del suo habitat.[20]
La tigre di Giava (Panthera tigris sondaica), (Temminck 1844).[21
Era diffusa in Indonesia e più precisamente nell'isola di Giava, caratterizzata da una taglia, per effetto del ridotto areale, più piccola rispetto alle specie continentali, era ampiamente diffusa sino al XIX secolo.
Dichiarata ufficialmente estinta nel 1994 (Gratwicke, 2007).
Le maggiori cause dell'estinzione furono la distruzione del suo habitat naturale, della caccia da parte dell'uomo e del declino del numero delle sue prede (IUCN, 2007). Negli anni '70 erano rimasti pochissimi esemplari all'interno del Parco nazionale di Meru Betiri, ma nel 1980, secondo il WWF e lo IUCN, la popolazione era scesa sotto i 5 esemplari. Nonostante un, ormai tardivo, piano di salvataggio e di conservazione della tigre di Giava, non vi furono più avvistamenti.[23]
La tigre di Bali (Panthera tigris balica), (Schwarz 1912).[24][25]
Era diffusa in Indonesia e più precisamente nell'isola di Bali, era la tigre con la taglia più piccola.
Considerata estinta dal 1937.
Le maggiori cause dell'estinzione furono attribuite, dato anche il piccolo e limitato habitat che aveva a disposizione (isola di bali)[26], all'aumento della popolazione umana che comportò una forte deforestazione allo scopo di ottenere nuove superfici coltivabili, oltre che una vera e propria "persecuzione" della tigre, che incuteva timore nelle popolazioni locali. Il 27 settembre del 1937 fu abbattuto l'ultimo esemplare, una femmina.

Viventi

Tra le sottospecie ancora viventi, si distinguono per essere le più grandi per dimensione, la tigre del Bengala (P. tigris tigris) e la tigre siberiana (P. tigris altaica), i cui esemplari maschi possono raggiungere i 3,5 m di lunghezza totale comprensiva della coda e arrivare a pesare fino a 280 kg (per quanto mediamente il loro peso si assesti su valori inferiori)[28].
La tigre reale del Bengala o indiana (Panthera tigris tigris) (Linneaus 1758).[29]
Sopravvive in poco più di 4000 esemplari ed è di gran lunga la sottospecie più consistente. È caratterizzata dalla possibile colorazione bianca a strisce nere, denominata tigre bianca. Luogo di principale diffusione è l'India, dove trova riparo soprattutto nelle foreste di mangrovie del delta del Gange, in quell'intrico di banchi sabbiosi, isole e isolotti che è conosciuto con il nome di "Sundarbans", ma è presente anche nel Bangladesh, in Birmania e in alcune zone del Nepal. Tra le prede selvatiche preferite vi sono, cervi, cinghiali, gaur e bufali.[30]
La tigre siberiana o tigre dell'Amur (Panthera tigris altaica) (Temminck 1844).[31]
Risulta essere la più grande in stazza tra le sottospecie, caratterizzata da testa massiccia, pelo di un arancione chiaro, molto spesso e lungo, con striature ben distanziate fra loro, di color marrone anziché nero e zampe posteriori robuste e tozze, tutte caratteristiche fisiche frutto dell'adattamento alle rigide temperature del proprio habitat (foresta boreale e foresta temperata). Le prede principali sono l'alce e il cinghiale.[32] A rischio critico di estinzione, non ne sopravvivono più di 300-400 esemplari adulti (IUCN 1996, Siberian Tiger Project, 2005). Nota particolare è la convivenza con il Canis lupus communis sottospecie di lupo grigio che vive nella Russia, con il quale sono in competizione nella caccia delle prede, studi hanno confermato che ove vi è una diminuzione di esemplari di tigre il numero di lupi cresce, mentre nelle zone dove la tigre è reintrgrata il numero di lupi diminuisce.[33]
La tigre della Cina meridionale (Panthera tigris amoyensis) (Hilzheimer 1905).[34]
Dotata di un manto liscio con striature nere, corte e larghe molto più distanziate fra loro rispetto alle altre sottospecie, un tempo era comune in tutta la parte orientale del Paese ma oggi è avvistabile soltanto nella provincia dell'Hunan.
La tigre della Cina meridionale viene considerata come la tigre «basale», la sottospecie da cui si sono evolute tutte le altre tigri.
È stata recentemente classificata come una delle 10 specie animali più minacciate del mondo[36], in quanto il numero dei suoi esemplari allo stato libero è stato valutato in non più di 80 unità, se non addirittura inferiore. Per questo si conosce molto poco della sua biologia e comportamento in natura.[37] Una notizia promettente, per la sopravvivenza di questi esemplari, è arrivata nel 2007, quando l'Amministrazione Forestale della provincia cinese dello Shaanxi, ha confermato l'avvistamento di tigri sulle montagne Qinling, presenza che mancava da più di un ventennio.[38]
La tigre indocinese (Panthera tigris corbetti) (Mazák 1968).[39]
La popolazione, poco più di un migliaio di esemplari, attualmente è distribuita prevalentemente in Birmania, Cambogia, Laos, Thailandia e Vietnam. Le tigri indocinesi vivono nelle profondità delle foreste dei terreni collinari e montuosi, la maggior parte delle quali sono situate lungo i confini tra i vari Paesi. In precedenza alcune di queste tigri si trovano nel territorio malese, ed in seguito ad uno studio genetico, a partire dal 2004 sono state classificata come una sottospecie di tigre separata (Panthera tigris jacksoni), di conseguenza il numero reale delle tigri indocinese è di molto diminuito rispetto a quello stimato in precedenza.[40] Nel territorio cinese la tigre è praticamente sparita, infatti nel 2009 l'ultimo esemplare conosciuto in Cina è stato ucciso e mangiato dagli abitanti dei villaggi nei dintorni del villaggio di Mengla.[41]
La tigre malese (Panthera tigris jacksoni) (Shu-Jin Luo Et al 2004).[42]
Ultima tra le sottospecie identificate e riconosciute ufficialmente, infatti gli esemplari di questa sottospecie, in passato erano classificati come tigri indocinesi (Panthera tigris corbetti), ma recenti studi genetici (2004) hanno invece chiarito che si tratta di una sottospecie a se stante.[43] Il nome è stato scelto in onore dello zoologo Peter Jackson (ex presidente del Cat Specialist Group della IUCN)[44].
La tigre di Sumatra (Panthera tigris sumatrae) (Pocock 1929).[45]
È caratterizzata dall'essere la più piccola tra tutte le sottospecie ancora esistenti, vive appunto sull'isola indonesiana di Sumatra. La popolazione selvatica è stimata tra i 400 e i 500 animali i quali vivono soprattutto nei parchi nazionali dell'isola. Come per le "cugine" indonesiane ormai estinte, la tigre di Bali e di Giava, il rischio di estinzione è altissimo e classificato come critico.

tratto da wikipedia




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disattivato Inviata - 18 July 2011 : 22:39:48
Continuiamo con i grandi predatori:

La tigre



La tigre (Panthera tigris, Linnaeus 1758) è un mammifero della famiglia dei felidi. Con un peso che può arrivare fino a 300 kg, la tigre è il più grande dei cosiddetti "grandi felini" che costituiscono il genere Panthera (tigre, leone, giaguaro, leopardo e leopardo delle nevi), ed è l'unico felide moderno a raggiungere le dimensioni dei più grandi felidi preistorici. È un cosiddetto predatore alfa, ovvero si colloca all'apice della catena alimentare, non avendo predatori in natura, a parte l'uomo. Oltre che dalle dimensioni notevoli, è caratterizzata dalla particolare colorazione del mantello striato che serve a "spezzare" otticamente la figura dell'animale; il disegno del mantello varia leggermente da sottospecie a sottospecie.[1] Vi sono tuttavia delle varianti al colore del mantello, principalmente nella sottospecie nominale Panthera tigris tigris (tigre indiana "del Bengala"), la più comune tra queste è quella con strisce nere su sfondo bianco.


La parola «tigre» deriva dal latino tigris, che trae origine dal greco antico #964;#943;#947;#961;#953;#962;, che a sua volta proviene dal persiano e significa «freccia», in riferimento alla velocità dell'animale; tale vocabolo è all'origine anche del nome del fiume Tigri[3].

Col nome Felis tigris, è stata una delle molte specie descritte per la prima volta nel XVIII secolo da Linneo nella sua opera Systema Naturae.

La denominazione scientifica, Panthera tigris, si presume derivi dal greco pan- («tutti») e theron («bestia»), ma è più probabile un'origine asiatico/orientale, con il significato di «animale giallo» o «bianco-giallo»[5].

In zoologia, il termine «tigre» è stato utilizzato per estensione per definire molte specie di grandi felini maculati o a strisce: ad esempio, i termini «tigre d'America», «tigre della Guyana» e «tigre nera» in passato sono stati utilizzati per indicare il giaguaro (Panthera onca)[6], chiamato ancora in molti paesi del Sudamerica e dell'America centrale «El tigre»[7]. «Gatto tigre» è anche un nome alternativo del gatto giaguaro, noto inoltre con il nome scientifico di Leopardus tigrinus.

Molti altri animali hanno un nome composto dalla parola «tigre», dovuta alla caratteristica striatura che li contraddistingue, come lo squalo tigre, la tigre della Tasmania, la zanzara tigre e il serpente tigre.

Anche nel campo dei minerali si riscontra l'utilizzo del nome, come per l'occhio di tigre, una pietra semipreziosa della famiglia dei quarzi.



Il nome viene anche utilizzato in alcune espressioni per indicare una persona aggressiva: ad esempio, si dice che un uomo feroce e spietato sia come una tigre o possa essere «geloso come una tigre»[6][9]. Al contrario, si parla di «tigre di carta» per descrivere qualcosa di spaventoso in apparenza, ma innocuo nella realtà.


La tigre è il felino selvatico più grande che esista in natura ed è anche uno dei più grandi predatori terrestri. Le dimensioni della tigre variano notevolmente da una sottospecie all'altra; infatti, una tigre di Sumatra di sesso maschile non pesa più di 140 kg per 2,3 metri di lunghezza, mentre una tigre siberiana può raggiungere i 300 kg per 3,3 metri di lunghezza. Anche l'altezza al garrese della tigre è molto variabile a seconda della sottospecie, da 85 cm a un metro, così come anche la sua lunghezza totale, con la coda, da 2 a 3,7 metri, ed il peso, che può variare dai 65 ai 300 kg.

Le orecchie della tigre, arrotondate, hanno la superficie esterna di colore nero con una macchia bianca al centro. Le pupille sono rotonde; il colore dell'iride varia dall'oro al verde, ma a volte può essere anche azzurro. Il naso è di colore rosa, caratterizzato a volte dalla presenza di macchie nere. Le vibrisse (i cosiddetti «baffi») sono molto folte e poste su un muso corto. La fronte è arrotondata. Il collo è coperto da un pelo fitto ed una pelle più spessa, soprattutto nei maschi. I canini della tigre sono tra i più lunghi tra tutti i felini e possono raggiungere una lunghezza di circa dieci centimetri[10]. Come in tutti i membri del genere Panthera, l'osso ioide è parzialmente ossificato e permette all'animale di ruggire
Organi sensoriali

La tigre può fare affidamento su due sensi sviluppatissimi, l'udito e la vista. Gli occhi, che le consentono di osservare anche il più piccolo movimento della preda prescelta, sono strutturati secondo le esigenze di un predatore notturno; grazie alla particolare conformazione dell'occhio, è in condizione di sfruttare i più tenui raggi di luce e di muoversi con disinvoltura nelle tenebre notturne.

Origini ed evoluzione

I più antichi resti di un felino simile alla tigre sono quelli della Panthera palaeosinensis, trovati in Cina e a Giava. Questa specie era presente nel primo Pleistocene (circa 2 milioni di anni fa), ed era di dimensioni più piccole rispetto alla tigre moderna.[12]

I più antichi resti fossili di vere e proprie tigri sono datati fra 1,6 e 1,8 milioni di anni fa, trovati a Giava e appartenenti ad una sottospecie, oggi estinta, chiamata tigre di Trinil (P. tigris trinilensis) e visse per circa 1,2 milioni di anni, sempre nel territorio di Giava.[13]

Non è noto con certezza quale sia la regione d'origine della tigre, certamente essa si diffuse durante il Pleistocene in gran parte dell'Asia, inclusa la Beringia (da cui però non transitò nelle Americhe), l'India, Sumatra, Giava e Bali. Fino all'Olocene le tigri furono diffuse anche nel Borneo. Sono state trovate tracce di fossili anche in Giappone e sulle isole del Borneo.[12]

[modifica] Albero filogenetico

L'Albero filogenetico comprendente la "Panthera tigris" appartenente al genere
Panthera

Panthera
Panthera leo - Leone
Panthera pardus - Pantera o leopardo
Panthera onca - Giaguaro
Panthera tigris - Tigre
Panthera uncia - Leopardo delle nevi


Sottospecie

Sulla base dell'analisi morfologica e filogenetica (mediante analisi molecolare) sono state distinte nove differenti sottospecie di tigre.

La tabella comparativa riportata più sotto, evidenzia le differenze di taglia e peso tra esemplari adulti divisi per sesso delle diverse sottospecie. Per alcune di queste, come la Panthera tigris altaica, questi valori sono stati ridimensionati successivamente (Mazák, 1983; Miquelle (in Thapar, 2004); Matthiessen & Hornocker, 2001; Prynn, 2002).
tratto da wikipedia



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Fairy Inviata - 18 July 2011 : 21:15:57
bello sto topic..mi piace, grande 14!!!

acssia Inviata - 14 July 2011 : 14:23:36
bel topi mi piaceeeee

disattivato Inviata - 14 July 2011 : 14:21:25
Ghepardo



Il ghepardo è un mammifero carnivoro che appartiene alla famiglia dei felidi, vi offriamo foto immagini di ghepardo, ghepardi, cuccioli, questo splendido carnivoro è un animale africano e asiatico che raggiunge la velocità massima di circa 115 km/h .




Il ghepardo Acinonyx jubatus, è l’unico animale appartenente alla sottofamiglia delle Acinonychinae del genere degli Acinonyx. Il Ghepardo è uno stupendo animale è il più piccolo dei così detti grandi felini, raggiungendo al massimo una lunghezza di circa 150 cm senza contare la lunga coda che può raggiungere i 90 cm, il suo peso difficilmente arriva a superare i 60 kg, e la sua altezza massima al garrese oscilla intorno ai 90 cm. Il ghepardo è il più veloce degli animali terrestri, con un incredibile accelerazione che lo porta a superare i 100 km/h in tre secondi, questo grazie alle sue caratteristiche fisiche, formate da una struttura leggera, la testa relativamente piccola ha delle narici di grandi dimensioni che consentono di aumentare l’assunzione di ossigeno, e il cuore e i grandi polmoni che lavorano insieme per diffondere l’ossigeno in modo efficiente nel momento della corsa. Nel corso di un tipico inseguimento il suo respiro passa da 60 a 150 respiri al minuto. Le orecchie sono relativamente piccole, gli occhi sono piuttosto incavati con una macchia nera a forma di lacrima posta fra l’occhio e il naso, per proteggerli dai riflessi del sole nella caccia e per vedere a una distanza maggiore, le sue zampe sono lunghe e gli permettono ampie falcate, e terminano con degli artigli non retrattili, simili ai chiodi delle scarpe dei velocisti nell’atletica leggera, che gli permettono un ottima presa sul terreno, durante la corsa. In più ha una caratteristica incredibilmente flessibile spina dorsale che contraendosi a forma di arco riesce a sviluppare un enorme potenza durante la corsa dell’animale. Ma il limite di questo animale è che non può correre ad alta velocità per molto tempo, al massimo può mantenere la corsa per una quarantina di secondi, poi lo sforzo che fa l’animale nel correre gli fa alzare notevolmente la temperatura interna, e se non si fermasse metterebbe a rischio le sue funzioni celebrali, questa è la versione che danno sempre gli studiosi nei documentari in onda su National Geographic e Animal Planet, in onda giornalmente sui canali di sky, e quando caccia prevalentemente le gazzelle ha il problema che è più veloce nella corsa rettilinea, ma nei movimenti a zig zag che fa la gazzella nel suo tentativo di fuga è più veloce del carnivoro ed è anche più resistente sulla lunga distanza, per questo il ghepardo deve calcolare alla perfezione il momento del suo attacco, e in caso riesca a catturare la preda deve divorarla molto velocemente, per non correre il rischio che altri predatori notevolmente più forti come leoni, leopardi e iene gli soffino il bottino, cosa che purtroppo per lui gli succede abbastanza frequentemente. Questo straordinario felino dal bellissimo manto il cui colore è sul marrone chiaro con delle macchie nere di 2 o 3 cm di diametro che nella coda si fondono per formare 4 o sei anelli, e la coda generalmente termina con un ciuffo bianco, caccia preferibilmente nelle ore diurne, proprio per sfruttare il momento che gli altri grandi predatori generalmente si riposano, di solito cerca di avvicinarsi il più possibile alle sue prede mimetizzandosi nella vegetazione per poi sferrare l’attacco con il suo incredibile scatto, nella corsa tenta di abbattere la preda con una specie di sgambetto, per poi ucciderla nel modo tipico dei felini con un morso alla gola, comunque il ghepardo ha una bassa percentuale di successi nei suoi attacchi nei confronti di molti altri felini. Il ghepardo è un animale generalmente ma non di regola solitario e territoriale, e si possono vedere due o più fratelli rimanere e cacciare insieme per tutta la vita, il territorio viene marcato con graffi sugli alberi e i segnali odorosi, la femmina che raggiunge la maturità sessuale intorno ai 2 anni, ma generalmente non si accoppia fino ai tre anni è molto più solitaria, si incontra con il maschio soltanto nei pochi giorni che è fertile, in questi giorni hanno frequenti rapporti, poi ognuno prende la sua strada, dopo circa tre mesi di gestazione la femmina da alla luce generalmente tre cuccioli, che come aspetto sono molto differenti dalla madre, avendo un pelo molto più folto e lungo, e con le chiazze molto meno marcate, le ultime voci scientifiche dicono che sia un tentativo sviluppatosi nell’animale di far apparire il cucciolo molto simile a un tasso del miele, che pur essendo un animale piccolo è molto feroce e sa difendersi bene dai grandi predatori, cosa che i cuccioli di ghepardo non possono fare, e per la dura legge della natura vengono sterminati in gran parte dagli altri felini, che li considerano futuri concorrenti nel territorio, per questo motivo i cuccioli di ghepardo che riescono a raggiungere un anno di vita sono molto pochi, comunque la madre li accudisce per circa due anni, insegnandogli tutti i vari comportamenti da tenere per vivere nel loro difficile ambiente, visto che anche da adulti devono stare molto attenti agli attacchi degli altri grandi felini e sopratutto delle iene, a volte le femmine rimangono per periodi più lunghi con le figlie, dividendosi anche i territori di caccia. Un grande problema per la sopravivenza dei ghepardi è anche che il ghepardo evolutosi 18 milioni di anni fa è l’ultimo discendente di 40 specie di esemplari vissuti fino a 11 milioni di anni fa, e il fatto di cui non si conosce ancora bene la causa, che hanno il fattore genetico che è molto simile in tutti i rappresentanti e i nascituri è un po’ come se fossero figli di due esemplari consanguinei. Il ghepardo vive in zone dove ci sono grandi distese di pianure e le prede sono abbondanti. Il ghepardo preferisce vivere in habitat di tipo semi-desertico, o nelle praterie, anche se si può vedere specialmente in Namibia, per esempio, nelle savane, nelle aree di fitta vegetazione, e nei rilievi. Un tempo era molto diffuso sia in Africa che in Asia, ormai in Asia gli esemplari visibili sono pochissimi, e anche in Africa sono partiti numerosi progetti di salvaguardia della specie che è a rischio di estinzione. Ci sono alcuni Ghepardi che hanno il manto nebuloso invece che chiazzato, un tempo si riteneva che fosse una specie diversa, invece è ormai accertato che la specie è unica, e ci sono dei casi di melanismo, albinismo, e alcuni esemplari possono avere il manto con un colore verso il grigio, questi sono casi in cui un gene recessivo deve essere ereditato da entrambi i genitori in modo che l’esemplare possa diventare di diversa colorazione ed è uno dei motivi per cui sono così rari. Una volta in India il ghepardo era tenuto come un animale quasi domestico che aiutava i cacciatori durante le loro battute, è un animale che è difficile da allevare i cattività per poi essere reintrodotto nel suo ambiente, ci sono numerosi centri in Africa che tentano di salvare i cuccioli rimasti soli, allevandoli e insegnandogli a cacciare attaccando il loro cibo con una corda a un fuoristrada per poi farlo partire in modo che i ghepardi debbano imparare a scattare e a recuperare il cibo dalla macchina in corsa, è uno spettacolo realmente divertente, peccato che nonostante gli sforzi fatti l’inserimento degli animali nel proprio habitat naturale e il lasciarli soli a badare a se stessi non sempre vada a buon fine. Sorprendente è anche la varietà di suoni che riesce ad emettere questo felino che variano da un facsimile di ruggito fino ad arrivare a una specie di miagolio, e come i suoi lontani parenti i gatti è in grado di fare le fusa.
tratto da:

http://www.animalidalmondo.com








"Mi dica,
lei che è una fatina,
non può farmi un incantesimo,
o darmi un filtro che mi renda bello ?
- Ciò oltrepassa il potere della magia,
signore-
e tra me pensai:
un occhio innamorato.
Ecco l'incanto che ci vuole ;
per quell'occhio tu sei bello abbastanza,
e l'espressione cupa del tuo volto
è ancora più attraente
della bellezza ..."

"Jane Eyre" *Charlotte Bronté*

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